La passione per la subacquea L’enciclopedia libera Wikipedia riporta: “Passione deriva dal latino patior, che significa soffrire, provare o patire. Tale senso del termine è rimasto ed un nuovo significato ne è derivato: la parola passione è adoperata difatti, oggigiorno, anche per riferirsi ad un’emozione che è più forte di noi, che in un certo senso si subisce, come nell'espressione ‘avere una passione per qualche cosa’. L'oggetto/soggetto passione è indecifrabile e mai conoscibile fino in fondo. Un enigma, un mistero che mai finirà. La passione è una ‘stregoneria’ da cui non si può fuggire. La passione è qualcosa che si subisce ma, per quanto razionalizzata, è impossibile sfuggirvi. La passione è amore”. Se abbiniamo il termine passione all’attività subacquea, potremmo chiederci cosa spinge, nel fine settimana, circa 250.000 persone (secondo i dati delle ultime ricerche) ad alzarsi presto al mattino per partire verso località marine o un lago con lo scopo di immergersi sott’acqua? Già la sera prima si dedica del tempo per preparare la propria cassetta: guanti, cappuccio, maschera, erogatori, jacket …, tutto controllato più volte e sistemato nel modo opportuno nel bagagliaio della macchina. Si è parlato con il compagno di immersioni o con gli amici del club subacqueo della destinazione, dell’imbarcazione, delle bombole, delle previsioni del tempo … Penso che, a qualsiasi latitudine o in qualsiasi luogo ci si immerga, la passione per l’immersione subacquea nasca dal rapporto tra l’uomo e la natura. Questa definizione apparentemente semplice nasconde il senso e la differenza tra la cultura del mondo occidentale e quello orientale. L’Oriente ha sempre avuto un’attenzione privilegiata per la natura e le sue manifestazioni e, nel pensiero orientale, da tempi immemorabili è stata presente la centralità della natura nei confronti di tutti gli aspetti dell’esistenza. La cultura occidentale è cresciuta, invece, basandosi sul desiderio dell’uomo di conoscere, misurare e quindi di padroneggiare una natura avvertita come altro-da-sé, meravigliosa ma, se non controllata, avversa o addirittura nemica (Caroli F., 2009). Al centro dell’idea di natura in Cina vi è la tradizione taoista. Non è un caso che la metafora naturalistica preferita del taoismo ricorra all’immagine dell’acqua, elemento tenace ma al tempo stesso estremamente duttile. L’azione dell’acqua diventa dunque modello per l’azione dell’uomo: resistere ad ogni ostacolo senza spezzarsi; vincere senza contendere, scorrere senza esaurirsi. In Cina e in Giappone il rapporto tra l’uomo e le cose non è mai antropocentrico e la percezione della bellezza scaturisce da una comunione spirituale tra uomo e natura. Il mondo occidentale vive la natura ispirandosi a due principi fondamentali che fanno riferimento all’uso della ragione o al senso del tragico, al senso cioè di un conflitto che non potrà mai essere risolto. Questa matrice dell’Occidente deriva da Socrate che, vissuto all’incirca un secolo dopo Budda, è diventato il fautore di quello che sarà il pensiero che ha fronteggiato per millenni l’altro pensiero: quello buddista. Il rapporto con la natura può essere, pertanto, conflittuale o, al contrario, sereno e fusionale e questo rappresenta il fondamento della differenza tra i due mondi. Che tipo di rapporto ha stabilito il subacqueo nel corso del tempo con la natura? Se andiamo a leggere la storia dell’immersione subacquea troviamo numerosi racconti che sin dall’antichità parlano dei tentativi di immergersi sott’acqua finalizzati a procurarsi il cibo attraverso la caccia subacquea, riparare le navi, cercare manufatti o anche solo osservare la vita sottomarina. La storia della subacquea sembra appartenere quasi esclusivamente alla storia dell’Occidente forse con l’eccezione delle donne “Ama”, un affascinante gruppo etnico che viveva in piccoli villaggi sulle rive del mare, distribuiti lungo tutta la costa centrale e meridionale del Giappone, e che praticava la pesca in apnea di un particolare mollusco, l’awabi (in italiano abalone o “orecchia di mare”), la principale fonte di sostentamento economico delle loro comunità. Il diverso modo di rapportarsi alla natura può spiegare, ad esempio, perché l’immersione subacquea non sia nata in Cina, paese dove i diving stanno cominciando a svilupparsi solo di recente. Radio Cina Internazionale racconta che Lin Bin è stato il pioniere del turismo subacqueo di Hainan ed è il manager di una società di turismo e training subacqueo di Sanya. Nel 1960 era diventato uno dei primi subacquei cinesi e nel 1991 uno dei primi istruttori subacquei della Cina con un brevetto CMAS tre stelle. Nell’aprile del 1986 Lin Bin ha portato 26 ospiti americani a Sanya per effettuare delle immersioni subacquee. “Allora – spiega a Radio Cina Internazionale - Sanya era ancora un villaggio di pescatori, nessuno del posto conosceva gli sport subacquei e, naturalmente, non esistevano il settore e gli impianti per il turismo subacqueo”. Gli ospiti apprezzarono l’esperienza delle immersioni e, profondamente affascinati dai fondali e dalla varietà di pesci, chiamarono il mondo sommerso di Sanya “giardino sottomarino”. Questo era stato il primo gruppo di turisti subacquei di Hainan. Nel 1989 Lin Bin ha accompagnato in una visita a Sanya il presidente della Confederazione Mondiale delle Attività Subacquee (CMAS) e il presidente della Confederazione asiatica di attività subacquee. L'anno successivo, la CMAS decideva di assorbire la Federazione cinese e di conferire a Lin Bin il certificato di istruttore