Il carattere istericoFritz WittelsLavoro tratto dal volume "Perché l'isteria? Attualità di una malattia ontologica",a cura di Franco Scalzone e Gemma Zontini (Liguori Editore, 1999 - pag 380 - L. 45.000) Traduzione di Anna Sabatini Scalmati
Nota biografica Fritz Wittels (1880-1950), uomo di grande talento, fu scrittore fecondo, spiritoso e dotato. Entrò nel 1907 nella Società del Mercoledì. Un suo libro, Die sexuelle Not, offrì lo spunto a concitate discussioni. Fu anche autore di un romanzo a chiave che riguardava il noto scrittore satirico Karl Kraus e che divenne uno dei fattori che condussero alla sua temporanea separazione da Freud. Rassegnò le dimissioni da membro della Società nel 1910. Nel 1925, nonostante l'opposizione di alcuni soci, vi fu riammesso. Sfortunatamente aveva scritto una biografia di Freud che suscitò molto biasimo giustificato. Ciò nonostante Freud lo difese e appoggiò la sua riammissione; Wittels gli era caro e ne stimava la grande ricchezza di idee. (cfr. Nuberg H. e Federn E. (a cura di) (1962). Dibattiti della Società Psicoanalitica di Vienna 1906-1908, Boringhieri, Torino, 1973, p. 26).
Possiamo trovare numerose e dettagliate descrizioni del tipo isterico, nei manuali e nelle monografie, ma mancano presentazioni psicoanalitiche circoscritte e dettagliate. La seguente relazione è il risultato di osservazioni cliniche di isterici. In sintonia con la proposta avanzata da Helene Deutsch e da altri analisti, distinguiamo l'isteria di conversione, isteria spasmodica e l'isteria d'angoscia. L'isteria d'angoscia ci conduce alla fobia; questo saggio ci conduce, per così dire, al tipo isterico che spesso non sviluppa sintomi specifici, ma costituisce ciò nondimeno il nucleo di un temuto carattere isterico. L'isteria sta alla donna, come la paura al bambino e i meccanismi compulsivi all'uomo. E' vero pur tuttavia che frequentemente osserviamo condizioni coercitive in donne e casi di isteria in uomini. Ciò avviene in base alla costituzione bisessuale congenita comune ad entrambi e a quelle fasi pre-genitali dello sviluppo durante le quali non è ancora presente la differenza tra i sessi Tutte le attività dell'isteria, sia quelle infantili, sia quelle femminili che le creative, rivelano caratteristiche di gioco. La loro realizzazione, poiché manca l'elemento coatto maschile, cioè la coazione all'adempimento e alla costanza, non è stabile, ed attendibile ed è soggetta a numerose influenze disturbanti. I risultati sul momento esercitano un potere magico, ma velocemente si dissolvono, come una fotografia ben sviluppata, ma non fissata. L'isterica, come un'attrice, è capace di prestazioni insuperabili, ma è inaffidabile e la sua prestazione a volte, nello stesso ruolo o in ruoli diversi, può essere pessima. Il tratto che nella vita sociale di una signora la definisce come journalièreè isterico. Non ci si può fidare dell'isterica che, come una santa, occasionalmente scivola nel diabolico. Come amante, ella è un vero martirio per il maschio serio e coatto che, preso nelle maglie dell'amore e delle gioie di un'ora di felicità, il giorno dopo si vede tradito Il carattere isterico non abbandona mai la sua fissazione al livello infantile; non può, pertanto, raggiungere la condizione di essere umano adulto, ma gioca la parte del bambino e anche della donna. La persona isterica non ha consapevolezza della realtà, lei (o lui) confonde la fantasia e la realtà, e per così dire, permette alla legge dell''Es' di penetrare nell'Io. Anche nel tipo coatto l'Io viene invaso da ciò che non è reale, ma questi tiene questo materiale nettamente distinto dal nucleo della propria personalità. Egli affronta le azioni con dignità, quasi con solennità. L'isterica ha amalgamato, in indissolubile connessione con l'Io, la parte caotica della sua personalità: che dal 1923 la psicoanalisi chiama "Id". E' per questo che è un'impresa ardua comprendere, ed ancora più difficile riuscire a delimitare a livello scientifico, tutto ciò che l'isterica fa, pensa e si sforza di ottenere, sia reale o irreale. Ella può fare tutto, eccetto una cosa: non può essere costretta, né può costringere se stessa. In