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PSYCHOMEDIA
SETTING INDIVIDUALE
Psicoanalisi



di Sacco

La psicoanalisi e il nostro tempo



Oggi la psicoanalisi ci insegna, che il processo psicoanalitico non può essere separato dalle sue condizioni d'emergenza, e che la funzione interpretativa dello psicoanalista è nella proposta del dispositivo della seduta come condizione d'analizzabilità e costruzione dell'oggetto analitico.
E' necessario allora pensare una diversità d'oggetti per i diversi dispositivi proposti ?
Se adottiamo questo punto di vista bisognerà anche ripensare quale teoria per quale fine, perché la diversità dei modi d'intervento dello psicoanalista dipenderà anche dal dispositivo indicato.

Possiamo dire che la diversità delle domande e l'estensione del campo della pratica psicoanalitica ha costituito una nuova disponibilità terapeutica strumentata anche per individuare e interrogare il disagio del nostro tempo (G. Di Chiara : Sindromi psicosociali).
Il disagio della civiltà è oggi il disagio della modernità ; ricordiamo che la psicoanalisi è nata come manifestazione della modernità, come emergenza del soggetto che necessita un processo di soggettivazione cioè d'interiorizzazione dell'Io e del Super Io.
In questa prospettiva è l'esemplarità della nevrosi, modello sia della psicopatologia che del disagio strutturale della cultura che è adottato.
Quale sarà oggi il modello esemplare? Il caso limite? L'adolescente?

Oggi, si parla frequentemente di perdita delle sublimazioni, del senso, di rinuncia al superamento dialettico delle contraddizioni della struttura sociale e delle contraddizioni proprio dell'uomo; emergenza d'un pensiero funzionalista che riduce l'uomo a condotte di adattamento con crisi della conoscenza, dei riferimenti scientifici, dei processi di simbolizzazione. Instabilità, paradossi, rottura dei legami sociali sono conclusioni che definiscono l'insicurezza esistenziale, di perdita d'identità.
Autori come Lyotard, citato anche da Gianni Vattimo propongono d'abbandonare le forme anteriori di leggittimazione e di emancipazione per sostituirli con il lavoro o il desiderio collettivo di giustizia e di apertura .
Ma la post-modernità è anche emergenza della diversità, di nuove forme di tolleranza di benessere, d'autonomia, di libertà, diranno i stessi autori.

In sostanza notiamo una scissione culturale di due modi interpretativi :
- uno pessimista, negativa
- un' altro ottimista, positiva.

Due poli: l'illusione e il disagio, fra cui il lavoro psicoanalitico trova il suo posto con il fine terapeutico, interrogandosi sulla propria legittimità e sulla sua propria trasformazione.

In questi nuovi contesti culturali, abbiamo da fare più con l'impossibile che con l'interdetto. Abbiamo una lunga pratica dell'interdetto delle conseguenze devastatrice del Superio, ma che dire dell'impossibile, quando siamo davanti all' assenza di tracce, al primo della parola, al traumatico ?
Non possiamo più parlare oggi in termini d'analisi decodificante, ma di costruzione d'un apparecchio psichico, d'uno spazio psichico, d'oggetto psicoanalitico.
Nella storia più vicina, abbiamo assistito al passaggio d'una psicoanalisi unidirezionale a una psicoanalisi spostata sul funzionamento della coppia psicoanalitica.
Non è più la ricostruzione d'una storia originaria del paziente, ma costruzione d'uno spazio analitico, dove si costituisci la verità dell' incontro, di emergenza della simbolizzazione, d'avvenimento del soggetto.

