Anoressia e Bulimia |
Clinica
psichiatrica “Guardia II”, Ospedale Maggiore IRCCS,
VIA
Francesco Sforza35, 20122 Milano - e-mail: deborahlevi@tiscalinet.it
"Studi
Cognitivi", Centro di Psicoterapia e Ricerca (dir.. dr. Sandra Sassaroli)
via
Montebello 27 20121 Milano - e-mail: studi.cognitivi@tin.it
L’anoressia,
secondo gli attuali criteri diagnostici del Manuale Diagnostico e Statistico
dei Disturbi Mentali, (DSM-IV; APA, 1994) è caratterizzata dai seguenti sintomi
clinici:
1 - Rifiuto di mantenere il peso corporeo al di sopra del
peso minimo normale per l’età e la statura (per esempio perdita di
peso che porta a mantenere il peso corporeo al di sotto del 15% rispetto a
quanto previsto, oppure incapacità di raggiungere il peso previsto
durante il periodo della crescita in altezza, con la conseguenza che il peso
rimane al di sotto del 15% rispetto a quanto previsto).
2 - Intensa paura di acquistare peso o di diventare grassi,
anche quando si è sottopeso.
3 - Alterazione del modo in cui il soggetto vive il peso o
la forma del corpo, o eccessiva influenza del peso e della forma del corpo sui
livelli di auto-stima, o rifiuto di ammettere la gravità
dell’attuale condizione di sottopeso.
4 - Nelle femmine dopo il menarca, l’amenorrea,
cioè assenza di almeno tre cicli mestruali consecutivi (una donna
è considerata amenorroica se i suoi cicli si manifestano solo a seguito
di somministrazione di ormoni, per esempio estrogeni).
Da un punto
di vista psicopatologico, invece, quest’affezione è
contraddistinta da:
- Desiderio di magrezza
- Bulimia
- Insoddisfazione corporea
- Senso di inefficacia
- Perfezionismo
- Sfiducia interpersonale
- Consapevolezza introcettiva
- Paura di diventare adulto
L’anoressia
nervosa sta divenendo sempre più frequente (Garfinkel & Garner,
1982). E’ stato speculato da alcuni, che questa crescente incidenza,
possa essere parzialmente attribuita alla pressione socioculturale esercitata
sulle donne perché si mettano a dieta come risposta agli standard
estetici attuali riguardo l’immagine corporea (Bruch H, 1978; Wooley SC,
Wooley OW, 1980). In particolare è stato postulato che la dieta, che
è endemica nelle adolescenti della società occidentale, possa
potenziare l’anoressia nervosa in coloro che sono psicologicamente
vulnerabili (Garner, Garfinkel & Olmsted, 1983). L’identificazione di
forme moderate di sintomi “anoressici” (Garner & Garfinkel,
1980; Button & Whitehouse A, 1981; Thompson & Schwartz DM, 1982; Frisch
et al., 1980) nei college e nelle ballerine ha fatto sorgere la domanda se
l’anoressia rappresenti un’entità diagnostica distinta, o se
invece sia il punto finale di un continuum.
Nylander
(1971) propose questa “ipotesi del continuum” quando scoprì
che la maggior parte delle studentesse liceali svedesi si “sentivano
grasse” e che circa il 10% di loro riportavano almeno tre sintomi “anoressici”
in connessione alla diminuzione di peso. Egli suggerì che
un’intensa o prolungata dieta produca i sintomi da digiuno i quali, a
loro volta, portano all’espressione di forme severe o varianti più
lievi del disordine. Similmente, Fries (1977) trovò che l’alterata
percezione delle misure corporee e le “attitudini anoressiche”
presenti nei casi di “vera” anoressia nervosa, erano evidenti anche
in donne con storia di amenorrea secondaria e perdita di peso, che però
non soddisfacevano strettamente i criteri diagnostici per l’anoressia
nervosa. Egli concluse che la differenza fra i due gruppi era “più
un fatto di grado di malattia che un problema di diagnosi” (Fries, 1977).
Garner e
Garfinkel (1980) hanno, non solo trovato un’aumentata rappresentazione
dell’anoressia nervosa in gruppi di professioniste, come le danzatrici,
che sono esposte a intense sollecitazioni a mettersi a dieta, ma hanno anche
identificato soggetti che manifestavano molti dei sintomi del classico
disordine ma che, nuovamente, non riuscivano a ricadere nello standard
diagnostico. Analogamente, Button e Witehouse (1981) descrivono come affette da
“anoressia nervosa subclinica”, la maggior parte delle studentesse
di un college, identificate attraverso alti punteggi ad un test di screening.
