MoviEmotions - Corso di Formazione per Docentidi Fabrizio MarcolongoIl corso di formazione è stato organizzato dal corpo insegnante del Liceo scientifico annesso al Convitto Nazionale C. Colombo di Genova ed ha previsto la partecipazione di un gruppo di insegnanti presenti in numero dai 17 ai 14 componenti in cui erano rappresentate tutte le materie di insegnamento. A giudicare dalla partecipazione e dalla frequenza è stato ben accolto. Infatti vi sono state alcune assenze, ma il gruppo non è mai andato sotto il numero di 14 partecipanti. Il progetto prevedeva un aspetto di ricerca che riguardava la capacità di distinguere e nominare le emozioni. Come indicatore di tale aspetto è stato scelto un metodo di misura della alexitimia. Il test di riferimento è stato il Toronto Alexythymia Scale a 26 items (TAS 26). Presupposti Teorici
Lo studio del riconocimento e della capacità a nominare le emozioni ha origine nel secolo scorso (James, 1884, Darwin, 1872). Ma l'emozione in se è diventata una entità neurobiologica dai lavori di McLean. Egli raggruppò una serie di strutture cerebrali antiche dal punto di vista evoluzionistico e lascio l'approfondimento di tali argomenti al link. (http://www.psychomedia.it/neuro-amp/97-98-sem/rossi.htm). La difficoltà del lavoro di relazione con la popolazione adolescente, induce a volte difficoltà di comprensione delle tematiche emotive sottostanti la relazione, specie se il personale docente non ha svolto un lavoro introspettivo o psicodinamico in generale su se stessi. L'esposizione del gruppo di discussione a materiale audiovisivo (film di programmazione nelle sale cinematografiche che trattino l'argomento della relazione studenti - insegnanti) pone il singolo componente nelle condizioni di discutere sul materiale filmico senza portare in prima persona problematiche personali coinvolgenti, e come tali difficili da affrontare in un gruppo di discussione.
Il film che si considerato per tale lavoro è "L'attimo fuggente". (Dead Poets Society). http://uk.imdb.com/Title?0097165 MoviEmotions
"La tecnica consiste infatti nella discussione in gruppo di un intero film che ha avuto distribuzione nelle sale cinematografiche e che riporta argomenti e situazioni che suscitino il confronto personale. Il conduttore accompagna la discussione su campi specifici ed espone, chiarifica, valorizza il contenuto emotivo degli interventi dei componenti al gruppo.
Ogni componente del gruppo dovrà poi vedere propedeuticamente il film scelto prima della visione in gruppo che sarà composto fino ad un massimo di 20-25 persone. OBIETTIVI: Esplorazione dell'integrazione del gruppo e delle sue dinamiche. Elaborazione di vissuti che scaturiscono dalla visione del materiale cinematografico. Riconoscimento di elementi psicopatologici rappresentati. METODOLOGIA: Incontri della durata di due ore ciascuno, non più di sette - otto incontri per film. MATERIALE: videocassette, videoregistratore VHS, televisore." Risultati
Non si sono avuti sensibili variazioni dal cut-off (Alexitimia 74), sia al test che al retest. Tutti i componenti del gruppo si sono rivelati essere non alexitimici, anche se alcuni punteggi sono arrivati molto vicini al cut-off. Ma mentre al test la Alexitimia media era 51 punti (Am = 51 +/- 10), al retest era di circa 6 punti inferiore (Am = 44 +/- 11). Ciò potrebbe indicare la efficacia dell'esposizione a questa modalità di discussione anche per persone che sono difficilmente attratte da sistemi introspettivi come la psicoanalisi o psicoterapie ad indirizzo psicoanalitico. Discussione Il materiale oggetto del lavoro di gruppo viene esposto considerando i temi più importanti. Strappare le pagine dell'antologia
Il gruppo è stato seguito nella esposizione del materiale audiovisivo, e nella discussione che ne scaturiva spontaneamente.
Con questa argomentazione "matematica" è affrontata la difficoltà degli insegnanti alla "valutazione" che può essere condotta con strumenti oggettivi e studiati materia per materia, situazione per situazione.
Il conduttore sottolinea che il fatto di portare la camicia e la cravatta senza giacca o anche solo la camicia in un ambiente come quello di un college inglese, non è tanto una trasgressione ma uno snobismo. Gli stilisti di moda sono gli snob più fortunati, sono gli snob che hanno dalla loro tutta una serie di canali di informazione in grado di imporre il "loro" modo di vestire. Anche per chi scrive si è imposto da anni "a way of life" che è stata oggetto, ultimamente, di letteratura scientifica http://www.pol-it.org/ital/rizzoli24.htm. L'atteggiamento snob di Keating è deviante rispetto alla tradizione del vestire o del comportamento, ma è l'angoscia di essere come gli altri insegnanti, che determina il comportamento ed il vestire diverso, come del resto accade alla popolazione di adolescenti newyorkesi, che assumono un look particolare in difesa della sensazione di annientamento che può dare il sentirsi in mezzo alla folla all'uscita della metropolitana.
Il gruppo sembra rispondere con una certa perplessità all'argomento del set (abbigliamento, aula, libri, etc.)
Lo spazio neutro è per esempio il delimitare un'area in cui è possibile documentarsi, "imparare" senza sentirsi "out". Provare a fare l'attore, e poi , se piacerà, continuare interessarsi ad una scuola, ..., l'insegnante nel delimitare i bordi di questo spazio neutro, potrebbe insegnare allo studente a "posticipare" a "sdrammatizzare", a "tergiversare", "a fornire sublimazioni", in sostanza "a tollerare la frustrazione".
Così esiste il setting istituzionale scolastico, che riguarda l'aula, la funzione del conduttore della lezione. Gli studenti del Prof. Keating vivono alterazioni continue del set scolastico di giorno in giorno, di lezione in lezione, come se ad un paziente in psicoterapia (il paragone sia letto come elemento formale e cognitivo) si facesse subire decine di cambiamenti di orario, di arredamento, di atteggiamento, di timing, non rispettando le volontà del paziente, le sue aspirazioni, le sue personali inclinazioni. Analizzando il "Progetto Educativo" del Prof. Keating il gruppo si pronuncia dicendo che il modello è quello della "devozione quasi religiosa" del culto della personalità del Prof., a priori di ciò che viene insegnato loro, vedono infatti una delle istanze del gruppo: la funzione della designazione di un leader. Una altra componente del gruppo afferma invece che il Prof. afferma il proprio progetto educativo nello sviluppo di una capacità di giudizio e di gusto personale tra gli studenti, e per far questo strappa la pagina dell'antologia. Spazio Neutro e Contratto G4: Il ragazzo protagonista, che è più intelligente, è quello che organizza il giornalino, ....decide di fare teatro né per ricevere rassicurazioni per il gruppo, né per ricevere rassicurazioni da Keating ma per il piacere di fare teatro, ... , infatti lui dice:"... si, ci riproverò l'anno prossimo..." ... il genitore gli dirà sicuramente di no, ... non importano poi molto le rassicurazioni sia del gruppo dei pari e dei genitori, ... la rassicurazione , se c'è deriva dal sapere di essere in grado di fare quella cosa.
