PSYCHOMEDIA
|
TERAPIA NEL SETTING INDIVIDUALE
Modelli e Tecniche in Psicoterapia
|
La validità del modello teorico in Psicologia Individuale (2) (3)
Considerazioni alla luce della "Teoria della Tecnica"
Note per una messa in scena costruttivistica
di Guido M.Arnò (1)
PREMESSA
Questa ricerca in Psicologia Individuale Comparata, non può
essere considerata esaustiva nei suoi fini, ma è l'insieme di riflessioni
raccolte sino ai nostri giorni, durante la supervisione e il confronto
operativo del trattamento individualanalitico.
Allo stato attuale, un'analisi teorico-tecnico-operativa retrospettiva,
richiede un continuo approfondimento nel campo della psicologia del profondo
e della ricerca, sarebbe un errore presumere di proporre un lavoro compiuto.
Rivolgo un ringraziamento al gruppo dell'Istituto "A. Adler" di Torino
che ha favorito il confronto e le preziose note raccolte; ai pazienti che
hanno permesso di potere migliorare e convogliare le elaborazioni pratiche
presentate, alla rivista "Il Sagittario" per la pubblicazione dello scritto
ed in particolare al Prof.re Lino G. Grandi, infaticabile, paziente, continua
guida che ha stimolato e stimola il confronto scientifico di tutti noi.
INTRODUZIONE
E' necessario introdurre il concetto di "validità del modello",
attraverso una prima sistemazione della Psicologia Individuale Comparata
alla luce della sfida proposta dalla ricerca in psicoterapia, per comprendere
su quali basi teoriche e di teoria della tecnica l'Individualpsicologo
operi, quali sono le azioni compiute, i processi e i risultati che consegue
con l'assistito.
Ai nostri giorni, non è più sufficiente affermare che
il paziente "è guarito o non è guarito", su supposizioni
soggettive od induttive che si riferiscono al tipo d'intervento compiuto.
O, affermare che l'intervento possibile, è solo quello nei confronti
di quel paziente che ha quelle precise caratteristiche, rispetto ad un
altro che non le presenta. Inoltre, non è utile liquidare il discorso
sulla validità del modello Individualpsicologico definendolo non
scientifico, senza essersi posti la domanda: "E' o non è un modello
scientifico?". "La teoria di riferimento, risponde alle domande che il
clinico si rivolge, per spiegare i fenomeni?". "In che modo la teoria supporta
l'inquadramento tecnico-operativo?". "L'intervento clinico, è sufficientemente
supportato da un'adeguata teoria della tecnica ?".
Ricercare la validità del modello teorico-tecnico interessa
tutti i colleghi; riguarda sia le caratteristiche della conoscenza sia
l'affidamento che si ripone nella teoria della tecnica nell'intervento
quotidiano con il paziente.
L'interesse è sia per i terapeuti che confidano nella ricerca
di risposte per configurare un corretto approccio Individualpsicologico,
sia per coloro che avendo l'opportunità di rispondere alle domande
necessitano di criteri di verifica, confrontabili con gli altri indirizzi
psicoterapeutici.
L'analisi di una teoria di riferimento e del processo terapeutico,
richiede risposte alle seguenti domande:
a) "E' valida la teoria di riferimento utilizzata?;
b) Quali sono le tecniche che si impiegano nel trattamento?;
c) E' importante la preparazione del terapeuta?;
d) Esiste una correlazione positiva tra i risultati e l'esperienza
del terapeuta?;
e) Esiste una correlazione positiva tra i risultati e la durata della
psicoterapia?;
f) I risultati sono stabili nel tempo?;
g) Quando la psicoterapia è dannosa?".(4)
Lo stato attuale della ricerca in psicoterapia, come mette in
evidenza Migone (5) nel suo ampio report, necessita di approfondimento
e verifica, per analizzare il processo di successo o insuccesso in terapia.
La necessità e l'urgenza di affrontare tale tema, sarà
approfondito nei punti: a) la validazione della teoria; b) la teoria della
tecnica Individualpsicologica; g) la nocività in psicoterapia, tralasciando
per ovvie ragioni di tempo e spazio gli altri temi.
In questo compito, si esaminerà la validità del modello
attraverso l'analisi dell'enunciato, la teoria di riferimento, i riferimenti
clinici, gli strumenti in uso, la teoria della tecnica, l'ipotesi di conferma
del concetto teorico confrontato con gli studi psicobiologici e neuroscientifici.
A. VALIDITA' DEL MODELLO
La ricerca scientifica adleriana si è sviluppata ed articolata
con la misura del tempo e della pratica, come Adler amava dire: "...Noi
non pretendiamo né di avere esplorato tutto né di avere scoperto
la verità ultima, pensiamo soltanto di avere apportato il nostro
contributo all'attuale cultura. E ci rallegriamo in anticipo di ciò
che a loro volta apporteranno quelli che ci seguiranno".(6)
Il modello della Psicologia Individuale formulato da A. Adler, è
lo studio scientifico dell'uomo nel suo contesto di vita. La teoria e la
tecnica, si rivolgono verso la ricerca unitaria della personalità
del paziente, nel corretto inquadramento della problematica presentata.
La Psicologia Individuale Comparata chiama in causa la filosofia, cioè
l'amore per il sapere che ha guidato Adler e guida nel continuo approfondimento
del pensiero, l'utilizzo del metodo comparativo d'indagine a sostegno della
verifica teorica e tecnica.
La validità di un modello - teorico - è l'insieme di
regolarità, che presenta, nei suoi assunti Teorici e Tecnico-operativi,
che possono essere validabili attraverso la possibilità di verifica
e controllo.
La definizione di "modello" (7) assegnata alla P. I. richiama nel significato
generale ad argomentare specificatamente questa definizione e due altre
congiunte, "irregolare" (A.1. a), "regolare"(A.1. b), per dimostrarne la
validità.
A.1.a Il modello "irregolare"
"Nell'accezione più generale del termine, un individuo
è un'entità singola e particolare, e come tale possiede le
caratteristiche dell'unitarietà e dell'unicità. L'unitarietà
ci dice che si tratta di una realtà singola, ossia non molteplice;
l'unicità ci dice che si tratta di una realtà particolare,
ossia dotata di un'identità distinguibile da quella delle altre.
Le caratteristiche complessive di un individuo sono riconoscibilmente diverse
da quelle di un altro, anche se i due sono simili (e anche se sono gemelli
identici - ciò che costituisce un caso speciale). Riconoscere i
due distinti significati di "individuo" - unitarietà e unicità
- è importante, perchè nel processo di sviluppo le due proprietà
non insorgono contemporaneamente. Lo stesso può dirsi di diversi
altri aspetti dell'individualità che, quando discutiamo dello status
degli adulti, noi diamo per scontati.
Qui metterò a fuoco sei aspetti separabili dell'individualità
che insorgono durante una storia di vita: genetico, evolutivo o relativo
allo sviluppo, funzionale, comportamentale, psichico e sociale.
1) Per individualità genetica intendo l'unicità ereditaria,
dove per "ereditaria" deve intendersi "suscettibile di essere trasmessa
da una generazione all'altra".
2) Per individualità evolutiva o relativa allo sviluppo intendo
il conseguimento dell'unicità e delle sue conseguenze.
3) Per individualità funzionale intendo l'insieme delle attività
essenziali alla sopravvivenza.
4) Per individualità comportamentale intendo il complesso delle
attività integrate dell'insieme in relazione all'ambiente. 5) Per
individualità psichica intendo le esperienze interiori che accompagnano
il comportamento.
6) Per individualità sociale, infine, intendo le interazioni
consapevoli all'interno di una comunità di individui." (8)
Il "modello" richiama l'attenzione sul soggetto-paziente: questi
è un modello dinamico nel patrimonio genetico, cognitivo, nella
storia di vita, nelle manifestazioni del parco affettivo, nelle esperienze
e situazioni che vive, nelle azioni che compie, nei comportamenti all'interno
del campo di riferimento. L'assistito si rappresenta al clinico "per chi
è" cioè esplicita un modello, che non è uguale a nessun
altro: Principio dell'Unità (vedere A.1.b.3 Principi Teorici).
A. Adler vedeva in ogni paziente un soggetto, unico, indivisibile,
irripetibile con proprie caratteristiche, cioè un "modello", che
definiva il suo stile di vita nel modus dicendi-vivendi.
Il paziente, con riferimento al compito di validazione della teoria,
richiama ad un modello di "irregolarità" (9). Nell'essere un soggetto
"unico" definisce l'impossibilità di tracciare un modello teorico
"regolare" basato unicamente su tale riscontro. Al contempo il modello
irregolare predispone la traccia per la formulazione di enunciati che inquadrano
stili di vita diversi, e predispongono linee di principio guida per la
costruzione del modello "regolare".
Il paziente essendo un modello di "irregolarità", permette la
formulazione d'idee che si propongono ipotesi per un enunciato teorico.
Adler nella veste di ricercatore utilizza il metodo dell'osservazione,
delle ipotesi e della concordanza nella realtà.
Il paziente è caratterizzato, nel presentare sè,
dai seguenti parametri:
a) patrimonio genetico;
b) patrimonio ambientale;
c) costituzione organica;
d) training affettivo;
e) sviluppo;
f) sintomi;
g) organizzazione della personalità.
L'impianto teorico della P.I., non si sviluppa in astratto attraverso
l'assunzione di una teoria, tanto meno fonda i suoi presupposti sulle sofferenze
- sintomi - fenomeni, presentati dal paziente.
Adler parte dall'osservazione pratica-clinica della persona ma anche
dalla constatazione che l'Homo Sapiens è tra gli esseri viventi,
quello meno fornito di capacità autonome di sussistenza sin dall'atto
della nascita e la sua evoluzione dipende da diversi fattori.
L'irregolarità del "modello-paziente" metterebbe in scacco lo
sviluppo della teoria adleriana se questa fosse stata costruita (sul modello
irregolare) cioè su una serie di schemi rigidi-fissi-definiti, in
quanto ogni soggetto-paziente è un'individualità genetica,
un'individualità evolutiva, un'individualità comportamentale,
un'individualità psichica, un'individualità sociale.
L'osservazione di queste caratteristiche è il punto di partenza
degli studi di Adler che ricerca - sulla base di rilevazioni genetiche,
fisiologiche, biologiche, psicologiche e socio-ambientali - la formulazione
di una teoria di riferimento.
A.1.b Il Modello Regolare
Registri della Formulazione dell'impianto Teorico:
- Principi di base;
- Casistica;
- Valutazione clinica;
- Verifica.
La definizione di "modello" con significato "regolare", si riferisce
alla teoria, agli enunciati alle ricerche cliniche che permetteranno la
formulazione dell'impianto teorico. Tale lavoro si definirà lungo
tutto il corso della sua vita, ma può essere meglio inquadrato attraverso
due periodi di studio e verifica (Stepansky):
1. Il primo periodo in cui Adler definisce i fondamenti della teoria;
2. Il secondo periodo in cui i fondamenti della teoria vengono ampliati.
A. 1.b.1 Il Modello teorico: Formulazione dell'impianto teorico
di Base 1907
1). Il primo periodo di ricerca è connotato dagli studi
del 1907: La teoria dell'inferiorità organica nel suo significato
per la Filosofia e la Psicologia (10); La manchevolezza nello sviluppo
dei bambini (11); Studi sulla inferiorità degli organi (12); L'eziologia,
la diagnosi e la Terapia della nefrolitiasi.(13) (14) (15)
"L'inferiorità a cui mi riferisco riguarda un organo con uno
sviluppo ritardato o un'alterazione parziale o completa della sua crescita.