lei l'elemento compulsivo maschile non è sufficientemente rappresentato. In senso psicoanalitico è castrata, e quando sviluppa i sintomi questo si rivela apertamente. Quando non mostra nulla, la castrazione può facilmente essere dedotta dal suo comportamento. Con i suoi sintomi e il suo comportamento, che rappresentano una compensazione per la mancanza del fallo, ella esprime proprio questa mancanza. Ciò che ella crea viene continuamente e ripetutamente accantonato non appena ella realizza che è deficitario, cioè senza fallo, ma non appena l'oggetto è stato respinto, qualcosa di nuovo deve essere intrapreso. Questo spiega l'infaticabile potere creativo dell'isterico, a cui la cultura umana deve tanto. Da quando la psicoanalisi ha riconosciuto il significato del padre, siamo in grado di notare reazioni alla problematica paterna da parte di tutti i nevrotici. Vi sono state condizioni e culture senza padre. Non sappiamo come fossero i nevrotici e le persone in quelle società. L'isteria e la nevrosi ossessiva del nostro tempo ci sembra una reazione contro l'intrusione del padre e la cultura paterna. Il nevrotico ossessivo lotta contro la coazione del Super-io con una specie di resistenza passiva e con ridicola e paralizzante esattezza esegue tutto quello che gli viene richiesto, perfino ciò che non gli è richiesto. L'isterica ha diluito il suo concetto di padre in una soluzione uno a centomila. Ella rende vano tutto ciò che fa con il suo Super-io - poco più forte di un soffio - e ne consegue che la realtà ed il terrore del Super-io sono quasi perduti. Il nevrotico ossessivo ha troppe direzioni, l'isterico non ne ha affatto e gira in tondo. Il modello di base delle struttura fantastica dell'isteria è la nascita del bambino. Per realizzare la più femminile di tutte le imprese, non si può fare a meno del ritmo compulsivo maschile che, sotto forma di coito, è il contributo del maschio. La conversione dell'atto nel neonato in carne e ossa è il contributo femminile. L'isterica ingravida se stessa e al posto di un vero bambino prende vita il bambino della sua fantasia. Questo è più di un paragone. L'imitazione di una reale gravidanza, con numerosi sintomi addominali, è un fenomeno a cui tutti i medici che curano le isteriche sono abituati. Nella ricerca del fallo, il naso dell'isterica, le sue gambe e le sue braccia - che tendono a paralizzarsi o ad essere troppo attive - divengono simboli in questi sintomi di conversione. La sua bocca diviene uno spostamento simbolico dal sotto al sopra. Il suo rossore è un'erezione. La convulsione isterica, da tempo studiata, si è rivelata essa stessa un coito. Sebbene sia meno sensazionale dell'attacco isterico, la psicoanalisi, il più chiaramente possibile, ci mostra che tutta questa irrequietezza, nota come una peculiarità isterica, è un perpetuo atto di creazione senza un fine. L'Io dell'isterica supera i confini dell'individuazione. Poiché la coazione del reale vi gioca una parte, seppur piccola, l'intero mondo esterno è trascinato nell'Io, ed è amalgamato all'Io dell'individuo. Ciò che la psicoanalisi chiama "transfert", nel caso del tipo isterico, è pertanto un essere senza limiti, uno straripare. Ogni cosa appartiene all'Io ed è trattata con cura. Il transfert dell'Io, l'investimento dell'Io esterno ad opera della libido non si ferma al confine tra l'anima e il corpo. Il corpo dell'isterica - in maniera singolarmente obbediente - si allea con le sue azioni psichiche. Esso parla il linguaggio degli organi, ha un'opinione, desideri e sentimenti e li esprime. Il timore della gravidanza - in modo ambivalente sempre accompagnato al desiderio di divenire madre - in alcuni casi può a volte assumere la forma della claustrofobia e la paura degli spazi chiusi, in altri la paura dei dolori addominali e dei gonfiori (pseudo-appendicite, pseudo-ulcera, dismenorrea, vomito e nausea). A stati fobici si alternano stati di disagio. Finché esiste la sofferenza fisica, l'isterica sa di essere libera dalla paura, e mostra ciò che Freud assieme a Charcot hanno chiamato "la belle indifferénce des hysteriques". Un mio paziente isterico, un giovane uomo che