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La passione per la subacquea
Aspetti filosofici, antropologici e psicodinamici dell’immersione subacquea
in un campione di 300 sommozzatori


di Salvatore Capodieci
*



L’enciclopedia libera Wikipedia riporta: “Passione deriva dal latino patior, che significa soffrire, provare o patire. Tale senso del termine è rimasto ed un nuovo significato ne è derivato: la parola passione è adoperata difatti, oggigiorno, anche per riferirsi ad un’emozione che è più forte di noi, che in un certo senso si subisce, come nell'espressione ‘avere una passione per qualche cosa’. L'oggetto/soggetto passione è indecifrabile e mai conoscibile fino in fondo. Un enigma, un mistero che mai finirà. La passione è una ‘stregoneria’ da cui non si può fuggire. La passione è qualcosa che si subisce ma, per quanto razionalizzata, è impossibile sfuggirvi. La passione è amore”.

Se abbiniamo il termine passione all’attività subacquea, potremmo chiederci cosa spinge, nel fine settimana, circa 250.000 persone (secondo i dati delle ultime ricerche) ad alzarsi presto al mattino per partire verso località marine o un lago con lo scopo di immergersi sott’acqua? Già la sera prima si dedica del tempo per preparare la propria cassetta: guanti, cappuccio, maschera, erogatori, jacket …, tutto controllato più volte e sistemato nel modo opportuno nel bagagliaio della macchina. Si è parlato con il compagno di immersioni o con gli amici del club subacqueo della destinazione, dell’imbarcazione, delle bombole, delle previsioni del tempo …

Penso che, a qualsiasi latitudine o in qualsiasi luogo ci si immerga, la passione per l’immersione subacquea nasca dal rapporto tra l’uomo e la natura.

Questa definizione apparentemente semplice nasconde il senso e la differenza tra la cultura del mondo occidentale e quello orientale.

L’Oriente ha sempre avuto un’attenzione privilegiata per la natura e le sue manifestazioni e, nel pensiero orientale, da tempi immemorabili è stata presente la centralità della natura nei confronti di tutti gli aspetti dell’esistenza.

La cultura occidentale è cresciuta, invece, basandosi sul desiderio dell’uomo di conoscere, misurare e quindi di padroneggiare una natura avvertita come altro-da-sé, meravigliosa ma, se non controllata, avversa o addirittura nemica (Caroli F., 2009).

Al centro dell’idea di natura in Cina vi è la tradizione taoista. Non è un caso che la metafora naturalistica preferita del taoismo ricorra all’immagine dell’acqua, elemento tenace ma al tempo stesso estremamente duttile. L’azione dell’acqua diventa dunque modello per l’azione dell’uomo: resistere ad ogni ostacolo senza spezzarsi; vincere senza contendere, scorrere senza esaurirsi. In Cina e in Giappone il rapporto tra l’uomo e le cose non è mai antropocentrico e la percezione della bellezza scaturisce da una comunione spirituale tra uomo e natura.

Il mondo occidentale vive la natura ispirandosi a due principi fondamentali che fanno riferimento all’uso della ragione o al senso del tragico, al senso cioè di un conflitto che non potrà mai essere risolto. Questa matrice dell’Occidente deriva da Socrate che, vissuto all’incirca un secolo dopo Budda, è diventato il fautore di quello che sarà il pensiero che ha fronteggiato per millenni l’altro pensiero: quello buddista.

Il rapporto con la natura può essere, pertanto, conflittuale o, al contrario, sereno e fusionale e questo rappresenta il fondamento della differenza tra i due mondi.

Che tipo di rapporto ha stabilito il subacqueo nel corso del tempo con la natura?

