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PSYCHOMEDIA
ARTE E PSICOTERAPIA
Danza-movimento-terapia



Movimento e disturbi della simbolizzazione: thematizing
Note sulla DMT

Fabrizio Marcolongo M.D.



 Riassunto

 Dallo stadio di "infans" il bambino attraversa le tappe della capacità motorie studiate da Mounod, Spelke e Leslie. I processi che determinano l'efficienza del movimento, si svolgono a differenti livelli. Da questi processi nasce la capacità di concettualizzazione (Edelman, 1989). (Tononi, 1995; Edelman, 1987). L'attività di implementazione dei robots progettati dal Neurosciences Institute di La Jolla - CA, hanno seguito il processo di implementazione dati da parte di reti neurali. Recentemente alcuni autori prospettano una via più emotiva per spiegare la riproduzione del comportamento intelligente in modi non così meccanici, da parte delle "macchine" (macchine che imparano attraverso il movimento). Pierre Mounoud scrive che le capacità di conoscenza del bambino si basano sui movimenti del corpo ed in particolare degli arti, attraverso la sensibilità profonda. Teorizza inoltre il processo di tematizzazione: un sistema di codifica dell'informazione che si basa solo sulle percezioni della sensibilità profonda dei recettori posti sulle articolazioni e sulle percezioni visive (sulla posizione della mira all'interno dell'angolo di campo). Le poche attenzioni al bambino in termini di movimento, di stimolazione al movimento, di contatto visivo e corporeo costituirebbero quindi non solo una alterazione della vita emotiva del paziente, ma anche una alterazione della vita "cognitiva" del paziente, apportando gravi vuoti "neurali", in termini di rete, che potrebbero essere colmati con tecniche corporee come la DMT.


 Riguardo all'articolo sulla DanzaMovimentoTerapia riportato in PSYCHOMEDIA all'indirizzo http://www.psychomedia.it/pm/answer/addiction/marclon1.htm desideravo con questo scritto affermare alcune posizioni teoriche che credo siano utili al lettore nella speranza di una maggiore comprensione del problema della terapia non solo del tossicodipendente, ma anche del soggetto depresso, psicosomatico e quello affetto da disturbi narcisistici di personalità.
Parlando di processi di simbolizzazione e di alexitimia chi si aspetta trattazioni di linguistica non troverà esaudite le sue aspettative, perché in queste mie poche note si tratterà esclusivamente dell'importanza di alcuni aspetti cognitivi che riguardano l'espressione e la comprensione verbale, con l'aiuto delle più recenti acquisizioni tratte dalla bibliografia sulla coscienza.

 Attualmente è presente gran fermento culturale riguardo i processi coscienziali e sul problema della mente. Edelman, Penrose ed Hameroff hanno creato i presupposti per una nuova concezione del funzionamento del S.N.C. basato da una parte su un nuovo sistema organizzativo funzionale (qualia, mappe neurali e rientro) e dall'altra su una struttura subcellulare che regge tutto il sistema del trasporto dell'informazione: i microtubuli. Hameroff e Penrose nei loro scritti hanno dato inizio a questo tipo di intuizioni che traggono origine dall'aspetto fisico della trasmissione dell'impulso nervoso. Attraverso i principi descritti da Edelman nella TSGN (Teoria della Selezione dei Gruppi Neuronali) è stato possibile costruire, da parte di un team di ricercatori da lui condotto, alcuni calcolatori che mimano alcune delle funzioni mentali, per ora, relative alla motilità, riguardo i centri più evoluti (funzioni cerebellari). Infatti se Darwin III è una macchina elaboratore provvista di telecamera a braccio mobile, in grado, con quest'ultimo, di mimare la prova "indice-naso" senza sistemi software di implementazione, cioè la macchina è in grado di eseguire funzioni attraverso sistemi boot-strapping (di auto-implementazione: come fa il nostro sistema nervoso centrale [Edelman, 1989]); così Darwin IV è in grado di muoversi nello spazio e di seguire sorgenti di raggi infrarossi e fornire giudizi qualitativi sull'ambiente (maggiore o minore conduttività elettrica degli oggetti impugnati da braccia mobili, Tononi, 1995). Questi processi eseguiti "attraverso sensori" possono essere paragonati ai "processi cognitivi" del S.N.C., mi hanno fatto pensare ai lavori sui processi cognitivi del bambino in relazione alla capacità di simbolizzazione.

