Ottavo psico-reportage dall'Abruzzo: |
Dal momento del terremoto ho visitato almeno una quindicina di volte il Campo di Piazza d'Armi (la prima volta già il 10 aprile, sotto Pasqua), uno dei più centrali della città de L'Aquila e uno dei più affollati (anche se attualmente il numero degli aquilani presenti è sceso da circa 2000 a circa 1200, più una media di circa 300/400 soccorritori), potendone così verificare passo passo i cambiamenti a livello organizzativo e psicosociale nel corso di questo estenuante periodo di prima emergenza
Il Campo (che qui descrivo più dettagliatamente di altri, ma solo come esempio valido anche per tutti gli altri grandi campi dell'aquilano), risiede in un grande impianto sportivo per l'atletica leggera, adiacente la Stazione dei Carabinieri e il Comando della Guardia di Finanza, che è stato fin dall'inizio uno dei primi e principali grandi centri di raccolta degli sfollati, insieme allo Stadio dell'Acquasanta (quella della famosa squadra di Rugby aquilana), al Globo, a San Sisto ecc Una particolarità di questo Campo è la forte multietnicità: oltre agli italiani vi hanno trovato rifugio circa 90/100 peruviani (che erano perlopiù badanti o colf), 190/200 rumeni (perlopiù badanti e operai), 70 filippini (perlopiù operai e muratori) e 3 cinesi (gestori di un negozio del centro); e l'occasione è buona, tra l'altro, per confutare apertamente anche la falsa allarmante "voce internetica" che ha riempito blog e facebook millantando la presenza di migliaia di cinesi, albanesi (mai stati a L'Aquila) e rumeni che sarebbero rimasti schiacciati nelle cantine del centro, in quanto clandestini ivi sfruttati e nascosti dagli aquilani ... (no comment) Nelle prime due o tre settimane nel Campo erano state velocemente installate solo le classiche piccole tende blu della Protezione Civile (circa 250/300), per dare un primo ricovero alla popolazione, ma anche per fornire una prima sede di emergenza per tutti i servizi, logistici e sanitari (comprese la medicina di base, la pediatria, la croce rossa, la farmacia ecc), mentre al centro del campo spiccavano (e spiccano tuttora) la Tenda Verde della Psicologia (gestita dagli instancabili volontari di PxP - Psicologi per i Popoli - e della PEA - Psic Emerg Abruzzo - cui si aggiungono a volte alcuni volontari del CISOM), la tenda della Neuropsichiatria Infantile, vicino alla ludoteca dei Medici Clown e al grande tendone bianco della Città dei Bambini (gestito ottimamente dalla Croce di S. Andrea), con a fianco la tenda/chiesetta dei Frati Cappuccini Dei miei primi contatti operativi con la Tenda Verde della Psicologia ho già riferito nel mio terzo reportage (pubblicato anche in Psychomedia alla pagina http://www.psychomedia.it/pm/modpsy/emergency/longo4.htm), descrivendo e analizzando tra l'altro il protocollo di intervento psicologico di massima che viene attuato nelle situazioni di emergenza che fanno seguito ad un evento catastrofale; ed è propio nella Tenda Verde che ho raccolto anche la maggior parte dei dati e delle notizie riguardanti il Campo di Piazza d'Armi: in particolare dalla Dr.ssa Monica Isabella Ventura (serena ed efficientissima, Vice Presidente della PEA); dalla Dr.ssa Tatiana D'Ambrogio (entusiasta ed infaticabile specializzanda del reparto di Neuropsichiatria Infantile diretto dal Prof Sechi; reparto ora anch'esso in tenda, nel campo ospedale del S.Salvatore, come descritto nel mio quinto reportage, incentrato sullo stato di Servizi Psi in Abruzzo); dalla amabile e organizzatissima Dr.ssa Federica Malvisi (responsabile degli psicologi della Croce di S. Andrea, Piemonte); e ovviamente dal Dr. Emanuele Legge (Direttore Sanitario del Campo, psicologo del Settore Psicosociale della ASL