Se andiamo a leggere la storia dell’immersione subacquea troviamo numerosi racconti che sin dall’antichità parlano dei tentativi di immergersi sott’acqua finalizzati a procurarsi il cibo attraverso la caccia subacquea, riparare le navi, cercare manufatti o anche solo osservare la vita sottomarina. La storia della subacquea sembra appartenere quasi esclusivamente alla storia dell’Occidente forse con l’eccezione delle donne “Ama”, un affascinante gruppo etnico che viveva in piccoli villaggi sulle rive del mare, distribuiti lungo tutta la costa centrale e meridionale del Giappone, e che praticava la pesca in apnea di un particolare mollusco, l’awabi (in italiano abalone o “orecchia di mare”), la principale fonte di sostentamento economico delle loro comunità.

Il diverso modo di rapportarsi alla natura può spiegare, ad esempio, perché l’immersione subacquea non sia nata in Cina, paese dove i diving stanno cominciando a svilupparsi solo di recente.

Radio Cina Internazionale racconta che Lin Bin è stato il pioniere del turismo subacqueo di Hainan ed è il manager di una società di turismo e training subacqueo di Sanya.

Nel 1960 era diventato uno dei primi subacquei cinesi e nel 1991 uno dei primi istruttori subacquei della Cina con un brevetto CMAS tre stelle.

Nell’aprile del 1986 Lin Bin ha portato 26 ospiti americani a Sanya per effettuare delle immersioni subacquee. “Allora – spiega a Radio Cina Internazionale - Sanya era ancora un villaggio di pescatori, nessuno del posto conosceva gli sport subacquei e, naturalmente, non esistevano il settore e gli impianti per il turismo subacqueo”. Gli ospiti apprezzarono l’esperienza delle immersioni e, profondamente affascinati dai fondali e dalla varietà di pesci, chiamarono il mondo sommerso di Sanya “giardino sottomarino”. Questo era stato il primo gruppo di turisti subacquei di Hainan.

Nel 1989 Lin Bin ha accompagnato in una visita a Sanya il presidente della Confederazione Mondiale delle Attività Subacquee (CMAS) e il presidente della Confederazione asiatica di attività subacquee. L'anno successivo, la CMAS decideva di assorbire la Federazione cinese e di conferire a Lin Bin il certificato di istruttore subacqueo della CMAS.

Il mercato delle attività subacquee di Hainan ha visto un rapido sviluppo: se nel 1988 contava solo 2-3 mila persone all'anno ora sono diventate 200-300 mila, mentre le compagnie di turismo subacqueo sono passate da una a circa una decina.

Lin Bin racconta alla radio che il figlio maggiore, Lin Wenfeng, rappresenta ormai la seconda generazione di subacquei che avrà il compito di sviluppare fra gli appassionati il concetto di tutela ambientale, in modo che chi si immerge per godere della bellezza di questo tratto di mare capisca pienamente l’importanza di tutelare le preziose risorse sottomarine.

Penso sia un avvenimento eccezionale che proprio la passione per l’immersione subacquea possa fare da ponte tra due culture millenarie. Resteranno probabilmente sempre, nonostante la globalizzazione, importanti differenze tra mitologia, letteratura, arte, abitudini gastronomiche, ma forse il modo di andare sott’acqua sarà lo stesso. Il desiderio di vedere la barriera corallina, pesci e coralli riuscirà ad unire queste popolazioni così distanti dopo oltre 2.500 anni? Cosa ne penserebbero Socrate e Budda? Quali ripercussione porterà lo sviluppo della subacquea in Cina sulle agenzie didattiche internazionali e sulle aziende produttrici di attrezzature subacquee?


I mille aspetti della passione per l’immersione subacquea

Ognuno di noi ha un suo motivo personale che lo sollecita ad immergersi e che sta alla base della propria passione per le attività subacquee.