Mentre
questi dati sembrano supportare l’ipotesi che l’anoressia nervosa
sia la fine di un continuum, alcuni teorici clinici, hanno invece arguito, che
ci sono differenze psicopatologiche fondamentali tra la sindrome classica e le
forme subcliniche. Crisp (1965; 1980) ha enfatizzato la presenza della “fobia
del peso” nell’anoressia nervosa e considera questo disordine come
una risposta di adattamento alla crisi maturativa dell’adolescente che si
sente incapace di adeguarsi alle necessità psicosociali della
pubertà. Diversamente dalle tipiche persone che stanno a dieta
cronicamente, le anoressiche, userebbero la dieta come simbolo attraverso il
quale “regredire” alle forme corporee e stato ormonale prupuberali,
nel tentativo di sfuggire ai conflitti dell’adolescenza. Bruch (1962;
1973) ha suggerito che l’anoressia nervosa è distinta dalle forme
più lievi di disturbi dell’alimentazione, da uno specifico deficit
dell’Io, legato a 1) immagine corporea, 2) percezione interiore, 3)
sentimento di inefficacia; il controllo del peso diverrebbe parte di una
battaglia per vincere autonomia e abilità. Selvini-Palazzoli ha
sostenuto che il vero disordine è caratterizzato, non solo da disturbi
percettivi e concettivi, ma anche da una pervasiva forma di sfiducia
interpersonale.
In uno
studio recente, Thompson e Schwartz (1982) descrivono delle differenze
qualitative tra coloro che soffrono di anoressia nervosa e coloro che hanno
sintomi “simil-anoressici”. Hanno comparato pazienti con anoressia
nervosa a due gruppi di studentesse di un college: quelle con un alto e quelle
con un basso punteggio al Garner e Garfinkel Eating Attitude Test (EAT) (1979).
Questo test è stato creato per misurare il comportamento alimentare e le
attitudini nei confronti del cibo e del peso corporeo, che caratterizzano le
pazienti con anoressia nervosa. Le pazienti con un alto-EAT erano simili al
gruppo dell’anoressia nervosa (e differenti dal gruppo con basso-EAT)
nella parte di soggetti che hanno riportato abbuffate e vomito autoindotto.
Tuttavia, in contrasto col campione dell’anoressia nervosa, le
studentesse con alto-EAT, non hanno riferito un maggior maladattamento sociale rispetto
alle ragazze con bassi punteggi all’EAT. Mentre questi risultati indicano
che la preoccupazione per il cibo e il peso comuni nell’anoressia
nervosa, effettivamente occorrono in un continuum, le loro espressioni
più blande non erano associate ad un indebolimento psicosociale. Presi
insieme, i risultati menzionati, suggeriscono che i “sintomi
anoressici”, trovati negli studi precedenti, possono essere simili tra le
persone a dieta “drastica” e i pazienti anoressici per quanto
riguarda i problemi inerenti il peso e il cibo, senza rivelare, tuttavia,
possibili differenze nelle altre aree del funzionamento psicologico.
L’identificazione
di un ampio numero di giovani donne studentesse di college a dieta piuttosto
stretta, che però, non hanno cercato nessun trattamento, fa sorgere
alcune domande. Qual è la relazione tra queste persone eccessivamente
preoccupate per il peso e i disordini caratterizzati da una diagnosi
psichiatrica formale? L’estrema preoccupazione per il peso riflette
sempre una psicopatologia? Ci sono segni psicopatologici e sintomi
dell’anoressia che dovrebbero essere incorporati nei criteri diagnostici
esistenti (Feighner et al., 1972; Russell, 1970; Dally, 1969; Garrow et al.,
1975)? In uno studio recente si è cercato di rispondere a questa domanda
attraverso la comparazione di studentesse e ballerine preoccupate per il peso
con pazienti anoressiche, per quanto riguarda le caratteristiche psicologiche
frequentemente osservate in anoressia e bulimia (Garner, Polivy, Olmsted &
Garfinkel, 1983). I risultati indicavano che il gruppo delle anoressiche era
caratterizzato da un grado di patologia significativamente maggiore per quanto
riguarda l’Inefficacia, la Sfiducia Interpersonale e Consapevolezza
Introcettiva.