Le inferiorità possono riguardare gli organi di senso, il sistema
digerente, il sistema respiratorio, il sistema genito-orinario, il sistema
circolatorio e il sistema nervoso. Abitualmente possono essere dimostrate
alla nascita o spesso dopo lo stadio embrionale. Le anomalie innate degli
organi si estendono dalla malformazione alla lenta maturazione di strutture
altrimenti normali. Poiché c'è uno stretto rapporto tra inferiorità
e malattia possiamo aspettarci che a un inferiorità ereditaria corrisponda
una malattia ereditaria".(16)
Adler esplora come l'inferiorità di un organo determini
un riflesso psichico, una modalità comportamentale sia nel carattere
sia nell'organizzazione della personalità. "Abitualmente, comunque,
lo sviluppo normale delle vie nervose superiori, cioè la semplice
compensazione attraverso la crescita, sembra essere sufficiente per condurre
a un funzionamento pressoché corretto. In questo caso, il deficit
rimane inalterato e a un esame più attento molto spesso troviamo
che permangono tracce indelebili per tutta la vita. in altri casi, il deficit
può essere superato e a un esame più attento molto spesso
troviamo che permangono delle tracce indelebili per tutta la vita. In altri
casi, il deficit può essere superato in condizioni normali ma riappare
appena è presente una tensione psicologica, pur rimanendo nascosto
nei momenti di rilassamento. Ci sono frequenti esempi a tale proposito:
l'ammiccamento delle palpebre in presenza di una forte luce, lo strabismo
quando si lavora con oggetti posti a distanza ravvicinata, la balbuzie
nei casi di eccitazione e il vomito quando si è emozionati. Questo
conferma la nostra ipotesi, cioè che la compensazione sia dovuta
a un iperefficienza e a un accresciuto sviluppo del cervello. Tale rafforzamento
della struttura psicologica è dimostrato dal risultato positivo,
mentre il suo rapporto con l'esercizio costante è facilmente evidenziabile.
Allo stesso modo, anche nel Sistema Nervoso Centrale, si ha il prevalere
di un analogo rapporto tra inferiorità e compensazione".(17)
L'inferiorità di un organo influenza la formazione della personalità:
la ricerca è compiuta attraverso il rilievo di dati oggettivi di
ordine clinico sottolineando la modalità di comportamento psicologico
che delinea uno stile d'azione finalistica (18).
Adler non si era quindi soggettivamente fermato all'evidenza dei sintomi
e delle cause, nella disamina, ma comparava l'esame di adulti e bambini
portatori e non di deficienze organiche con quelli portatori di disturbo
nevrotico (Stepansky). Altresì notava come la strutturazione psichica
correlata alla deficienza dell'organo, predisponesse linee di compensazione
e di finalismo diverse tra un soggetto portatore di deficienza d'organo
e un soggetto con disturbo nevrotico.
Si cercherà di dimostrare come la definizione inferiorità
d'organo sia accettabile in quelle persone che presentano inferiorità
d'organo e sentimento di inferiorità. Inoltre si propone un confronto
che permetta di riscontrare la definizione di compensazione.
Inferiorità organica di un organo:
- è vero che: il bambino che presenta un deficit ipovisivo
a causa di una retinopatia, vive il sentimento di essere incompleto riguardo
ai coetanei ed un'impossibilità a potere svolgere i normali compiti
che la vita gli pone.
è falso perchè: tale bambino può compensare (grazie
al sostegno ambientale) nei limiti il deficit, attraverso il sostegno dell'organo
uditivo, l'articolazione dei registri sensoriali e le operazioni della
mente, raggiungendo significative capacità cognitive nel campo scolastico-lavorativo.
Altresì proponendosi socialmente utile agli altri nelle sue possibilità,
acquisisce il senso di cooperazione e di integrazione sociale.
- è vero che: il bambino che ha un deficienza dell'organo uditivo
"vive sempre" un sentimento di infelicità e sviluppa un "senso di
ostilità e sfiducia" nei confronti dell'ambiente in quanto non riesce
ad offrire corrette compensazioni.
è falso perchè: tale bambino può sviluppare una
capacità di compensazione del sentimento di incompletezza (grazie
al sostegno ambientale) cercando di acquisire capacità simili agli
altri, non ancorandosi alla sua menomazione, non sviluppando il sentimento
di infelicità e di inferiorità nel suo complesso.
- è vero che: il bambino con menomazione dell'apparato cardiovascolare
è un bambino che "si ritira" dalla vita e dalla competizione sentendosi
isolato e insufficiente a vivere come gli altri bambini. Questo bambino
sviluppa pigrizia, dipendenza dagli altri, sentimento di incompletezza
e insicurezza.
- è falso perchè: tale bambino (grazie al sostegno ambientale)
può sviluppare capacità di compensazione alla menomazione,
dedicandosi attivamente nello studio, ottenendo in tal modo un sentimento
di inclusione nel gruppo e una immagine psichica di sè positiva.
Inferiorità di posizione famigliare:
- è vero che: il bambino che sviluppa, attraverso una educazione
competitiva, il sentirsi sempre primo riguardo agli altri fratelli, tende
ad uno scarso sentimento sociale, all'utilitarismo nei confronti degli
altri, all'avere sempre tutto per sé.
è falso perchè: tale bambino può sviluppare una
scarsa ansietà nell'essere sempre il primo della classe e successivamente
ottenere e destinare le sue capacità a favore della comunità.
Inferiorità di posizione sociale:
- è vero che: il bambino che nasce povero percepisce la
sua diversità nei confronti dei pari, sviluppa un comportamento
aggressivo ed un forte desiderio di possesso a scapito degli altri bambini.
Presenta sentimenti di odio, comportamenti antisociali. Successivamente,
da adulto, desidera affermarsi nella competizione ottenendo tutto per sè.
- è falso perchè: tale bambino può compensare
nel corso dello sviluppo le capacità personali per raggiungere posizioni
di successo adattivo e raggiunta l'età della maturità sviluppare
il suo senso di umanità nei confronti della comunità.
Questo primo approccio è inquadrabile sull'organo deficitario,
sul ventaglio delle inferiorità e sulle compensazione compiute.
Riguardo lo studio e la ricerca sul modello regolare, non è
possibile definire ancora la validità della teoria, in quanto i
casi che Adler esaminava vengono compresi nella visione medica, organicista:
la comprensione psichica del disturbo si appoggia sull'influenza prodotta
dall'inferiorità dell'organo.
+ Sintesi della Formulazione dell'Impianto teorico del 1907
- Inferiorità organica;
- Relazioni con la malattia;
- Compensazioni;
- Formazione della personalità.
A. 1.b.2 Formulazione dell'impianto teorico 1908-1911
2) Il secondo periodo, vede l'ampliamento dei fondamenti teorici,
delle ulteriori rilevanze pratiche operative, e si sviluppa attraverso
gli scritti prodotti dal 1908 al 1911. Per brevità se ne elencheranno
solo alcuni: Sull'ereditarietà della malattia (19), Impulso all'aggressione
nella vita e nella nevrosi (20), Sulla Disposizione alla nevrosi, un aggiunta
Eziologica e una domanda sulla scelta nevrotica (21), La compensazione
psichica dello stato di inferiorità degli organi.
Adler collega gli studi sull'inferiorità d'organo alla comprensione
della psiche e dei disturbi nevrotici operando una liaison: inserendo il
concetto di "Uberempfindlichkeit", ipersensibilità. Tale termine
è inteso da Adler per fornire un nuovo punto di vista riguardo la
sofferenza nevrotica e i disturbi che il paziente presenta.
La psiche nevrotica è per Adler ipersensibile. L'ipersensibilità
psichica è la disposizione della persona ad essere vulnerabile agli
stimoli che affronta nella realtà. Egli vive continuamente gli stimoli
come minaccia. La conoscenza delle risposte fornite, che non sono state
sufficienti a fronteggiare lo stimolo minaccioso, diventano per il soggetto
esperienza operativa su cui appoggia modalità di risposte che reitera.
"L'ipersensibilità sono espressioni multiple di vulnerabilità
amplificata ... nelle persone che sono senza protezioni e che sono facilmente
esposte alla sofferenza".(22).
La formulazione di una psiche che presenta una sua inferiorità
nevrotica, viene collegata con la presenza (o l'assenza) di un'inferiorità
d'organo congiunta all'ipersensibilità psichica del soggetto sottoposto
a stimoli che lo minacciano.
Tale inferiorità nevrotica si determina: attraverso le relazioni
che l'organo inferiore (presente e-o assente) porta a livello di sostrato
psichico; attraverso le operazioni maladattive compiute dal soggetto come
risposta allo stimolo minaccioso; attraverso l'azione di rinforzo sulle
successive azioni; attraverso la modalità di comprensione operata
nei confronti degli stimoli successivamente rinforzati dall'esperienza
compiuta; "...dai fattori filogenetici che rimandano alle radici organiche
delle nevrosi e ai problemi dell'ereditarietà"(Adler); attraverso
il sentimento di generale abbandono di fronte allo stimolo; attraverso
le compensazioni che compiono l'organo inferiore o altro-i organo-i che
tutoriano la mancanza.
La compensazione viene ad essere operata sia dalla struttura inferiore
sia dal Sistema Nervoso Centrale con cui si collega. Si deve alle capacità
del S.N.C. le possibilità di compensazioni che l'individuo compie:
Adler verificherà come tale complesso determini il funzionamento
della personalità dell'individuo.
Successivamente Adler non s'appoggia più sull'ipersensibilità
per definire le ripercussioni operate a livello psichico dall'inferiorità
d'organo (Stepansky), ma raccorda l'intervento che l'ambiente sociale e
gli stimoli producono sul soggetto nel collegamento con i livelli di compensazione
operati dalla mente diminuiti o rafforzati nei confronti dell'organo inferiore.
La definizione di psiche nevrotica è data dall'incapacità
di saper fronteggiare gli stimoli con elaborazioni adeguate per scarsi
supporti adattivi ambientali, ma anche dall'influenza dell'inferiorità
d'organo quando presente.
Nel 1908 lo sviluppo del quadro pulsionale, (elaborato da Adler
all'interno del circolo freudiano), cioè di tutti i meccanismi sia
di ordine primario sia secondario che vengono operati ed uniti alla trasformazione
degli intenti pulsivi: " a) la trasformazione della pulsione nel suo opposto;
b) lo spostamento della pulsione verso un'altra meta; c) la direzione della
pulsione verso se stessi; d) lo spostamento dell'accento su una seconda
pulsione forte" (23), attraverso le risultanze cliniche permette la successiva
postulazione di pulsione aggressiva.
La pulsione aggressiva, introduce tutti gli aspetti contestuali psichici
e ambientali che l'individuo nevrotico o psicotico, mobilita sia nelle
spinte primarie alla sopravvivenza sia attraverso le trasformazioni di
questa: "Nel 1908 scoprii che in ogni individuo esiste realmente uno stato
di aggressività permanente e fui così imprudente da chiamare
questo atteggiamento "pulsione aggressiva". Presto però mi resi
conto che non avevo a che fare con una pulsione, bensì con un atteggiamento
in parte conscio e in parte irrazionale verso i compiti che la vita impone.
Gradualmente arrivai a una comprensione dell'elemento sociale nella personalità,
la cui ampiezza è sempre determinata dall'opinione che l'individuo
ha dei fatti e delle difficoltà della vita" (24).
La pulsione aggressiva (p. a.) segna lo spartiacque dall'influenza
freudiana e permette una visione teorica di ampio respiro: Adler nello
studio sulla "Pulsione aggressiva nella vita e nella nevrosi" (25) definisce
le manifestazioni della p. a., non solo rivolte al superamento della lotta
per la vita nel suo soddisfacimento, ma anche nelle trasformazioni inutili
per la vita dell'individuo, cioè rivolte contro Sé. Comportamenti
quali " l'umiltà la sottomissione, la devozione, la subordinazione,
la rabbia, l'ira, gli attacchi isterici, l'ipocondria, la paranoia, le
idee di riferimento, l'automutilazione, l'ansia" sono espressioni della
pulsione aggressiva presente nelle nevrosi e nelle psicosi, e indicano
l'aspetto anormale e patologico.