Per il nostro argomento è utile ricordare come il problema delle condizioni d'analizabilità ha preso con Melanie Klein una dimensione che sarà una vera rivoluzione proponendo come modello della psicoanalisi, il bambino.
Ricordiamo semplicemente come introducendo il materiale del gioco, del disegno, essa autorizzava a pensare il percepito e il movimento come materiale possibile della seduta, aiutando cosi lo psicoanalista a trovare sostituti possibili alle associazioni della parola e adottare un dispositivo della cornice conveniente a una pratica psicoanalitica dell'età evolutiva, ma non soltanto.
La cornice, dirà Jean Luc Donnet (1985), è il frutto d'una ricerca, d'una esperienza passata, è la teoria materializzata; ogni, elemento della cornice possiede la sua giustificazione teorica. Finalmente, la cornice della seduta diventava quello che del controtransfert prendeva valore d'instauro d'una situazione buona e conveniente per l'analista (R. Roussillon).
Oggi, dobbiamo parlare di cornice, d'oggetti psicoanalitici al plurale, anche se la cura classica, rimane la referenza fondamentale, poiché è l'esperienza formativa stessa dello psicoanalista.
L'intrapsichico adultomorfo psicoanalitico è dunque il perno della ricerca psicoanalitica poiché possiede la capacità di mantenere uno scarto fra i pensieri del paziente e dello psicanalista, e non soddisfare soltanto le intenzioni informative e interattive delle comunicazioni abituali e empatiche,anche se l'intersoggettivo sia sovente l'unica via aperta per costituire legami necessari alla psiche e allargare il campo della clinica psicoanalitica.
In sostanza l'aspetto costruttivo e integrante della psicoanalisi, sono oggi indissociabili necessari, quando si è in presenza di persone che non avrebbero nessun beneficio d'un lavoro psicoanalitico di slegamento in una neutralità rispettosa.
L'opera di Melanie Klein, di cui, la teoria con gli oggetti interni permetteva un modello teatrale della psiche, atta a rendere conto d'avvenimenti che hanno luogo in spazi interni, veniva cosi a modificare il modello freudiano basato sulla ricostruzione dei fatti storici. È così che la psicoanalisi metterà l'accento sulla coppia transfert/controtransfert e non paziente/ psicanalista individuando così lo scarto fra persone e psiche. Tuttavia in Italia, l'evoluzione di questi nuovi sviluppi teorici ,aprirà strade a pratiche psicoterapeute da considerare con attenzione , poiché lo sviluppo degli apporti di M.klein ,di Bion, di Meltzer, senza dimenticare Winnicott, Kohut, Dicks e infine i Baranger, permetterà anche d'avere un'altro sguardo sui campi in cui la presenza delle persone reali e la loro dinamica con lo psicanalista darà un senso forte allo spostamento dell'analisi sulla coppia transfert/controtransfert. Si parla così di dialogo psicoanalitico ,di passaggio dall'oggetto interno, come personaggio nato nei rapporti intrapsichici, al personaggio come rete di rapporti interpersonali ,intergruppali, nati nell'interrelazione emotiva analista/paziente.
Allora la coppia transfert/controtransfert puo` essere osservata, la relazione attuale è chiarita con la comprensione delle identificazioni proiettive reciproche, Possiamo notare l'apparizione d'un altro modello che definisce il campo della seduta, bipersonale, poiché al di là delle resistenze proprie al lavoro psicoanalitico, notiamo spesso degli arresti del processo psicoanalitico dipendenti, con modalità diverse ,dai due partecipanti, che mettono così in evidenza altre strutture nate nell'incontro;complicità involontaria collusione inconscia , costituite contro il processo psicoanalitico.
Questo approfondimento è di notevole interesse, se pensiamo che la diversità delle teorie trovano il loro campo di applicazione secondo il dispositivo indicato, e il paradigma del campo in questo caso sembra essere la capacità a raccogliere esperienze cliniche nuove.
Notiamo anche che il desiderio di sapere sembra essere uno degli assi che orienta la
psicoanalisi; ciò suppone che la verità sia più forte che la tendenza a evitare la sofferenza. È proprio in questo senso che i lavori dei post-kleiniani , attualizzati da quelli di Bion ci conducono oggi.
Perché scegliere la verità come criterio e come riconoscerla ?
Perché davanti alle diversità delle correnti psicoanalitiche, abbiamo bisogno di un tempo libero, un tempo per pensare e se la verità viene a mancare, la personalità si degrada e Bion riteneva questo fatto come un assioma; possiamo anche aggiungere che la verità è anche riconoscenza dell'altro, poiché la psiche è anche specchio, non soltanto immagine ma anche ritorno a sé con la mancanza necessaria perché sé diventi sé stesso
