Arte e psiche dell'uomo nel paleolitico inferioredi Licia Filingeri, Genova *
* (Courtesy of Pietro Gaietto, Prescultura e Scultura preistorica, E.R.G.A., Genova, 1982) Fino a poco tempo fa, era convinzione radicata e fuori da ogni discussione da parte degli studiosi di Preistoria che l'uomo, ai suoi albori, fosse giunto al massimo della realizzazione creativa con l'elaborazione e la costruzione di utensili litici. L'uso di essi era puramente utilitario. Nessuno aveva osato pensare che l'uomo fosse in possesso fin dagli inizi da noi conosciuti di un tipo di intelligenza di molto superiore a quella animale, e fosse quindi capace di elaborazione mentale e di simbolizzazione più complessa. La recente scoperta di una ricca produzione di raffigurazioni presenti a partire dalle prime forme di umanità, e cioè di presculture e sculture, databili fin dal Paleolitico inferiore (1), infrange la vecchia immagine di "uomo-scimmia", sopravvissuta con elaborazioni più o meno raffinate e mistificanti fino ai nostri giorni, per offrircene una più veritiera di uomo esistente con tutte le attività che possiede oggi. Tutto ciò viene ad aprire un nuovo discorso, che schiude prospettive fino a pochi anni fa assolutamente impensabili nel campo della ricerca preistorica e antropologica, ma che riveste particolare interesse anche per i suoi risvolti psicologici, in un momento in cui si sta rivalutando l'uomo, nella fattispecie le sue strutture mentali, a partire dalle origini, e si sta impostando, a proposito della psiche umana, un discorso in un certo senso parallelo. Le ricerche psicologiche e psicodinamiche, specie di derivazione post-kleiniana, hanno approfondito il sorgere della vita psichica del bambino a partire dal momento della nascita , focalizzandone le prime operazioni mentali. Sebbene la ricerca più sensibile si sia poi resa conto che la psiche umana non può considerarsi totalmente un "tabula rasa" al momento in cui il bambino viene al mondo, le ipotesi relative alla presenza di uno psichismo anteriore a tale momento sono finora state scarse, scientificamente poco rilevanti e generalmente non collegate tra loro (2). In questi ultimi anni, invece, le ricerche psicologiche e psicodinamiche più avanzate e scientificamente corrette hanno evidenziato la presenza di strutture mentali già a livello fetale (3). Superata la tradizionale divisione in strutture cognitive ed affettive, si sono infatti messi in luce, spesso adducendo inoppugnabili prove a livello neurofisiologico, processi mentali presenti fin dai primissimi stadi di sviluppo fetale, processi prevalentemente con valore relazionale, cioè miranti alla conoscenza (4). Con riferimento agli inizi della Preistoria, nel fare arte o comunque nel raffigurare, si rileva l'essenza relazionale e sociale dell'uomo, e questo fin dagli albori a noi noti. Si può dire che la presenza di produzione artistica fin dal Paleolitico inferiore toglie definitivamente in homo quello che poteva apparire un comportamento simile a quello animale. La produzione di presculture nella prima umanità comporta il riconoscimento della dimensione individuale, oltre che sociale, dell'uomo. La presenza contemporanea di presculture e sculture "più belle" e "più brutte", ad esempio, ci parla di differenze individuali di comportamento nella collettività. Sfatata la leggenda dell'uomo-scimmia, dell'essere privo di spiritualità ipotizzato e fantasticato anche per malintese preoccupazioni di carattere religioso e quindi ideologico, quando studi più attenti ed obiettivi hanno riconosciuto l'uomo discendente dall'Australopithecus Afarensis, si sono potuti ipotizzare prima, e scoprire poi, i processi significativamente relazionali e conoscitivi dell'uomo preistorico fin dai suoi inizi, che sono alla base stessa del suo divenire storico-sociale. Può stupire solo chi romanticamente o caparbiamente immagina l'uomo preistorico come un bambino ingenuo, nel migliore dei casi, (ma ora sappiamo che neanche il neonato è "ingenuo" in senso conoscitivo e strutturale) sentir parlare - come nel libro di Gaietto avviene - di arte, di progresso con idee periodiche, di qualità, di intelligenza, di differenze individuali di comportamento, di divisioni di attività e competenze, di pratiche religiose, di ideologie, di limiti o traguardi nella raffigurazione in base alle tecnologie possedute e - a proposito più strettamnte del discorso artistico - di tecnica di lavorazione di materiali usati, di deformazione stilistica, di tipologia dei soggetti, di usi sociali e religiosi. Il discorso psicologico e psicodinamico accoglie