C: Il problema è che il Prof. Keating "si è messo dentro a questo gruppo"...allora il giudizio dell'essere O.K. è cortocircuitata sul gruppo. Questo cortocircuitare il giudizio dei pari attraverso "il farne parte", induce una rottura del contenitore "spazio neutro" di cui parlavamo all'inizio. Nello spazio neutro l'adolescente può permettersi di giocare tutti i ruoli che vuole. Diciamo che lo spazio neutro riguarda tutta quella specie di attività "di prova" che l'adolescente compie per costruire la sua idea di sè stesso come uomo/donna realizzata, compresa l'identità sessuale, le vie di gratificazione, etc.. Il "cosa voglio fare da grande" è qui giocato con l'àplomb del personaggio in cerca d'autore, in cui l'adolescente sa per primo che ciò che fa (l'attore) è una prova. Se andrà bene potrà realizzare pienamente, se non andrà bene, non sarà il caso di "drammatizzare", si passerà ad una nuova prova, ed anche la costrizione del padre, nel caso specifico, a non compiere attività teatrale, è, se vogliamo, "virtuale": l'adolescente sa che dopo il corso di studi imposto, potrà dedicarsi a ciò che vorrà. Credo che anche le carriere di attori più famosi sono costellate da educazioni rigide, ma questo, nel caso, non ha fatto altro che conservare più vivo "il desiderio del palcoscenico". Ma se la dimensione dello spazio neutro è contaminata da elementi di giudizio, anche assertivi e provenienti dall'interno, sarà rendere lo spazio non più neutro, ma coinvolto, e con significanti che hanno associata una energia di investimento molto elevata, che se non utilizzata, induce una riduzione dell'autostima e depressione che può esplicarsi, o nell'abbandono dell'attività o, nella più grave delle ipotesi, in forma autoaggressiva. Questo riporta sia alla dimensione dell'autostima e sia, rispetto all'investimento, alla ferita narcisistica. In "Moby Dick" di Melville, come esempio di romanzo dell'inseguimento dell'elemento non risolto di ferita narcisistica (Kohut H., 1972) c'è il concetto di realtà che mima la derealizzazione e depersonalizzazione (tutto ciò che è intorno al soggetto è finto, è un set cinematografico creato apposta per lui, per volere di Dio, "unseen and anaccountable old joker"...invisibile ed inspiegabile mattacchione...C. Pavese). Non a caso l'itinerario letterario ed emotivo che segue le tracce della ferita narcisistica, cioè la disconferma di ciò che siamo e facciamo, riporta al disturbo di identità. Si valida infatti la teoria di Modell (Modell, 1984) riguardo un particolare meccanismo di difesa: l'interposizione di una sfera tra il sè e gli altri. Credo che tra le opere cinematografiche che riportano più fedelmente questo concetto sia "The Truman Show" in cui la sfera prende la forma di un set cinematografico. http://uk.imdb.com/Title?0120382 Lo spazio neutro è invece una dimensione relazionale che riguarda il giudizio ed il sentirsi accettato. Ritornando ancora al tema della distruzione delle ascisse ed ordinate della critica ed estetica letteraria, Keating immette ben altre coordinate. Quelle della dimensione storica. Il "Carpe Diem" è una parafrasi del dire:"...vedete, voi siete qui, in questo punto dell'Universo, ..con uno spazio e un tempo....anche se il Prof. Keating le coordinate le strappa, non cambia la forma del messaggio anche se cambia il contenuto, lui le utilizza doppiamente perchè al gruppo della scuola dà uno spazio ed un tempo ed una narrazione, attraverso le foto degli alunni precedenti. Una volta innescata l'attenzione del gruppo su queste coordinate, pericolose perchè non fanno parte dello spazio neutro, perchè hanno il valore della concretezza e della realtà, quelle della vita che fugge, e della morte che incalza, allora è difficile cambiare rotta ... presuporrebbe una capacità di individualità eccezionale. Le istanze gruppali sono innate. G5: Quindi sono del tutto acritiche... C: se io non sto a queste istanze di gruppo io sono automaticamente esposto al senso di colpa... G5: allora l'adesione al gruppo...è spesso acritica?
C: "Si, ...."Psicologia delle Masse e analisi dell'Io", Freud, 1921. G7: lui non è autoritario, semmai lo è il padre....mi scusi ma lei sta dicendo una assurdità. C: ...Quando io dico in termini cenestesici io dico tutta una serie di segnali subliminali e molto spesso non verbali, che attraversano la percezione, e quasi ipnoticamente, catturano una certa parte della nostra coscienza e fanno in modo che, da parte dell'interlocutore, ci sia l'assenso. G1: Mi fa venire in mente che nell'ambito della tipologia di comportamenti che noi possiamo avere nei confronti degli alunni, è possibile avere la figura del Prof. Affascinante, quello che coinvolge con una lezione trasgressiva, interessante, in spazi diversi dall'aula....e poi c'è la figura del Prof. Noioso, che è petulante, dice sempre le stesse cose, si attiene al programma, e costringe la classe in lunghe ore di lezione in aula....Noi spesso ci muoviamo tra questi due opposti. C: C'è credo una cosa positiva nella figura del Prof. Affascinante che dovremo conservare....che è l'energia al cambiamento che è presente nel "Carpe Diem" . Ciò che succede nella vita di tutti i giorni è che alcune occasioni ci passano davanti solo una o due volte nella vita....ed è vero....Archibugi nel film "Mignon è partita" http://uk.imdb.com/Title?0095633 parla di un ragazzino che conosce occasionalmente una coetanea di un altro paese, la Francia... e tutto il film si muove intorno ad un unico elemento di narrazione,...l'incontro con questa ragazzina e la prima volta in cui il ragazzino si trova ad esperire la voglia di dare un bacio. "Quell'attimo fuggente" viene sottolineato dalla regista alla fine del film, ...attimo che il ragazzino perde e che non ritornerà più....per tutta la sua vita. Tutto il film narra dell'occasione persa...non aver dato quel bacio in quel momento lì ed in quella situazione. G9: beh, ma il Prof. Keating non ha perso nessun treno,...non è che lui l'aveva perso a suo tempo il treno....non sta cercando di riprendersi un pezzo di treno che aveva perso... C: Eh lì, bisogna un po' vedere.....io non sarei così sicura di questo ....al Prof. Keating qualcosa è mancato e tenta di fare prendere a qualcun'altro un treno che lui non è riuscito a prendere. G9: Beh si quando facciamo in modo di farsi dire tutto dal proprio figlio o il pretendere la verità dallo studente, o quasi, questo è un modo di controllare molto sottile ma molto irrispettoso, che deriva dalla sensazione che adesso gli adolescenti non abbiano norme, ed allora rispetto all'ansia del controllo si fa in modo che dicano tutto. Oppure che venga fatto un controllo delle ore della giornata (non solo per quanto riguarda l'attività scolastica, ma anche per l'attività sportiva, la lezione di musica o il conservatorio, la lezione di ballo, etc.). Invece bisognerebbe costituire una specie di norma del genere: ..."...tu puoi fare da qui a qui, e non di più, oltre questo tu non fai, e per favore..... C:" in psicoterapia una cosa del genere viene fatta,...si chiama "contratto". In psicopedagogia possiamo commutare questo concetto. G6: La rifoma della scuola recentemente parla di "Contratto Formativo" Recita la tua poesia in classe!