Per Bion, l'analista è presente con tutta la sua vita mentale; come il paziente egli è sottomesso a identificazioni proiettive incrociate. Lo spazio della seduta è la messa in scena d'una coppia specifica. Non è più l'attività interpretativa decodificante come abbiamo già detto, che sarà presa in conto, ma "l'operazione reale di trasformazione delle identificazioni proiettive del paziente, che la psiche dell' analista saprà accoppiare".
In sostanza con Bion la concezione d'un apparecchio mentale per pensare i pensieri non si accontenta più di lavorare la rimozione, la scissione, ma pensa un lavoro sul contenente più che sul contenuto ; in conseguenza, l'analisi di livelli più arcaici sarà da considerare e l'attitudine empatica del terapeuta presentata come fondamento dell' intersoggettività; gli scambi emozionali avranno accesso alla parole e l'interpretazione analitica diventerà una proposizione di senso insaturo.
Il campo psicoanalitico si allarga a tutti i pazienti ; l'interpretazione rimane lo strumento psicoanalitico fondamentale di cui il fine diventa la capacità aumentata di pensare e di contenere l'emozione.
A questo punto dobbiamo domandarci: ma l'intrapsichico era poi così definitivo, chiuso , perno della ricerca psicoanalitica, contenuto in limiti cosi differenziati, o le sue frontiere si allargavono per riconoscere l'altro come simile e sempre diverso ?
E' la problematica dell' incontro dell' intrapsichico e del intersoggettivo, diciamo per il momento l'incontro del intrapsichico e dell' interpersonale senza mai dimenticare che l'uomo è sempre preso fra il biologico e il sociale.
La mia lunga premessa sulla postmodernità è un'interrogazione sugli sviluppi della psicoanalisi oggi , sulle formazioni gruppali, come fonte dei rapporti possibili fra il soggetto e l'intersoggettivo, cioè come processo di soggettivazione, mantenendo come perno la dialettica del pulsionale sessuale e della relazione d'oggetto.
Evidentemente questo necessita una teorizzazione del soggetto come procede Rene` Kaës quando parla del soggetto dell'inconscio (Lacan), o Andre` Green quando parla della pulsione come matrice del soggetto, comunque l'articolazione della teoria della pulsione e della relazione d'oggetto è diventata per noi una necessità tecnica e teorica se si vuole rispondere alla clinica attuale fatta d'interrogazioni nuove che necessitano un patchwork teorico più che isolamenti teorici totalizzanti.
E' vero , se vogliamo allargare il campo della clinica psicoanalitica, l'invito fattoci dalle organizzazioni sociali, scuola lavoro, famiglia, coppia è, al di là dell'adattamento, di aprire spazi nuovi , dando senso al resto non integrato. IL resto non integrato, l'ombelico, è per noi la fonte della pulsione sessuale.
Comunque è vero che non è possibile pensare la clinica psicoanalitica della coppia, della famiglia, del gruppo, senza avere integrato i concetti di relazione d'oggetto e l'identificazione proiettiva.
Più volte ho indicato come il fine terapeutico è di nuovo in primo piano.
Perché questo insistenza ?
Perché, con la maggioranza dei psicoanalisti ,penso ,che la psicoanalisi rende conto dell'inconscio, delle sue formazioni, dei suoi processi, dei suoi effetti e delle leggi che lo costituiscono, in qualunque situazione dove si manifesta.
Con Didier Anzieu direi che il problema è di trovare una risposta psicoanalitica al disagio dell'uomo moderno e lo psicoanalista interviene dove l'inconscio appare : coppia, famiglia, étà evolutiva, gruppi ; in ogni luogo dove il soggetto lascia parlare le sue angosce, i suoi fantasmi a un 'altro, pensato capace di ascoltarli, e a renderne conto. Il dispositivo tecnico della situazione psicoanalitica sarà il risultato d'una costruzione teorica che sarà modificato secondo le necessità e i cambiamenti del campo
Come avrete già notato, il nostro riferimento all'opera di Freud rimane fondamentale, non solo come identitaria, preoccupazione oggi da non escludere, ma soprattutto per mantenere vivente il pulsionale sessuale non domesticabile che investe l'oggetto come fonte di soddisfazioni, soprattutto ricordiamo come la sessualità sia fondamentale poiché è l' unica funzione biologica che indica anche l'incompletezza dell'individuo
Se manteniamo come punto fisso della nostra pratica la teoria della pulsione e la teoria della relazione d'oggetto, questa dialettica permetterà l'esperienza psicoanalitica anche nei casi in cui la coppia desiderio-rimozione che provoca l'angoscia e il sintomo, non interviene ancora, lasciando il posto al vuoto, all'irrappresentabile, al traumatico con inibizioni generalizzate e agire ripetuto.
Diciamo rapidamente che molte volte le analisi condotte a lungo permettono trasformazioni; mentre altre volte si dovrà definire e modificare il dispositivo e proporre altre cornici, che conducono a trasformazioni e conoscenza di altri oggetti altrimenti sconosciuti.