C’è chi inizia praticando l’apnea e poi, negli anni, preferisce l’immersione in ARA oppure chi abbandona le bombole per diventare un apneista; chi considera la caccia subacquea l’unico vero significato del proprio desiderio di immergersi. Molti subacquei ritengono che pinneggiare lentamente, tenendo le braccia incrociate, per osservare la flora e la fauna sottomarina, assumendo l’atteggiamento di un biologo marino, rappresenti la modalità più opportuna di immergersi. Alcuni sommozzatori prediligono, invece, le immersioni in relitto o in grotta e altri preferiscono immergersi in siti archeologici. C’è chi non si immerge se non ha con sé la macchina fotografica o la videocamera. Altri ancora vanno alla ricerca dei modi più originali di stare sott’acqua come chi pratica il tiro a segno, la mountain bike o l’hockey subacqueo in una ricerca di originalità che può andare all’infinito. In Cina, per esempio, Mr Lin, residente a Wuchang nella provincia di Hubei, ha addestrato il suo bassotto di quattro anni alla pesca subacquea, oppure l’americano Gene Alba, di Redding, nell’Oregon, è proprietario di un gatto che pratica l’immersione subacquea e gli ha preparato una speciale muta per portarlo con lui sott’acqua.

Nella Tabella N. 1 vengono riepilogate le principali attività subacquee che caratterizzano la passione per l’immersione.


Tabella N. 1 - Le principali attività subacquee

Le immersioni in apnea
Lo snorkeling
La caccia subacquea
La scoperta di flora e fauna (biologia marina)
Le immersioni notturne
Il wreck diving finalizzato all’esplorazione di navi, sommergibili, aeroplani e ogni altro tipo di relitto che il mare conserva nelle sue profondità
Il “deep diving”
L’esplorazione di grotte e anfratti (speleologia subacquea)
Il turismo subacqueo (crociere e vacanze sub).
L’archeologia subacquea
L’orientamento subacqueo: l’uso della bussola
Le attività di ricerca e recupero
La fotografia e la cinematografia subacquea
Il tiro a segno subacqueo
Mountain bike subacquea
Hockey subacqueo
Il salto dall’elicottero
L’utilizzo del Rebreather
Il salvataggio e la rianimazione
L’immersione tecnica: Nitrox e altre miscele (Trimix)


La diffusione della pratica subacquea ha favorito negli anni anche la nascita di attività collaterali a questa disciplina come è riepilogato nella Tabella N. 2.


Tabella N. 2 -
Le attività collaterali all’immersione subacquea

Vivere la realtà associativa: corsi, convegni, aggiornamenti, libri, riviste, forum e newsgroup dei siti WEB dedicati alla subacquea
Acquisizione di specialità e brevetti
Sperimentare la dimensione sportiva del rapporto di coppia (buddy relationship)
Vivere la dimensione gruppale, le sue dinamiche e la figura del leader
Conoscere e sperimentare la comunicazione non verbale: i segnali in immersione
L’amore per la formazione, l’essere una guida e avere disponibilità alla collaborazione, che portano un subacqueo a diventare Dive Master
La passione per la didattica, che si concretizza con l’essere un istruttore.


Forse non tutti sanno che …

James Cameron, il regista di Titanic, il film che ha ottenuto i maggiori incassi della storia del cinema, ha ideato il suo ultimo capolavoro “Avatar” proprio grazie alla sua passione per la subacquea.

Nell’estate del 2000 si era immerso con un gruppo di subacquei in Micronesia e precisamente nell’atollo di Truk, per dedicarsi all’esplorazione di navi affondate con il loro carico di munizioni, aerei, carri armati, autoveicoli. Era presente Vincent Pace, un esperto di riprese sottomarine che pensava di dover solamente effettuare filmati subacquei. In realtà, guardando le riprese delle immersioni, Cameron domandò a Pace cosa fosse necessario per ottenere una videocamera ad alta definizione per filmati in due o tre dimensioni. E così proprio osservando le riprese subacquee nasceva l’idea, il progetto e successivamente, grazie agli ingegneri della Sony, la realizzazione di una nuova serie di videocamere capaci di ottenere le immagini in 3D, che hanno consentito la realizzazione di “Avatar”.