Tre gruppi di ragazze hanno partecipato a questo studio: 1) studentesse di Monza, 2) studentesse di Crotone, e 3) un campione di paragone di pazienti con anoressia nervosa.
I primi due
campioni, non clinici, sono ragazze liceali reclutate nel giugno del 1996 a
Monza, città di 126.000 abitanti e Crotone, città di 75.000
abitanti. Il Gruppo di Monza è composto di 236 individui, con età
tra i 14 e 22 anni, mentre quello di Crotone è composto da 111 persone
sempre d’età tra i 14 e 22 anni. I punteggi delle sottoscale con
risposte mancanti sono stati esclusi cosicché la dimensione per ogni
variabile ha un range che va da 215 a 230, per il campione di Monza, e da 97 a
108 in quello di Crotone. La Tabella 1 riporta le caratteristiche demografiche dei due
gruppi.
Il
questionario è stato completato sotto la supervisione
dell’insegnante e con l’autorizzazione dei genitori. I soggetti
sono stati informati che tutte le informazioni ottenute sarebbero state
confidenziali ed è stato spiegato che le loro risposte erano molto
importanti perché sarebbero state utilizzate per la convalida di un
nuovo questionario. Tutti i questionari sono stati restituiti.
Tabella 1 - Caratteristiche demografiche del gruppo di controllo
campione
di provenienza |
BMI
|
ETA |
|
Crotone |
Mean |
20,7037 |
17,1013 |
N |
107 |
111 |
|
Std.
Deviation |
2,5394 |
1,1760 |
|
Monza |
Mean |
19,8950 |
16,9360 |
N |
231 |
234 |
|
Std.
Deviation |
2,5074 |
2,0397 |
|
Total
|
Mean |
20,1510 |
16,9892 |
N |
338 |
345 |
|
Std.
Deviation |
2,5419 |
1,8072 |
Un gruppo
di confronto di 114 ragazze con Anoressia Nervosa primaria (AN) è stato
reclutato presso il Centro Auxologico - l'Ospedale S. Luca I.R.C.C.S. di
Milano, nell' studio multicentrico europeo sull’efficacia del trattamento
multidisciplinare dei disturbi alimentari patrocinato dalla commissione europea
come azione COST B6. L’omogeneità del campione riguardo
all’età, BMI ed età d’esordio, è stata
valutata tramite un’analisi di varianza tra le medie. Tutte le diagnosi sono
state fatte basandosi sui criteri diagnostici del DSM-IV. Sul totale del
campione con AN, 53 pazienti sono del sottotipo “con restrizioni”
mentre le rimanenti 61 appartengono al sottotipo “con abbuffate/condotte
d’eliminazione”. La Tabella 2 mostra le caratteristiche demografiche del gruppo
delle pazienti. I due sottogruppi bulimico e restrittivo non differiscono
significativamente in età, età di esordio e Indice di Massa
Corporea (Body Mass Index, BMI).
Categorie
diagnostiche |
età
approssimativa |
Indice
di massa corporea |
età
di esordio |
||
AN
restricting |
Mean |
23,9623 |
14,4839 |
17,8302 |
|
N |
53 |
53 |
53 |
||
Std.
Deviation |
5,6192 |
1,7493 |
3,5341 |
||
AN
bingeing purging |
Mean |
25,0164 |
15,0511 |
17,5246 |
|
N |
61 |
61 |
61 |
||
Std.
Deviation |
5,9763 |
1,7350 |
3,8713 |
||
Total |
Mean |
24,5263 |
14,7874 |
17,6667 |
|
N |
114 |
114 |
114 |
||
Std.
Deviation |
5,8115 |
1,7570 |
3,7052 |
||
Tutti i
soggetti hanno completato la Eating Disorder Iventory (EDI), e la Therapist
Interview at the Beginning of
treatment (TIB).
L’EDI
un questionario autosomministrato,
standardizzato, che misura i tratti psicologici o i cluster di sintomi ritenuti
rilevanti nell’anoressia nervosa (Garner, Olmsted & Polivy, 1983).
