Periodo Perinatale |
Sulla base di queste premesse si è sviluppato il lavoro di documentazione e ricerca sulla vita psichica prenatale che portiamo avanti da qualche anno presso l' Istituto di Psicologia Clinica, Facoltà di Medicina dell'Università degli Studi di Brescia. La notevole presenza in letteratura di evidenze sperimentali riguardanti l'area dello sviluppo della funzione auditiva fetale ha sollecitato il nostro interesse verso l'area della esposizione auditiva del feto in gravidanza ed ha fornito il necessario supporto teorico alla ricerca.
Nel nostro particolare studio ci siamo chiesti quale potesse essere l'effetto della qualità della stimolazione acustica, in particolare linguistica, nelle sue varie connotazioni e valenze comunicative, ricevuta dal feto a partire dal sesto mese di gestazione sul successivo sviluppo affettivo-cognitivo e linguistico nei primi diciotto mesi di vita. A questo scopo è stato costruito uno strumento nella forma di un questionario che, compilato dalla gestante, consentisse di stabilire il tipo e la quantità di esposizione acustica fetale.
Una prima parte del questionario indaga le caratteristiche acustiche dell'ambiente lavorativo materno, dell'ambiente domestico e l'ascolto di radio, musica e televisione da parte della gestante. La seconda parte considera la comunicazione gestante-feto, e quindi la presenza di comunicazione linguistica intenzionale da parte della madre al bambino in utero, indagandone la frequenza, le modalità e il tono, la presenza o meno del marito o di altre persone nel momento comunicativo, la percezione materna dello stesso e delle capacità uditive fetali.
Tale strumento è stato somministrato alle gestanti a partire dal sesto mese di gravidanza, data in cui sembra essere accertata la presenza della funzionalità auditiva fetale. Hanno accettato di partecipare alla ricerca 211 donne gravide tra il sesto e l'ottavo mese di gravidanza contattate presso diverse sedi di corsi di preparazione al parto. Veniva spiegato alle future mamme che si trattava di una ricerca sulle influenze della esposizione acustica fetale in gravidanza e si chiedeva loro se fossero disposte a consentire alle sperimentatrici alcuni incontri di osservazione del bambino una volta nato. La ricerca, infatti, si proponeva come uno studio di tipo longitudinale, attraverso l'osservazione del bambino e della sua relazione con la madre, e la somministrazione di strumenti per la valutazione dello sviluppo cognitivo, comunicativo e linguistico del bambino nei primi diciotto mesi di vita.
Il successivo campione di bambini, le cui madri hanno acconsentito a partecipare al seguito della ricerca, è costituito da 149 soggetti (con un drop out del 29%). Con questi bambini sono state fatte osservazioni domiciliari a quattro, dieci e diciotto mesi. L'osservazione si svolgeva a casa del bambino per consentirgli di muoversi in un ambiente dove si trovasse completamente a proprio agio; la mamma o un familiare stretto era sempre presente. L'osservatore era uno psicologo idoneamente addestrato nello specifico settore. Negli incontri di osservazione, della durata di almeno un'ora, venivano somministrate le scale di sviluppo di Uzgiris e Hunt che consentono, mediante prove sottoforma di gioco, di evidenziare condotte e strategie del bambino che rimandano a differenti stadi evolutivi delle strutture cognitive sottostanti, secondo le teorie dello sviluppo mentale espresse dal lavoro di J. Piaget. A dieci e diciotto mesi, inoltre, si chiedeva alle madri di compilare due questionari riguardanti lo sviluppo comunicativo e linguistico del bambino in base alla esperienza che esse ne avevano nel rapporto quotidiano con il bambino stesso. Gli strumenti in questo caso erano il questionario Mac Arthur, a cura del C.N.R., per una valutazione della competenza prevalentemente linguistica, ed un secondo strumento, a cura di Camaioni e collaboratori, edizioni O.S., volto a rilevare modalità comunicative non solo verbali. Le madri sono state lasciate libere di scegliere se compilare i questionari in nostra presenza o nei giorni immediatamente successivi, in collaborazione con il marito.
Attualmente la parte osservativa della ricerca è stata conclusa e si è nella fase di elaborazione dei dati. Le tappe successive del nostro lavoro sono le seguenti:
1) Verificare la qualità e quantità della esposizione acustica fetale e della comunicazione gestante-feto nel nostro campione
2) Procedere ad una rassegna critica della letteratura sulla vita psichica fetale e neonatale con riferimento alla comunicazione gestante-feto inferita dal nostro campione
3) Verificare l'esistenza di correlazioni tra i riscontri di cui a 1) e 2) e lo sviluppo fisico, psicosomatico e psichico dei primi diciotto mesi di vita, attraverso i dati della nostra osservazione clinica e i rilievi effettuati con i metodi standardizzati
4) Sondare possibili correlazioni tra la comunicazione auditiva gestante-feto e lo sviluppo linguistico del bambino
Saremo grati a chiunque voglia inviarci informazioni bibliografiche sulla vita psichica fetale, e in particolare sullo specifico della nostra ricerca, nonché segnalarci ricerche in atto. Siamo a nostra volta disponibili per quanto riguarda le informazioni in nostro possesso.
Pregasi indirizzare a Dr.ssa Della Vedova Anna e Dr.ssa Manfredi Paola, Istituto di Psicologia Clinica, Facoltà di Medicina, Università degli Studi di Brescia, Via Valsabbina,19, Brescia 25123 oppure al seguente indirizzo di posta elettronica: teodora@iol.it
La Dr.ssa Della Vedova si occupa della vita psichica fetale ed in particolare dei processi cognitivi fetali e dell'apprendimento.
La Dr.ssa Manfredi, coordinatrice della ricerca di cui sopra, si occupa della vita psichica fetale ed in particolare della comunicazione gestante feto e del rilievo di elementi di continuità fra la vita psichica fetale e neonatale.