Dire delle cose "...che liberano...", ... G2: ...beh! Non è che gli ha fatto confessare l'ultima volta che si è masturbato,...gli ha fatto recitare una poesia...era un compito da svolgere che, ... C: in maniera molto eterodossa è riuscito a far svolgere anche ad un timido. Lo ha liberato dagli elementi di colpa e di vergogna....che lei ha individuato con l'attività masturbatoria.... G4:....no, no, non ha capito... C: no, no, lei ha capito, percepito benissimo, gli elementi di vergogna e di colpa nascono dai temi molto vicini o alle volte sono corrispondenti a quelli della masturbazione...ciò che lei ha colto come l'estremo paradossale (non gli ha mica chiesto l'ultima volta....) è invece un rappresentazione di ciò che è in effetti la radice di molte situazioni di difficoltà di relazione e di rapporto col pubblico. In questo momento lei può rendersi conto che questo tipo di "abecedario" emozionale è interiorizzato, ma è nascosto dal "motto di spirito", dall'ironia...(beh! Non gli ha mica chiesto l'ultima volta...) che...già Freud aveva individuato come strumento e contenitore di molte "verità inconfessabili". (Freud S, 1905). Ma questi strumenti lei li ha! Li ha ma forse non ne è ben consapevole! G3: ma il Prof. Keating parlava di un vecchio con la bava alla bocca...
C: il vecchio con la bava alla bocca è Walt Whitman ed è un esempio di una buona concezione della liberazione di energia ben integrata, accettata come esigenza della persona...in questo senso l'energia ... la masturbazione ... e tutte le altre cose che sono una manifestazione degli investimenti all'esterno o sul corpo ... queste cose fanno parte della tua vita. Sono la tua vita. Ma cosa fa Keating? Fa una cosa che guai al mondo si dovrebbe fare...è pensare che questo ragazzo sia "una persona bloccata" e che ha bisogno di essere liberata. Noi abbiamo i nostri tempi, ognuno i propri...bisogna considerarli...rispettarli. "Lo spazio neutro consta di queste due funzioni relazionali: rispetto e considerazione. G2: Todd è un ragazzo che ha una egosintonia? G3: Noi non possiamo pensare come dovrebbero essere le persone, come dovrebbero comportarsi....sia se si accettino, sia che non si accettino,... C: ma quando Todd infatti libera la sua energia "parla di una coperta" e qui su questo topos fondamentale della ricerca psicoanalitica...soprattutto postfreudiana, si sono scritti fiumi di inchiostro. E' vero che Todd, allora, rispetto al tema del "security blancket" forse ha qualche problema. Ma porlo così, il problema di Todd, di questa persona, così di fronte a tutti, alla classe, può non solo essere lesivo, ma può anche essere pericoloso. Infatti è possibile considerare "pericoloso" l'intervento dello psicologo nella scuola, proprio perché alle volte si rischia di prendere un elemento di insicurezza come un'egodistonia, e quindi un'indicazione terapeutica; mentre la dimensione adolescenziale, poiché critica di per sé, allora è difficile giustificare in termini di indicazione, d prescrizione, la task force psico-pedagogica; oppure, quel che è peggio, come si fa in U.S.A., nelle scuole di Manhattan, intervenire addirittura anche psicofarmacologicamente Tra gli interventi suggestivo-comportamentali io ci metto la PNL; molte aziende americane utilizzano queste tecniche per formare in due o tre ore i venditori che fanno parte di una organizzazione multilevel (Avon, Herbalife,...) badate che questo tipo di interventi in U.S.A. vengono utilizzati a tappeto, che utilizzano questi canali, per "trasformare" le persone in poco tempo...se c'è un'azienda ... l'azienda ha il compito di determinare il massimo delle vendite con il massimo di benessere per il venditore che derivi dalle condizioni di vendita. Via la timidezza!!!
Nel film "l'attimo fuggente" è rimarcata l'importanza di questo tipo di attimi di contatto con l'altro sesso ... che fuggono. Si analizzano con l'aiuto del film le problematiche adolescenziali rispetto a questo argomento. Il gruppo analizza le emozioni che attraversano il volto del ragazzo che viene "affascinato" dall'incontro con una ragazza del College. G: "Ma allora ciò che si dice della distinzione tra droghe leggere o pesanti?" C: "Questa distinzione non è di tipo clinico ma ha un valore solo in termini politici o ideologici. Sono nomi che non hanno nessun valore in campo clinico. Vogliamo scoprire insieme perché? ... Perché una droga si definisce pesante?" G: "Perché da assuefazione, dipendenza, etc., perché determina l'overdose,...e quindi alta pericolosità, perché non viene consumata in gruppo,...
C: "L'eroina si definiva e si definisce pesante anche perché questa sostanza interagisce con dei recettori specifici sulla superficie dei neuroni, che si uniscono, in condizioni normali, alle endorfine che sono sostanze che noi produciamo autonomamente e che determinano il sonno, l'aumento della soglia del dolore, alcune funzioni connesse con le sensazioni di piacere. Se noi facciamo l'elenco delle sostanze di cui il genere umano si rende dipendente troveremo nel liquido cefalorachidiano del feto, il corrispettivo biologico endogeno dell'elenco delle sostanze in esame. Allora se ne deduce che tutte le sostanze sono "pesanti" perché incidono pesantemente sul metabolismo e sull'equilibrio della sostanza endogena corrispondente.
G: Però possiamo considerare alcune sostanze che determinano una tossicodipendenza più grave o sostanze che determinano una tossicodipendenza più leggera? C: Non esistono droghe leggere e pesanti ma tossicodipendenti leggeri o tossicodipendenti pesanti. G: Cosa succede, dal punto di vista fisiologico, nel cervello della persona che fuma una sigaretta o nel cervello della persona che si inietta una dose di eroina? C: Succede qualitativamente la stessa cosa. (Di Chiara G, 1998; Pontieri F.E., Tanda G., Orzi F., Di Chiara G., 1996; Tanda G., Pontieri F.E., Di Chiara G., 1997)
- Corteccia: DOPA (sensazione di piacere)
L'assunzione di una sostanza non è la sola possibilità di far aumentare la dopa a livello corticale, anche se i più diffusi mezzi naturali sono tutte le attività che di solito determinano piacere fisiologico...come per esempio l'assunzione di cibo e l'attività sessuale.