Questo strumento differenzia realisticamente i pazienti con anoressia nervosa
da chi non ha questo disturbo. L’EDI comprende otto sottoscale tre delle
quali sono state costruite per valutare le assunzioni e i comportamenti che
riguardano l’alimentazione, il peso e le forme corporee (desiderio di
magrezza, bulimia, insoddisfazione corporea), le rimanenti cinque sottoscale
valutano costrutti generali e caratteristiche psicologiche clinicamente
rilevanti nei disturbi dell’alimentazione (Inefficacia, perfezionismo,
Sfiducia interpersonale, consapevolezza introcettiva, paura di diventare
adulto).
La TIB,
invece, è un’intervista strutturata che raccoglie dati anagrafici,
personali e clinici, sviluppata a partire dal questionario Morgan-Russell
(Russell &Hayward,1988).
Le studentesse
di Monza e di Crotone, sono state divise in due sottogruppi, preoccupate per il
peso (WP) e non preoccupate per il peso (NWP), sulla base del loro grado di
dieta e preoccupazione per il peso, come evidenziato dalla sottoscala Tendenza
alla Magrezza (DT) dell’EDI. Questa sottoscala misura la preoccupazione
per il peso corporeo, l’eccessiva tendenza a stare a dieta e la paura
patologica di diventare grassi; come le altre sottoscale dell’EDI, è
stata costruita per differenziare tra pazienti con anoressia nervosa e non. Per
aumentare al massimo la probabilità che solo coloro la cui tendenza a
dimagrire fosse paragonabile all’anoressia fossero selezionate, il gruppo
WP, ha compreso le studentesse il cui punteggio fosse uguale o maggiore a quello
medio delle pazienti anoressiche il cui valore, sulla sottoscala DT
dell’EDI,
è 15
[basato su una norma di 113 pazienti (Garner, Olmsted & Polivy, 1983)].
Questo
punteggio corrisponde al 94° percentile di un largo campione di studentesse
di college usato per stabilire la norma dell’EDI (Garner, Olmsted &
Polivy, 1983).
Per ridurre
la probabilità che le ragazze WP o NWP potessero essere anoressiche, il
peso, il ciclo, la paura di ingrassare e la distorsione dell’immagine
corporea sono state valutate. Questo ha portato ad escludere due ragazze di
Monza dal loro rispettivo gruppo WP.
Le
studentesse di Monza e Crotone comprese nei gruppi WP e NWP, erano
significativamente simili su tutte le sottoscale dell’EDI; non
c’erano differenze (alfa = 0.05)
né tra i soggetti di Monza e Crotone WP, né tra i
rispettivi soggetti NWP.
Paragone tra AN e gruppi WP e NWP rispetto alle
sottoscale dell’EDI
Un Planned
T-Test è stato usato per comparare
i gruppi AN con WP , e WP con NWP ; poiché questo corrisponde a 14
paragoni è stato utilizzato
un valore di alfa di 0,003.
La Tabella
3 indica le medie delle sottoscale dell’EDI per i tre gruppi paragonati.
I gruppi AN e WP sono indistinguibili nelle sottoscale della Bulimia,
Perfezionismo, Consapevolezza Introcettiva e Paura di crescere, mentre il
gruppo NWP ha dei punteggi significativamente più bassi. Il gruppo WP ha
un punteggio maggiore all’AN solo per quanto riguarda
I’Insoddisfazione Corporea. Nell’Inefficacia e Sfiducia
Interpersonale, il gruppo AN è significativamente più alto di
quello WP e quest’ultimo è significativamente più
patologico, per quanto riguarda l’Inefficacia, rispetto al gruppo NWP.