Lo studio su I Delicati bisogni dei bambini (26) collega, la confluenza
pulsionale e il bisogno di affetto del bambino con la struttura psicologica,
delineando la formazione del carattere.
L'armonica trasmissione di affetto della madre è l'acquisita
capacità affettiva del bambino, nel saper trasmettere amicizia e
amore al prossimo, alla comunità di appartenenza, cioè disporre
di Sentimento Sociale.
Diversamente l'acquisizione di povertà affettiva, cioè
lo scarso training, comporta per il bambino successivamente adulto, dei
limiti nei tre compiti vitali. Il sentimento sociale carente, lo dispone
verso scarse capacità nel sapere vivere emozioni e sentimenti, o
nel (parzialmente) non percepire i sentimenti avvertendo solo emozioni.
Il tutto denota un'insufficiente capacità di contatto nelle relazioni
umane.
L'espressione di sentimento sociale è il parco affettivo ricevuto
dalla madre e dal padre.
Nel 1910 con lo scritto Ermafroditismo psichico nella nevrosi
(27) Adler introduce il concetto di protesta virile. Collegando le inferiorità
d'organo e i sistemi endocrini inferiori, inizialmente, dimostra la manifestazione
del sentimento di inferiorità vissuto nei confronti delle figure
virili.
La direzione intrapresa nelle tendenze femminili per l'uomo e maschili
nella donna sono espressione del bisogno d'affetto mancato. Esse emergono,
come stile, nel confronto con le figure importanti vissute virilmente.
La direzione delle espressioni femminee e mascoline, espressione del sentimento
di inferiorità, si rinforza sempre più quale esperienza vissuta
nel training affettivo.
La mascolinità della donna e gli aspetti femminei nell'uomo
sono l'espressione compensatoria di desideri: mettono in luce la virilità
mancata, che si esprime nei sintomi nevrotici.
Il fallimento della protesta virile caratterizza, infine, la scelta
dell'omosessualità o del lesbismo, come espressione della protesta
virile fallita e del complesso di inferiorità rinforzato (Psicologia
dell'omosessualità) (28).
Sintesi della Formulazione dell'Impianto teorico del 1908 - '11
. Inferiorità d'organo e Ipersensibilità;
. Ereditarietà;
. Inferiorità psichica;
. Relazione tra Inferiorità d'organo - S.N.C.- S.N.P.;
. Pulsioni e loro Trasformazione;
. Pulsione aggressiva e sviluppo del Sentimento d'inferiorità;
. Costituzione affettiva - sentimento sociale - educazione;
. Ermafroditismo Psichico - Protesta virile - nevrosi;
. Relatività di pulsioni e libido.
Attraverso questa sintesi dei lineamenti teorici di base del primo
e secondo periodo adleriano, si possono desumere le seguenti sintesi:
a) le connessioni tra l'Inferiorità d'organo e la capacità
di altri organi e del S.N.C. di assumere modalità operative congiunte.
b) L'influenza dell'Ambiente incide sull'inferiorità d'organo,
le Compensazioni sono offerte dalla tutorialità di altri organi
e dalla mutua interazione con l'ambiente, non vengono escluse le ramificazioni
collegate al S.N.C. e alle operazioni compensatorie tra le varie aree cerebrali.
c) L'analisi delle Pulsioni e delle loro Trasformazioni, la trasformazione
della Pulsione Aggressiva, l'interazione con il contesto ambientale, denotano
una visione Unitaria, e il Sentimento di Superiorità come espressione
patologica.
d) Il bisogno affettivo presente nel bambino nel Sentimento di Inferiorità
e nel Sentimento di Superiorità si enuclea nelle manifestazioni
e nelle caratteristiche patologiche del disturbo nevrotico e psicotico.
Viene messo in risalto il connesso significato di Sentimento Sociale.
e) La Protesta Virile congiunto al Sentimento di inferiorità
si manifesta nel confronto patito con manifestazioni virili genitoriali.
La congiunzione del modello irregolare e regolare denota una convergenza
di dati, che permette di formulare gli enunciati del modello teorico nei
suoi principi di base.
A. 1. b.3 I Principi Teorici
La teoria (29) e la tecnica concorrono ambedue nel lavoro terapeutico
e a esse il clinico si richiama attraverso il trattamento che svolge con
il paziente.
La teoria adleriana è la formulazione e sistemazione di principi
generali raccolti attraverso: lo studio scientifico, l'analisi dei dati
strutturali clinici organizzativi della personalità dei pazienti,
le manifestazioni sintomatologiche osservate alla luce sia dell'influenza
ambientale sia della cornice di riferimento storico-culturale di vita.
Adler, sin dall'inizio, da attento medico-ricercatore, si pose alla ricerca
delle connessioni psicologiche per potere comprendere e spiegare la sintomatologia
presente nelle malattie psichiche (Marasco).
La formulazione della teoria riposa su sei principi fondamentali (30).
1. Principio dell'unità (31)
l'essere umano deve essere compreso nella sua unità: un
tutto unico, psiche e soma congiunti, indivisibile ed irripetibile.
2. Principio del dinamismo (32)
"La legge dinamica nasce nell'ambito ristretto dell'infanzia e
si sviluppa mediante scelte appena determinate, utilizzando liberamente
le forze innate e le impressioni ricevute dal mondo esterno: non si può
quindi esprimerla o definirla con una formula matematica" (33).
Ogni uomo muove le sue azioni verso una meta, espressione degli scopi
che sceglie e che si impone nel momento in cui aderisce. Attraverso il
suo modus dicendi si comprende il modus vivendi correlazione delle manifestazioni,
dei finalismi compensativi, del modo di essere collegato con il sentimento
della società (gemeinschaftgefühl) detto anche "sentimento
della comunità".
"Se conosciamo la meta di una persona, possiamo impegnarci a spiegare
e a comprendere il significato dei fenomeni psicologici, il motivo del
loro essere, l'uso che il soggetto ha fatto del suo materiale innato, perchè
ha agito così e non in un'altra maniera, il modo in cui i tratti
del carattere, i sentimenti e le emozioni, la logica, la morale, l'estetica
devono essere formati per potere giungere al suo obiettivo. Forse potremmo
comprendere perchè, e in quale misura, egli devia dal movimento
considerato normale, se potessimo stabilire che la sua meta si è
allontanata troppo dalla nostra o dalla logica della vita comunitaria dell'uomo"
(34).
La meta del soggetto sano e del soggetto malato si diversifica: per
il primo nel sentimento di utilità (nützilichkeitsgefühl)
rivolto alla cooperazione; per il secondo nel distanziarsi da tutto ciò
che può avere uno scopo sociale.
"L'uomo è libero nella misura in cui può scegliere una
meta o cambiarla con un'altra, ma quando ciò sia stato fatto egli
è determinato, in quanto obbedisce alla legge che si è autoimposta."
(35)
In terapia si riscontra la "legge" che il paziente inconsciamente si
autoimpone, attraverso modalità ideative ed operative che non rappresentano
solo lo stile di vita, ma evidenziano gli ancoramenti fittizi, gli arrangement,
l'economia psichica nel suo dispendio quotidiano.
3. Principio dell'influenza cosmica (36)
"Indagare sul senso della vita non ha valore se non si tiene conto
del sistema di relazioni fra l'uomo e il cosmo. è facile comprendere
che il cosmo possiede, in queste relazioni, una potenza creatrice....L'evoluzione
creativa di tutto ciò che è vivente ci può insegnare
che ogni specie persegue uno scopo ideale di perfezione e di adattamento
attivo alle esigenze cosmiche. ... Questo è l'indirizzo in cui dobbiamo
impegnarci per capire in quale senso procede la vita.. Dobbiamo ricordarci
che si tratta di qualcosa di primordiale, inerente alla vita dalla sua
origine, di una supremazia da acquisire per la conservazione dell'individuo
e della razza umana. Perciò è necessario che si stabilisca
una relazione favorevole fra l'individuo e il mondo che lo circonda e tale
esigenza di adattamento non potrà mai avere fine" (37).
"Si apre, a questo proposito, un ampio panorama di ricerche sui rapporti
che esistono fra la vita psichica dell'individuo e tutte le caratteristiche
della natura cosmica, come la mobilità degli atomi, l'alternarsi
del giorno e della notte, il divenire dell'universo e del sistema solare,
etc. la peculiarità della nostra vita psichica è in intima
relazione con queste influenze".(38)
L'uomo nasce e si sviluppa, non come soggetto isolato sganciato dall'ambiente
e dalla comunità di appartenenza, ma come individuo che percepisce
l'influenza ambientale in modo proprio e che elabora: non può essere
libero ed interdipendente dalle influenze ambientali che porta con sé.
Il sentimento della società - gemeinschaftgefühl - significa
un uomo rivolto al percepire, al vivere con gli altri, al partecipare alla
logica della vita collettiva.
In ogni persona la partecipazione empatica all'altro da sé,
permette al clinico di conoscere, il grado di condivisione finalizzato
alla comprensione, allo scambio, al benessere della collettività
che la persona offre.
Il senso della vita della persona viene colto sia nello spazio psichico
interno sia nello spazio esterno. Lo spazio psichico interno denota - i
confini di sè strutturati o meno; gli oggetti affettivi vissuti
equilibratamente; le esperienze fra loro collegate; le paure; i fantasmi
precoci; l'acquisizione delle regole; - il sapere organizzare le parti
(percezione corporea e cambiamenti evolutivi). Congiunto in tale processo
concorre la struttura fisiologica, nella captazione della mente dei distretti
organici funzionanti adattivamente o maladattivamente coordinati dall'indirizzo
psichico
Lo spazio esterno viene colto nella mobilità del soggetto, attraverso
le esperienze che ha compiuto nel corso della vita e che compie, ciò
che ha saputo esperire e provare, ciò che non ha potuto fare.
4. Principio della spontanea strutturazione delle parti in una totalità
(39)
"La vita psichica può essere perciò interpretata
come un assioma di misure difensive ed offensive, dirette verso il mondo
per preservare l'organismo umano e provvedere al suo sviluppo. Derivano,
da questa, altre condizioni essenziali per la comprensione di quella realtà
che chiamiamo anima. Non possiamo rappresentarci una vita psichica isolata,
ma dobbiamo sempre analizzarla in rapporto a quanto la circonda. Essa riceve
dall'esterno alcuni stimoli, ai quali risponde con diverse modalità
e può disporre delle forze necessarie per salvaguardare l'organismo
e assicurare la sopravvivenza di fronte o in relazione all'ambiente".(40)
" Noi vediamo, infatti, che tanto la mente quanto il corpo sono manifestazioni
della vita: sono parti della vita nella sua totalità e quindi cominciamo
a comprendere i loro reciproci rapporti all'interno di questa totalità"
(41)
Lo sviluppo della mente con: le interconnessioni neurali e la struttura
a rete che si dispiega nel percorso evolutivo, il collegamento tra i diversi
distretti organici, le operazioni cognitive, la sedimentazione delle esperienze,
le elaborazioni connesse degli imput e le interazioni emotivo-affettive,
per la Psicologia Individuale, concorrono a concepire l'individuo un'unità
bio-psico-fisica.
5. Principio di azione e reazione fra l'individuo e il suo ambiente
(42)
"Per comprendere ciò che avviene nell'anima umana, occorre
appurare come l'individuo si comporti con i propri simili. I rapporti interpersonali
sono in parte un'esigenza naturale (e pertanto mutevoli) e in parte determinati
da scopi ben precisi, come si può rilevare nel dinamismo dei popoli,
degli Stati, delle collettività, delle strutture politiche. La vita
psichica dell'uomo può essere compresa solo inquadrandola nell'àmbito
di queste relazioni collettive".(43)
Secondo la teoria adleriana, l'uomo è in continua relazione
con l'ambiente e i suoi pari, ed è sottoposto ad un incessante confronto
tra sé e gli altri. Tale confronto mette in luce tutte le azioni
e gli scambi che permettono di definirsi, di intervenire sull'ambiente.