La Ricerca

Ho sintetizzato oltre 300 interviste a subacquei ricreativi, ma con almeno 150 immersioni al loro attivo, e a subacquei tecnici esperti, mettendo in evidenza gli aspetti principali che la maggior parte degli intervistati ritiene caratterizzino il praticare l’attività subacquea e quale stato d’animo venga provato durante l’immersione.

Cosa rappresenta l’attività subacquea?

  1. rilassamento, completo distacco dalla realtà

  2. un gioco, un momento di relax

  3. mi sento nel mio ambiente, felice e gratificato

  4. una porta aperta su un’altra dimensione che ho raggiunto con i miei soli sforzi

  5. un appuntamento settimanale da non perdere

  6. un modo di conoscere me stesso, i miei compagni e un mondo sconosciuto

  7. un momento da condividere in un ambiente naturale

  8. una sfida con me stesso per cercare di guarire dagli attacchi di panico

  9. spariscono i problemi

  10. un momento piacevole ma sopratutto un’occasione di guardare dentro di me, solo con le mie ansie, paure, limiti ma con la voglia di minimizzarli

  11. una cosa che mi completa la vita in tutti i suoi aspetti

  12. il sentirsi a proprio agio con il mondo

  13. una componente fondamentale della mia vita

  14. il coronamento di uno studio, preparazione, adoro le solitarie, godo delle sensazioni, collaudo la mia attrezzatura...

  15. energia e gioia

  16. un momento di relax, di riflessione, di stupore per quello che si può osservare, di concentrazione e autocontrollo

  17. avere una vita parallela, alternativa a quella di ogni giorno

  18. curiosità e voglia di esplorare

  19. una passione forte, il modo migliore per sentirmi libera e parte della natura

  20. un viaggio dentro me stessa, la condivisione di una passione con il mio ragazzo e un modo per essere più vicina ai miei amici sub

  21. l’opportunità di seguire il mio hobby della videoripresa subacquea, mi diletto in immersione con la cinepresa; questo mi permette di esprimere al meglio le mie abilità e la mia creatività ed è motivo di stimolo

  22. un ritrovare me stesso

  23. la quiete allo stato puro

  24. una valvola di sfogo, una fuga dalla quotidianità

  25. un sogno, un mondo misterioso e spettacolare, da togliere il fiato

  26. cercare di entrare in confidenza con il mare... Rispettarlo sempre ma provare a fare breccia nel suo cuore, provare un giorno a potergli dare del tu

  27. tutto quello a cui posso aspirare

  28. tutto, adoro il mare e fare immersioni è la cosa che amo di più

  29. un completamento di me

  30. un momento di rilassamento, uno spazio tutto mio, l’occasione di stare bene insieme ad amici od estranei che condividono la stessa passione, e sopratutto staccare la spina dalla frenesia odierna, la sensazione piacevole del silenzio e di pace interiore

Come si sente quando è sottacqua?

  1. mi sento a mio agio

  2. sono totalmente concentrata su me stessa e su cosa sto facendo. L'immersione la vivo come un momento tecnico, in cui tutto deve essere studiato nei minimi particolari, sott'acqua ricerco la concentrazione, non ho necessariamente bisogno di vedere tanto pesce o cose particolarmente divertenti. La subacquea mi interessa come sfida e miglioramento di me stessa in un altro elemento (l'acqua) che mi permette una maggiore concentrazione rispetto alla dimensione terrestre troppo dispersiva e caotica. Mi sto accostando a delle forme semplici ed iniziali di meditazione. Credo che le due esperienze siano in qualche modo direttamente collegate, probabilmente mi servo di entrambe per un lavoro di ricerca interiore nel mio subconscio

  3. mi sento nel mio ambiente, felice e gratificato

  4. sono attento a tutto ciò che mi circonda compreso la natura e miei compagni d'immersione

  5. mi rilasso abbandonandomi alla sensazione di volo e di leggerezza e allo stesso tempo mi confronto, con me, il mio corpo, la mia lucidità