G: Il nostro Prof. Che cosa fa?...una lezione sul modo di camminare,...invita tutti a camminare liberamente come sul set di un corso di psicomotricità...ma il Prof. Keating è uno psicomotricista? Sa dove può spingersi senza incontrare i limiti di inaccettabilità da parte degli studenti della descrizione e della interpretazione dell'andatura? Whilhelm Reich, (Reich W., 1933) lo psicoanalista che ha studiato le implicazioni posturali del carattere, teorizzando "la corazza caratteriale" ha basato gran parte delle se intuizioni sul legame esistente tra il corpo e la sua postura, con la strutturazione del carattere individuale, descrivendo una serie di "corazze caratteriali" tuttora valide per orientare il clinico ad un indirizzo diagnostico generale. Nella tecnica psicoanalitica, il setting terapeutico è l'elemento portante della terapia. La sua costanza è già garanzia di riuscita. Tutte le variazioni che possono essere apportate dipendono, nella loro riuscita, dalle capacità e dall'esperienza del terapeuta. La sua esperienza può suggerire se le variazioni al setting che ha apportato durante la terapia sono di giovamento al paziente. In caso contrario le variazioni alle regole del setting e del contratto terapeutico, indurranno al fallimento della terapia o a dinamiche transferali e controtranferali inevitabilmente incontrollabili. Così nella dimensione psicopedagogica dell'insegnare, il setting fisico ed emotivo dell'aula, dell'atto dell'insegnare e del rispetto delle posizioni reciproche fisiche ed emotive dettate dal contratto del progetto terapeutico: i limiti dello spazio neutro, devono essere necessariamente inestensibili...pena la perdita del controllo delle potenzialità educative della relazione insegnante - studente. Questa costanza è importante per il paziente come per lo studente. Questo stato emotivo che si crea nello studente con la costanza dei limiti, è un vero stato emotivo di protezione, quasi un accompagnare, quello che la tecnica psicoterapeutica definisce "Io-Vicario". Nel film il ragazzo che si suiciderà, chiede al Prof. Keating più volte come dovrebbe comportarsi in una situazione di conflitto tra la carriera di teatro e quella imposta militare. Ma il Prof. invece di rispondere bonariamente:"... ora fa quello che ti dice tuo padre,... avrai modo più in là di rifarti, anche all'università ci sono delle compagnie goliardiche di teatro, e se non ce ne sono ...." o rispondere aumentando le capacità di sublimazione o di tolleranza alla frustrazione:"... esiste anche la critica teatrale, che fanno gli spettatori di teatro, o è possibile scrivere opere teatrali,...", nel film acuisce il conflitto facendo capire che "cogliere l'attimo" è l'unica cosa giusta da fare, se no la vita non val la pena di essere vissuta. E' con quel tipo di valori, molto rigidi e per nulla tolleranti, che il Prof. Keating mette la pistola in mano allo studente suicida. La relazione La comunicazione è un elemento percettivo complesso che durante la proiezione del film è considerato rispetto la figura del Prof. Keating che gioca con gli studenti imitando gli attori del momento. Oltre ad essere un film nel film, una performance di robin williams, che impersona Robin Williams che impersona il Prof. Keating che impersona gli attori del momento (come molti film italiani interpretati dai nostri attori come Marcello, Alberto o Vittorio: ad una intervista De Niro dichiarò che molta della fortuna del Cinema Italiano è dovuta alla costruzione del personaggio De Sica Vittorio, che nel film è ripreso nei panni di un certo Vittorio, così di un certo Marcello, nel caso Mastroianni, o di un certo Alberto nel caso di Sordi, nel caso la poetica interpretativa di Alberto Sordi è stata riproposta da Carlo Verdone ed infatti alla lista dei "Vittorio ... prima De Sica, poi Gasmann ..., Marcello, Alberto, ora potremo aggiungere Carlo) l'imitazione offre spunto per sottolineare al gruppo che la presenza dell'insegnante in classe come corpo e come espressione del volto è un elemento comunicativo esso stesso che può influenzare la persona positivamente o negativamente. Questa modalità di comunicazione è molto profonda ed affonda le radici nella struttura temperamentale dell'individuo. Un tecnico della comunicazione che sia un attore, un vignettista, una persona che si occupa dell'insegnamento od uno psicoterapeuta che soprattutto utilizza prevalentemente la tecnica del vis a vis, è tenuto a sapere come si esplicano all'esterno le proprie emozioni, che reazioni l'espressione delle proprie emozioni suscitano negli altri, come celare, nel caso sia necessario, le proprie emozioni, come rappresentare le proprie emozioni, ma prima di tutto sapere che emozione si sta provando nel rapporto con l'altro. Quest'ultima funzione è presente maggiormente nella dimensione psicoterapeutica e psicoanalitica, ma potrebbe rientrare come buona norma in ogni dimensione relazionale.
Quindi sarebbe auspicabile che l'osservazione degli studenti per osservare il tipo di postura durante l'andatura, sia applicata verso gli stessi insegnanti.
C: potete definire "difetti"..., cosa sono per voi i difetti... C: Ai genitori sostanzialmente vengono affidate due funzioni: accudimento ed educazione. La funzione dell'accudimento è difficile che non sia presente nell'adulto sano verso la propria prole: vediamo molto spesso che anche per quanto riguarda il tossicodipendente è difficile non ritrovare tossicodipendenti adulti che non accudiscano in maniera adeguata la propria prole, solo nei casi di estremo disagio psicologico abbiamo coppie in trattamento presso i Ser.T. colpite da provvedimento del Tribunale dei Minori. La coppia di tossicodipendenti trattati con successo di solito non ha problemi gravi di accudimento della prole. Altro livello è invece quello della Educazione della prole. Questa funzione è difficile riscontrarla anche nelle coppie ben affiatate. La vita del professionista infatti, ed ora più che mai anche della madre professionista, relega sempre di più ai figli solo ritagli di tempo, e la vera educazione è affidata alle sagge tate che appartengono alla middle class. http://www.cbs.com/flat/frameset_http3A2F2Fmarketing2Ecbs2Ecom2F.html Figli e Figliastri G: Io da tempo vorrei sapere una cosa, è possibile, voglio dire, è realizzabile la dimensione per cui un insegnante può trattare tutti gli studenti alla stessa maniera? C: E' impossibile trattare tutti alla stessa maniera. Chi ha pronunciato questa frase ha utilizzato una razionalizzazione. Molto spesso la razionalizzazione è utilizzata per coprire uno stato emotivo perturbato. "Io li tratto tutti allo stesso modo" è una frase che non ha senso, poiché tutti hanno pregiudizi rispetto a tutto ciò che è presente nel mondo. Inoltre ciò rappresenta prima di tutto una "rigidità" verso se stessi, e verso il senso di colpa che scaturisce dal pensarsi in grado di compiere delle preferenze. Tutti noi facciamo tutti i giorni preferenze,...questo è alla base dell'attività dello psicoterapeuta. Lo psicoterapeuta non accetta chiunque in terapia. A parità di livello di cultura, grado di informazione, ceto sociale, educazione, lo psicoterapeuta sceglierà il paziente con il quale è riuscito, negli incontri preliminari, ad suscitare reciprocamente un "rapporto empatico". Se non c'è rapporto empatico, non c'è terapia che si determina attraverso un incontro/scontro tra i pregiudizi del paziente ed i pregiudizi del terapeuta. Ma chi detiene la certezza di non avere pregiudizi e di trattare tutti alla stessa maniera, detiene la certezza della propria non conoscenza dei propri pregiudizi sul non avere pregiudizi e sostanzialmente detiene la certezza di non voler conoscere alcune parti bambine di se stesso.
