L'immersione subacquea come rito di passaggio e pratica d'iniziazione
Tu m'hai con disiderio il cor disposto sì al venir con le parole tue, ch'i' son tornato nel primo proposto. Or va, ch'un sol volere è d'ambedue: tu duca, tu segnore e tu maestro. Così li dissi; e poi che mosso fue, intrai per lo cammino alto e silvestro. Dante Alighieri, Commedia, Inferno, II, 136-142
Un rito di passaggio è un rituale che segna il cambiamento di individuo da uno status socio-culturale ad un altro, cambiamenti che riguardano il ciclo della vita individuale; il caso paradigmatico è quello dei riti di iniziazione, ma anche altri avvenimenti come la nascita, la morte, il matrimonio o la menopausa, o anche altre situazioni connesse o meno ad avvenimenti biologici, possono essere gestite socialmente mediante tale tipologia di riti. Il rituale si attua, il più delle volte, in una cerimonia o in prove diverse. I riti di passaggio permettono di legare l'individuo al gruppo, ma anche di strutturare la vita dell'individuo a tappe precise, che permettono una percezione tranquillizzante dell'individuo nel rapporto con la sua temporaneità e con la sua mortalità. Questo fenomeno ha dunque un ruolo importante per l'individuo, per la relazione tra l'individuo e il gruppo e per la coesione del gruppo nel suo insieme. Tale tipologia rituale è stata indicata come universalmente diffusa dall'etnologo Arnold Van Gennep (1873-1957), che per primo nel 1909 la descrisse. Successivamente tale categoria concettuale è stata costantemente utilizzata dagli studiosi di scienze etno-antropologiche per descrivere rituali presso i più disparati gruppi sociali. Il rito è riconosciuto tale per tre importanti caratteristiche: • la convenzionalità, ovvero segue un preciso ordine di gesti e atti • la ripetitività, ovvero il continuo ripetersi all'interno di un tempo definito ciclico • l'efficacia, ovvero l'avvento di qualcosa che modifica lo status di una persona Nella prima fase l'individuo viene separato dal contesto in cui si trova (es. l'individuo viene mascherato e portato in un luogo lontano e separato dal mondo), nella seconda attraversa una passaggio simbolico che rappresenta il culmine della cerimonia (es. affronta una prova), nella terza viene reintegrato alla sua esistenza con un nuovo status sociale. Il rituale è un potente atto sociale che proprio nel momento in cui l'ordine sociale viene alterato dagli eventi naturali ricrea un nuovo stato sociale, differente da quello precedente. È un atto creativo che costruisce la realtà, che produce i mutamente sociali, non che li segue. Da sempre l’essere umano ha bisogno di riti di iniziazione che lo accompagnino verso la successiva fase evolutiva rispetto a quella in cui si trova nella sua personale fase di vita. Succede a tutto noi di scoprirsi altro da come ci eravamo pensati. In questo frangente, che si tratti di sport o si tratti di danza, o di musica e di esperienze spirituali o psicoterapeutiche,l'aiuto cercato per portare a termine tale compito, orienta istintivamente verso una gestione di gruppo . Abbiamo bisogno che la presenza di altri testimoni la nostra nuova nascita. Questi aspetti possono essere considerati elementi residuali provenienti dagli rituali di iniziazione. I riti non esistono più nella nostra cultura,se si esclude il servizio militare, lo scoutismo, certi riti come il battesimo e la cresima o i rituali di iniziazione esoterici. Ma a quanto pare, non è venuta meno la loro necessità. Si deve supporre, quindi, che, dall'adolescenza in poi, l'individuo, in modo automatico e 'istintivo', cerchi un rito di iniziazione e un qualche iniziatore. In altre parole, il processo di diventare altro, ha bisogno di accompagnamento e protezione. Inoltre, è necessario che tale processo si completi assumendo la forma di rito, perché solo all'interno di questa cornice è possibile dare conto della sacralità del suo punto di arrivo: il senso della propria identità. L'iniziazione, tradizionalmente, guida l'individuo ad accogliere il suo nuovo status ma anche il gruppo di appartenenza ad accogliere il nuovo arrivato. IL