Primo reportage psichiatrico dall'Abruzzo terremotato: l'arrivo sul campoMarco Longo
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Come feci già a suo tempo per il Friuli e l'Irpinia, due giorni fa sono
partito per l'Abruzzo per dare una mano agli abitanti del mio paese e dei
Paesi vicini dell'Altopiano delle Rocche, con l'idea di mettere a
disposizione soprattutto le mani e la schiena, ma anche la mia
professionalità ed esperienza di psichiatra e psicoanalista di gruppo. E
così è stato; ora vi racconto com'è andata. Sono arrivato a L'Aquila la mattina presto di giovedì e, siccome non ero andato per curiosare la rovina dei suoi abitanti e della città (che conosco ... o meglio ... conoscevo molto bene da più di quarant'anni), pensavo, appena uscito dall'autostrada, di dirigermi subito a sud-ovest verso l'Altipiano delle Rocche. Ma da quella parte le strade erano chiuse, per il pericolo di frane dalle montagne, per cui tutto il traffico (poco e composto perlopiù da mezzi di soccorso o da volontari) veniva deviato verso il lato est. Invece di saltare la città quindi, ho finito per aggirarla completamente (il centro storico ovviamente è totalmente chiuso), passando vicino all'Ospedale che sapete ... (o a quel che ne resta), attraversando le zone abitative periferiche più colpite (quelle delle palazzine moderne di cartapesta), scendendoo poi a sud verso Paganica (o quel che ne resta), passando per Onna (cioè dove una volta c'era Onna) e poi attraversando la pianura a sud della città, verso S. Angelo e S. Panfilo, per poi finalmente salire verso Rocca di Cambio e Rocca di Mezzo. Non faccio commenti su quanto è possibile vedere lungo questo percorso, posso solo dire che è tutto molto peggio di ciò che si osserva in televisione, dove si può apprezzare solo un piccolo angolo visuale, necessariamente dovuto alla telecamera, mentre è ben diverso trovarsi immersi dal vivo e a 360 gradi nella distruzione e nella disperazione della gente. Arrivato sull'Altipiano, che si trova a circa 1350 metri, ho trovato una situazione decisamente migliore, perchè, per qualche miracolo geologico, lassù il sisma ha intaccato molto meno le case, che sono quasi tutte in piedi, se pur segnate, ma certamente la situazione della popolazione non è altrettanto migliore, anche perchè tutti hanno (o avevano) parenti e conoscenti a L'Aquila o in Valle e comunque anche in quota sono tutti sfollati, chè nella case proprio non si può (per il pericolo) e non si riesce (per la paura) a stare. Devo dire che la Protezione Civile sta facendo miracoli, con grande organizzazione e professionalità, aiutata sicuramente da una popolazione forte e tenace (con un'ottima Croce Rossa locale), che non si lascia facilmente piegare. Le tendopoli sono già quasi tutte in piedi e funzionanti, anche se mancano ancora diversi servizi (igienici e docce soprattutto, che comunque stanno arrivando), ma il vitto è assicurato e, insieme ai generatori, si stanno installando anche le stufette elettriche nelle tende e nei tendoni sociali. Lavoro fisico ne ho fatto, come tutti là, veramente molto, tutto il necessario (al limite di quanto mi permettono i miei 56 anni), ma oltre a questo mi sono occupato anche della situazione psichiatrica e psicologica, che è veramente preoccupante, come è facilmente immaginabile; anche perchè i centri psichiatrici un tempo esistenti a L'Aquila sono caduti insieme alla Basilica di Colle Maggio e all'Ospedale, anche se sono già in corso di organizzazione due nuovi centri in tenda, ma questo giù in Valle. Ho cercato allora di prestare ascolto alle angosce e alle paure, soprattutto degli anziani e dei ragazzi, per dare un primo aiuto e sollievo alla popolazione dei paesi dell'Altipiano, girando per le varie tendopoli e coadiuvando i due medici e i due farmacisti, veramente sovraccarichi. Ho quindi raccolto e organizzato un piccolo gruppo di giovanissimi psicologi (tre, in realtà, di cui solo due già laureati), istruendoli sulle basi del colloquio di base possibile ed auspicabile in queste condizioni di stress ed emergenza. Ho attivato anche dei gruppi di ascolto e di autoaiuto e credo che ora i ragazzi saranno in grado di portare avanti il lavoro anche in mia assenza.
Per la Pasqua sarò infatti a Roma, ma tornerò di nuovo sù in Abruzzo già
lunedì e martedì, e poi di nuovo venerdì prossimo e nei prossimi weekend.
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