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PSYCHOMEDIA
Telematic Review
Sezione: SCIENZE E PENSIERO
Area: Sociologia




La "nuova" figura del docente: il progetto "Platone"

Giovanni Cozzolino



L'attuale momento storico, è caratterizzato, da un punto di vista pedagogico, da una emergenza educativa senza precedenti.
La crescente incapacità da parte della famiglia di produrre sistemi o protocolli educativi validi e strutturati, la estesa perdita di consapevolezza e di certezze valoriali, la vuota e perenne messa in discussione di sostanziali ruoli strategici, ha prodotto a livello generale, meglio sarebbe dire a livello pandemico, un crescente disorientamento in una agenzia di socializzazione e formazione basilare come la Scuola.
Considerando l'ultima generazione : bambini e ragazzi compresi tra i 5/6 anni e i 14/15, la realtà che emerge è decisamente sconfortante.
Alcuni dati : il ritardo nell'apprendimento medio nelle nostre classi tra primaria e secondaria è compreso intorno al 20/21% per classe (vale a dire 5 su 25).
Per ritardo dell'apprendimento si intende da quello di lieve grado a quello di grado elevato innegabilmente patologico.
Il livello di attenzione è drasticamente calato per incapacità alla concentrazione a soli 17 minuti di media, nella prima ora di insegnamento, per raggiungere i poco più di 6 minuti nell'ultima ora.
Le problematiche comportamentali che vanno da fenomeni conclamati di bullismo anche molto violento a semplice apatia, si sono estese sino a comprendere praticamente tutto il panorama scolastico italiano a macchia di leopardo.
I livelli qualitativi delle conoscenze acquisite dai discenti sono ai minimi storici (a livello europeo).
Questo solo per citare qualche punto di criticità ben conosciuto dagli addetti ai lavori.
Per contro la classe docente almeno, nella scuola primaria di primo grado e primaria di secondo grado è probabilmente la meglio preparata e motivata a livello europeo anche se con la peggiore retribuzione.
Il quesito che sorge spontaneo è quindi come si spiega questo apparente paradosso?..
Sostanzialmente esso ha più di una spiegazione da un punto di vista psico-sociologico. Negli ultimi anni si è prodotta una immensa mole di pubblicazioni di carattere pedagogico volta alla comprensione dell'adolescenza, dei conflitti di questa, della comprensione dell'infanzia e del rapporto con i genitori, con la scuola, con la famiglia ecc. esistono una sempre più nutrita messe di queste pubblicazioni su cui decine , centinaia, migliaia di addetti ai lavori hanno espresso il loro pensiero in tutte le forme possibili. Ciò non toglie che la realtà che ci circonda è come si diceva all'inizio: "una emergenza educativa".