RITO DELL'IMMERSIONE L'immersione permette di accedere alla rigenerazione attraverso la morte. Questo è il significato del battesimo, dal greco Baptizein, immergere, bathos,profondo. Un'abluzione purificatrice e iniziatrice che avveniva anticamente per immersione completa,ripetizione rituale del diluvio rigenerante che permette l'accesso al nuovo stato, quello dell'uomo nuovo, un nuovo figlio di Dio. Come tutte le prove il battesimo è un cambiamento di stato, un iniziazione, morte di sè stesso seguita dal risveglio a un'altra vita . L'immersione subacquea anche, immette ogni nuovo iniziato in un nuovo ordine simbolico: l'equipaggiamento tecnico diventa un segno d'appartenenza. Per Bachelard il carattere pericoloso dell'immersione rappresenta il salto nell'ìgnoto . Secondo M. Eliade l'immersione rappresenta la regressione nel pre formale, il mondo indifferenziato della pre esistenza, la dissoluzione delle forme e quindi la morte e la rinascita fecondando e moltiplicando il potenziale della vita. Una reintegrazione passeggera nell'indistinto seguito da una nuova creazione. I Greci lo prevedevano in adolescenza. i giovani dovevano immergersi in omaggio a teseo eroe fondatore di atene e creatore di questo costume. superare l'imersione sopravvivere dimostrando cosi la capacita di entrare nel mondo degli adulti e acquisirne la saggezza. I Celti prevedevano diverse prove. il dio fiume Reno giudicava e legittimava i neonati qulche ora dopo la nascita secondo il rito dell'ordalia: chi restava fermo sull'acqua superava la prova chi non sopravviveva era giudicato di illegittima discendenza . I Bantu del sud africa prevedevano un insieme di riti iniziatici che terminavano con un immersione prolungata chiamata attraversamento del mare che si prolungava fino al limite della soffocazione, un viaggio nell'altro mondo. Sopravvissuti potevano cosi apprendere l'arte della divinazione. Le peripezie dell’eroe sono spesso rappresentate da un viaggio che diviene metafora dello sviluppo esistenziale del personaggio. Il protagonista si allontana lasciando dietro di sé il vecchio Mondo Ordinario, per qualche motivo insoddisfacente. L'eroe vive una profonda inquietudine, o è costretto suo malgrado a lanciarsi in una nuova dimensione, un mondo Stra-Ordinario ricco di pericoli e opportunità. Il viaggio può avvenire nel mondo esterno, ma anche nel mondo interiore. LA SUBACQUEA, CARATTERISTICHE INIZIATICHE . La subacquea, è sostenuta da curiosità,bisogno di gioco e da motivazioni ricreative ma anche da un cercare di essere 'diversi' (simile alla parola "divertimento") e da una spesso inconsapevole intenzione verso la profondità di sé. Essa sembra parlare di ricerca di limiti e interiorità. Lo stato mentale modificato in immersione, infatti, dà prova dell'esistenza di altri territori interiori oltre a quelli già conosciuti. L'attrazione per aspetti ‘abissali’ del mondo esterno è anche una manifestazione del bisogno di fare i conti con parti di sé temibili ed inesplorate. L'attrazione per l'abisso interiore ha aspetti positivi perché origina da un bisogno di spazio per l'informe e il non giustificabile. Essa, inoltre, porta all'idea di una riorganizzazione dei rapporti con aspetti interni di sé e ad un tentativo di convivenza pacifica con essi Se ciò si realizza, si realizza il compito di portare l’individuo ad una condizione evolutiva successiva a quella in cui si trova . Il mare e le sue profondità si candidano molto bene a rappresentare gli scenari del viaggio all’interno di sé e all’iniziazione, così come un tempo la nave e le traversate . Se osserviamo attentamente le caratteristiche del rito di passaggio e della subacquea paiono coincidere : • C’è un fare secondo la convenzionalità, ovvero segue un preciso ordine di gesti e atti • C’è la ripetitività, ovvero il continuo ripetersi all'interno di un tempo definito ciclico • C’è l'efficacia, ovvero l'avvento di qualcosa che modifica lo status di una persona • C’è il mettersi alla prova attraverso il corpo e la mente in una situazione gruppale e sociale e non individuale e solitaria . Caratteristica