Tabella 3: Paragone tra Anoressia Nervosa e Gruppi Preoccupati e Non Preoccupati per il peso rispetto alle sottoscale dell'EDI
WP |
Drive for Thinness
§ |
Bulimia * |
Body Dissatisfaction
# |
Ineffectiveness
° |
Perfectionism * |
Interpersonal
Distrust + |
Interoceptive Awareness
* |
Maturity Fears * |
|
Preoccupati |
Mean |
17,1633 |
3,9388 |
20,6739 |
9,1522 |
5,8085 |
4,1739 |
10,7609 |
6,2553 |
N |
49 |
49 |
46 |
46 |
47 |
46 |
46 |
47 |
|
Std. Deviation |
1,9932 |
4,5617 |
5,5540 |
5,4649 |
3,8934 |
3,8373 |
6,6003 |
4,3762 |
|
Anoressiche |
Mean |
11,1878 |
3,8028 |
14,3615 |
12,7418 |
6,3756 |
6,7700 |
11,2123 |
6,8592 |
N |
213 |
213 |
213 |
213 |
213 |
213 |
212 |
213 |
|
Std. Deviation |
6,7476 |
5,0196 |
7,5446 |
7,2512 |
4,4318 |
4,4317 |
6,9818 |
5,4581 |
|
Non Preoccupati |
Mean |
3,7518 |
1,3646 |
10,4181 |
4,4448 |
4,2327 |
4,1185 |
4,9647 |
4,2923 |
N |
278 |
288 |
287 |
281 |
275 |
287 |
283 |
284 |
|
Std. Deviation |
4,2238 |
2,5462 |
7,5452 |
4,8334 |
3,8518 |
3,4952 |
5,0408 |
3,7899 |
|
Totale |
Mean |
7,9019 |
2,5382 |
12,8205 |
8,1185 |
5,2243 |
5,1575 |
7,9057 |
5,4669 |
N |
540 |
550 |
546 |
540 |
535 |
546 |
541 |
544 |
|
Std. Deviation |
6,9554 |
4,0567 |
7,9835 |
7,1333 |
4,2168 |
4,1150 |
6,7429 |
4,7197 |
§ Sottoscala usata per dividere i
gruppi, non inclusa nel T-Test
* AN = WP > NWP, planned t-test
with p= 0.003 per ogni paragone
° AN > WP > NWP, planned
t-test with p= 0,003 per ogni paragone
+ AN > WP = NWP, planned t-test
with p= 0,003 per ogni paragone
# WP > AN, NWP, planned t-test with
p= 0,003 per ogni paragone
Eterogeneità del gruppo Preoccupato per il peso:
cluster analysis
Per
esaminare la struttura dei punteggi delle sottoscale dell’EDI nel gruppo
WP, è stata eseguita una cluster analysis di individui. Poiché
l’intento era
di osservare distinti sottogruppi di soggetti WP, se questi si fossero trovati,
è stata impiegata una tecnica iterativa ottimizzata; questo metodo
assicura che
ogni individuo è più simile, in termini di distanze euclidiane
alla media individuale del cluster cui è stato assegnato, che alla media
individuale di ogni altro cluster. La soluzione a due cluster è apparsa essere tanto la
migliore statisticamente quanto la soluzione includente un maggior numero di
casi. E’ stato provato un tentativo con tre o quattro cluster, ma la loro interpretazione
era più ambigua. La soluzione a tre cluster era caratterizzata da
tipologie che erano basse, intermedie e alte sulla maggiorparte delle
sottoscale; la soluzione a quattro cluster dava sottogruppi simili al precedente. La
media dei punteggi delle sottoscale dell’EDI dei due cluster così
come quelle delle pazienti anoressiche è presentata nella Tabella 4. Il cluster uno include 10 soggetti
e, come indicato nella Tabella 4, i punteggi di questo gruppo sono elevati in tutte otto le
sottoscale dell’EDI. Il cluster due comprende invece 29 studentesse WP
che hanno punteggi elevati nella Tendenza alla Magrezza, Insoddisfazione
corporea e Perfezionismo rispetto al range tipico delle studentesse, tuttavia,
questo cluster ha punteggi significativamente più bassi di entrambi i gruppi AN e Cluster1 in tutte le le
sottoscale.
Tabella 4 paragone tra Anoressia Nervosa e clusters WP sulle sottoscale dell'EDI
|
Anoressia Nervosa |
WP cluster 1 |
WP cluster 2 |
DESIDERIO DI MAGREZZA § |
11.18 (0.46) |
18.6 (0.68) |
16.65 (0.31) |
BULIMIA ° |
3.80 (0.34) |
7.70 (1.54) |
11.11 (0.46) |
INSODDISFAZ. CORPOREA° |
14.36 (0.51) |
24.60 (0.92) |
19.75 (1.00) |
INEFFICACIA * |
12.74 (0.49) |
13.90 (1.07) |
7.13 (1.00) |
PERFEZIONISMO * |
6.37 (0.30) |
8.10 (1.44) |
5.31 (0.62) |
SFIDUCIA INTERPERSONALE * |
6.77 (0.30) |
5.90 (1.46) |
3.58 (0.66) |
CONSAPEVOLEZZA INTROCETTIVA ° |
11.21 (0.47) |
19.20 (1.39) |
7.20 (0.78) |
PAURA DI DIVENTARE ADULTO * |
6.85 (0.37) |
10.80 (1.45) |
4.62 (0.57) |
§ Cluster 1 > AN, Planned t-test
with p = 0.002 per ogni paragone
° Cluster 1 > AN, Cluster
2, Planned t-test con p = 0.002 per ogni paragone
* Cluster 1, AN > Cluster 2,
Planned t-test con p = 0.002 per ogni paragone
Studio dei sintomi nel Cluster 1
Per
riuscire a valutare se il cluster 1 fosse formato da un sottogruppo di soggetti
a rischio di sviluppare l’anoressia, siamo andati a valutare la presenza
di sintomi. I risultati sono riportati nella Tabella 5.