  6. penso tanto e mi ascolto

  7. mi sento bene, nel mio elemento naturale, come un pesce

  8. sento la pace... e la meraviglia di vedere un mondo che non sapevo esistesse

  9. mi sento nel mio vero ambiente

  10. amo il silenzio, l'assenza di peso e i colori. Mi perdo a guardare i pesciolini, accarezzo gli anemoni, adoro i polipi. Rido e mi sento frivola

  11. sono solo con me stesso, e mi sento bene

  12. mi sento a casa

  13. sono in un altro pianeta, viaggio, volo, ascolto, penso, osservo, in un mondo ovattato, senza confini

  14. faccio un carico di esperienza emozionale che contemplo poi serenamente nei giorni successivi, mi soddisfa la sensazione di sospensione

  15. sono un po’ agitato, ma nello stesso tempo mi piace osservare il mondo sommerso

  16. mi diverto un sacco e scopro sempre cose nuove ed entusiasmanti. Ogni immersione mi insegna cose nuove

  17. ritrovo me stesso...  Cerco di osservare quanto più è possibile e immedesimarmi con quello che mi circonda

  18. mi sento rinascere

  19. sono rilassato ed ebbro di gioia

  20. mi sento in un'altra dimensione, libero

  21. sono a mio agio, i sogni che faccio dopo sono strani. Sogno della “resistenza” sul mio corpo

  22. mi sento ospite bene accetto nella magnifica casa di un amico che mi ha autorizzato ad esplorarla

  23. mi fondo con la natura

  24. passato il primo metro, dopo la fatica della preparazione, subentra uno stato di rilassatezza e inizio a godermi l’immersione planando verso il fondo, “volando” nell’acqua; mi godo l’immersione in una dimensione diversa dal solito

  25. dal momento in cui inizio a scaricare aria dal gav non penso più a niente e sto bene... Amo tutto dell’immersione: i movimenti che sono portata a fare, il rumore del mio respiro e poi mi emoziono per il più piccolo ed insignificante dei pesci come per i grandi pesci...

  26. una continua sfida per superare i miei limiti

  27. tutto sfuma in un’altra dimensione

  28. mi vorrei abbandonare alla corrente (stile il babbo di Nemo) o stare ad osservare un nudibranco e il mare per un po’

  29. la maggior parte delle volte sono completamente affascinato dalle sensazioni che si provano di meraviglia, sono al tempo stesso impegnato a concentrarmi sulle cose da fare per la sicurezza. E’ una particolare occasione per conoscere meglio me stesso

  30. è sempre un’emozione anche perché ogni immersione è sempre diversa dalle altre


Conclusioni

Come abbiamo visto, andare sott’acqua rappresenta la giusta sintesi tra un approccio occidentale e numerosi aspetti di tipo “orientale”, come testimoniato dai moltissimi subacquei intervistati. L’espressione “mi sento a casa”, la più utilizzata per esprimere come ci sente in immersione, sintetizza la realizzazione del desiderio che il rapporto con la natura può essere rilassante, sereno e familiare.

Forse il desiderio di immergersi, il rapporto che si stabilisce con le profondità marine, il modo in cui funziona la nostra mente quando siamo sott’acqua resteranno un segreto chiuso nella soggettività di ciascun subacqueo; chi però ha provato “fino in fondo” questa passione può riuscire a capire che non è solo un hobby o un’attività sportiva, ma è vero amore!


Letture consigliate

Caroli Flavio, Il volto e l’anima della natura, Mondadori Milano, 2009

Fluri Anna, Gargiullo Stefano, Raimondo Bucher: la mia vita tra terra, cielo e mare, Ireco, 2006

Radio Cina Internazionale, Lin Bin: il mare più bello della Cina deve diventare il mare più bello del mondo, 26 dicembre 2008, http://italian.cri.cn/441/2008/12/26/124s114323.htm

Sequeira Noreen, James Cameron’s Love for Scuba Diving shows in Avatar, Aquaviews on line Scuba Magazine, 4 gennaio 2010, http://aquaviews.net

* http://www.psychodive.it/


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