In sintesi la situazione scolastica italiana è gravata da una mancanza di collegamento tra i modelli educativi basici, la cui matrice dovrebbe essere il nucleo familiare, e l'eccessivo carico di lavoro educativo e didattico in contemporanea il docente è costretto a svolgere in supplenza della famiglia.
Ne viene di logica conseguenza che, parte del lavoro puramente didattico formativo, sia sulle conoscenze che sui modelli superiori di comportamento, viene stornato per inizializzare il bambino/discente alle norme basilari di comportamento che in famiglia non ha appreso.
Si può considerare questo come uno dei motivi , ma non il motivo primario.
A rendere più difficoltoso ancora il compito della scuola è la crisi interna al sistema.
Crisi che non si può definire come propriamente endogena, ma come esogena in quanto una società in crisi non può dare origine ad una agenzia dedita all'evoluzione dei propri figli che sia distaccata da tale crisi o che ne sia estranea ed avulsa ed autocentrata.
La scuola, e quindi la figura del docente, soffre della frantumazione dei confini di ruolo prodottasi in modo progressivo negli ultimi quaranta anni, con un altresì progressivo sfaldamento del riconoscimento sociale del docente, unitamente ad una perdita del riconoscimento economico della sua figura professionale.
La società (leggasi come famiglia) ha messo in discussione il ruolo del docente nei confronti dei propri figli, ha minato la sua credibilità, ha definito una professione di serie "B" l'insegnante , ha eliminato il sistema di deferenza strumento primo per la definizione del ruolo, chiamando per nome gli insegnanti della scuola primaria come fossero dei pari o un semplice prolungamento della famiglia, ha dato luogo all'intercambiabilità della scuola stessa nel caso "il bambino li non si trova bene.." , ha reso intercambiabile la stessa figura dell'insegnante con la stessa motivazione, è entrata nel merito stesso dell'insegnamento definendo questa intromissione come "conquista democratica", ha demolito il modello meritocratico cardine educativo/evolutivo della pedagogia, sostituendolo con il "diritto a proseguire nel percorso scolastico", ha appiattito verso il baso le valutazioni ed i sistemi valutativi perché a certa cultura apparivano "emarginanti" , ha caricato di responsabilità unica il docente per il basso rendimento dei discenti in quanto il modello di insegnamento andava "personalizzato".... E via su questa china .
Per lunghi anni quindi questa figura professionale ha retto a questa spinta travolgente e delegittimante unicamente con la propria dedizione alla professione e al proprio senso di responsabilità.
Un fattore interveniente, non secondario, che ha reso ancora più pesante il carico di lavoro professionale è stato rappresentato dalla progressiva crescente femminilizzazione della professione che à raggiunto il 94% dell'intero corpo docenti. Questa caratteristica lungi dal voler apparire come discriminatoria è un ulteriore silenzioso riconoscimento alle difficoltà che i docenti di sesso femminile incontrano nell'espletare modelli educativi in classi a predominanza maschile, specialmente nelle primarie la dove, oggi è presente una crescente e spesso ingestibile percentuale di immigrati appartenenti ad etnie e culture con sistemi di credenza spesso molti diverse dalle quelle nostrane.
In questo scenario il docente italiano si cimenta quotidianamente. Ed è in questo scenario che progressivamente si è andata sviluppando una crescente situazione di disagio dovuto alla alta usura che questa professione genera a livello psicofisico tanto che attualmente la sindrome di Burn-out si estende a quasi in 30% degli addetti ai lavori, livello impensabile a metà del 900'.
La sindrome di Burnout dal temine inglese che stà a significare "bruciato" "scoppiato" indica una situazione di esaurimento e un deterioramento delle capacità individuali in ambito lavorativo. (1*) .
E' ormai conclamato che questo tipo di sindrome colpisce le professioni do "contatto" e di aiuto , quelle che generalmente si definiscono " Helping profession".


La professione di docente tra le più usuranti in assoluto

Sono occorsi molti anni perché il modo scientifico si interrogasse sul tasso di usura di una professione come quella del docente.
Normalmente avvolto in uno stereotipo che sosteneva la posizione di privilegio nella dimensione dell'impiego pubblico, pochi (tranne gli addetti ai lavori) hanno mai visto questa complessa figura professionale come usurante al punto di incidere pesantemente sulla qualità di vita stessa del soggetto, e sulle sue prestazioni professionali.
Eppure questa realtà esisteva già da molto, ma a farla venire in luce è stata il progressivo sfaldamento di quella che viene definita in sociologia come "agenzia primaria di socializzazione" : la famiglia.
A seguito di questo lento evento, il carico di lavoro, costituito, tra l'altro dalle aspettative della società, da una dinamica sociale acceleratasi in modo esponenziale dopo l'epopea sessantottara, e da sempre più gravose e confuse direttive programmatiche edite da un nutrito numero di governi succedutisi in anni precedenti, hanno reso il compito professionale paralizzante ed oltremodo difficoltoso.
La sindrome burnout si traduce, in professioni come quelle definite sopra, in un impatto emotivo molto forte in parte etero-diretto in parte auto-diretto, che genera nel tempo un crescente senso di affaticamento che si cronicizza si a livello fisico che psichico.
Tutto ciò finisce per sfociare in un aumento dei certificati medici alimentando il mercato delle azienda farmaceutiche, e le assenze per malattia sul lavoro.
A livello più personale la ricaduta comportamentale e psicologica determina un costo molto alto ed un peggioramento generale della qualità della vita che si estrinseca nei modi più vari e secondo caratteristiche soggettive. Nel 1950 Hans Seley così definiva lo strss : " una risposta aspecifica a qualsiasi richiesta proveniente dall'ambiente".
é quindi una risposta di segnale di allarme quando qualcosa ci turba , o turba il nostro equilibrio psicofisico. Il meccanismo che si pone in essere automaticamente, è di adattamento alla nuova condizione per ristabilire l'omeostasi iniziale. Sempre secondo Seley questo processo, che lui definisce con l'acronimo di SGA (Sindrome Generale di Adattamento) si compone di tre fasi successive : 1) fase allarme in questa fase l'organismo registra l'imput stressor iniziale ed attiva le contromisure per far fronte ai cambiamenti. 2) fase di resistenza /adattamento in questo range temporale l'organismo tenta di ristabilire l'equilibrio turbato, questo momento può presentare un tempo anche molto lungo nel quale la ricerca, rifiuto di adattamento consuma molte energie e può di fato debilitare l'organismo. Susseguentemente l'organismo si adatta all'agente nocivo inglobandolo. 3) fase di esaurimento nel caso di fallimento di questo momento transitorio, nella quale l'agente nocivo viene accettato, inglobato nel sistema psicofisico dell'individuo, l'organismo non essendo in grado di fronteggiare le nuove richieste viene colpito dalla sindrome da burnout.