Abbiamo poi
confrontato sintomi e i comportamenti ad essi associati, con quelli dei
controlli , e si è visto come tutti i “sintomi
Anoressici” (Dieta, Ciclo
alterato, influenza dell’alimentazione sulla vita quotidiana, fobia per
il peso), siano presenti in modo statisticamente significativo, più nel
cluster 1 che nei controlli, eccetto il BMI che è nella norma.
Tabella
5 . Sintomi
riscontrati nel cluster 1
|
1 |
2 |
3 |
4 |
5 |
6 |
7 |
8 |
9 |
10 |
Paura di
ingrassare |
Panico |
Piuttosto
muoio |
Piuttosto
muoio |
Panico |
Piuttosto
muoio |
Piuttosto
muoio |
Panico |
Piuttosto
muoio |
Panico |
Sempre |
Abbuffate |
1 vl /
die |
1 vl /
die |
1vl / die |
2vl / ms |
10 vl /
ms |
1 vl / ms |
1vl / 6ms |
- |
4vl / st |
5vl / ms |
Vomito |
6vl / 6ms
|
6vl / 6ms |
1vl / 6ms |
1vl / 6ms |
1vl / 6ms |
1vl / 6ms |
1vl / 6ms |
1vl / 6ms |
3vl / 6ms |
5vl / 6ms |
Lassativi |
1 vl /
6ms |
- |
1vl / 6ms |
1vl / 6ms |
1vl / 6ms |
1vl / 6ms |
1vl / 6ms |
3vl / 6ms |
3vl / 6ms |
- |
Dieta |
5vl / 6ms
|
6vl / 6ms |
6vl / 6ms |
4vl / ms |
6vl / 6ms |
6vl / 6ms |
5vl / 6ms |
2vl / 6ms |
5vl / 6ms |
3vl / 6ms |
Ciclo |
Si / si |
Si / si |
Si / si |
Si / si |
No |
Si / si |
No |
Si / si |
No |
Si / si |
Influenza
sulla vita quotidiana |
Abbastanza |
Molto |
- |
Estrema |
Leggermente |
Molto |
Per nulla |
Leggermente |
Estremamente |
Sempre |
BMI
(Indice di Massa Corporea) |
18.83 |
25,71 |
20,70 |
20,57 |
22,86 |
22,81 |
22,85 |
19,23 |
20,53 |
21,89 |
Età |
16 |
18 |
16 |
17 |
19 |
16 |
15 |
18 |
17 |
18 |
Recenti
resoconti di forme lievi o incipienti di anoressia nervosa all’interno
della popolazione non clinica, fa sorgere il quesito sulla comparabilità
della classica sindrome con gli individui che riportano un’estrema
preoccupazione per il peso ma che non dimagriscono fino ad un livello
pericoloso (Garner & Garfinkel, 1980; Button & Whitehouse, 1981;
Thompson & Schwartz, 1982). Button e Whitehouse (1981) hanno proposto il
termine “anoressia nervosa subclinica”, per descrivere “molte
giovani donne che provano la preoccupazione per il peso e le forme di
comportamento associate con l’anoressia nervosa, senza essere
estremamente emaciate”. Tuttavia la descrizione di blande forme di
anoressia nervosa, ha fatto affidamento primariamente, sull’identificazione
di “sintomi anoressici” collegati al cibo e alla preoccupazione per
il peso e non ha valutato oggettivamente le altre aree delle funzioni
psicologiche.