A tutti i bambini piacerebbe pensarsi come, una volta cresciuti, adulti perfetti. Ma ciò non è possibile. E su questa impossibilità si gioca gran parte della nostra residua o, a seconda dei casi, ingombrante onnipotenza infantile. Relazione, evoluzione e consapevolezza Rispetto al problema di aver dato un voto senza la certezza di aver capito bene la preparazione dello studente, se l'insegnante si affida solo ed esclusivamente all'aspetto nozionistico, dare un voto "di ghiaccio" senza aver capito nulla...senza aprire un dialogo con lo studente è possibile che questi non possa "tollerare" la possibilità di veder il proprio insegnante sbagliare nel dare il voto. Questa intolleranza basata soprattutto su alcuni aspetti di immaturità dell'io presenti nell'adolescente e che si declina con le modalità della idealizzazione, si può tradurre nella drammatizzazione dell'accaduto, o nei casi più gravi con il suicidio, perché lo studente si pensa colpito da chissà quale ingiustizia come riporta molto spesso e tristemente qualche pagina di cronaca in periodo di scrutini.
Se c'è una storia di relazione fra due individui, ci sarà anche lo spazio per parlare su queste cose, se ci sono solo regole di applicazione di voto "alla classe" un errore non è discutibile, l'errore "si agisce". Nei due sensi, sia da parte dell'insegnante, che da parte dello studente. In opposizione fra loro. La persona può abbandonare gli studi oppure può abbandonare l'esistenza, suicidarsi, come è successo in questo film.
E' come se un chirurgo si presentasse in sala operatoria e volesse intervenire su un caso di ulcera gastrica, senza sapere non solo la tattica chirurgica adeguata, ma non sapesse nemmeno i processi fisiopatologici che hanno determinato l'ulcera, non sapesse nemmeno dov'è lo stomaco. Morte
Ci sono due colloqui prima del suicidio: il colloquio con Keating ed il colloquio con il padre. Effettivamente sembrano due colloqui con due sordi ma non sono sordi, sono due persone che hanno delle difficoltà ad ascoltare. Credo che abbiano un fuoco dell'attenzione diverso. G: beh, ha una progettualità economica, investimento nella carriera futura del figlio, in senso economico affettivo, fantastico. Quello che avrebbe voluto fare lo proietta sul figlio, impedendo al ragazzo una libera scelta. La realizzazione attraverso il figlio.
C: Ma allora che tipo di strutturazione di personalità ha il padre: rigida non è capace di mediare tra le sue aspettative e quelle del figlio. C: "Qualsiasi paziente psichiatrico o tossicodipendente che si affronta con questo tipo di dinamiche, è un paziente morto. Perché il paziente è senza alternative." G1: "Che cosa avrebbe dovuto dire Keating per evitare ciò! ... Lascia perdere il teatro, non dar retta a tuo padre, stiamo andando proprio fuori...Lei ha tirato fuori la parola "autoritario" riferito a Keating, che è qualcosa di demenziale...Se c'è un modello di autoritarismo nel film è quello del padre, qui invece si scopre che Keating è autoritario...per non considerare il fatto che lei tratta il ragazzo per un tossicodipendente...ma non mi sembra malato... C: è un -dipendente- ... G1: eh! ma non è dipendente da una condizione patologica... C: Si, è dipendente patologicamente dalla personalità del Prof. Keating...in altre regioni i ser.T. sono ormai organizzati in Dipartimenti per le Dipendenze Patologiche, considerando quindi tutte le dipendenze...non la sostanza ma la struttura di pensiero logico che porta alla dipendenza. Non si tratta di sostanze, ma della radice personologica che sta alla base della dipendenza. La dipendenza può svilupparsi in molti modi, e possono svilupparsi dipendenze da personalità importanti e parentali, in questo senso voi avete la possibilità di incidere positivamente sulla personalità degli studenti. G2: Mi sembra qui, visto il colloquio del Prof. Keating con il ragazzo, che lui si mostra molto accogliente, ma poi non riesce a cogliere le difficoltà del ragazzo, come il gesto di offrire the e biscotti.
C: Ma la questione del the e biscotti ha a che vedere con la questione dell'accoglienza e dell'accudimento ed chi sa bene fare il proprio mestiere lo ha capito e lo utilizza. E' un canale incredibilmente potente, ...la storia dei regimi totalitari ci descrive il codice materno dell'accudimento (dal panem et circenses fino alle campagne di reclutamento dell'esercito tedesco) perché fa leva su alcune istanze profonde presenti in tutti gli individui. Alcuni psicoanalisti americani, nel loro studio, tengono un angolo bar sempre efficiente, con la teiera sempre calda, credo che la scena in cui Nich Nolte paziente nel film "Il principe delle maree" della psicoanalista Barbra Streisand, viene accolto "...with a cup of tea..." sia un elemento documentaristico. ...http://uk.imdb.com/Title?0102713 G1: veramente non ha detto sei un servo della gleba...ha detto: "non sei un servo della gleba..." C: ma è come se dicesse " se tu allora continui a fare quello che stai facendo, lo diventi ...e siccome non ha alternative per non essere un servo della gleba...lo diventerà davvero, ed è per questo che lui sceglie di suicidarsi, perché non vuole essere un servo della gleba, perché nessuno vuole esserlo. La dimensione fenomenale di Keating è l'incapacità di rendersi conto di quello che dice e questa incapacità è vestita con quel atteggiamento bonario da te e biscotti, lastricata di buone intenzioni con l'inconsapevolezza di utilizzare quegli strumenti che sono incredibilmente pericolosi. G1: C'è una cosa che state dimenticando .... Lui non riesce a parlare con il padre... C: Esaminiamo delle strutture autoritarie del Prof. Keating e del padre del ragazzo? L'Imperativo Il Prof. non si accorge che il ragazzo non potrà mai parlare delle proprie aspirazioni con un genitore che vede la prole a senso unico: il proprio figlio deve orientarsi su progetti di vita competitivi carrieristici. G1: Invece io vedo il padre come una struttura rigida che esige una obbedienza assoluta ed incondizionata, indipendentemente dalla progettualità, etc... C: ma allora il Prof. cosa avrebbe dovuto fare? G2: Il professore doveva rendersi conto di come è fatto il padre! G1: ma si! avrebbe dovuto servire una tazza di the in più! insomma chi di noi non ha mai usato l'imperativo rivolgendosi ai ragazzi!!! G5: Mia moglie me lo dice ancora adesso quando "devo" far la spesa, mi dice: "Devi far la spesa!" C: Qui nasce il problema dell'interiorizazione della norma che influenza anche il riconoscimento dell'autorità. In genere questa è più facile che venga riconosciuta nei bambini e più difficilmente negli adolescenti, come gli studenti del film. G4: Il confronto tra le due posizioni determinano l'incapacità di essere consapevoli di chi hanno di fronte. Non si calano nei panni, ... Può capitare a tutti, può capitare a me, può capitare a te, ... noi abbiamo degli alunni muti! Io ho dei muti! Riguardo a certi miei comportamenti...forse non mi sono calata abbastanza nella realtà dell'alunno. Al di là della interpretazione autoritaria, ...quanto è autoritario, secondo me il problema è che non capiamo abbastanza chi abbiamo davanti. C: Io stavo parlando in questi termini sempre pensando al finale del film, che è un suicidio. Io considero chi ha messo questa persona in un vicolo cieco, in una condizione senza alternative. Se c'è un investimento che "deve" essere fatto in una determinata maniera, se non ci sono alternative, io mi ammazzo! G4: molto spesso è una situazione che nasce dalla considerazione di non personalizzare il rapporto con lo studente, cioè considerarli in massa, per classe e non individuo per individuo.