subacqueo della CMAS. Il mercato delle attività subacquee di Hainan ha visto un rapido sviluppo: se nel 1988 contava solo 2-3 mila persone all'anno ora sono diventate 200-300 mila, mentre le compagnie di turismo subacqueo sono passate da una a circa una decina. Lin Bin racconta alla radio che il figlio maggiore, Lin Wenfeng, rappresenta ormai la seconda generazione di subacquei che avrà il compito di sviluppare fra gli appassionati il concetto di tutela ambientale, in modo che chi si immerge per godere della bellezza di questo tratto di mare capisca pienamente l’importanza di tutelare le preziose risorse sottomarine. Penso sia un avvenimento eccezionale che proprio la passione per l’immersione subacquea possa fare da ponte tra due culture millenarie. Resteranno probabilmente sempre, nonostante la globalizzazione, importanti differenze tra mitologia, letteratura, arte, abitudini gastronomiche, ma forse il modo di andare sott’acqua sarà lo stesso. Il desiderio di vedere la barriera corallina, pesci e coralli riuscirà ad unire queste popolazioni così distanti dopo oltre 2.500 anni? Cosa ne penserebbero Socrate e Budda? Quali ripercussione porterà lo sviluppo della subacquea in Cina sulle agenzie didattiche internazionali e sulle aziende produttrici di attrezzature subacquee? I mille aspetti della passione per l’immersione subacquea Ognuno di noi ha un suo motivo personale che lo sollecita ad immergersi e che sta alla base della propria passione per le attività subacquee. C’è chi inizia praticando l’apnea e poi, negli anni, preferisce l’immersione in ARA oppure chi abbandona le bombole per diventare un apneista; chi considera la caccia subacquea l’unico vero significato del proprio desiderio di immergersi. Molti subacquei ritengono che pinneggiare lentamente, tenendo le braccia incrociate, per osservare la flora e la fauna sottomarina, assumendo l’atteggiamento di un biologo marino, rappresenti la modalità più opportuna di immergersi. Alcuni sommozzatori prediligono, invece, le immersioni in relitto o in grotta e altri preferiscono immergersi in siti archeologici. C’è chi non si immerge se non ha con sé la macchina fotografica o la videocamera. Altri ancora vanno alla ricerca dei modi più originali di stare sott’acqua come chi pratica il tiro a segno, la mountain bike o l’hockey subacqueo in una ricerca di originalità che può andare all’infinito. In Cina, per esempio, Mr Lin, residente a Wuchang nella provincia di Hubei, ha addestrato il suo bassotto di quattro anni alla pesca subacquea, oppure l’americano Gene Alba, di Redding, nell’Oregon, è proprietario di un gatto che pratica l’immersione subacquea e gli ha preparato una speciale muta per portarlo con lui sott’acqua. Nella Tabella N. 1 vengono riepilogate le principali attività subacquee che caratterizzano la passione per l’immersione.
Le immersioni in apnea La diffusione della pratica subacquea ha favorito negli anni anche la nascita di attività collaterali a questa disciplina come è riepilogato nella Tabella N. 2.
Vivere la realtà associativa: corsi, convegni, aggiornamenti, libri, riviste, forum e newsgroup dei siti WEB dedicati alla subacquea
Nell’estate del 2000 si era immerso con un gruppo di subacquei in Micronesia e precisamente nell’atollo di Truk, per dedicarsi all’esplorazione di navi affondate con il loro carico di munizioni, aerei, carri armati, autoveicoli. Era presente Vincent Pace, un esperto di riprese sottomarine che pensava di dover solamente effettuare filmati subacquei. In realtà, guardando le riprese delle immersioni, Cameron domandò a Pace cosa fosse necessario per ottenere una videocamera ad alta definizione per filmati in due o tre dimensioni. E così proprio osservando le riprese subacquee nasceva l’idea, il progetto e successivamente, grazie agli ingegneri della Sony, la realizzazione di una nuova serie di videocamere capaci di ottenere le immagini in 3D, che hanno consentito la realizzazione di “Avatar”. La Ricerca Ho sintetizzato oltre 300 interviste a subacquei ricreativi, ma con almeno 150 immersioni al loro attivo, e a subacquei tecnici esperti, mettendo in evidenza gli aspetti principali che la maggior parte degli intervistati ritiene caratterizzino il praticare l’attività subacquea e quale stato d’animo venga provato durante l’immersione.
Come abbiamo visto, andare sott’acqua rappresenta la giusta sintesi tra un approccio occidentale e numerosi aspetti di tipo “orientale”, come testimoniato dai moltissimi subacquei intervistati. L’espressione “mi sento a casa”, la più utilizzata per esprimere come ci sente in immersione, sintetizza la realizzazione del desiderio che il rapporto con la natura può essere rilassante, sereno e familiare. Forse il desiderio di immergersi, il rapporto che si stabilisce con le profondità marine, il modo in cui funziona la nostra mente quando siamo sott’acqua resteranno un segreto chiuso nella soggettività di ciascun subacqueo; chi però ha provato “fino in fondo” questa passione può riuscire a capire che non è solo un hobby o un’attività sportiva, ma è vero amore!
Caroli Flavio, Il volto e l’anima della natura, Mondadori Milano, 2009 Fluri Anna, Gargiullo Stefano, Raimondo Bucher: la mia vita tra terra, cielo e mare, Ireco, 2006 Radio Cina Internazionale, Lin Bin: il mare più bello della Cina deve diventare il mare più bello del mondo, 26 dicembre 2008, http://italian.cri.cn/441/2008/12/26/124s114323.htm Sequeira Noreen, James Cameron’s Love for Scuba Diving shows in Avatar, Aquaviews on line Scuba Magazine, 4 gennaio 2010, http://aquaviews.net |