fondamentale di tali passaggi è infatti la fisicità con cui vengono messi in atto ma che produce effetti mentali di consapevolezza : il rituale subacqueo prevede generalmente effettivi movimenti dell'individuo che viene fisicamente distaccato, attraversa fisicamente una soglia simbolica, viene fisicamente reintegrato. Tale aspetto rende i riti di passaggio di grande interesse per l'Antropologia del corpo Affrontare il rischio, affrontare l’esperienza del limite e del confine è una parte fondamentale dell’esperienza iniziatica subacquea . Balint parlò al riguardo del bisogno di rischio e del suo opposto, la sicurezza di “ocnofilia” e “filobatismo” . • ocnofilìa, (dal greco ochne, esita, aspetta) è il temere di star fuori la zona di sicurezza ed è una tendenza ad instaurare legami con l'oggetto improntati alla dipendenza; • filobatismo, (dal termine acrobata) significa colui che cammina sul filo ed è una tendenza a provare piacere solo nelle situazioni di brivido o paura Questi caratteri però non si presentano quasi mai allo stato puro, ma sono presenti entrambi in varia misura all'interno dei soggetti. Non sono quindi vere e proprie patologie se non nelle loro forme estreme. .In cerca di avventura i subacquei da soli con le proprie risorse, consapevolmente e deliberatamente si espongono a un pericolo reale esterno con un misto di paura, piacere e sperando di tornare in una zona sicura. Il cercare questo brivido è filobatismo contrapposto al non sopportare di vedere minacciata la propria sicurezza che è l’ ocnofilia. La subacquea può configurarsi talvolta anche come attività controfobica per Fenichel: ciò che si desidera anche se pericoloso è cercare di controllare il pericolo, fornendo una sensazione di intenso piacere della vittoria su di sé, un ‘ansia narcisistica. Nel fare il filobata in immersione il subacqueo si attacca ocnofilicamente ai suoi strumenti tecnici che secondo Balint rappresentano contemporaneamente la dipendenza dalla madre amorevole da cui dipende la vita e il fallo potente del padre che sfida la sicurezza materna e vuole conoscere l’oltre . Ci sarebbe quindi una tendenza, avrebbe detto E Facchinelli, claustrofilica ( amore degli spazi chiusi, si pensi agli speleo sub e ai cenotes messicani o ai blue Hole ) alla regressione uterina e nelle nostre immersioni che ci permettono ancora una volta di sperimentarla . Ed una tendenza all’esodo,all’uscita, alla nascita,alla riemersione sulla terra sotto la spinta da claustrofobia, seguita da una temporaneo sollievo ma anche dalla nostalgia del ritorno. Questa ambivalenza di sentimenti negativi e positivi si trova nella semantica antica : l’idea di profondità implicita nel pensiero greco arcaico che utilizza la parola Bathos sta a indicare un che di positivo, sinonimo di folto, fitto, ricco, spesso del tutto diverso dal significato negativo che i latini attribuivano alla parola Profundis, inteso invece come mancanza di misura, smodato, fondo, come spazio vuoto smisurato in grado di inghiottire e divorare uomini e navi. L’ISTRUTTORE SUBACQUEO E LA FUNZIONE DELL’INIZIAZIONE. E’ la guida che aiuta e istruisce l’allievo/a. Gli procura conoscenza, lo sospinge nell’avventura; ha spesso un ruolo fondamentale. La guida è in stretta relazione con il ruolo genitoriale in senso lato. Il suo operato termina necessariamente,, alle porte della prova principale, che l’allievo/a deve affrontare solo. La guida è anche il Guardiano della soglia, colui che mette alla prova l’Eroe creandogli difficoltà; apparentemente è suo nemico, ma si rifà alla coscienza dell’Eroe. L’allievo lascia il mondo che conosce per cominciare un viaggio, ed entra in un altro mondo. Si propone la sfida, si stabiliscono l’obiettivo e il percorso. L’allievo è riluttante, indeciso, cerca una via di fuga alternativa. Ha paura. Incontro la guida, istruttore, Il rapporto rappresenta simbolicamente il rapporto padre-figlio, insegnante-discepolo,. Il compito della guida è quello di preparare l’allievo ad affrontare l’ignoto.
Spesso è una caverna, profonda e sotterranea, a simboleggiare il mondo dei morti.