C: Tutti gli insegnanti sanno che le persone vanno considerate individualmente, ma è il modo in cui si esplica questa individualizzazione che alle volte non funziona. Secondo il mio modesto parere l'attenzione dell'insegnante potrebbe essere rivolta a garantire lo "Spazio Neutro" per ogni individuo, costituito da rispetto e considerazione. G1: Ma se il ragazzo avesse avuto come aspirazione diventare generale di corpo d'armata Keating non lo avrebbe mai dissuaso. C: Il problema qui è infatti molto più sottile. La costruzione dello stile comunicativo del Prof. Keating è di tipo molto subdolo, non diretto come in effetti è quello del padre. E' infatti molto probabile che il ragazzo non sia indotto a fare scelte di carriere militari, perché gli insegnamenti del Prof. sono poco inclini a considerare positivo il comportamento dell'obbedienza e del rispetto delle regole. Ciò si vede fin dal primo giorno di scuola, strappando le pagine dell'Antologia. Commettendo in quel momento anche una grande invasione dello "Spazio Neutro" per il fatto che ipotizza la "classe" come in grado di fare scelte di stile interpretativo, senza prima di tutto vedere se ci siano dei problemi di "comprensione" generale della poesia. Non fa esegesi, fa subito critica stilistica. In questo senso Keating non avrebbe avuto bisogno di dissuadere, perché fa in modo che quel tipo di scelte (quelle di carriera militare e altre,...) non siano nemmeno pensabili. Sono tecniche di comunicazione indiretta, subliminale, come quelle della pubblicità. G3: Io penso che Keating faccia si che il ragazzo si contrapponga al padre ...e Keating verbalizza la sua condizione di contrapposizione al padre, e gli dice anche che suo padre non cambierà e se poi comunque non capirà, tu finirai la scuola, e allora farai quello che vuoi... C: Ma questo è quello che avrebbe dovuto dire e che non ha detto nella scena che abbiamo visto tutti. Anzi ha aggiunto che ... "se non parlerai chiaro a tuo padre prima di domani sera,...rimarrai un servo della gleba per tutta la vita...". G3: Ma io non ho colto questa cosa...ho colto piuttosto la disponibilità di Keating ad elevare l'autostima dello studente che è esortato a considerarsi come persona, che si mette in relazione con altre e può chiedere...certo c'è questa scadenza...glielo devi dire prima di domani sera... ma questo fa parte del mondo della cultura americana del massimalismo...del massimalizzare...se c'è una cosa da fare bisogna farla subito e bene, perché è insito nel pragmatismo americano. G1: si ma lui non parla al padre... C: ma come avrebbe potuto parlare al padre? G1: ma era un tentativo che doveva fare per onestà nei confronti del padre che il figlio doveva fare... e quindi sfidarlo apertamente se questa passione era così ultimativa... C: si ma un ragazzino.... G1: ma non è un ragazzino, è una persona che può fare delle scelte...
C: Io parlo di "ragazzino" perché se nel caso dice:" Papà adesso io ti sfido!" il padre è in grado di annientare il figlio: non paga la retta del college, e gli toglie anche il nome. ... Significa mettersi sulla strada... G2: Ma io sono ancora ferma al problema del "devi"...io sono convinta che qualche volta sia proprio necessario utilizzare l'imperativo....
C: Io utilizzo sempre il "puoi" perché trasformo l'energia delle istanze inerziali del soggetto, l'energia di contrasto, oppositiva, a mantenere lo status quo, in energia positiva ed affermativa. G6: Penso che per noi a questo punto sia più facile immedesimarsi nel suo lavoro, penso che per lei sia più difficile capire il nostro ... perché per come ha descritto ciò che succede a Keating, per quella frase che ha detto Keating, allora noi tutti siamo stati dei privilegiati ... perché sennò saremmo stati tutti causa di suicidi ... perché già quello che fa Keating è qualcosa di più di quello che facciamo noi ... noi che per i corridoi, occasionalmente, parliamo con questo o con quello studente, due minuti io, due minuti lei, perché se noi riuscissimo ad arrivare da un "Devi" ad un "Puoi" saremmo già dei signori ... C: ma questo ne abbiamo parlato all'inizio di questi incontri. Per una buona riuscita degli incontri sarebbe stato necessario un avvicendarsi degli incontri regolare, uno alla settimana, fino alla fine della visione del film. Purtroppo ci sono state delle interruzioni che sono accadute al di fuori della mia e della vostra volontà, e già questo ci pone in una dimensione "occasionale" d'incontro, perché dovremo rinunciare a parlare di cose interessanti che per esempio derivano dalla vostra diretta esperienza. In parte se queste cose avvengono di fretta, non è sempre dovuto al tempo, ma alla emotività legata a "quel" colloquio. Se uno pensa che quel tempo che viene impiegato per parlare di quello studente fra colleghi è un tempo di lavoro strappato alla pausa o al tempo libero non considera di dare spazio agli aspetti emotivi e relazionali del cosidetto "Progetto Formativo". Se invece questo tempo fosse strutturato, questa attività determinerebbe maggiore benessere prima di tutto all'insegnante e poi allo studente. G6: Questo è giustissimo, ma rimane il fatto che è impossibile farlo, lei ha detto una cosa sacrosanta e penso che tutti siamo d'accordo su questo. C: Si tratta di investimento, della quantità di investimento che la persona mette nell'attività lavorativa, nei termini della comprensione dei rapporti interpersonali tra colleghi e tra insegnanti e studenti, non esistono cose impossibili, esistono cose progettabili, poi i progetti possono non realizzarsi ... G2: comunque io volevo dire che non dobbiamo essere così ben pensanti, ... che noi siamo fortunati, ... che non ci sono mai accaduti episodi del genere .... G6: beh, si ... G2: No ma guarda che abbiamo avuto degli alunni che sono morti tossici...noi rimuoviamo!... e tutti quelli che si spinellano o che "calano" acidi ... per me siamo nella stessa dimensione di gravità del film...
a) la notazione riguarda più agli aspetti clinici salienti b) si è riportata la notazione che ha più valore strutturale e temperamentale La coppia genitoriale
Analizziamo le condizioni dei genitori: G3: la madre non esiste quasi...ha soggezione del marito. Resta seduta, non se ne accorge neanche... C: Ha una postura ansiosa... G3: Non osa né approvare né disapprovare il figlio, sembra che ci sia una tacita alleanza tra madre e figlio sulla scelta della attività teatrale. Ha una condizione di grande paura e di grande viltà nei confronti del marito. ... C: Ma qui ci sono dei tratti clinici che si fanno pensare che questa donna non sia solo "vile" nei confronti del marito, ma subirà evidentemente tutta una serie di altre cose. Non potremo definire la situazione in questi termini...una donna così che sta con un marito così: che tipo di relazione c'è tra i due? G2: si, visti così possono essere problematici, ma possiamo fare in modo che la scuola come istituzione dia spazio a queste persone per essere ascoltate...bisognerebbe parlare ad un padre così, bisognerebbe parlare ad una madre così, o ad un professore così....Questo potrebbe far parte di un progetto futuro...questo è uno spunto...