aquilana, incaricato anche della riorganizzazione psicosociale di tutti i campi centrali della città, che dipendono dal COM 1 della PC) e dalla Dr.ssa Emanuela Ciciotti (Presidente della PEA, inarrestabile panzer sorridente, che lavora instancabilmente e stabilmente nella sede della Funzione Sanità del COM 1) Tornando ora alla cronaca descrittiva, nelle settimane successive il Campo si è gradualmente arricchito di molte altre e migliori installazioni, tra cui due enormi tendoni bianchi per le due grandi mense, una migliore dell'altra, gestite dalla Regione Lazio e dalla Regione Emilia Romagna (che curano anche tutti gli altri servizi logistici e organizzativi del Campo); diversi containers per i servizi di immagazzinamento, segreteria, direzione, comunicazione, sanità di base, farmacia, poste, banca, ecc; decine e decine di bagni chimici, poi in parte sostituiti da moduli bagno/doccia; uno spazio per le lavatrici, una ventina circa; altre ludoteche e spazi gestiti da varie organizzazioni umanitarie, tra cui la Comunità di S.Egidio e l'Unitalsi; ecc ecc La vita in tenda non è affatto facile: per difendersi, prima dal freddo intenso e ora invece dal caldo asfissiante, come negli altri 290 Campi, tra grandi e piccoli, tutte le tende sono state dotate prima di stufe elettriche e ora di condizionatori; ma sia le une che gli altri hanno fatto prima e fanno ora quello che possono ... e la gente ha cercato di aiutarsi prima coprendo le tende con dei grandi teloni antipioggia (utili anche per trattenere il poco calore all'interno), che poi ora sono stati riciclati, stendendoli sospesi tra una tenda e l'altra, per fare un po' d'ombra ... ma anche per allargare un minimo lo spazio vitale oltre la soglia della tenda, mettendo sotto i teloni sedie e tavolini di plastica ... anche se il vero sogno per tutti rimane sempre quello di riavere al più presto una poltrona o un divano, per far riposare davvero un po' la schiena ... Anche a Piazza d'Armi la vita nel Campo tende ad essere tragicamente ripetitiva, ritualizzata dalle file, claustrofobica (anche per l'imposizione del braccialetto colorato e per lo stretto controllo ai cancelli, accresciutosi ulteriormente ora a causa del G8 ...), demotivante e soprattutto noiosissima: a parte gli anziani, che perlopiù sostano semiassopiti dentro o davanti le tende, la gente va e viene continuamente e nervosamente per l'interminabile ed anonimo intreccio dei vialetti ricavati tra le tende allineate, fin dall'inizio ricoperti di ghiaia e di lunghi tappeti di plastica rigida, per evitare il problema del fango ... mentre i ragazzini, se lasciati a sè, corrono eccitati sù e giù per la parte rimasta scoperta della pista atletica, quasi organizzati in agitate e pseudoallegre bande antinoia ... e gli adolescenti (che hanno perso tutti i soliti divertimenti e luoghi di agregazione) perlopiù vegetano, pigracchiando ammassati in piccoli gruppi, seduti in mucchietti segretamente ciarlieri sulle gradinate della pista o sciamando lentamente in silenzio verso i pochi bar aperti, poco fuori dal Campo Dalla noia, dall'ammassamento coatto, dalla depressione e dalla dis-speranza (ché purtroppo la terra non smette di "trettecare", cioè tremare, in abruzzese) ci si difende come si può: si tenta di ritrovare un barlume di identità e di qualità della vita, cercando di adornare ognuno sia l'interno che soprattutto l'esterno della propria tenda in modo diverso, di ricavare piccoli luoghi privati di incontro nascosti tra una tenda e l'altra, di dare un nome ai vialetti e agli spazi dal ciottolato plastificato, che diventano le "vie" e le "piazze" tra le tende, di creare vicino alle tende piccoli spazi protetti, ma scoperti, per i propri animali (perché non debbano stare sempre