 Alcuni autori hanno evidenziato le fasi dei processi cognitivi di acquisizione di movimenti tesi alla considerazione di una mira o di un oggetto ed inoltre comportamenti attentivi in relazione con la madre. Questi comportamenti vengono implementati spontaneamente con un meccanismo, in parte mediato dall'ambiente creato dalla madre ed in parte naturale.
In questa sinossi (Tabella n.1) eccovi alcune delle deduzioni di Mounod, Spelke e Leslie sulla acquisizione della simbolizzazione.
 

 Tabella n.1
 
Reaching behaviour (a)
mother gaze (b)
Età Sguardo Meccanismo Sistema di codifica
Prime settimane Tende le braccia nella direzione di un oggetto ... (c) Aggiustamento della linea di sguardo ...  (d) Ecologico Percettivo
VI - IX mese Controllo della flessione ed estensione del gomito (e) Distinzione di due mire (f) Geometrico Semantico
IX - XVI mese Coinvolge più precise funzioni motorie (g) Mire alle spalle (h) Consapevolezza (i) Morfologico

(a) ... P. Mounoud, 1988
(b) ... Scaife and Bruner, 1975; Chucher and Scaife, 1982; Butterworth and Grover, 1988
(c) ... in movimento percepito visivamente. Bower et al., 1970a, 1970b; Trevarthen et al., 1975; von Hofsten, 1982
(d) ... in risposta al cambiamento del fuoco di attenzione visiva di un adulto. Scaife and Bruner, 1975; Chucher and Scaife, 1982
(e) ... secondo della distanza della mano; rotazione del polso basata sulla diversa configurazione e orientamento della mano.
(f) ... all'interno del campo visivo tra i 60(o) e i 135(o) gradi. Butterworth and Grover, 1988
(g) ... orientamento del braccio; apertura e chiusura della mano, basate sulle caratteristiche dell'oggetto da afferrare (forma, dimensione, peso, posizione)
(h) ... Butterworth and Grover, 1988
(i) ... Spazio rappresentato che contiene: consapevolezza del mondo al di fuori del campo visivo.
 

Esisterebbero quindi tre stadi : thematizing, concettualizzazione ed infine simbolizzazione. Il paragone della fatica dell'"Infans", al lavoro di "integrazione" che Darwin IV deve fare per imparare dall'ambiente in termini percettivi è suggestivo e lo suggerisco al lettore, se non ha paura di essere paragonato ad una macchina,...almeno per un po'. Questa elementare, primitiva, ed io direi matematicamente, parcellare modalità di implementazione di dati è il thematizing.
Appare significativo da questo gruppo di informazioni che il processo percettivo più importante non c'è ma se dobbiamo astrarne uno dagli altri è senz'altro la percezione profonda, la sensibilità propriocettivo profonda, insieme a quella vestibolare. Mi pare un dato caratteristico riguardo la strutturazione "spazio-tempo" e il declinare emotivo del movimento. Il simbolo, il segno, può essere inteso come entità cognitiva, gestaltica e come tale legato ad alcune funzioni di "spazialità" Spazialità qui intesa come entità percettiva attiva (Spazio + Movimento).
 

 Alexithimia e Thematizing

 Dallo stadio di "infans" il bambino attraversa le tappe della capacità motorie studiate da Mounod, Spelke e Leslie. (Mounoud, 1988, Spelke, 1988, Leslie, 1988). I processi che determinano l'efficienza del movimento si svolgono a differenti livelli. Da questi processi nasce la capacità di concettualizzazione (Edelman, 1989). Questi autori hanno preso spunto da osservazioni riguardo il comportamento di raggiungimento di un oggetto e dello sguardo madre-bambino. I processi di implementazione dei programmi motori sono in relazione con le funzioni di oggettivazione, esplicitazione, attenzione, astrazione che ne rappresentano gli stadi più evoluti, gli stadi più "associati". Questi movimenti sembrano essere in relazione con i processi di concettualizzazione. (Tononi, 1995; Edelman, 1987).