La molteplicità degli oggetti, oggetto assente, oggetti di desideri, è ancora più evidente quando la modificazione del dispositivo della seduta, mette in presenza più d'una persona reale che diventono interattive e tendono a introdurre un indifferenziazione fra l'agire e l'azione.
Le domande da farsi sono queste :
- A quale condizione i concetti fondamentali della psicoanalisi trasmessi attraverso
la propria formazioni dovranno essere modificati, o inventati, se il nuovo dispositivo da accesso a un campo più esteso dell'inconscio; come rimanere psicoanalisti ?
Che cosa si acquista, e che cosa si perde quando il riferimento a Freud è considerato caduco?
L'accento messo inizialmente nella mia relazione , sul sociologico del mondo attuale, non implica affatto una sociopatologia, cioè un'origine nel sociale, nella cultura, del patologico, ma indica l'organizzazione di nuove domande dei pazienti in coppia, in famiglia, in gruppo, che si prensentano a noi e che dobbiamo contenere in cornici adatte.
Così la terapia familiare psicoanalitica è un incontro con un gruppo naturale, che può sviluppare un processo analitico anche con un altro gruppo non familiare,una coppia psicoanalitica,un analista solo.
La cornice sarà proposta per accogliere il transfert familiare gruppale e non i transfert individuali.
Problema tecnico delicato in cui si manifestano sovente le contraddizioni e resistenze dei psicoanalisti; lo stesso discorso può essere fatto per la coppia anche se le modalità dinamiche sono differenti.
In questa interrelazione lo psicoanalista manterrà sempre presente la scarto necessario fra il fenomenologico attuale della relazione e l'oggetto psicoanalitico e dovrà dunque confrontarsi al hic et nunc della relazione, al sincronico, al simmetrico e all'infantile gli affetti e del desiderio, al transgenerazionale, alla disimetria, al diacronico senza dimenticare che la costruzione dello spazio analitico è sempre una nuova comunicazione trasferale / controtrasferale.
IL sincronico e il diacronico, il simmetrico e il disimetrico, l'hic et nunc e il negativo , sono da considerare come momenti oscillanti del processo di soggettivazione.
Queste nuove pratiche psicoanalitiche, che utilizzano concetti come interfantasmatizzazione e oggetto/gruppo sono per noi un allargamento della metapsicologia nella direzione proposta da Freud nelle sue ultime opere come "psicologia della massa e analisi dell'Io", che mette l'accento nella necessaria
dipendenza dello psichismo umano al funzionamento familiare originario e al sociale.
Il lavoro psicoanalitico con le famiglie è ormai una pratica corrente ,specialmente nei casi in cui bambini e adolescenti sono coinvolti in disfunzioni familiari che non permettono la cura individuale. Un clima irreale e atemporale è presente già al primo incontro.
Quale prospettive nuove possiamo intravedere con la ricerca sul funzionamento delle famiglie dette da S. Decobert "famiglie a transazione paradossali" ,in cui l'altro non ha più la sua alterità; oppure famiglie fusionali con fallimento della mentalizzazione, della simbolizzazione e con investimenti narcisistici primari ?
Come lo psicoanalista, la coppia o il gruppo dei psicoanalisti saranno coinvolti dalla regressione del gruppo con i suoi meccanismi di difesa, diniego, scissione, indifferenziazione, proiezione identificazioni preferenzialmente narcisistica adesiva o inclusa in un'identificazione proiettiva inter e transgenerazionale.?
In sostanza livelli diversi della psiche umane possono essere evidenziati quando il dispositivo della seduta della cura modificato per necessità tecnica lascia apparire difese arcaiche che non sono dirette contro la pulsione ma contro un elemento di differenziazione concepito come fonte d'una angoscia catastrofica.
L'esempio tipico è il diniego condiviso della funzione paterna;in questo caso l'assenza simbolica del sistema di parentela fa che ognuno si lascia governare da ruoli immaginari. In questi casi le parole non sono soltanto trasmissione di senso, ma soprattutto produzione di effeti, ottenere un risultato è un'esigenza attuale, dunque un linguaggio d'azione, il dire è fare.
La clinica d'oggi solleva molte interrogazioni. Alla drammatizzazione e alla simbolizzazione delle nevrosi, i casi limiti, le famiglie, le coppie a transazione patologiche ci rinviano a un' attualizzazione in cui l'agire, la ripetizione iterativa, i conflitti necessitano l'uso di tecniche che favoriscono la figurabilità come accesso al sistema delle rappresentazioni.
Bisogna ricordare, come lo ha indicato René Kaës, come la formazione del preconscio, abbia per condizione di essere iscritta nell'intersoggettività.
