Top Ten degli Articoli sul Disturbo di Panico1. Unimportante sintesi delle teorie sullattaccamento proposte da Bowlby: Bowlby J. Developmental psychiatry comes of age. Am J Psychiatry,1988;145,1-10 (trad.it. Dalla teoria dell'attaccamento alla psicopatologia dello sviluppo, Rivista di Psichiatria, 23, 2, 57-68).
2. Articolo fondamentale per conoscere il modello cognitivo del DP proposto da Clark:
3. Partendo da un modello cognitivo del DP, in questo studio sono stati valutati gli effetti della terapia cognitiva sul modificare le false credenze catastrofiche legate alle sensazioni corporee del panico e la loro correlazione con landamento del disturbo.
4. Review sullefficacia della CBT nel trattamento del DP: in questa review viene sottolineata lefficacia della CBT sia nel breve che nel lungo termine.
5. Recentissima review sul confronto dellefficacia della CBT vs terapia farmacologica nel lungo termine: viene valutata la rigorosità con cui i vari studi sono stati condotti sottolineandone le debolezze strutturali e stimolando una lettura critica degli stessi.
6. Questa meta-analisi oltre a confrontare il trattamento farmacologico rispetto a quello cognitivo-comportamentalevan, valuta anche lefficacia della terapia combinata.
7. Quali farmaci impiegare nel DP:
8. Il più recente (e il più lungo) studio naturalistico sulloutcome del DP: dopo 15 anni di follow-up il 18% dei soggetti mostrano una guarigione completa, il 13% risultano guariti ma ancora assumono qualche terapia, il 51% mostra ancora attacchi di panico, il 18% soddisfa ancora i criteri per DP.
9. Sottotipi di attacchi di panico: molti autori riportano la volontà di suddividere il DP in sottogruppi in base alle caratteristiche sintomatologiche con cui si presentano gli attacchi di panico; in questo articolo vengono distinti 3 sottogruppi (cardiac, respiratory, derealization) e viene studiata la correlazione di ognuno con altri disturbi psichiatrici (es. depressione, agorafobia, distimia).
10. Depersonalizzazione nel disturbo di panico: partendo dallipotesi che il disturbo di panico è unentità eterogenea, è stata studiata la possibilità di dividere i pazienti affetti da DP in due gruppi in base alla presenza/assenza di depersonalizzazione; la presenza sembra correlata ad una maggior gravità del disturbo, in termini di un numero maggiore di attacchi, una più grave disfunzione sociale ed un punyteggio più alto alle scale per lansia e fobie.
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