siffatti concetti con interesse, considerandoli una convalida, in prospettiva ontogenetica prima e filogenetica poi, dell'esistenza di strutture psichiche anche complesse nell'uomo fin dalla sua origine conosciuta. Non si tratta, come qualcuno ha affermato, di una mutazione intellettuale (6): l'esistenza di queste sculture a livello di Paleolitico inferiore depone a favore dell'ipotesi che, fin dai suoi inizi, l'uomo fosse dotato di una psiche assai vicina alla nostra, e, comunque, "umana". la preventiva ideazione di una forma, incontestabile nell'esecuzione di questi manufatti rappresentativi, è peculiare dell'essere umano, non certo dell'animale che, seppure giunge a preordinare ad esempio la forma del proprio nido, lo fa come risultato di attività istintiva, ontogeneticamente determinata. E' innegabile un pensiero creativo alla base di queste sculture di Homo, a sua volta innestato su un pensiero critico, che comporta lo scoprire e l'inventare in maniera soddisfacente qualcosa che fino ad allora non c'era (7). La potente capacità di astrazione che promana da presculture e sculture preistoriche testimonia della capacità posseduta da Homo fin dai suoi inizi di raggiungere un'adeguata distanza psichica dall'oggetto e di simbolizzarne il contenuto. E' pur vero che alcuni animali - come gli scimpanzè - possiedono a livello embrionale la capacità di produrre simboli o riconoscerli. Ma l'atto del creare opera su più di un piano (8), e ciò è proprio dell'uomo, non dell'animale. Di conseguenza, l'animale non ha arte. Anche le scoperte di nuove tecniche che queste raffigurazioni mostrano indicano continuo progresso sul fronte elle idee. Infine, la presenza di pensiero è indubbiamente nel riferimento ad eventi non presenti, ma rievocati o immaginati. Sculture e presculture preistoriche ci parlano di un mondo religioso e ideologico complesso: indubbiamente legate a un discorso prevalentemente religioso, implicano per ciò stesso un grado elevato di sviluppo psichico. La religione infatti presuppone un sistema di credenze che si riferisce a divinità. Freud e Reik (9) già collegavano sorgere della religione e sorgere dei tabù, e di conseguenza delle leggi, come reazione ad un ipotetico primo misfatto: la ribellione dei figli al Dio-Padre incarnato sulla terra e la sua uccisione. Ci ritroveremmo al tabù dell'incesto e del parricidio, che quindi andrebbero per così dire retrodatati fin agli inizi da noi conosciuti dell'umanità. Anche il collegamento elaborato da Gaietto tra culto dei defunti con l'iniziale conservazione del solo cranio e raffigurazione iniziale della sola testa umana (e animale, o di animale umanizzato) in prescultura e scultura (10), con tutte le differenze individuali e di gruppo culturale che vi si possono leggere, parla senza equivoci a favore di una complessa vita mentale dell'uomo fin dalle origini ,con formazione dei primi oggetti interni e strutturazione più complessa del mondo esterno ed interno, fino, come già si è detto, al raggiungimento di raffinati processi di simbolizzazione.
Pietro Gaietto formula un'ipotesi sulle ideologie dei Musteriani e dei Maddaleniani, basandosi su deduzioni relative al loro progresso culturale.
Da quanto Gaietto dice, a proposito della involuzione della loro produzione artistica, si può dedurre che la storia dei Maddaleniani appare segnata dalla paura di contatti con l'esterno, quindi chiusa in se stessa e votata alla decadenza.
(1) Cfr. Gaietto, P.,1968, 1974, 1982
(2) Si possono ricordare, tra le principali:
(4) Imbasciati sottolinea nella sua prefazione all'opera come sia più corretto parlare non di psiche, ma di
(5) Cfr. a questo proposito: Johanson, D., Edey, M., Lucy the beginnings of humankind,, 1981 (tr. it.:Lucy,
(6) Modell afferma che l'arte paleolitica dimostra una mutazione intellettuale che separa Homo sapiens
(7) Già nel 1916 Dewey proponeva il seguente schema relativo agli stadi del processo creativo: 1) Sen-
(8) Cfr. il concetto di bisociazione di Koestler, in Koestler, A., The Act of Creation, Hutchinson & Co.,
(9) Freud sottolinea come il pasto totemico, prima festa dell'umanità, sia stato commemorazione e ri- (10) Gaietto, P., Prescultura e Scultura Preistorica, E.R.G.A., Genova, 1982.
11) Cfr. Klein, M., 1952, Some theoretical conclusions regarding the emotional life of the infant, in
(12 Raskovsky accetta la denominazione di situazione schizoparanoide per indicare la situazione psi-
(13) Fairbairn sottolinea il grande significato della situazione edipica, notando come i tabù dell'incesto
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