C: Si ma non si può dare per scontato alcune cose importanti: queste persone non sono "da ascoltare" genericamente, sono persone che hanno una strutturazione di personalità molto patologica. Questa donna ovviamente non si è unita a caso a questo uomo. Avrà cercato tra gli uomini che ha incocciato nella propria esistenza quello che gli dava una direttività nelle scelte e nelle decisioni, perché per questa donna, prendere una decisione in autonomia è un problema che determina una grande ansia, cioè angoscia psicotica, e per evitare ciò, sta insieme al Generale, ad uno che dà ordini. G1: ma scusi al figlio la facoltà di non obbedire al padre gliela concediamo, alla moglie no! C: Non è che non gliela concediamo, la madre non può fare questo tipo di scelte per la sua strutturazione di personalità ... forse non mi sono spiegato, questa donna... G1: No guardi, si è spiegato... C: ...Dicevo che questa donna è strutturata in modo per cui c'è l'ansia, c'è l'ansia di decidere....se io ho vicino una persona che decide per me, io non faccio altro che eseguire e basta... G1: E' la stessa strutturazione del figlio, che si manifesta nella impossibilità a rispondere criticamente, la cui unica risposta possibile è il suicidio. Nel momento in cui lui ha sfidato il padre, quest'ultimo rifiuta apertamente di tenere conto della proposta evidentissima di dialogo con il figlio, all'epilogo della piece teatrale, richiesta che cade completamente nel vuoto, ... è di fronte alla barriera ... C: ... ma è una barriera che non è una opinione o un giudizio, è una barriera costruita sulla patologia mentale. Keating questo non lo considera,...Keating pensa all'atteggiamento del padre come ad una persona che si oppone al suo "know how" di Professore e scopritore di talenti. Si comporta come se pensasse:'...Come si permette di contraddire la mia esperienza di insegnante, nel riconoscere le capacità di uno studente ...proprio nella materia che prediligo ... il teatro! Ma questo ce l'ha con me!', ...Keating non pensa che il padre è una persona malata, che non sta bene, ...". G1: Intanto la richiesta dell'istituzione è una anomalia, nel senso che è un caso particolare, semmai di solito l'istituzione scuola si spende per proporre iniziative come il teatro, o il giornalino, ... guardi ... il paragone con l'istituzione tipo "Full Metal Jacket" non calza per niente, caso mai con "Ufficiale e gentiluomo"...scusi se faccio il bastian contrario ma ... C: Scusi volevo puntualizzare il fatto che lei non fa il bastian contrario, nel caso specifico perché non lo è nemmeno, perché è una persona che, ... G1: Va beh, va beh, tanto è inutile stare qui a parlare di quello che sono e di quello che non sono... C: ...Va beh ma lo ha detto lei.... G1: SI, si ma è irrilevante quello che sono, e la mia funzione all'interno di questa discussione... C: Beh a me sembra rilevante, perché sto facendo il mio lavoro, perché l'occasione di questo film è altra, è quella di darci un'occasione per riuscire ad esprimerci anche in termini molto critici, ma anche costruttivi, la sua è una critica costruttiva perché offre a tutti un altro punto di vista, che non va non considerato capisce, ...
G1: Si, si ma mi stupisce che la mia posizione sia così diversa da tutto il gruppo al punto che son quasi tentato di credere che lei assomma una funzione autoritaria tale che impedisce agli altri di sviluppare interamente il proprio pensiero ... non in sintonia col suo ... perché mi sembra talmente inverosimile il piano su cui avviene ... l'isolamento in cui mi trovo ... a sostenere certe tesi che non ... non ho altra spiegazione che in qualche modo ... lei sia il Prof. Keating della situazione ... nei confronti della setta dei poeti estinti ... G2: ma ti senti a disagio ad essere diverso dagli altri? G1: no, no, no, mi sento come isolato....
C: se vuole le rispondo come farebbe il Prof. Keating: " Bravo, lei ha afferrato perfettamente lo spirito del gioco..." C: ...La diversità è una cosa preziosissima, arricchisce il gruppo e non è mai una cosa negativa. G3: E' pesante da reggere la diversità all'interno della scuola C: io credo che la scuola così com'è strutturata fa in modo di imporre a voi quegli stessi interrogativi che Keating sembra aver dimenticato. Nel momento di ricevere i genitori bisognerebbe avere un'idea delle situazioni emotive che corrono in maniera sotterranea, e alle volte non sotterranea, tra i membri della famiglia, e la fatidica frase..."...e allora, mio figlio come va..."farla seguire da un serie di battute che abbiano tenuto conto delle varie barriere che determinano quella serie di incomprensioni...di cui una parte le abbiamo viste rappresentate nel film... G3: Io una volta ho fatto una prova...e invece di parlare dello studente ho detto: " ... mi parli un po' lei della sua famiglia...Ho ricevuto la seguente risposta: " ... Noi siamo una famiglia per bene! Non ce niente da dire! Non se ne parla neppure! Arrivederci!..." C: Beh si, così, c'è il rischio di mettere il piede sul rastrello! Non è semplice infatti dover affrontare sistemi familiari così complessi come quelli di quella famiglia rappresentata nel film. Le condizioni che hanno determinato il suicidio poggiano le basi su grosse patologie mentali di entrambi i genitori. Il Prof. Keating avrebbe dovuto rendersi subito conto di chi aveva di fronte come genitori e darsi da fare per funzionare come Io-Vicario nei confronti dello studente per fare in modo che potesse prolungare lo stato di aspirante attore fino a che le condizioni di affrancamento dalla figura del padre avessero neutralizzato gli attacchi distruttivi all'Io. G1: Ma allora è la dimostrazione che la diversità è messa allo sbando, è sofferenza è un handicap perché porta all'isolamento e alla condanna! C: ...La diversità può essere incanalata in sistemi e forma accettabili per gli altri. G1: Perché se Keating avesse insegnato nel College di ..."...Grease..." http://uk.imdb.com/Title?0077631 probabilmente questi problemi non sarebbe nemmeno nati. C: ...Però è una questione di forma. Se io utilizzo il linguaggio della setta dei Poeti estinti in un ambiente del genere, non è la forma adeguata. Devo potere riuscire ad esprimermi con quel sistema G4: E' un po' quello che si diceva all'inizio sul modo di entrare in classe e di presentarsi senza giacca,...ci si mette a parlare un'altra lingua fin da subito. ... Progettualità Il gruppo si interroga sulle occasioni di formazioni future. Alcuni sono critici all'approccio "psy". Altre persone sono invece d'accordo con la attività di supervisione di aspetti legati alla attività didattica e di rapporto con gli studenti. G5: Io vorrei discutessimo agli obiettivi, e le modalità di affrontare gli obiettivi proposti. Noi siamo carenti sugli, e contattiamo un esperto per gli strumenti. C: Bisognerebbe considerare gli obiettivi rispetto a ciò che è possibile fare. G5: Potremmo fare anche delle cose insieme, ci sono tante cose da approfondire, la dinamica di gruppo va bene? C: questo è già dalla parte della terapia. G5: Ma per me il film non è immediato. Per me c'è da discutere se il film si presta ad una messa in discussione della propria persona e della propria