Ricerche trasversali condotte negli USA , Gran Bretagna, Scozia , Francia, Italia , Cina, Austria su professioni sociosanitarie, e sulla docenza, hanno messo in luce che il problema riguardante questo fenomeno è trasversale sia nel mondo occidentale che nelle culture a crescita rapida basata su modelli occidentalizzati (come la Cina). Di recente un campione di docenti intervistati nelle scuole della periferia romana in età comprese tra i 35 e i 55 anni hanno dato come risultato evidente che il 66% dichiaravano di non essere soddisfatti del proprio lavoro e di sentirlo come un peso continuo e ripetitivo.

La proposta di intervento: IL Progetto "Platone"

Ad una problematica di questo tipo che attanaglia un settore strategico come quello della scuola nella sua figura più importante, occorre dare risposte immediate ed empiriche, non basate su tentativi demagogici, puramente e meramente teorici ma spendibili ed agibili empiricamente.

La struttura :

basato sui fondamentali di scibili come la sociologia, la psicologia sociale, la sociopedagogia, la psicologia evolutiva, la socioterapia (2*), in un rapporto funzionale e sinergico, il progetto Platone si avvale di tutto quello che queste discipline hanno prodotto a livello empirico e scientificamente valutato a livello statistico per dare strumenti operativi al docente allo scopo unico di rendere il suo operato scevro da incertezze o comunque alleggerendone il carico emotivo e decisionale .
lo scopo fondamentale è quello di evitare la sindrome di burout e le cause scatenanti lo stesso utilizzando tecniche e procedure utilizzabili all'interno del gruppo -spazio-classe e nel rapporto con la c.d. "utenza adulta" altrimenti detta genericamente "genitori".
Iniziato dopo un lungo ed elaborato studio, è stato attuato a livello sperimentale nel 1994/95 su un piccolo numero di docenti delle scuole della provincia di Pistoia , nel 2006/7 è stato istituzionalizzato dalla ASL 3 (Pistoia) coinvolgendo l'intero comprensorio della provincia per un numero complessivo di 26 istituti scolastici su un totale di 46.
Attualmente il numero di scuole partecipanti tende a salire coinvolgendo, almeno in teoria, tutte le scuole di ogni ordine e grado.
Sostanzialmente l'intervento si situa a due livelli : a) formazione rivolta ai docenti con caratteristiche di corso di perfezionamento e relativo attestato finale . b) formazione/informazione con caratteristiche di incontri interattivi basati su risposte sui protocolli educativi e concreti problemi legati alla quotidianità.
Bisogna quindi partire dal presupposto che un genitore ; padre o madre che sia deve essere messo in condizione di uscire arricchito da ogni incontro, con una o più procedure da espletare in ambiti educativo all'interno del suo sistema familiare.
Per cui, gli argomenti delle singole aree, devono trovare un modo per essere estremamente comprensibili e fruibili pur avendo il carisma della scientificità.

In entrambe questi modelli gli obbiettivi sono legati alla risoluzione della "ansia da educazione" che sempre più spesso imprigiona il genitore o l'educatore in un immobilismo operativo e decisionale o, in un vuoto parlare "intorno al problema" che rende impossibile educare.


Per quanto concerne il settore di formazione/perfezionamento rivolto ai docenti alcuni dei macro-argomenti trattati sono :

1) LA RAPPRESENTAZIONE DELLA REALTA'

_ la realtà come rappresentazione sensiva
_ la definizione di rappresentazione della realtà
_ la formula basica della Rr. Secondo i fondamentali della sociologia
_ la differenziazione tra individuo e soggetto


_ 2) IL MANAGEMENT DI SE STESSI

_ la soggettività
_ il ruolo sociale (concetto)
_ l'attore sociale agente
_ la situazione sociale
_ l'interconnessione Azione-Attore-Situazione
_ le realtà sociali all'interno del concetto di Società
_ il concetto di "Noità"
_ i suoi modelli di espressione
_ il concetto di "Docenza" (retroterra storico)
_ la dinamica centripeta della Noità