 I progressi nel campo della robotica offrono lo spunto di riflessione che mi ha fatto pensare al thematizing come ad uno strumento di base. L'attività di implementazione dei robots progettati dal Neurosciences Institute di La Jolla - CA, hanno seguito il processo di implementazione dati da parte di reti neurali. Per specificare ulteriormente il thematizing dovremo partire dal concetto di rete neurale. E' stato possibile progettare sistemi di implementazione ed elaborazione di dati attraverso la strutturazione di contatti di unità mnemoniche che funzionano come le cellule nervose, cioè attraverso arborizzazioni dendritiche che sinaptano fra loro creando una complessità di veicolazione (con facilitazioni ed inibizioni) simili a quelle presenti nel cervello umano. Fuzzy logic e reti neurali sono i termini che richiamano questi concetti. Queste strumentazioni informatiche hanno determinato la funzione dell'apprendimento da parte di sistemi di intelligenza artificiale. Recentemente alcuni autori prospettano una via più emotiva per spiegare la riproduzione del comportamento intelligente in modi non così meccanici, da parte delle "macchine" (macchine che imparano attraverso il movimento). Questi movimenti potrebbero essere in relazione con i processi di interazione tra sistema intelligente e ambiente in tempo-reale e con la ricerca di un obiettivo. Pierre Mounoud scrive che le capacità di conoscenza del bambino si basano sui movimenti del corpo ed in particolare degli arti, attraverso la sensibilità profonda. Teorizza inoltre il processo di tematizzazione: un sistema di codifica dell'informazione che si basa solo sulle percezioni della sensibilità profonda dei recettori posti sulle articolazioni e sulle percezioni visive (sulla posizione della mira all'interno dell'angolo di campo). Il soggetto deve perciò ridefinire le azioni che produce e gli oggetti con i quali interagisce, incluso il suo corpo e deve trovare un nuovo campionamento di informazioni in entrata ed in uscita per costruire nuove rappresentazioni. Questa teorizzazione si avvicina a ciò che Lacan descriveva come azione significante. Il termine lacaniano assume con i contributi di Mounoud una prospettiva diversa, cognitiva ed emotiva insieme. Il lettore vinca per un momento la facile repulsione del confronto dell'elaborazione tra S.N.C. e PC. Se applicassimo i principi della teoria del controllo dei sistemi formali cibernetici e la teoria dei meccanismi di apprendimento tempo-dipendenti, utile lo scritto di La Berge http://psyche.cs.monash.edu.au/psyche-index-v4.html#laberge sul termine di coscienza, anche se vista da un angolo di campo un po' "meccanicista" (La Berge,1998) potremo considerare in altro modo la mente...noi non siamo i solo detentori della coscienza...infatti alcuni cominciano a parlare di neuroetologia computazionale (Tononi, 1995).

Dedieu, un ricercatore della Sharp, puntualizza in uno scritto la posizione di Mounoud, comune a quella di Varela e Stewart. Didieu afferma infatti che "... purtroppo (malheureusement è il termine utilizzato da Dedieu) questi autori sono contrari alla nozione di modellizzazione che non ha di fatto avuto alcuna applicazione tecnica concreta in robotica,..."http://www.inrialpes.fr/sharp/pub/publications/bibsharp/abstracts/dedieu:etal:rochebrune:94.abstract.html. In un altro scritto Dedieu ipotizza per la coscienza robotica il principio della "rappresentazione contingente" http://www.inrialpes.fr/sharp/publications/bibsharp/abstracts/dedieu:these:95.abstract.html, cioè un principio che si avvicina ai sistemi bootstrapping della tematizzazione teorizzata da Mounoud per la mente umana. L'ecclettismo è così un sistema di sistemi, ci dà la possibilità di fare deduzioni capaci di descrivere con una certa fedeltà la realtà: se macchine riescono ad imparare attraverso il movimento così una persona avrebbe la capacità di incidere, attraverso la DMT, sulle reti neurali che non sono state elicitate, o elicitate in maniera errata alla costituzione di "tematizzazioni" in grado di strutturare concettualizzazioni che portano il paziente al riconoscimento delle proprie emozioni. L'Alexitimia avrebbe quindi sia una radice emotiva, sia una radice neurale. Le poche attenzioni al bambino in termini di movimento, di stimolazione al movimento, di contatto visivo e corporeo costituirebbero quindi non solo una alterazione della vita emotiva del paziente, ma anche una alterazione della vita "cognitiva" del paziente, apportando gravi vuoti "neurali", in termini di rete, che potrebbero essere colmati con tecniche corporee come la DMT.
 

 Conclusioni

 La funzione terapeutica della DMT ha a che fare con il "remaking", piuttosto che con lo "uncovering" o "retelling", e le persone affette dalle patologie citate nell'introduzione a questo mio scritto avrebbero più giovamento da un trattamento di questo tipo piuttosto che solo da un approccio psicoterapeutico.


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