esperienza, oppure no, in quale momento ci si riconosce e quindi si è disposti a tirar fuori le proprie esperienze, le proprie difficoltà. Il film può essere una base positiva, ma fino a che punto può essere funzionale ad un a discussione dei problemi che abbiamo. Allora prima di progettare un altro lavoro bisogna porci il quesito: quali sono le tematiche aperte, le difficoltà emerse. G3: Appena tocchiamo degli argomenti più profondi, lo scontro è scontato. Quindi il problema semmai è proprio qui: è parlare direttamente di noi stessi. Il film è qualche cosa che allenta la tensione di un rapporto diretto con gli elementi delle nostre difficoltà con gli altri, ed io sono d'accordo con questa ipotesi... per cambiare io direi che potrebbe essere un libro, ma questa modalità, "mediata"... G7: Gli spunti che sono venuti fuori, ho un po' l'impressione che in parte mi siano sfuggiti di mano proprio perché non li ho organizzati secondo una architettura concettuale rielaborata. Guardandomi indietro non riesco a vedere queste modificazioni. C: Ma io credo che sia proprio così che debba agire la "conoscenza" di questo tipo. Non può essere qualcosa che può essere organizzato in una architettura concettuale...(Allora cosa ho imparato oggi). E' una cosa che agisce nel profondo. G8: Per me c'è di base la stessa difficoltà di tipo pratico, io sono abituata a scrivere e qui ho avuto la mancanza di prendere appunti. Per me il fatto che mi sfuggano parole, o eventualmente le citazioni, ... C: E' un problema di sicurezza ... io per esempio posso citare i libri che ho portato per sconfiggere la mia di insicurezza... ma io credo che l'elemento culturale è racchiuso nell'approccio alla cultura. Per le problematiche emotive è importante ciò che l'elemento culturale ci lascia dentro non l'apprendimento. Qui ci si avvicina alla tradizione orientale o a quella psicodinamica...non è possibile condurre una psicoterapia con il manuale sulle ginocchia, ... così non è possibile insegnare con un ipotetico manuale ..non può essere risolto attraverso un problema nozionistico... G5: ma io credo legittima la domanda della collega, ma scusa allora tu perché scrivi tanto alla lavagna... C: la lavagna è il testimone del percorso emotivo... G8: Si tratta solo di mettere a fuoco alcuni elementi ed eventualmente poi ripensare e ... C: C'è bisogno di un supporto se non cartaceo che mi possa condurre a ricordare le cose,...poi c'è da considerare che se chiedete una consulenza ad uno psicoterapeuta , psichiatra non può "far lezione" con uno strumento cartaceo,....verrei qui con una copia de "Il manuale del perfetto Insegnante" e... G4: "...beh, a quel punto ci farebbe strappare le pagine..." G7: "...io ho notato che non c'è stato uno che avesse detto qualcosa di identico rispetto alle letture delle espressioni del volto che venivano affrontate nella visione del film, ...ma allora cosa ne pensa di queste divergenze... C:"...ma direi che non è tanto la divergenza da unificare per la quale sono venuto qui ad unificare...quanto la sicurezza della opinione, ...divergente o convergente che sia.... G7. "...ma metta che siamo tutti molto sicuri di queste nostre letture...di queste nostre opinioni.... C:" ...beh...allora direi:...'Bene cari signori visto che non avete bisogno di consulenza, vi saluto e vi ringrazio...'"...il concetto di sicurezza che intendo io è la sicurezza che si esplica nel lavorare senza consultare libri, mappe, manuali, ma di lavorare essendo sicuri di aver incamerato quel necessario strumentario...questo processo, che si chiama interiorizzazione, ha come apparato applicativo il preconscio...che è quella serie di emozioni di cui di solito ci si autointerpella, (cosa sto provando qui in questo momento, con questa persona, o in questa o quella situazione...), ... G5:" ...io non sono d'accordo con questa visione, non bisogna essere poi così "troppo" sicuri...poi io non ho mica capito...di questa funzione del preconscio.....non so a cosa si riferisca, ...non ho inteso bene...vede a me viene da dire delle cose che ho sotto gli occhi tutti i giorni, per esempio il caso di questo ragazzino che è molto agitato, non sta attento, è svogliato, è stato anche consigliato ad andare dallo psicologo, ma lui ovviamente ha detto di no.. giustamente, ed io mi sono ben guardata dall'aggiungere alcunché a questa situazione perché mi sembra di poter combinare dei danni, ho paura di aggravare la situazione... C: Ecco allora quello di cui è possibile parlare è delle sue paure nel caso... G5: beh, sì..., va bene allora parliamo delle mie paure...
C:...ma le inseriamo in una cornice indiretta, come...per esempio un film...possiamo affrontare dei problemi, in generale, non specifici. G5: Si forse è chiedere troppo una psicoterapia di gruppo , ma io ho colto qui una utilità: la considerazione delle nostre emozioni, dare un nome alle nostre emozioni e viverle con maggiore consapevolezza, forse potrebbe esserci utile perché se viviamo noi con consapevolezza le nostre emozioni, forse potremo avere una certa sensibilità nel cogliere alcune espressioni del volto che a volte ci sfuggono quando affrontiamo i nostri alunni. Il mio comportamento corretto nel riconoscere le loro emozioni potrebbe aiutare i nostri alunni a riconoscere le loro emozioni... Bibliografia Darwin, C., 1872, The Expression of the Emotions in Man and Animals. Di Chiara G, 1998, A motivational learning hypothesis of the role of mesolimbic dopamine in compulsive drug use. J. Psychopharmacol;12(1):54-67 Dilts R., et al, 1980, Neurolinguistic Programming, Meta Publications, Cupertino, California; trad. it. Programmazione Neurolinguistica, Astrolabio, Roma, 1982 Freud S, 1905, Il motto di spirito e la sua relazione con l'inconscio, Boringhieri, 1975, Torino. Freud S., 1921, Psicologia delle masse e analisi dell'Io, Boringhieri, 1975, Torino. Guntrip H., 1970, Teoria psicoanalitica della relazione d'oggetto, Etas Libri, Milano. James, W., 1884 What is an emotion? Mind 9: 188-205. Kohut H., 1972, Thoughts on Narcissism and Narcissistic Rage, The Psychoanalytic Study of the Child, vol.27, pp.360 - 400, in The Search for the Self, International University Press, 1978, New York, trad. it. La ricerca del Sé, Boringhieri, 1982, Torino. Miller W.; Rollnick S., 1994, Il colloquio di motivazione, Centro Studi Erickson, Trento. Modell A., 1984, Psychoanalysis in a New Context, International University Press, New York. Morris D., 1977, Manwatching - A field guide to human behaviour, trad. it. L'uomo e i suoi gesti, Mondadori, 1978, Milano Pontieri F.E., et al., 1996, Effects of nicotine on the nucleus accumbens and similarity to those of addictive drugs. Nature 382, 255-257. Reich W., 1933, Charakteranalyse, Sexpol Verlag, Copenaghen, it.eds.: Analisi del carattere, Sugar, 1973, Milano. Rizzoli A., 1999, Vol. 5, Galateo, Pol.it Rizzoli A., 1999, Vol. 5, Viagra, Pol.it Rossi A, 1999, L'evoluzione delle manifestazioni emotive. Il sistema limbico, Psychomedia Tanda G.,et al., 1997, Cannabinoid and heroin activation of mesolimbic dopamine transmission by a common 1 opioid receptor mechanism. Science 276, (5321) -2048- 205.
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