Così 'ambiente propone reciprocamente il cambiamento sulle sue azioni,
sul modo di pensare, agire e vivere.
L'inquadramento della P.I. vede tale dinamismo in un plastico continuo
confronto; le relazioni interpersonali risollecitano il training affettivo
ricevuto ponendo allo scoperto le capacità adattive o maladattive.
La teoria, prende in considerazione gli stimoli e le reazioni del soggetto
all'ambiente, mette in luce non solo il condizionamento di esercizio adattivo
o maladattivo, ma evidenzia la capacità dell'organo superiore, il
cervello, ed i suoi processi psichici.
In Individualanalisi, il paziente si attiva nel sapere costruire supporti
adattivi, sia attraverso la ripresa operativa della conoscenza e del processo
di coscienza - che si attua attraverso la relazione bipersonale con il
terapeuta - re-training - sia mettendo in atto nell'ambiente di vita, modalità
di risposte diverse, ri-educative, funzionanti.
6. Principio della verità assoluta (44)
"La vita psichica dell'uomo, sempre costretta ad affrontare compiti
in vario grado determinati dall'esterno, non può disporre di sé
liberamente. I vari doveri dell'uomo sono sottoposti alla logica della
vita collettiva, che si prospetta come condizione essenziale. L'uomo subisce
costantemente il peso di questa logica, cui può opporre solo in
parte la sua volontà".(45)
L'individuo si adopera nella vita verso il senso comune nei rapporti
e nelle relazioni con gli altri impegnandosi nei tre compiti vitali: lavorativo,
affettivo, sociale. Attraverso una norma immaginaria, uniforma la condotta
individuale che realizza l'equilibrio ottimale tra le esigenze della comunità
e le proprie.
Le manifestazioni sintomatologiche offerte dai pazienti, sono un dato
rilevante di quanto la persona sofferente e malata, devii dai compiti vitali,
attraverso le compensazioni possibili.
La formulazione teorica era, per Adler, non solo insieme di enunciati
e principi generali, ma doveva contenere, proporre una visione di ricerca
e di significato. Doveva avere nello spirito una proposta di comprensione
e di inquadramento sociale dell'individuo nel suo ambiente. Adler fu il
primo medico-psicologo verso la fine del diciannovesimo secolo, che inserì
come linea guida comprensiva ed interpretativa dello stile di vita la definizione
di sentimento sociale "gemeinschaftgefühl", quale sentimento di congiunzione
nei confronti della comunità, barometro del benessere, nella realtà,
della persona.
In essere il sentimento sociale contiene quell' "atteggiamento valutativo
verso la vita (Lebensform) (46) (47), del tutto diverso da quello che troviamo
nella persona cosiddetta antisociale...proponiamo una frase di un autore
inglese che può darci un contributo chiarificatore: - Vedere con
gli occhi di un altro, udire con le orecchie di un altro, sentire con il
cuore di un altro. Questo ci sembra una definizione di sentimento sociale
che possiamo per il momento accettare" (48) .
"Il merito e l'importanza della Psicologia Individuale consistono nell'avere
mostrato che il sentimento sociale costituisce lo stato d'animo fondamentale
congenito che si trova in tutte le manifestazioni psichiche" (49).
Nei sei principi, Adler, richiama ad un modello teorico-comprendente-operativo
consequenziale della comprensione dell'uomo, cioè ad una visione
Teleologica del paziente.
Il significato di Teleologismo può essere riassunto come "propensione
innata dell'adattamento psicologico, che corrisponde alla predisposizione
all'adattamento fisico inscritto nell'evoluzione biologica" (50)
I due periodi di sviluppo della teoria, richiamano al modello
"regolare", cioè ad un impianto teorico che sfrutta la ricerca clinica,
trae i dati a sostegno e verifica dell'ipotesi presentata, convalida la
tesi nell'osservanza del riscontro. La formulazione della teoria della
personalità e la comprensione della psicopatologia, è sostenuta
nei passaggi dall'ipotesi alla tesi.
L'analisi teorica e l'inquadramento patologico vengono congiunti nella
formula che esprime la "visione finalistica della causalità" (51)
nevrotica:
Ideale di personalità = Disposizione nevrotica + (ambiente +
esperienze + individuo) (52).
In altre parole, l'inquadramento della teoria psicopatologica attraverso
la definizione dello stile nevrotico.
La definizione disposizione nevrotica viene usata, da Adler, anche
con altre parole come: stile nevrotico, modus vivendi, temperamento nervoso
etc. E' l'insieme: dello stile di vita, dell'inferiorità organica,
dell'educazione, dell'interazione psico-emotiva-educativa dei famigliari,
dell'ordine di nascita all'interno della costellazione famigliare. Raccoglie,
in essere, i concetti principali espressi nel primo e secondo periodo della
formulazione teorica.
La formula come evidenziano gli Ansbacher definisce: " La sostituzione
di 'nevrosi' con ideale di personalità"...; il passaggio dalla visione
meccanicistica....; è l'ideale di personalità nevrotico che,
distorcendo i dati oggettivi, fa sorgere le 'disposizioni', i sintomi.
...La formula adleriana, invece, sottolinea molto la soggettività
di ogni fattore e, di conseguenza, il Sé assume una notevole importanza
divenendo non solo attivo, ma anche creativo. Esso crea l'ideale di personalità,
valuta le esperienze e costruisce delle 'disposizioni'. A tal proposito,
desideriamo ancora sottolineare come l'individuo si impegni, inconsciamente,
in tutti questi processi: secondo la definizione di Adler, cioè,
questi non è conscio di ciò che sta facendo o non lo comprende"
(53).
A. 1. b. 4 Validità sulle credenziali: Analisi Critica di
induttivismo e Critica Omnicomprensiva
La validità viene ad essere confermata o smentita attraverso
le "...credenziali cliniche della psicoanalisi (54) ...secondo la seguente
suddivisione:
(1) quelle che non sono incentrate in particolare sulle osservazioni
cliniche e
(2) quelle avanzate per negare la rilevanza probatoria delle scoperte
cliniche in quanto tali" (55)
A. 1.b.4.a Critica Induttivistica
La critica rivolta da Popper, alle tre teorie Psicanalitiche,
in particolare a quella freudiana ed adleriana, è di essere una
teoria che trae dall'induttivismo enunciati e principi.
La teoria adleriana ha proposto uno scarso uso di induttivismo nella
formulazione del costrutto teorico. Adler ha sempre richiamato l'attenzione
sulla validazione dei dati presentati dal paziente con la verifica clinica,
utilizzando la visione unitaria di tutti i deficit presenti e nascosti,
nella ricerca di conferme. Nel suo lavoro di ricerca e sistemazione, ha
confrontato lo sviluppo organizzativo della personalità tra casi
che erano portatori d'inferiorità d'organo e casi che non presentavano
tale deficit organico, parametrando i dati in possesso per fornire validità
al presupposto teorico: si può dire che la validazione era centrata
sul confronto di dati quantitativi.
L'enunciato adleriano non è confermato attraverso l'induzione
per enumerazione, cioè presentando (n) pazienti che hanno quel preciso
(d) disturbo o quella precisa (i.o) inferiorità d'organo o psichica,
nè tantomeno offrendo casistica tipologica di pazienti inquadrabili
come casi adleriani.
Non è stato definito un enunciato, in modo che fosse adattabile
in via di quel particolare tratto sintomatologico o plurisintomatologico,
così non è stato formulato un enunciato che sostenesse un'unica
visione qualitativa: la definizione dell'enunciato è interna all'analisi
psicologica fenomenologica soggettiva ed oggettiva. Come sostiene Stepansky,
l'analisi critica delle ipotesi adleriane non è stata sufficientemente
sviluppata e testata nella critica popperiana (56).
Si potrebbe considerare la teoria ed il procedimento per proporre un
qualsiasi enunciato, non sufficiente per sostenere la validità della
tesi scientifica.
Si potrebbe dire che l'oggettività di un presupposto scientifico
sta solo in rapporto ad una raccolta maggiore di dati e di tipologia -
analisi quantitativa -, per surrogare la validità dell'enunciato.
Adler, ha però ritenuto che la contestualizzazione di un enunciato
poggiasse su basi verificabili ed unitarie, cioè si è fatto
carico che i presupposti fossero verificabili.
Ad esempio l'enunciato pulsione aggressiva (p.a.), precedentemente
esposto, si sviluppa attraverso l'analisi degli impulsi organici per essere
compreso come insieme d'intreccio pulsionale. Diventa asse di direzione
dell'individuo nel campo psicologico.
La p. a. comprende le pulsioni primarie, presenti nel bambino sin dalla
più tenera età. E' la risposta al cambiamento dallo spazio
prenatale del piccolo allo spazio ambiente, ed è una condizione
di risposta all'aggressione ambientale, cioè risposta di sopravvivenza.
La p.a. si riscontra sia attraverso l'insoddisfazione delle pulsioni
primarie sia nel collegamento di queste con il prodotto dell'eccitazione
dei diversi impulsi soppressi, ed è a sua volta spinta, verso la
soddisfazione del bisogno. Nell'evoluzione, tale spinta, quando è
rivolta verso sé può produrre manifestazioni quali: umiltà,
sottomissione, subordinazione, masochismo, stile paranoico, ira, sindromi
dolorose, ansia, tentativi di suicidio, suicidio.(57) Verso l'ambiente:
aggressione, crudeltà, lotta, genocidio. Si riscontra altresì
nel rovesciamento, tutta l'influenza che la pulsione aggressiva ha attraverso
il S.N.C. sul soma e sui vari organi.
a. 1.b.4.b Critica Omnicomprensiva
Il modello teorico adleriano, diversamente da quello freudiano,
non si prefigge di spiegare ipotesi universali, pur rivolgendosi alla comprensione
dell'uomo nel suo sviluppo normale e patologico, è unitario, socio-centrico,
scarsamente deterministico e positivista.
Adler nella collaborazione con Freud (1902) alla successiva rottura
col circolo psicoanalitico viennese (1911), fu sempre molto attento a fornire
dati riscontrabili nella validazione dei suoi enunciati. La lettura dei
Protokolle (58) (59) dal 1906 al 1911, non lascia ombre di dubbio riguardo
alla critica di onnicomprensività, o, alle ipotesi non confortate
da casistica. Ancor di più si può affermare, attraverso la
lettura di tutto il patrimonio scientifico scritto sino alla sua morte
nel Maggio del 1937.
A.1.b. 4.c Ipotesi di Validità del presupposto teorico-clinico
confrontato con le ricerche Psicobiologiche e Neuroscientifiche
Questo capitolo, tratterà l'ipotesi di validità
dei principi esposti, ed il confronto con le ricerche psicobiologiche e
neuroscientifiche.
Comprendere la mente umana e i sottili complessi meccanismi che determinano
i processi mentali, la percezione, le azioni, la memoria, le emozioni e
i sentimenti, è ai nostri giorni campo di ricerca della biologia,
fisiologia, neurologia, neuro-biologia, psicobiologia, neuro-cognitivismo.
Alla luce degli studi consultati, si può affermare che il sistema
limbico collegato con altre regioni cerebrali è implicato nel processo
delle emozioni, integrato con le funzioni cognitive, cioè con la
capacità di recepire informazioni, trasmetterle, ritenerle, associarle,
memorizzarle.