Il presente
studio estende recenti lavori, comparando i tratti psicologici di pazienti con
anoressia nervosa (AN) con quelli di studentesse delle scuole superiori di
Monza e Crotone preoccupate per il peso (WP). I risultati indicano che mentre
certi tratti frequentemente osservati in AN sono relativamente rari in un
gruppo di ragazze preoccupate per il peso, altri caratterizzano entrambi i
gruppi.
Nonostante
il gruppo WP mostri una maggior psicopatologia del gruppo NWP nella
maggiorparte delle sottoscale dell’EDI, gli esiti risultanti dal paragone
tra pazienti AN e gruppo WP che manifestano un simile grado di preoccupazione
per il peso (come misura della sottoscala Tendenza alla magrezza della EDI)
indicano un’importante distinzione tra i due gruppi. I gruppi WP e AN
sono comparabili nelle sottoscale Bulimia, insoddisfazione corporea, Perfezionismo,
Consapevolezza introcettiva e Paura di crescere. Quindi non solo il
comportamento dietetico ma anche l’insoddisfazione dell’apparenza -
che presumibilmente motiva la dieta - e la bulimia - che potrebbe risultare
dallo stare a dieta (Wardle, 1980) - sono simili nei soggetti WP e AN; il
gruppo NWP ha livelli più bassi in entrambe le dimensioni. Il
perfezionismo potrebbe determinare la profondità dell’impegno nel
raggiungere un’immagine corporea più magra, quindi potrebbe essere
un importante componente nella “Tendenza alla magrezza”. In tutte
le altre sottoscale dell’EDI, i pazienti AN hanno punteggi
significativamente più alti che i soggetti WP. Quindi, l’inferenza
su forme subcliniche di anoressia condotte semplicemente sulle attitudini verso
il cibo, peso e attributi fisici potrebbe portare alla conclusione che i gruppi
WP e AN siano straordinariamente simili l’uno all’altro (Garner
& Garfinkel, 1980; Button & Whitehouse,1981; Nylander, 1971).
Molte delle
sottoscale della EDI, riflettono tratti che sono stati descritti dai teorici
clinici come disturbi fondamentali nell’anoressia nervosa. Le sottoscale
della EDI che distinguono meglio tra i gruppi WP e AN sono l’Inefficacia
e la Sfiducia interpersonale. Questi risultati sono coerenti con quanto
postulato da Bruch che “un senso di inefficacia completamente
pervasivo” è il tratto distintivo dell’anoressia nervosa
(Bruch, 1962, 1973). Lei ha enfatizzato il concetto secondo il quale il senso
di inefficacia è il deficit dell’io primario dal quale originano
gli altri disturbi su cui poi si innesta il tema delle influenze culturali, che
in quest’epoca impongono modelli di bellezza corporea e quindi di
sicurezza corporea che tendono alla magrezza.
Per
determinare se il gruppo WP potesse essere suddiviso in tipologie psicologiche
significative, è stata fatta una cluster analysis di individui basata
sulle sottoscale della EDI. Una soluzione a 2-cluster ha generato un gruppo di
29 soggetti (Cluster Due) che hanno elevati punteggi nella Tendenza alla
magrezza (poiché questa era la base per la loro selezione),
Insoddisfazione corporea e Perfezionismo, ma hanno bassi punteggi,
all’interno del range delle studentesse del college, in tutte le altre
sottoscale della EDI. Questo gruppo probabilmente corrisponde alle “normali
persone a dieta” descritte da Button e Whitehouse (1981) e rende evidente
che il perseguimento della magrezza non è associato ad una
psicopatologia per tutte le donne. Il Cluster Uno, formato dalle rimanenti 10
ragazze, è caratterizzato da punteggi elevati su tutte le sottoscale
dell’EDI. Questo gruppo ha ottenuto risultati maggiori o uguali al gruppo
dell’anoressia in tutte le sottoscale del’EDI. Loro mostrano un
comportamento dietetico e una preoccupazione per il peso simile all’anoressia
nervosa, così come una significativa psicopatologia corrispondente a
quanto trovato nel classico disordine. Questi risultati indicano che,
nonostante ci siano alcuni individui, all’interno del segmento di
popolazione di ragazze estremamente preoccupato per il peso, nei quali i
disturbi psicologici concomitanti sono abbastanza simili a quelli trovati
nell’anoressia nervosa (Cluster Uno), altre ragazze preoccupate per il
peso solo superficialmente assomigliano a pazienti sofferenti di disturbi
dell’alimentazione (Cluster Due). Le interviste cliniche condotte su un
sottocampione di studentesse WP e NWP, confermano i precedenti risultati
empirici e illustrano nuovamente l’inadeguatezza d’inferenze
semplici fatte sulla dieta e sulle patologie legate al peso. Mentre alcuni
soggetti WP esprimono attitudini in queste aree molto simili
all’anoressia nervosa, per la maggiorparte sono privi di disturbi
psicologici.