e solo nelle gabbie fornite dalla PC, per evitare che gli animali circolino incontrollati, depositando le proprie deiezioni sui vialetti e sulle tende) ecc ecc Il ruolo degli psicologi della Tenda Verde (presenti quotidianamente, in media 3 PxP, perlopiù con turni settimanali, e 3 PEA, perlopiù stabili, anche se con qualche necessaria e comprensibile alternanza) e di tutti gli altri psico-operatori suddescritti è stato dunque ed è tuttora fondamentale non solo per fornire ascolto partecipe, o anche accortamente o adeguatamente clinico, nei casi che richiedono un intervento di maggiore cura o sostegno, ma anche per aiutare la gente tutta a prevenire la noia e la depressione, favorendo la riorganizzazione psicosociale: stimolando tutti a riunirsi in gruppi organizzati (condomini di tende o comitati delle varie etnie, che eleggono al proprio interno dei rappresentanti, che poi si riuniscono, insieme ai responsabili della PC e della direzione sanitaria del campo per confrontarsi e prendere decisioni sulla gestione generale del campo stesso); organizzando e/o spingendo tutti a organizzare o a partecipare a delle attività, a riunirsi e collaborare in gruppi di interesse, di svago, di studio o di lavoro Ma nella Tenda Verde (e in coordinamento con gli operatori di altri campi e con i rappresentanti di altri Enti Provinciali e Regionali) si è lavorato anche alla costruzione di progetti specifici: - il progetto di PxP per i "ragazzi dei gradini", gli adolescenti delle gradinate della pista del Campo di Piazza d'Armi, con organizzazione di varie attività specifiche, tra cui anche di ballo-disco, hip pop ecc - il progetto PEA del "caffè letterario", dedicato in particolare alle donne, per stimolarne la creatività narrativa e poetica e comprendente anche l'organizzazione di un premio per le tre migliori opere - il progetto di una radio web e di un giornalino del campo, grazie alla recente introduzione della rete ADSL wireless ed alla donazione di otto computers - la "banca del tempo", un progetto volto a recuperare il senso attivo dell'uso del proprio tempo all'interno dei campi, con la parola d'ordine "regala il tuo tempo", cioè metti a disposizione di tutti le tue competenze o partecipa all'apprendimento di nuove competenze (ad esempio corsi per la gestione delle cucine e dei moduli bagno/doccia ecc) - la costituzione di comitati dei cittadini (solo a L'Aquila sono già una ventina) e il "Progetto dei Cittadini Onlus" (per il controllo della gestione dei fondi) - la prossima apertura della biblioteca regionale, che dovrebbe avere anche delle piccole sedi distaccate nei vari campi - i progetti per il "recupero della memoria storica" della città (arte, antichi mestieri, eredità dei Templari, cultura Celestiniana dell'accoglienza e del perdono; e ad agosto ci sarà da organizzare la festa celestiniana della "Perdonanza") Questi ed altri progetti che verranno, oltre a permettere la reindividuazione e il recupero di competenze, funzioni, attività ecc, anche con lo scopo di una efficace prevenzione della depressione e del disturbo post traumatico da stress, tendono anche a favorire il graduale passaggio ad una gestione autonoma dei campi, in vista di un graduale ma ormai prossimo disimpegno e ritiro della PC, nell'ottica di ridare al più presto agli abruzzesi il controllo e la gestione dei loro enti e servizi e del loro territorio ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ NB - tutti i miei reportages sono pubblicati (insieme ad altro materiale) su Psychomedia.it, nell'area "Psichiatria e Psicologia dell'Emergenza" http://www.psychomedia.it/pm/modpsy/emergendx.htm ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
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