Il modello psicosociobiologico di Luc Ciompi (60), denota una visione
strutturale-fisiologica-biologica-evolutiva-ambientale, posto in confronto
con l'intervento emotivo-affettivo correttivo proprio anche della psicologia
del profondo, per quei soggetti che presentano gravi psicopatologie. "
A favore dell'ipotesi della logica affettiva parla anche il fatto che queste
stesse strutture limbiche (n.d.r. amigdala, ippocampo, aree del cervello
filogeneticamente più antiche Mc Lean), che regolano gli affetti
sono decisive in parte anche per prestazioni di memoria. ....le strutture
limbiche sono inoltre specifici punti nodali di collegamento per quasi
tutti i sistemi importanti di neurotrasmettitori. Questi messaggeri chimici,
che trasmettono segnali da un neurone al successivo, sono in rapporto con
determinati affetti. Così il sistema della noradrenalina svolge
un ruolo decisivo negli stati di aggressività, quello della serotonina
negli stati d'animo di cordoglio e depressione e quello della dopammina,
verosimilmente nell'ansia. Neurotrasmettitori e neuro-ormoni come le endorfine
- morfine endogene prodotte nel cervello - trasmettono emozioni di gioia
e piacere. ... Ciò significa, in relazione a qualsiasi tipo di comunicazione
e di trasmissioni di informazioni, che per la ricezione di messaggi cognitivi
ha un'importanza primaria la disposizione affettiva di fondo, mentre il
contenuto delle informazioni da trasmettere ha solo un'importanza secondaria.
....La psicoanalisi, invece, ha fatto fin quasi dall'inizio di questo fattore
emozionale il suo strumento terapeutico più importante, nell'ambito
della teoria del transfert..."(61) .
Lo studio sul fattore emotivo è stato tra i registri centrali
dello studio psicoeducativo di Adler. Nel 1908 in " I delicati bisogni
dei bambini", scriveva: " Come regola generale si può, tuttavia,
sostenere che il bisogno d'affetto del bambino dovrebbe essere soddisfatto
soprattutto per ottenere dei risultati culturalmente utili, e non solo
come se fosse un gioco (zum Spiel).
La P. I., ritiene importante il training affettivo ricevuto, fattore
determinante nello sviluppo del sentimento sociale, psicogenetico e costitutivo
del trauma.
Tale rapporto affettivo, si evidenzia, anche e non solo, nella relazione
con il terapeuta, ed è il focus del processo terapeutico di ri-costruzione.
Gli studi sulle emozioni primitive, come la paura e sulla formazione
dei ricordi di Ledoux, chiariscono gli scambi dei neurotrasmettitori e
l'instaurarsi dei processi consci e inconsci. "La Farb e io abbiamo dimostrato
che un aminoacido che funge da neurotrasmettitore eccitatorio, il glutammato,
è presente nelle cellule talamiche che si connettono al nucleo laterale.
... Il glutammato prende parte a un processo denominato potenziamento a
lungo termine, o LTP, che si è affermato come modello della memorizzazione.
Questo processo, individuato nell'ippocampo, comporta un aumento dell'efficienza
della trasmissione sinaptica lungo una via nervosa; in altri termini, i
segnali si propagano più facilmente lungo questa via dopo che si
è stabilito l'LTP. Il meccanismo sembra chiamare in causa il glutammato
e una classe di amminoacidi che fungono da recettori eccitatori postsinaptici,
i recettori NMDA.... Una volta stabilito l'LTP, i medesimi segnali nervosi
producono una risposta più intensa. Anche i ricordi legati alle
emozioni possono indurre LTP nella amigdala. ... Vari studi hanno evidenziato
l'LTP nella via del condizionamento della paura. ....Le ricerche di Marie-Christine
Clugnet, quelle di Thomas H. Brown e Paul Chapman a Yale di Davis e Faselow
sull'inibizione del condizionamento della paura e sul blocco del NMDA.
... Benché l'amigdala immagazzini informazioni primitive, non dovremmo
considerarla l'unico centro di apprendimento. Il processo di memorizzazione
è una funzione svolta dall'intera rete, non da una sola componente."
(62) Lo studio, più avanti, esemplifica come avvenga il processo
del ricordo di un evento che genera paura nella mente "La distinzione tra
memoria dichiarativa ed emotiva è importante. W: J. Jacobs della
University of British Columbia e Lynn Nadel dell'Università dell'Arizona
hanno sostenuto che siamo incapaci di ricordare eventi traumatici nel primissimo
periodo di vita perchè l'ippocampo non era ancora maturo da potere
formare ricordi consciamente accessibili. Il sistema della memoria emotiva,
che forse si sviluppa più precocemente, forma chiaramente e immagazzina
ricordi inconsci di tali eventi. per questo il trauma può influire
in seguito sulle funzioni mentali e di comportamento, anche se agisce attraverso
processi inaccessibili alla coscienza... " (63).
Adler scriveva nel Il temperamento nervoso (1912): "Ognuna delle linee
direttrici della nevrosi e dei meccanismi psichici su cui esse si basano
può utilizzarsi o divenire utilizzabile a livello cosciente sotto
forma di immagine-ricordo. Questa immagine è una manifestazione
della tendenza difensiva e può derivare dal residuo di un'esperienza
infantile o essere il prodotto della fantasia. Talora si forma o mutua
in un periodo successivo allo sviluppo della nevrosi e rappresenta il simbolo,
l'etichetta di un modo particolare di risposta."
Gli studi di Damasio, permettono di offrire un'ipotesi sui nessi corpo-cervello-struttura
dell'organismo.
a) Ipotesi di collegamento sugli enunciati: di Adler Indivisibilità
psiche-soma e Linguaggio degli organi e gli studi di Damasio Corpo e cervello.
Damasio: "Corpo e cervello interagiscono: l'organismo dall'interno
- Cervello e corpo sono indissolubilmente integrati da circuiti neurali
e biochimici che dall'uno puntano all'altro e viceversa. Due sono le principali
vie di interconnessione: quella alla quale si pensa per prima è
costituita da nervi periferici sensitivi e motori, che convogliano segnali
da ogni parte del corpo al cervello e dal cervello a ogni parte del corpo.
L'altra via, alla quale e meno immediato pensare, anche se è molto
più antica dal punto di vista evolutivo, è il flusso sanguigno,
che trasporta segnali chimici quali ormoni, neurotrasmettitori, modulatori.
Basta una sintesi semplificata per rivelare quanto siano intricate tali
relazioni.
1) Quasi ogni parte del corpo - ogni muscolo, ogni articolazione, ogni
organo interno - può mandare segnali al cervello attraverso i nervi
periferici. Questi segnali entrano nel cervello al livello del midollo
spinale o del midollo allungato e alla fine vengono portati dentro il cervello,
di stazione neurale in stazione neurale, fino alle cortecce somatosensitive
nel lobo parietale e nelle regioni dell'insula.
2) Attraverso il flusso sanguigno conduce le sostanze chimiche prodotte
dall'attività del corpo possono raggiungere il cervello e influire
sul suo funzionamento, o direttamente oppure attivando particolari siti
cerebrali come l'organo subfornicale.
3)Nel verso opposto, il cervello può agire su tutte le parti
del corpo attraverso i nervi. Gli agenti sono il S.N.A, ed il S.Neuromuscoloscheletrico.
I segnali per il S.N.A. scaturiscono dalle regioni evolutivamente più
antiche (amigdala, cingolato, ipotalamo e midollo allungato), mentre quelle
per il S. Neuromuscoloscheletrico scaturiscono da diverse cortecce motorie
e nuclei motori subcorticali, di varie età evolutive.
4) Il cervello agisce sul corpo producendo ed ordinando la produzione
di sostanze chimiche che vengono liberate nel flusso sanguigno: ad esempio
ormoni, trasmettitori e modulatori.
...L'organismo costituito dall'associazione corpo-cervello interagisce
con l'ambiente come un tutt'uno: l'interazione non è del solo corpo
ne del solo cervello".(64)
Adler, in riferimento al meccanismo del linguaggio degli organi:
"I modi con cui il corpo viene influenzato non sono conosciuti ancora pienamente
ed è probabile che non riusciremo mai a dare una spiegazione completa
a questo problema. Uno stato di tensione fa sentire i suoi effetti tanto
sul sistema nervoso centrale quanto su quello autonomo. Il soggetto tamburella
con le dita sul tavolo, si mordicchia le labbra, o strappa, in pezzi piccolissimi,
un foglio di carta. Anche masticare una matita o un sigaro sono modi di
alleggerimento della tensione. In definitiva egli deve muoversi e questi
movimenti ci dimostrano quanto si senta a disagio in un particolare frangente.
Un significato identico è espresso dagli arrossamenti che insorgono
quando si trova in mezzo a degli sconosciuti, dai tremori, dai tic. E'
in questo modo che un'emozione determina uno stato di ansia nell'intero
organismo, benché essa non appaia sempre così chiara a tutti
i livelli. Per questo noi parliamo di una sintomatologia solo per quei
livelli dove è possibile accertarla".(65)
" L'organismo, lungo le vie del sistema nervoso vegetativo e delle
modificazioni endocrine, subisce dei cambiamenti di cui risentono la circolazione
sanguigna, le secrezioni, il tono muscolare e quasi tutti gli organi. Come
fenomeni transitori queste manifestazioni sono normali, sebbene mostrino
differenze nell'espressione, secondo lo stile di vita del soggetto, se
persistono si può parlare di nevrosi organica funzionale. Come le
psiconevrosi, queste forme si inquadrano in uno stile di vita che, quando
il sentimento d'inferiorità è più marcato, mostra
una tendenza, alla fuga dal problema con cui l'individuo si è confrontato.
Il ripiegamento è assicurato dalla continuazione dei sintomi reattivi,
somatici o psichici, che sono stati scatenati. Così le dinamiche
dello spirito si esteriorizzano nell'organismo. Anche in un ambito puramente
psichico possono comparire azioni e rinunce, dannose per le esigenze della
società.
Con un processo inverso, uno stato organico può esercitare un'influenza
sulle dinamiche psichiche. Lo stile di vita, secondo la nostra esperienza,
si struttura durante la prima infanzia. L'eredità organica esercita
qui una grande influenza ".(66)
b) Ipotesi di collegamento sugli enunciati: di Adler Sentimento
d'Inferiorità, Complesso d'Inferiorità, Disposizione Nevrotica
e sugli studi di Damasio Mente e comportamento
Damasio: "A mio giudizio, allora, avere una mente significa questo:
un'organismo forma rappresentazioni neurali che possono divenire immagini
ed essere manipolate in un processo chiamato pensiero e alla fine influenzare
il comportamento aiutando a prevedere il futuro, a pianificare di conseguenza
e a scegliere la prossima azione. Qui sta il centro della neurobiologia,
secondo la mia concezione: il processo tramite il quale le rappresentazioni
neurali, che consistono di modificazioni biologiche create in un circuito
neuronico dell'apprendimento, diventano immagini nella nostra mente; il
processo che consente a invisibili modificazioni microstrutturali dei circuiti
neuronici (nei corpi cellulari, nei dendriti, negli assoni e nella sinapsi)
di diventare una rappresentazione neurale, e questa a sua volta diviene
un'immagine che ciascuno di noi avverte come propria" (67).
Adler sul Sentimento di Inferiorità nelle persone normali e
condizioni genetiche: " Ho insistito da tempo sul fatto che essere uomo
significa sentirsi inferiore.... Il lattante lascia trapelare dai propri
movimenti il suo sentimento d'insufficienza e la sua tendenza incessante
verso un miglioramento e verso una soluzione delle esigenze vitali....E'
provato che il corpo umano è costruito secondo principi di sicurezza.