Il contatto con il non ordinario e la profondità interiore ha bisogno di una modalità simbolicamente maschile paterna e non di una modalità abbracciante sacrificale e simbiotica Se bisogna scendere negli abissi, poi bisogna potere risalirvi. E’necessaria una guida Questa è una operazione che contempla la sapienza dei confini e delle soglie e quindi la capacità di procedere per differenze. Infatti procedere attraverso i concetti materni improntati alla identità, origina la tragedia: essere della stessa sostanza del luogo (abisso) che nutre la propria esperienza è l'origine della indistinguibilità dal luogo e della impossibilità di uscirne. La percezione basata sulla identità è materna perché modellata sull’esperienza primaria della nutrizione: tu sei il latte che ti do, tu cresci perché io mi do a te e tu esisti in quanto me. Su questo modello importantissimo, che permette l’esperienza di fusionalità che da origine al sentimento oceanico e all’esperienza dell’amore e dell’orgasmo, si basa la sopravvivenza nei primi mesi di vita. Questo modello è distruttivo però,se utilizzato fuori da questo ambito in là con gli anni. L’oblatività incondizionata, abbracciante, non mette in discussione le caratteristiche del luogo dove si trova perché le considera in modo assoluto. Il modo maschile adulto è relativizzante invece che totalizzante: le caratteristiche del luogo sono quelle possibili per quel luogo lì ma anche e proprio per questo sono trasformabili.: c’è una maggiore progettualità. Io non sono l’acqua, il freddo, il buio, la profondità, la corrente : sono altro da tutto ciò, sono distinto e pertanto posso uscirne, resistere, attraversare ma non fermarmi, adeguarmi e sfruttare la corrente o altrimenti evitarla ma non farmi portare via da lei. Il modo materno è materia che nutre . Il modo maschile guarda ad altro si riferisce ad un “altro” nuovo da scoprire. Non è naturale vivere nell'abisso ma “culturale” in quanto la subacquea inventa, progetta, costruisce e usa strumenti utili a fare un breve tragitto al suo interno .Strumenti tecnologici ma anche metaforici. L'immersione nell'abisso come alterità è possibile solo all'interno di premesse culturali per addomesticarne una parte dentro di sé. La vicenda della subacquea consiste invece nell'esservi dentro, nel diventarne abitante, facendo quindi una operazione culturale non naturale, comportandosi come se la natura umana fosse adatta all'abisso. In questo costruisce, prometeicamente, una nuova realtà. ISTRUTTORI CHE DOMINANO MA NON ‘INIZIANO’. L’intraprendere l’attivita subacquea secondo me non è solo motivata dal divertimento ma segnala che è mutato o sta mutando lo status interiore del soggetto in qualche modo e si vorrebbe che qualcuno ascoltasse e vedesse questo in modo da farlo diventare un cambiamento sociale. Serve una guida che, con l'autorevolezza dell'avere già attraversato quella fase, certifichi l’iniziazione. Serve una figura, autorevole, stimolante, ma che protegge, segnala i limiti, contiene, e cerca di mettere insieme aspetti diversi. All’ istruttore si richiede oltre a tutto il sapere pratico e teorico da passare ai neofiti anche di essere disposti a condividere esperienze con i nuovi e ad accompagnarli nel percorso. Istruttori e guide sono visti con ammirazione da coloro che sono all'inizio del percorso . L'individuo autorevole, in grado di insegnare l'adesione alle regole e capace di stimolare e accudire al tempo stesso,è stimolante, integrante e accudente. Ha compassione delle debolezze, non le deride affatto ma sostiene il tentativo che ogni persona fa per rendersi autonoma. Egli è in grado di immaginare la soglia, il varco e il passaggio che non ci faccia si sente in un vicolo cieco, ma in una strada che termina con un gradino che si potrebbe salire o contro una soglia da valicare viceversa l’autorità ma ottusa fa di tutto perché nulla cambi,non sostiene alcuna innovazione o iniziativa individuale ma chiede solo l’obbedienza segreta,cieca ed anonima : questo significa essere staccati dal processo che avvia verso la crescita e la differenziazione favorendo solo forti legami gregari di gruppo e forte identificazione con esso affinché nulla cambi . Si tratta di un gruppo opportunistico, finalizzato all'acquisizione di "apprendimento" dove il rapporto tra i membri è piegato e costretto dalla logica della quantità del sapere e delle competenze tecniche da acquisire e basta. Un istruttore siffatto è un’autorità sonnifera, suscitatrice di invidia ma anche di paura di essere abbandonato. La debolezza del neo sub è derisa ? è solo consolata ? Come viene percepita la debolezza e come si tenta il suo superamento è questione decisiva: un padre insegna la