La sua formazione e l'attività sono profondamente tributari dell' intergioco fra il soggetto e l'altro ; in sostanza sostiene R. Kaës il lavoro psichico, può essere evidenziato come lavoro dell'intersoggettività, se si fa l'ipotesi che un altro , o altri possono effettuare per un soggetto, in certe condizioni un lavoro di collegamento e di transformazione che gli sono momentaneamente inaccessibili; solleviamo così tutta la problematica dell'identificazione.
In sostanza livelli diversi della psiche umana possono essere evidenziati quando la clinica di oggi ci mette a l'ascolto della fantasmatica familiare nata dall'apparecchio
gruppale-familiare psicoanalitico.
Sappiamo ormai, per lunga esperienza clinica e teorica, che la pratica gruppale elabora una propria dinamica che non ci permette più di parlare di relazione d'oggetto al singolare, poiché più di un oggetto sarà evidenziato nei diversi dispositivi delle sedute :
apparecchio psichico gruppale,
oggetto gruppo,
transfert gruppale interfantasmatizzazione.
Le famiglie a transazione psicotiche o paradossale che si caratterizzano con la prevalenza del funzionamento "di non separazione/non individuazione" e pongono il problema della lotta permanente contro lo sgomento primario legato al dolore della perdita, ci conducono a studiare la perdita dell'oggetto e l'oggetto della perdita nell'apparecchio psichico gruppale.
Ricordiamo che la perdita dell'oggetto è il centro di temi fondamentali come il declino dell'Edipo, il passaggio della ripetizione all'elaborazione, il sorpasso dell'ostacolo narcisistico, la soluzione della conflittualità Io/Super Io.
Nelle famiglie a transazione patologiche, rincontreremo l'indifferenziazione degli individui, dei sessi, delle generazioni e un auto- erotismo patologico che esprime un narcisismo perverso.
Con le coppie o le famiglie o i gruppi, siamo sempre in presenza d'una dinamica fra azione e sogno e aggiungerei fra attuale e presente, fra presenza e assenza in un interrelazionale che rende vivente e comunicante un empatia che Freud al seguito di Lipps ha considerato come un processo secondario, mentre che Ferenczi e i suoi successori nord americani ,hanno sviluppato una concezione di comunicazione affettiva totale nel vissuto dell'altro, un'esperienza fusionale. In questo caso la difficoltà essenziale sarà la distanza necessaria da prendere per il lavoro di verbalizzazione e di elaborazione.
In sostanza, vorrei privilegiare la dinamica dell'oscillare fra il sincronico e il diacronico, fra hic et nunc.e il sessuale infantile, e pensare l'interrelazione sempre nella necessità di far sorgere lo scarto fra" in praesenzia e in absenzia".La formazione psicoanalitica del terapeuta sarà garante della procedura di verità.
È vero che proponendo questo punto di vista si potrebbe anche rimproverarmi l'assenza di riferimento a altre esperienze psicoanalitiche come i movimenti intersoggettivi americani, oppure la teoria post winnicottiana del SE(la relazione di attaccamento/accudimento) così ben presentata nei scritti di molti autori che pubblicano nella rivista"Interazioni" ma mi sembra che mantenere presente la teoria pulsionale con tutti i concetti che sono necessari, regressione ,fantasmi originari fantasmi inconsci non si mantiene soltanto una tradizione ,un riferimento a Freud, ma soprattutto un senso forte della psicoanalisi che la sostituzione del sessuale con la tenerezza materna non possiede .
Se dovessimo evidenziare differenze teoriche, metapsicologiche nelle pratiche psicoanalitiche assunte da molti psicoanalisti oggi, potremmo arrivare a vere e proprie opposizioni da creare scissioni, rifiuti dell'altro, esclusioni.
Il dibattito è ancora molto vivente sul hic et nunc, sull' interattivo," sull'enactement "come l'abbiamo visto al colloquio di psicoanalisi Italo/Francese di Palermo, del 1999, sul Controtransfert e che sarà ripreso a Bologna in novembre 2001, dalle due Società sul tema :
- Autorappresentazione, simmetrico/asimmetrico.
La ricerca clinica, il sapere fare, attenuano queste opposizioni, anzi il dibattito clinico introduce una prossimità che l'adesione metapsicologica aveva quasi escluso.
Riprendendo la nostra premessa sociopsicologica non possiamo ignorare come tutte queste diverse pratiche psicoterapeute testimoniano la nostra propria appartenenza alla corrente culturale post-modernista relativista e costruttivista anche se il nostro riferimento a Freud mantiene un asso direttivo alla nostra pratica.
Concluderei con questa proposta:la cura classica rimane sempre riferimento all'intrapsichico mentre il riferimento all'intersoggettivo, all'interattivo, rappresentano tentativi interessanti per rendere conto di quello che avviene nelle cure di pazienti che necessitano cambiamenti della cornice.

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