Meltzer, nelle sue Harward lectures (1906-1907), si è riferito a
questo principio di sicurezza, pressoché contemporaneamente a quanto
io ho fatto nello Studio sull'Inferiorità degli Organi, più
in dettaglio e con maggiore approfondimento. Spesso un organo leso è
sostituito da un altro e un organo parzialmente danneggiato crea da solo
un'energia compensatrice. Tutti gli organi sono in grado di rendere più
di quanto dovrebbero in un tempo normale. Un organo provvede frequentemente
a diverse funzioni vitali."(68)
Complesso d'Inferiorità: " Ogni nevrotico è afflitto
da un complesso (sentimento) d'inferiorità e quindi non è
possibile tentare una distinzione tra i nevrotici basandosi sul fatto che
uno ha un complesso (sentimento) d'inferiorità e l'altro no. Le
differenze possono invece essere individuate in base al tipo di situazione
in cui il paziente avverte di essere incapace a proseguire sul lato utile
della vita e per i limiti che ha posto ai suoi sforzi e alle sue attività
(69) ...
Il complesso d'inferiorità - ossia la permanenza del sentimento
d'inferiorità e le sue conseguenze - si può spiegare chiamando
in causa una esasperata carenza di sentimento sociale" (70)
La Disposizione Nevrotica dell'individuo e messa in luce da Adler
attraverso l'osservazione della capacità dell'individuo nel:
a) superamento delle difficoltà;
b) sentimento sociale in questi presente;
c) la legge del movimento;
d) sentimento d'inferiorità e nelle compensazioni promosse;
e) modo appercettivo.
Soffermeremo l'attenzione sugli scritti a), b), c), e).
a) "Tutte le funzioni vitali sono opportunamente sviluppate per
superare in modo vittorioso l'impatto con il mondo esterno. Le nostre attività
fisiche e psichiche vengono considerate appropriate, cioè sane e
normali, se idonee a superare i comuni impedimenti posti dall'ambiente.
...
b) Accanto all'aspirazione per il superamento delle difficoltà,
degli ostacoli e così via, pensiamo di avere dimostrato l'esistenza
di un'altra facoltà che può essere chiamata sentimento sociale.
...
In una nevrosi, c'è sempre una meta di superiorità
personale molto elevata; applicando i principi della psicologia individuale
all'indagine di un caso, si può sempre dimostrare che una tale meta
di superiorità permea ogni fase della vita e ogni atteggiamento
verso i problemi, dall'infanzia in poi. Ai fini terapeutici, l'individuo
deve essere reso consapevole di tutto questo procedendo con accuratezza
e cordialità. Una meta di superiorità personale tanto elevata
fa presagire la mancanza di un'adeguata misura di sentimento sociale e
preclude lo sviluppo di un genuino interesse verso gli altri. L'aspirazione
alla propria superiorità e il mancato sviluppo del sentimento sociale
sono entrambi degli errori, ma non costituiscono due errori distinti compiuti
dall'individuo, bensì un solo e unico errore".(71)
c) "Ognuno porta in sé un'opinione su se stesso e sui problemi
dell'esistenza, una linea di vita e una legge dinamica che lo regolano
senza raggiungere livelli di consapevolezza ... la legge dinamica nasce
nell'ambito ristretto dell'infanzia e si sviluppa mediante scelte appena
determinate, utilizzando liberamente le forze innate e le impressioni ricevute
dal mondo esterno: non si può quindi esprimerla o definirla con
una formula matematica".(72)
e) "Il soggetto predisposto alla nevrosi ha un modo di appercezione
notevolmente incline a schematizzare e ad astrarre e ciò gli consente
di raggruppare tutti fatti interni ed esterni secondo un prospetto antitetico
simile alle colonne del dare e dell'avere di un registro per la contabilità.
Questo modo erroneo di procedere, che caratterizza il pensiero nevrotico,
è determinato anche da una tendenza alla difesa che, nel tentativo
di dare corso alle aspirazioni, si serve di linee guida ben definite e
rigidamente delimitate. In questo modo il soggetto finisce con l'estraniarsi
dal mondo reale perchè l'orientamento può essere mantenuto
solo con una buona dose di elasticità. infatti non esiste nessun
principio che possa mantenere sempre costante il suo valore e su cui basarsi
nel corso dell'esistenza".(73)
Per Adler, l'individuo, il paziente, si forma un preciso modello irregolare
che definisce Sé. L'Io opera tutte le relazioni consce e inconsce
nei confronti degli stimoli, disponendosi con le capacità presenti
ad affrontare il confronto con modalità adattive o disadattive.
L'organo cerebrale trae informazioni dai distretti organici. L'Io organizza
i dati interni ed esterni, approntando risposte, in quell'equilibrio raggiunto
sia attraverso i fattori innati ed acquisiti sia attraverso le linee guida
dell'esperienza compiuta.
c) Ipotesi di collegamento sugli enunciati: di Adler Psiche e Ambiente
e gli studi di Damasio Organismo e Ambiente.
Damasio: "Se corpo e cervello interagiscono in modo intenso, non meno
vigorosamente l'organismo che essi formano interagisce con ciò che
gli sta attorno. Tali relazioni sono mediate dai movimenti dell'organismo
e dai suoi dispositivi sensoriali" (74 .
Adler: "la materia prima su cui lavora la Psicologia Individuale è
la relazione dell'individuo con i problemi del mondo esterno. Lo psicologo
Individuale deve osservare come un individuo si rapporta al mondo esterno;
mondo esterno che include il corpo stesso dell'individuo, le sue funzioni
corporee e le funzioni della mente. Egli non si rapporta al mondo esterno;
mondo esterno che include il corpo stesso dell'individuo, le sue funzioni
corporee e le funzioni della mente. Egli non si rapporta al mondo esterno
in modo predeterminato, come spesso si afferma. Egli si pone in relazione
sempre in conformità con l'interpretazione che dà di se stesso
e delle sue preoccupazioni attuali. Non sono né l'eredità
né l'ambiente che determinano la sua relazione con il mondo esterno.
L'eredità gli assegna solo alcune doti. L'ambiente gli fornisce
solo alcune impressioni. Queste doti e impressioni e la maniera in cui
egli ne fa "esperienza" - cioè l'interpretazione che egli dà
di queste esperienze - sono i mattoni che egli usa, nelle sue specifiche
modalità "creative", per costruire le proprie attitudini verso la
vita".(75)
L'ambiente appone il proprio segno stimolando l'apparato sensoriale
e a sua volta la mente.
Adler ha sempre insistito sulla centralità dell'ambiente. Le
influenze ambientali intensificano la modalità appercettiva dell'organo
inferiore e dell'organo psichico, si nota come l'individuo reagisce con
sensibilità e-o ipersensibilità agli stimoli ambientali,
come compensa o scompensa dimostrando i propri complessi..
La formazione del sentimento d'inferiorità nel suo complesso,
viene a determinarsi dal ripetersi di risposte disadattive e di rinforzi
ambientali disadattivi che il soggetto vive. La riverberazione attiva il
cambiamento del sentimento nel complesso d'inferiorità.
d) Ipotesi di collegamento sugli enunciati: di Adler Training
affettivo e gli studi di Damasio emozioni e sentimenti. (76)
Per brevità tratterò liberamente il capitolo di Damasio
riassumendolo. Le emozioni primarie sono correlate con le emozioni secondarie:
le prime innate sono esperienze vissute attraverso gli stimoli del mondo
esterno o del corpo e si sviluppano nel periodo infantile. La residenza
di tali emozioni e delle risposte è localizzata nell'amigdala e
nel cingolato anteriore e influenzano la strutturazione dell'elaborazione
cognitiva.
Le seconde, emozioni secondarie, sono un complesso sinergico di operazioni
mentali riguardo ad uno stimolo e alle modificazioni di stato che si innescano
a livello muscolare, di S.N.A., di sistema immunitario, di S.N.C. e periferico.
Le emozioni, congiunte, provocano dei cambiamenti mentali che si sviluppano
nell'individuo.
I sentimenti sono l'esperienza del sentire, del cogliere gli stimoli
(un volto o l'immagine corporea) piacevoli o spiacevoli attraverso l'apparato
sensoriale. Rimandano alla costituzione di processi mentali ed operativi
complessi, che investono corpo, processi cognitivi, trasmissioni biochimiche.
La formazione di determinate esperienze della persona è congiunta
al grado di sentimenti e di emozioni esperite, alla possibilità
di avere costruito positive esperienze che rimandano a positive immagini
mentali sia della figura affettiva sia della propria immagine di sé.
Adler: "I sentimenti di un individuo recano l'impronta del significato
che egli dà alla vita e della meta che si è proposto di conseguire
con il proprio impegno. In buona parte essi governano il suo corpo pur
non dipendendo da esso, ma innanzi tutto dalla meta prefissata e dallo
stile di vita che ne consegue. La nascita dei sentimenti non può
spiegarsi con il ricorso a leggi chimiche né predirsi con esami
chimici, e dunque non siamo più nel regno della fisiologia o della
biologia. La psicologia individuale presuppone i processi fisiologici,
ma è più interessata alla meta psicologica. Il nostro compito
non è tanto quello di stabilire se l'ansia influenzi il sistema
simpatico o parasimpatico, ma capire quale scopo e fine persegua. (77)
Adler inquadra nel sentimento sociale, quel registro che favorisce
e determina nel bambino, le esperienze emotive significative. Tale sentimento
è collegabile, a ciò che la madre ha trasmesso con armonici
sentimenti e genuine manifestazioni d'amore.
L'adattamento affettivo - Training affettivo - equilibrato, consente
al futuro adulto, di vivere il sentimento sociale, cioè il parco
affettivo di espressioni positive nelle relazioni umane.
L'esperienza delle emozioni e dei sentimenti è, per l'individuo,
la traccia base che lo orienterà nelle esperienze della vita, delineando
il proprio modello organizzativo. L'apparato psichico dirigerà il
modo di confrontare sé con l'ambiente.
CASISTICA
La validità della teoria è stata surrogata dalla
copiosa documentazione clinica esemplificativa, che sosteneva le tesi.
Sintesi delle Ipotesi di Validità del presupposto Teorico-Clinico
alla luce delle Ricerche della Psicobiologia e della Neuroscienza
a. Unicità ed indivisibilità nel rapporto Psciche-soma-Inferiorità
d'organo spiegate attraverso la relazione Corpo-cervello.
b. Disposizione Nevrotica - Sentimento d'Inferiorità- Complesso
d'Inferiorità:
Rappresentazioni neurali ed Immagini prodotte; circuito neuronico di
apprendimento; Immagine di Sè.
c. Relazione tra organo inferiore-cervello, corpo e ambiente:
L'ambiente appone il proprio segno stimolando l'apparato sensoriale
che a suo volta stimola operazioni cerebrali.
d. Training affettivo correlato ad emozioni e sentimenti:
Emozioni primarie + emozioni secondarie + sentimenti, provocano cambiamenti
mentali.
e. Casistica:
La validità della teoria è stata surrogata da Adler,
dalla copiosa documentazione clinica esemplificativa, che sosteneva le
teoria.
B. VALIDITÀ DELLE TECNICHE USATE
B. 1 La Tecnica
Desidero presentare alcuni strumenti tecnici che ricorrono con maggiore
frequenza, precisando che, la tecnica adleriana non assegna una procedura
obbligatoria, ma, permette al clinico di utilizzare la strumentazione in
suo possesso operando con flessibilità, usando e adattando gli strumenti
tecnici, ed altri proficui tra questi, nei tempi e nei modi più
opportuni.
La tecnica78 adleriana è l'insieme di tutti gli strumenti che
si utilizzano nel setting e nei diversi momenti operativi del trattamento
con il paziente. La pregnanza di uno strumento e la validità, è
la possibilità di rilevare ciò che l'operatore cerca, ma
anche di essere adattabile e operazionalizzabile, cioè di far compiere
con il suo utilizzo una serie di operazioni rivolte al processo di cura.
Lo strumento tecnico deve anche possedere la possibilità di
migliorare lo stato di sofferenza della persona, offrendo la capacità
di potere essere usufruito nella sua applicazione, di essere utilizzato
anche dal paziente che può usarlo, secondo il grado di evoluzione-trasformazione
raggiunto in psicoterapia.