ferita, la sconfitta la separazione ma anche la relativizzazione e il discernimento : ferito non vuol dire morto, ci si puo rialzare, tante cicatrici tanto onore .Il bisogno di iniziazione muove dalla percezione di una propria incompiutezza e la subacquea puo essere usata come il modo di fare fronte ad una propria vera o presunta debolezza( come per esempio le paure) nel tentativo di superarla non solo nell’acqua ma nella vita. Si tratta dunque di una capacità di concepire le condizioni abissali come necessarie ad un progetto di crescita e autonomizzazione. L’iniziazione al Rischio e confini come metodo di individuazione. Il valicare i confini, il trovarsi 'dall'altra parte' è un aspetto dell'esplorazione dei confini di competenza maschile. In questa esplorazione, prendono consistenza i compiti del maschio di conoscenza dell'esterno, di ricerca creativa di forme nuove, di dimestichezza con il pericolo, di preparazione alla funzione di responsabilità verso un nucleo di individui e di protezione di un confine. La trasgressione è la capacità di verificare la norma sconfinando . Essere creativi è opposta, se non avversaria, alla materna conservazione del contenuto. Si comprende l’attrazione maschile per i territori non ordinati e la disponibilità al conflitto con l’autorità: la funzione maschile-paterna è quella di disporre le regole. Esse devono essere smontate per acquisire la capacità di costruirle.. Nell’iniziazione è avviato un cambiamento drammatico, con caos nella fase di passaggio perché si perdono le precedenti certezze e non se ne ha ancora di nuove . Il 'finire nei guai' è un metodo maschile per apprendere il mondo. Il padre comunica però orgoglio per ciò che è contenuto all'interno dei propri confini, e permette di vedere le possibili conseguenze negative delle situazioni di pericolo sul valore del soggetto (essere distrutto) Perseguire il rischio da questo punto di vista insito nella subacquea in maniera non fine a se stesso ma connesso alla costituzione di una identità che sa affrontare le difficoltà. IMMERSIONI TECNICHE E PROFONDISMO Il contatto con il rischio è legato ad un progetto o è fine a sé stesso? Grande profondità perché ? Il rischio e le difficoltà possono anche essere vissute come 'piacere' perché sono percepite come promessa di una identità nuova che verrà valutata molto positivamente dagli altri sub . Ma quale identità ‘? Un identità eroica ? L'individuo riesce a fare il passo in grado di attribuire a questa condizione di di difficoltà il significato di ponte, di tramite per un' altra condizione ? Mentre all’inizio del percorso didattico il disagio è messo tra parentesi dalla condizione euforica, successivamente esso puo anche diventare il responsabile della caduta progettuale. Il primo disagio prometteva gloria, al secondo disagio la persona potrebbe non essere in grado di attribuire il significato di soglia per la quale si accede ad un’altra condizione interiore. L’allievo è in grado di immaginare la soglia, il varco e il passaggio? o si sente in un vicolo cieco, in una strada che termina contro un gradino che non si potrebbe salire C’è consapevolezza della dimensione di verticalità e la confidenza con le situazione di soglia? La verticalità è una modalità dello stare al mondo che il figlio conosce tramite l'esempio del padre. E che ci permette di allargare la visuale oltre la condizione in cui si è immersi.Una sorta di super visione. “Sono in questa difficoltà perché, per raggiungere la mia meta, devo passare per la situazione in cui sono e superarla”. C’è dunque la possibilità di trasformare e cambiare ?
Bibliografia Bachelard G., Psicoanalisi delle acque,1942 Balint M., Balint E., La regressione, Cortina, Milano, 1983 Campione G., Revisione della letteratura sul sentimento oceanico, http://statidellamente.blogspot.com Eliade M., cap 5.” Le acque e il simbolismo acquatico”.Trattato di Storia delle Religioni, Bollati Borighieri, Torino, 2001 Facchinelli E, Claustrofilia, Adelphi Fenichel O. (1951), Trattato di psicoanalisi, Astrolabio Morgese S., Riti di passaggio,le lancette sul quadrante della trasformazione:l'adolescenza http://statidellamente.blogspot.it/2012/05/riti-di-passaggiole-lancette-sul.html Scaglia M., Tossicodipendenza maschile come conseguenza dell'assenza del maschio iniziatore http://www.maschiselvatici.it/pdf/tossicodipendenza_maschile.pdf Thomere M., Les liaison dangereuse avec la mer/e, Hommes et perspectives Van Gennep A. I riti di passaggio, Bollati Boringhieri 2002 Zoja Luigi, Nascere non basta, Milano, Raffaello Cortina Editore, 1993 Zoja Luigi, Il gesto di Ettore, Milano, Raffaello Cortina Editore, 2000
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