Secondo reportage psichiatrico dall'Abruzzo terremotato: primo coordinamento degli operatori psicoMarco Longo
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Negli scorsi giorni ho prima di tutto preso contatti con gli psichiatri e
gli psicologi che gestiscono l'emergenza nei campi di accoglimento delle
popolazione de L'Aquila, lavorando in condizioni veramente molto
difficili, sia per mancanza di operatori in numero sufficiente per coprire
adeguatamente tutti i turni e tutto il territorio (ovvero tutti i dintorni
de L'Aquila: un territorio molto vasto ed all' 80 % montano), sia per la
stessa situazione personale degli operatori, dato che anche molti di loro
hanno perso la casa ... Come sapete, sono caduti sia il CIM, Centro di Igiene Mentale, di Colle Maggio, che gestiva i pazienti ambulatoriali sul territorio o in day hospital, sia l' SPDC, il Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura, che gestiva i casi acuti con posti letto all'interno dell'Ospedale, quello ora sbriciolato ... per cui si pongono diversi e gravi problemi di gestione dei pazienti già seguiti precedentemente, oltre che problemi di gestione dell'emergenza per tutta la popolazione raccolta nei vari campi. Anche se una buona metà della popolazione aquilana in realtà è già stata spostata in altre città e paesi, soprattutto sulla costa adriatica, cosa che ovviamente pone un problema di emergenza anche nei campi e negli alberghi di tutte queste zone di ricovero, oltre che un problema di dispersione dell'utenza psichiatrica dei suddetti precedenti servizi territoriali; per cui i pazienti si trovano ad aver perso oltre la casa anche i contatti con i medici, gli psicologi e gli infermieri che li seguivano attentamente da anni (e si tratta di pazienti che in massima parte ben poco sopportano le separazioni). Ho visitato i campi aquilani, trovandoli, devo dire in tutta sincerità, molto ben organizzati, ché la Protezione Civile ha fatto veramente e rapidamente un ottimo lavoro, così come del resto tutti i soccorritori e i vigli del fuoco in particolare (anche se parlando con loro si sente unanimemente dire che vista l'entità della scossa, a parte il centro storico e le case antiche, davvero non si aspettavano una tale distruzione ... dovuta essenzialmente al modo in cui si è costruito). Ogni campo ha a disposizione tende e servizi, tra cui un buon servizio medico, spesso anche specialistico, nonchè un discreto servizio psicologico, gestito in modo capillare, con molte tende sparse per i vari campi, dall'associazione Psicologi per i Popoli, i cui volontari sono riconoscibili per la maglia verde con la scritta bianca "Psicologia" che indossano; a loro tutta la gente dei campi può rivolgersi anche autonomamente per un primo aiuto psicologico. L'associazione opera in piena sinergia con ciò che resta del servizio psichiatrico territoriale, fornendo ascolto e sostegno a ovviamente i casi più gravi richiedono l'intervento psichiatrico e purtroppo per il futuro si prevede che tali casi aumentino sempre più, a causa dell'intervenire delle cosiddetta SPT , Sindrome Post Traumatica, che in genere ha un picco a due/tre mesi dagli eventi catastrofici. Per questo ci si sta organizzando in massima sinergia per attivare, quanto prima, un'azione non solo di contenimento immediato, quanto di prevenzione attiva della SPT, che può comportare soprattutto attacchi di panico, blocchi della parola o di altre funzioni sensoriali o motorie, blocchi emotivi, blocchi operativi e ovviamente depressione o viceversa agitazione psicomotoria. Il Servizio di coordinamento centrale e provinciale dell'intevento psichiatrico e psicologico, si trova nel grande campo posto al "Globo", alle porta de L'Aquila venendo da Roma, ed opera sotto la responsabilità del Dr, Vittorio Sconci, ex dirigente del CIM; il questo campo il servizio ha a disposizione diverse tende, in cui si trovano sia alcuni degli operatori (altri si spostano continuamente da e verrso i vari campi della provincia) sia molti degli utenti precedentemente seguiti dal CIM e, dove possibile, anche le loro famiglie. Visto che io ho una casa sull'Altipiano delle Rocche, per fortuna "apparentemente" quasi intatta, come tutta Rocca di Mezzo (ma sono già in corso le verifiche tecniche per stabilire se le molte crepe comunque presenti nelle case dell'Altipiano siano solo superficiali o come si teme, in molti casi, anche profonde), mi è stato affidato il compito di coprire il territorio montano che va da Ocre, e gli altri paesini pedemontani, fino all'Altipiano (1350 metri slm) e ad Ovindoli, attivando dove possibile anche la suddetta prevenzione. Cosa che ho cominciato a fare, visitando tutti i campi dei vari paesini e quelli delle loro frazioni, prendendo contatto con chi li gestisce dal punto di vista sia operativo che sanitario e soprattutto cominciando, ovunque possibile, a prendere contatto diretto con la popolazione, facendo colloqui individuali o riunendola in gruppi e fornendo quindi il primo sostegno e le prime informazioni. Anche su questo territorio montano, a S. Panfilo d'Ocre, ho trovato un gruppo di Psicologi per i Popoli, con il quale mi sono coordinato: per il momento gestiranno loro la parte pedemontana, (anche se sono a disposizione per la parte acuta di carattere più specificamente psichiatrico), mentre in quota, sull'Altipiano delle Rocche, ho creato io stesso un primo nucleo di quattro giovani psicologi, raccolti tra i ragazzi del luogo,ai quali ho fornito la prima formazione di base, che mi affiancano nella gestione locale dell'emerganza, visitando con me ogni giorno tutti i campi in quota e fornendo supporto psicologico, fatto soprattutto di ascolto e sostegno, sia individuale che in gruppo.
Marco Longo
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