+ La tecnica dell'osservazione, permette a di raccogliere i dati,
di poterli sistematizzare, mettendo in luce le caratteristiche che delineano
la persona: lo stile paradigmatico che presenta, la raccolta dei segni
sintomatologici della sofferenza.
Osservare è per il terapeuta sia sapere ascoltare sia avere
la possibilità di raccogliere i fenomeni che si presentano. Quelli
soggettivi e quelli oggettivabili con il significato analogico del sé
nelle sue manifestazioni.
Il linguaggio delle manifestazioni comunica lo stato espressivo interiore.
+ La tecnica dell'esplorazione, permette la conoscenza del paziente
attraverso l'approfondimento delle seguenti aree:
- stato fisico-organico;
- famiglia di origine e le relazioni tra i componenti - costellazione
famigliare;
- processi cognitivi: espressione ed analisi del linguaggio, ordine
dei contenuti, collegamenti temporali, analisi del pensiero, ricordi, sogni;
- i tre compiti vitali:
a) il lavoro, contributo che il paziente offre alla comunità,
descrive la modalità del sapersi confrontare con il senso di cooperazione
rivolto al progresso comune;
b) l'amore e la sessualità, descrive la ricchezza di una evoluzione
matura o immatura, dei sentimenti, della persona nella relazione affettiva;
c) le relazioni sociali, descrivono la capacità di confronto
che la persona ha con gli altri, il grado di entusiasmo, di cooperazione,
di sentimento sociale.
+ La tecnica della comunicazione è lo strumento principe
per eccellenza, che veicola, anche, il processo di cura. Nella parola sono
contenuti i sentimenti, le emozioni, la messa in luce dei processi della
coscienza, l'ordine dei meccanismi cognitivi.
La capacità comunicativa del terapeuta si ri-affianca con il
ripetere, elaborare, interpretare la narrazione compiuta. Inserendosi nel
flusso emotivo dei contenuti, si compie un atto identificativo-congiuntivo.
Lo stato dei significati e dei significanti esposti, è espresso
attraverso il modo di sentire, condividere e comprendere.
Ai nostri giorni, la tecnica comunicativa strumento del processo psicoterapeutico
è imprescindibile; studiata nella ricerca in psicoterapia, riconosciuta
dalla comunità psicoanalitica, nel processo di cura.
La relazione che si costruisce tra i due attori nel setting, dispiega
l'incontro tra due stili di vita diversi, propone il ri-conoscersi attraverso
il modo di pensare, trasmettere la relazione con i suoi contenuti, analizzare
i problemi.
La relazione tra psicoterapeuta e paziente è una relazione bipersonale
complementare, che si dispiega tra due stili di vita e di conoscenze, tra
due contraenti un contratto che si dispiega, anche, nell'interazione e
nel confronto.
Il terapeuta nella relazione bipersonale "mette in gioco" sé,
ponendosi nella posizione di essere quanto il paziente "influenzato" affettivamente
così quanto di "influenzare" affettivamente, il paziente. Saprà
ricercare, individuare, curare, quanto più saprà essere cosciente
ed in equilibrio con sè, nel cammino con la sofferenza della persona.
L'arte maieutica socratica permette al terapeuta di acquisire conoscenze,
ma anche comprendere e mettere a confronto l'assistito con il suo modo
di pensare offrendo il sapere stesso di non sapere. Il clinico propone
in tal modo, ma non solo, la ricerca e le risposte individuate, utili per
il processo di costruzione - ri-costruzione.
Compito del clinico è creare le condizioni perchè il
paziente si senta accolto, riconosciuto quale soggetto portatore del suo
malessere, percepisca fiducia, considerazione e si stabilisca quell'accordo
analitico sin dall'inizio del trattamento.
+ La tecnica della spiegazione permette di ri-orientare il lavoro
che il paziente compie su di sé. Attraverso la spiegazione si chiarifica
il lavoro in corso, su che cosa si sta operando, motivando i diversi passi
che si compiono.
La spiegazione si utilizza, soprattutto agli inizi, quando il paziente
non riesce a capire quale sia l'intervento dell'Individualanalisi e-o quale
sia l'intervento in atto. Altre volte, durante stadi medio-avanzati della
terapia, la spiegazione favorisce il riepilogo del trattamento svolto.
Lo spiegare, rassicura il paziente indirizzandolo nel lavoro verso
obiettivi che richiedono la conoscenza, modula la continuità operativa.
E' uno strumento che diventa, anche per il paziente, utile tutore nel governo
dell'ordine psichico.
+ La tecnica dell'interpretazione comprende il:
- sapere individuare;
- sapere chiarire;
- sapere interpretare;
- sapere elaborare.
E' tra gli strumenti il più importante, in quanto permette
di svelare ciò che è oscuro, difficile, sconosciuto al paziente.
Attraverso la tecnica dell'interpretazione si risale alle fonti del significato
del contenuto proposto, mascherato, slegato dal nesso logico. Si individua
quanto dimenticato, rimosso, non ancora consapevolizzato.
Il chiarire il tema-problema della narrazione propone la capacità,
di chiarificare, diminuendo la confusione che lega il processo logico con
il dinamismo affettivo.
L'interpretazione favorisce l'assistito che utilizza il patrimonio
intellettivo con maggiore capacità, comprendendo le operazioni astratte
senza nesso o con scarso riferimento nella realtà. In fase avanzata
della terapia l'individuazione, la chiarificazione e l'interpretazione,
vengono utilizzati dal paziente nell'approfondimento dei ricordi, dei comportamenti
attuati, nella ripresa della rivisitazione del percorso analitico.
Il modello adleriano pur non facendo un trattato sistematico della
tecnica interpretativa, indica al clinico la necessità di usare,
dosando secondo il procedere, tale leva. Si osserva anche quanto il paziente
sia fautore della considerazione interpretativa che costruisce con le sue
capacità nello scoprire ciò che aveva nascosto, negato, camuffato.
In P.I. la correttezza di un interpretazione, la validità, è
data attraverso la convalida sistematica del paziente. L'interpretazione
è valida quando il suo fruitore 'libero' nell'approfondimento di
sé accetta o produce l'interpretazione. Nell'accettare l'interpretazione,
il paziente è arrivato alla soglia cosciente, o ha già sistematizzato
le parti, non ancora collegandole tra loro. La riunione di idee, la concatenazione
degli elementi, l'insight, favoriscono la capacità (costruita) di
sapere accettare, di sapere essere responsabile di sé. La tecnica
dell'interpretare e il suo prodotto l'interpretazione, ha dunque valore
quando il clinico-ricercatore ha saputo promuovere la capacità del
paziente, di saper comprendere sé
Il processo di elaborazione è l'insieme dei precedenti processi
congiunti. L'elaborazione riattualizza l'esperienza vissuta, offre luce
significativa sul modus dicendi e vivendi proposto, permette al paziente
di procedere verso l'attualizzazione di una messa in prova diversa dalla
precedente: il modus operandi ( trasformazione).
Elaborare non significa solo selezione dei dati (estrinseci) che si
stanno percependo e vivendo, ma anche ricongiunzione dei dati vissuti (intrinseci),
messa in quadro secondo le linee diverse dal modus vivendi. Attraverso
la selezione delle scelte compiute dal paziente e la messa in prova, si
verifica il processo di crescita terapeutica. Si può notare la differente
funzionalità dei processi cognitivi e l'assegnazione di valore dei
sentimenti e delle emozioni a fatti ed eventi.
+ La tecnica dell'incoraggiamento e del sostegno è quel
valido supporto, quando il paziente necessita di essere tutorato, rinforzato
attraverso le parti sane di sé, per potere procedere nelle fasi
successive del trattamento. L'utilità e la validità dell'incoraggiamento
predispongono il terapeuta ad avvalersi di tale tecnica nei confronti di
quel soggetto con Io debole, fragile; oppure quando (in diverse patologie)
necessita dell'Io tutoriale del terapeuta, che inizialmente gli permette
di essere in grado di affrontare il quotidiano.
Nel corso del tempo alcuni strumenti, presentati, vengono ad essere
posseduti e gestiti dal paziente nel suo ambiente e nelle relazioni interpersonali.
Egli utilizzerà, ad esempio, il sapere comunicare per rappresentarsi
i e per sapersi proporre nei tre campi vitali.
Saprà spiegare, interpretare, sostenere l'espressione del parco
cognitivo-affettivo, compiendo quella continua opera di analisi intrarivolta,
accompagnamento di uno stile che la Psicologia Individuale propone.
B 1.a La teoria della Pratica
Nel 1920 Adler, rivolgendosi ai colleghi, propone uno scritto
di teoria della pratica, intitolato "Altre massime direttive per l'esercizio
della Psicologia Individuale" (79). Ai nostri giorni si ritiene, le undici
massime, utili per avere un corretto inquadramento operativo ed una adeguata
analisi del comportamento teorico-tecnico, nella relazione con il paziente.
Vengono presentati i tratti salienti delle massime, accompagnate con
un breve commento.
I. Ogni nevrosi può essere intesa come un tentativo culturalmente
sbagliato di liberarsi di un senso di inferiorità per procacciarsi
un senso di superiorità.
Il paziente segue la via più breve o quella più lunga
per evitare la condizione di sofferenza, reagendo con potenza al complesso
di inferiorità e operando con la protesta, il rifiuto, il perseguimento
della meta più congeniale
II. La via della nevrosi non porta sulla linea dell'attività
sociale, non tende alla soluzione dei problemi che sono stati posti, ma
sbocca invece nella stretta cerchia famigliare e costringe il paziente
a finire in una posizione di isolamento.
Lo stile nevrotico appare nel comportamento e nell'interazione con
l'ambiente, nei compiti vitali, attraverso diversi gradi di qualità
e quantità, con espressioni di ritiro e-o fuga. Si può notare
come nelle patologie più gravi, psicosi, disturbi di personalità,
venga scelto il senso della vita, attraverso la linea inutile rispetto
a quella utile.
III. La grande cerchia sociale viene eliminata, del tutto o in
gran parte, con un "arrangement" d'ipersensibilità e di intolleranza.
Il soggetto malato, sofferente, portatore di disturbo nevrotico o psicotico
si allontana seguendo linee di pensiero e di comportamento, non affrontando
i reali problemi che lo fanno soffrire.
Le capacità intellettive si orientano verso l'astrazione, i
sogni a occhi aperti, evidenziando modi compensatori, finzioni, mete fittizie.
Il paziente, per sfuggire al suo complesso di inferiorità, architetta
posizionamenti di inferiorità-superiorità, altalenando tra
obiettivi ogni volta uguali o diversi che non consegue, vincolato dalle
leggi che si è autoimposto.
Alla luce del clinico, vengono portati i traumi, gli scompensi affettivi
provati-vissuti, e la modalità di assestment che ha dovuto compiere
nell'itinere del suo sviluppo.
IV. Questi esoneri, ed i privilegi della malattia e della sofferenza,
offrono al paziente il surrogato della mèta originaria, piena di
rischi, di superiorità reale.
In questo paragrafo, Adler riponeva nell'osservazione della persona
malata la domanda che il clinico si rivolge durante il trattamento: "Perchè
persegue tale stato?". "A quale economia psicologica si rivolge tale stile
di vita?". "Che cosa consegue, ripetendo tali azioni, che sempre più
procurano lo stato di intolleranza e sofferenza?".
L'architettura del disturbo utilizzato dal paziente garantisce la possibilità
di surrogare con atti sostitutivi, quanto non può più avere
o raggiungere, ripetendo così un modo di fare e di essere, che seppure
scompensato, è tutto ciò che ha.
V. Così la nevrosi e la psiche nevrotica si rivelano come
un tentativo di sottrarsi ad ogni costrizione da parte della società,
con una costrizione contraria.
I pazienti durante la psicoterapia evidenziano il training affettivo
ricevuto, le carenze, i traumi, le attuate contro manifestazioni compensative.