Lo studio
corrente, pone l’accento sull’importanza di una valutazione
multidimensionale della psicopatologia in coloro che sono sospettati di avere
seri disturbi dell’alimentazione. Mentre studi precedenti hanno concluso
che la bulimia e l’”anoressia nervosa subclinica” sono comuni
(Button & Whitehouse, 1981; Wardle, 1980), ci sono dei rischi nell’uso
del singolo principio per identificare il disturbo. Il “mito
dell’uniformità” (Kiesler, 1966) potrebbe essere anche
applicato alle forme lievi o gravi di anoressia che sono giunte recentemente
all’attenzione dei clinici. Nonostante entrambi i disordini stiano
certamente divenendo più comuni nell’ultimo decennio, il
germogliante interesse che hanno determinato potrebbe condurre ad una
sovraidentificazione. Statistiche globali da sole, o la focalizzazione su un
singolo sintomo, potrebbero oscurare le differenze tra i sottogruppi. I risultati
della cluster analysis supportati dall’eterogeneità delle ragazze
preoccupate per il peso intervistate nel corrente studio, illustrano questo
punto. Perciò, presunti “blandi” casi di anoressia nervosa
devono essere valutati tanto in termini psicologici, quanto in quelli del
comportamento e della dieta, poiché i significati o motivazioni dietro
alla dieta delle anoressiche potrebbero essere differenti in modo essenziale da
quelle delle persone a dieta stretta. La restrizione dietetica nell’anoressia
nervosa occorre in connessione con deficit della personalità di base o
dell’io che si manifesta come un opprimente senso di inadeguatezza o
povera consapevolezza del proprio stato interiore (Bruch, 1962;
Selvini-Palazzoli, 1978; Garner, Garfinkel & Bemis, 1982; Garner &
Bemis, 1982). Mentre potrebbe essere speculato che le persone a dieta cronica
potrebbero essere motivate più da un desiderio di attrarre fisicamente e
di approvazione sociale, le pazienti anoressiche potrebbero limitare ciò
che mangiano per raggiungere un senso di organizzazione psicologica.
Nonostante
i risultati di una relativamente piccola psicopatologia tra il gruppo del
Cluster Due WP, la loro profonda insoddisfazione corporea ed estremo desiderio
di essere magre non dovrebbe essere sottovalutato.
Nella
seconda parte della tesi, visti i risultati EDI del Cluster Uno, abbiamo voluto
verificare quali sintomi presentassero i soggetti componenti quel gruppo. Dalle
risposte alla TIB è emerso che queste ragazze oltre a essere
frequentemente a dieta, presentano un’intensissima paura
d’ingrassare, sono molto influenzate nella loro vita quotidiana dal
comportamento alimentare, abusano di lassativi, frequentemente si autoinducono
il vomito inoltre tre di loro non hanno avuto il ciclo ed una lo presenta
irregolare. Ciò che però le distingue dalle pazienti anoressiche,
è il BMI, che appare nella media del gruppo di controllo. Ciò è
in accordo con le teorie più recenti, secondo le quali è proprio
il sottopeso il meccanismo d’innesco per un circolo vizioso che porta
all’anoressia nervosa, in quanto il processo del dimagrimento è
ulteriormente perpetuato dai sintomi emotivi e psicologici secondari alla
denutrizione, che tendono a mantenere pensieri disfunzionali e comportamenti
idiosincrasici nei confronti del controllo del peso (Garner, 1997). Il
tentativo di regolare il peso a un valore più basso aumenta la
possibilità di andare incontro alle abbuffate; queste ultime
intensificando la paura di ingrassare, portano le pazienti ad attuare misure
sempre più radicali per controllare il loro peso. Possiamo allora
definire il Cluster Uno come a rischio di insorgenza di un disturbo alimentare.
In
conseguenza sembra plausibile poter somministrare questi test ad una
popolazione estesa in modo da individuare i soggetti a rischio da monitorare e
assistere in un’opera di prevenzione.
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