desiderava condividere la vita di suo padre e a tale scopo - in modo completamente inconscio - immaginava una sua metamorfosi in donna, per anni soffrì di un'ulcera allo stomaco inutilmente trattata con diete. Quando, da un suo secondo matrimonio, il padre ebbe un bambino, l'ulcera scomparve e sopraggiunse una fobia. Dopo lo shock che aveva ricevuto, il transfert sul suo corpo del suo desiderio subconscio preferito, non resse più e l'ulcera svelò il suo significato psichico sotto forma di paura, di eccitamento e di avversione per la vita. L'isteria di conversione si mutò in fobia isterica. Gli attacchi isterici non chiarirono tutto ciò, finché la paura del giovane in certi momenti giunse a una vera e propria frenesia nel progettare un'auto-distruzione. Questo caso, con i suoi sintomi isterici, va oltre i limiti della presentazione del tipo isterico. In realtà, non vi è un carattere isterico che all'occasione non sviluppi sintomi. In che modo questo paziente poteva non utilizzare la sua capacità di trascinare il suo corpo all'interno di un legame psichico, per evitare i conflitti e i fenomeni psichici che l'accompagnano? Si realizza una metamorfosi, i conflitti, pertanto, cessano di tormentare l'isterico. L'orgia e l'estasi sono il vero regno dell'isteria. Nello stato di estasi i confini tra l'Io e il mondo esterno, tra il corpo e l'anima divengono confusi. Questo è esattamente ciò che caratterizza lo stato di intossicazione, in cui la chiarezza dei confini, anche quelli tra il desiderio e il disgusto, tra la gioia e il dolore, tra ciò che è permesso e ciò che è proibito, perdono i loro contorni. L'isterico desidera l'estasi, pertanto facilmente e con gioia si abbandona all'uso dell'alcool e di altre sostanze intossicanti. In alcuni casi percepisce il danno e cerca di evitarlo, nondimeno il tipo isterico costituisce il nucleo più grande tra i militari morfinomani, e di altri tossicomani. I tentativi di suicidio sono frequenti nella vita dell'isterico. Il tipo ossessivo insiste a vivere ed è, inoltre, sufficientemente convinto della estraneità dell'Io alla morte, e se ne tiene lontano. L'isterico, di contro, non prende seriamente né la vita, né la morte, né il suicidio. Dal tentativo di un isterico di suicidarsi capiamo che fin dall'inizio non aveva intenzione di riuscirci. E' un gioco pericoloso giocato con la realtà; e più di un isterico che si sporge da una finestra e muore, né desiderava né non desiderava morire. Ciononostante vi è un pizzico di coazione anche nel giocare con il suicidio, e poiché questo sentimento dovrebbe essere estraneo al tipo isterico, ci rendiamo conto che non esiste realmente un carattere isterico al cento per cento. Vi è sempre una parte più o meno importante di coazione, cioè di mascolinità. Non ci si deve aspettare che nel caso del vero carattere isterico la legge della bisessualità perda la sua validità. NOTE
(1) Le mie osservazione, che saranno pubblicate prossimamente, mi hanno indotto a concludere che la linea dello sviluppo va dal bambino, alla donna, all'uomo e, oltre quest'ultimo, all'intellettuale creativo desessualizzato, cioè l'essere umano civilizzato. Il punto di fissazione dell'isteria si colloca tra il bambino e la donna. La linea dello sviluppo, a mio parere, può essere rappresentata da un cerchio che dopo il creativo ritorna al bambino. Il tipo isterico è tipicamente femminile, infantile ed infantile-creativo. (2) Nelle letteratura vi sono molti esempi che supportano questa opinione: la Cressida di Shakespeare, la Manon Lescaut di Abbè Prévost. E vi sono anche esempi di uomini isterici, come il Dorian Gray di Oscar Wilde. (3) Nel Faust di Goethe, Mefisto dice: "Tutto ciò che viene alla vita merita di essere distrutto". L'isteria agisce in accordo con questo principio. Le conclusioni di Mefisto: "Quindi sarebbe meglio che nulla fosse venuto alla luce" è una idea coatta maschile e non isterica. Mefisto è un agnostico. L'isteria non ha dubbi. Il suo motto è: "Tutto ciò che viene alla vita merita di essere distrutto, e pertanto qualcosa di nuovo deve essere costantemente creato".
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