1) "SIC SEMPER DOCET "
_
_ i fondamenti dell'educazione
_ la acquisizione del ruolo
_ i grandi corpi
_ le attività procedurali dei grandi corpi
_ la delega sociale
_ i "Modus Operandi" (definizione)
_ le competenze trasversali
_ tecniche di conoscenza grafologica (interpretazione dei disegni dell'infanzia)
_ cenni sulla scrittura (caratteristiche salienti di interpretazione)

2) LA COMUNICAZIONE

_ concetto di comunicazione
_ i vari modelli di comunicazione
_ il concetto di empatia comunicazionale
_ la stratificazione sociale
a) il potere
b) espressione dello stesso
c) le gerarchie
d) tipologie di espressione del potere

_ le regole della deferenza legate al potere
_ le regole della deferenza nella comunicazione verbale
_ il concetto di Leader
_ le regole referenziali nella stratificazione sociale
_ le due realtà in cui le regole defernziali agiscono
_ le relazioni sociali
_ i modelli di conversazione
_ cerimonialità comunicativa del ruolo e setting
_ l'etichettamento (labeling)
_ il labeling in ambito scolastico (le problematiche in classe)
_ la deriva relazionale-discorsiva
_ le ricostruzioni delle Rappresentazioni di realtà nei bambini
_ le tecniche per la gestione in classe di "casi particolari"


* R.D.C. la Riduzione Della Complessità nelle problematiche legate ai casi singoli
* Le tecniche di gestione dell'ansia
* La scala di Sellye per la definizione della quantità di stress accumulato
* Le patologie psicosomatiche (cause)
* I meccanismi di "scaricamento/condivisione"

Gli argomenti di massima sopra citati rappresentano una guida del corso anche non essendo esaustivi .
All'interno di ognuno di essi si ricavano modelli di intervento e procedure standard generalizzabili.
Il "Platone" si avvale (esempio originale in Italia) anche della collaborazione di una compagnia di attori semi-professionisti e di un regista in una attività chiamata "Frames-Commedy" .
Questa performance, compresa nel progetto , e parte integrante del corso di formazione, è utile ad un "addestramento sul campo" per la figura del docente e per affinare le sue capacità comunicative.
In sintesi gli attori impersonano in spazzi di tempo delimitati (frames) varianti da 6 a 8 minuti delle mini-commedy impersonando di volta in volta : la madre ansiosa, il padre sfuggente, o il padre "saccente" , la nonna iper-protettiva, o anche figure spesso antagoniste come professionisti , familiari di vario grado, o gruppi familiari di immigrati con tutte le problematiche che queste situazioni possono comportare a livello comunicativo e relazionale.
é una vera palestra pratica che si affronta bene alla fine del corso ed a chiusura dello stesso.
La differenza sostanziale che intercorre tra questa formula identificata con il termine di Frames-commedy ed altre similari, consiste nelle modalità di espressione: gli attori non sono conosciuti dai docenti, di fato sono estranei e si comportano come tali rendendo la situazione assolutamente vera. Il modello di recitazione si basa sulla Commedia dell'Arte per cui gli stereotipi che essi rappresentano sono accentuati vistosamente complicando la comunicazione e la relazione. Il tempo limitato rende più acuta la capacità di lettura "dell'Altro" da parte del docente per una efficace e veloce rispondenza, i modelli di comunicazione/relazione si definiscono in procedure e linguaggio professionale dando spessore e sicurezza al professionista ed eliminando il pressappochismo del linguaggio , il docente al termine del corso ha acquisito padronanza e ricostruito i confini di ruolo del proprio "SE" professionale e personale.

Sostanzialmente la "nuova" figura del docente che si paventava in apertura è identificabile con la "vera" figura dello stesso, sgombrata di sovrastrutture mentali ed emotive che ne appesantiscono l'operato rendendone il ruolo privo di confini referenziali oltre che di riconoscimento sociale. L'eliminazione dei fattori stressor attraverso il "Platone" mirano a rendere migliore la qualità di vita del docente all'interno dell'istituzione Scuola e a rendere migliore la risposta professionale nell'interesse unico delle nuove generazioni.


Bibliografia

1) "Psicologia contemporanea" "Insegnanti sotto stress" ediz. Giunti
2) "Malattie mediali" L. Benvenuti Ediz. Basckerville

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