Il tutto si osserva nello stile di pensiero, d'azione, attraverso la narrazione
che investe i tre compiti vitali.
L'opposizione ai bisogni presenti in ogni compito vitale - il rifiuto
verso, il ri-chiudersi, l'evitamento, l'opposizione silente o manifesta,
l'aggressività, la rabbia, l'odio ed altre espressioni - denotano
la scelta attuata, che risponde a quelle che la persona si è data,
a cui aderisce, comportandosi come colui che naviga in controcorrente.
VI. La costrizione contraria ha un carattere di rivolta contro
la società, trae il suo materiale da esperienze affettive idonee
o da osservazioni, preoccupa il pensiero e il sentimento con emozioni (ma
anche con bagatelle) idonee a sviare lo sguardo e l'attenzione del paziente
dai suoi problemi.
Nella definizione costrizione contraria si sottolinea l'attenzione
verso quel modo d'essere, che il paziente si è autoimposto come
stile difensivo a cui sottomette - piegando i dati - la realtà e
le relazioni con gli altri.
I continui pretesti, che la persona avanza nell'ambiente anche attraverso
i sintomi, diventano leve di azione a suo tornaconto, mantenimento ed espressione
della logica disturbata.
VII. Anche la logica finisce sotto la dittatura della costrizione
contraria. Questo processo può progredire fino alla cessazione della
logica, per esempio nelle psicosi.
Ogni clinico può cogliere - attraverso l'osservazione, l'inferenza,
l'empatia, il processo diagnostico, i dati testistici - come la capacità
operativa dell'intelletto e le funzioni interindividuali e intraindividuali,
siano sottoposte al disturbo e al devastante deterioramento mentale (nelle
patologie gravi) che si è prodotto nel corso del tempo.
VIII. La logica, l'estetica, l'amore, la solidarietà umana,
la collaborazione ed il linguaggio scaturiscono dalle necessità
della convivenza umana. Contro di esse, si rivolta automaticamente l'atteggiamento
del nervoso, che tende all'isolamento e che è assetato di potenza.
La considerazione, di Adler, è rivolta allo stato e alle
manifestazioni dispiegate dal paziente, nella cooperazione con gli altri
e nei tre compiti vitali.
- Nel campo lavorativo il paziente può esprimere sé come:
colui che si forza ad atteggiarsi chi non è; chi mantiene un livello
di vita economico superiore alle sue possibilità; chi manifesta
scarsa collaborazione con i pari livello per avvantaggiarsene; chi denigra
i compagni di lavoro per mostrarsi superiore, chi si ritira da compiti
di responsabilità, chi pone 'altruisticamente' sé davanti
agli altri per ripararsi da possibili confronti che riverberano lo scarso
sentimento sociale.
- Nel campo affettivo-sessuale si possono cogliere manifestazioni di
differente segno. La figura maschile ad esempio può proporre: la
svalutazione della moglie, del partner; la compresenza contemporanea durante
l'atto sessuale di un altra donna o di atti imitativi che questa deve compiere;
atti di sadismo che manifestano aggressività e violenza da infliggere
a restaurazione del vissuto traumatico; la masturbazione come segnale solitario,
svalutativo, solipsistico, sostituto al rapporto sessuale; l'omosessualità,
come scelta di ritiro o di paura della donna, rifiuto nell'identificazione
maschile etc.
La figura femminile, ad esempio, può proporre rifiuto-sfiducia-svalutazione
del marito, del partner, attraverso: la continua disposizione al risentimento
e-o all'accusa; la rappresentazione di sé nel confronto con marcata
sottolineatura; l'astensione e-o il rifiuto dal rapporto affettivo-sessuale;
lesbismo; l'appagante scelta di castità; etc..
- Nel campo delle relazioni sociali il paziente, ad esempio, può
proporre: isolamento; ipercriticità, cinismo, derisione di amici
e-o conoscenze; opposizione a tutto quanto può essere proposto;
svalutazione nella comunicazione; chiusura nel silenzio, egocentrismo;
esagerazione nell'essere generoso e altruistico; rigidità ed intransigenza;
vittimismo nelle situazioni vissute, etc.
IX. La guarigione dalla nevrosi e dalla psicosi esige una diversa
educazione del paziente, la correzione dei suoi difetti ed il suo ritorno
definitivo in seno alla società umana, senza riserve.
Attraverso il trattamento terapeutico, il clinico interviene anche
sul processo di tras-formazione ed educazione del paziente.
Il terapeuta sa che ri-educare significa favorire nel paziente il processo
di ri-correzione e ri-formulazione del dis-ordine e del dis-adattamento.
In altre parole, tutte quelle manifestazioni che si erano generate come
stile e modalità operativa nella disposizione nevrotica.
Il paziente ri-costruisce sé attraverso la messa in opera delle
capacità ri-conosciute, acquisite, consolidate, cioè attraverso
la formazione-trasformazione, rinnova le capacità disadattate.
X. Tutte le vere aspirazioni e tutte le tendenze del nervoso sottostanno
alla dittatura della sua politica di prestigio, si aggrappano a qualsiasi
pretesto per non risolvere i suoi veri problemi, e si rivoltano automaticamente
contro lo sviluppo del senso sociale. ciò che egli dice e ciò
che dicono i suoi pensieri non hanno alcuna importanza pratica. La direzione
cui rigidamente tendono le sue azioni si esprime unicamente nel suo atteggiamento.
Si raccoglie nella disposizione nevrotica l'espressione delle manifestazioni
del complesso d'inferiorità e di superiorità che cercano
di andare oltre le reali possibilità consentite, ad esempio nella
reazione di fronte a fatti o persone che vivono più forti. Nell'esibizionismo,
si avverte il pregnante senso del paziente, di vivere la condizione pregressa,
del sentimento di inferiorità.
XI. " Stabilita una volta per sempre l'esigenza di una comprensione
unitaria dell'uomo, e della sua individualità (indivisibile) - a
cui siamo costretti sia dalla peculiarità della nostra ragione,
sia dalla conoscenza individualpsicologica della coazione alla semplificazione
della personalità - il mezzo principale del nostro metodo per crearci
un quadro delle linee di forza su cui i singoli aspirano ad una posizione
di superiorità sarà il paragone".
Adler, sottolinea al terapeuta la continua ricerca con ogni paziente.
Il clinico dovrà prestare attenzione ai sintomi presentati, al linguaggio
degli organi, al modo in cui opera, alle manifestazioni pregresse e attuali,
alla posizione che il paziente occupa nel proprio ambiente, ai tre compiti
vitali, al complesso di inferiorità che si reitera, al senso di
cooperazione.
La visione del mondo (Weltanschauung), per l'assistito, si attesta
ad un modo di vivere e comprendere che appare fisso, sempre uguale, che
si manifesta nello stile di vivere il proprio ambiente (wetbild), ripetendosi.
Oppure, nel proporre un modo di rapportarsi finzionale, ostile, e nel farlo,
dimentico della spontaneità e dei bisogni soggiacenti, si rigira
su ciò che vorrebbe fare.
Si potrà cogliere un modo di pensare che si indirizza verso:
- il prevedere (80) nel modo di rapportarsi con la realtà e
con i problemi, evitando o ponendo ideazioni, spostamenti, costruzioni
improprie;
- l'anticipare (81): la costruzione della ragione anticipa quanto non
è avvenuto o potrebbe avvenire secondo linee guida. Il modo di gestire
i problemi, mette in luce l'individualismo e il disinteresse sociale;
- il generalizzare (82): traducendo i dati secondo un proprio modo
di ragionare e di interpretare. Le operazioni cognitive, attestano il modo
di piegare quanto percepito, secondo le "lenti" di ciò che si vuole
vedere ;
- l'astrarre (83): (nei diversi gradi del disturbo nevrotico o psicotico)
rappresentato dallo stile ideativo sul piano irreale-fantastico utilizzato
come fuga, sezionando i dati percepiti e appresi, ri-configurando e maneggiando
la realtà con iterazioni secondo il proprio modus vivendi.
Tutte queste operazioni compiute dall'apparato psichico, mostrano le
finzioni, i comportamenti fittizi e i diversi artifizi (84), che per il
paziente sono espressione della sua malsicurezza e del sentimento di inferiorità.
C. Effetti invalidanti, "nocivi" per il paziente, della terapia
Individualpsicologica
Analizzare sistematicamente il campo delle idee adleriane significa
dovere affrontare il campo della teoria di riferimento alla luce degli
inquadramenti teorici del passato, proposti da Adler, ma anche capire nel
presente, quale validità abbiano e quali riscontri offrano al terapeuta
per comprendere i fenomeni. Il confronto con gli allievi in formazione
presso la Scuola Adleriana di Psicoterapia, e non solo, mi ha permesso
di raccogliere la difficoltà di questi nel rivedere le idee del
modello in riferimento al contesto. Tale riscontro emerge da una scarsa
sistematicità del maestro sparsa nei diversi scritti, ma anche dalla
ripetizione non sempre agevole delle idee presentate.
Gli scritti, non tutti tradotti, non consentono una logica consequenziale
del pensiero e gran parte delle idee richiede una attenta lettura, riga
per riga, per una comprensione meno superficiale.
Per lo specializzando quanto per il clinico, questo può favorire
lo scivolamento verso la banalizzazione induttiva e la riproduzione applicativa,
in tale modo possono emergere i limiti della scarsa conoscenza teorica
e l'insufficiente ricerca globale.
C. 1.a Nocività dei Fattori Specifici
Osserveremo che i fattori specifici, la teoria (1) e la teoria
della tecnica (2), non correttamente applicati possono determinare fattori
nocivi sul paziente nel processo terapeutico.
Nel fattore specifico della teoria vi sono alcuni aspetti che possono
comportare un'errata modalità di analisi ed individuazione dei dati
clinici:
1. a) la procedura dell'enunciato teorico non offre un rilievo metodologico
nella relazione con il reale;
1. b) gli enunciati della teoria sono carenti di concordanza nel rilievo
casistico;
1. c) l'enunciato manca di sistematicità teorica;
1. d) la proposizione teorica ha un alto livello di induzione non suffragabile
nella realtà.
1. a) La validità di un enunciato adleriano offre il rilievo
metodologico ed interpretativo nel rapporto su cui si indaga, sostenendo
rigorosamente il confronto con i dati osservati.
Nella applicazione e verifica attuale dell'enunciato, si possono prestare
errori di discordanza frutto di una scarsa conoscenza del clinico-ricercatore
che opera un'insufficiente analisi dei collegamenti teorici nell'opera
di inquadramento del disturbo; in essere l'enunciato non determina nel
confronto con gli altri principi discordanze, confusioni, negazioni reciproche.
1. b) Il clinico-ricercatore può riscontrare nella costruzione
teorica la scarsezza di un metodo di riscontro, un evidenziare negli assunti
adleriani il 'maestro che si muove a caso', e che li utilizza facilmente
su ogni disturbo.
Ad una attenta verifica si scopre che i principi teorici analizzano
sistematicamente i casi offerti con metodo e la teoria permette un ampio
inquadramento e disamina del paziente.
In P.I. la scienza della nevrosi offre le seguenti considerazioni applicative
finali:
" 1) Nel concetto della vita lo sviluppo organico e psichico è
già precostituito e si presenta come coazione a porsi una mèta.
Perchè la vita esige da noi l'azione. Con ciò è fissato
il carattere finale della vita psichica.
2) Il continuo stimolo a tendere a una meta è dato all'uomo
da sensi di insufficienza. Ciò che noi chiamiamo istinto è
già la strada e risulta orientato dalla mèta; e la capacità
di volere si raccoglie malgrado contraddizioni evidenti, per giungere fino
a questa mèta unitaria.
3) Come un organo insufficiente crea una situazione insopportabile
da cui hanno origine numerosi tentativi di compensazione finché
l'organismo si sente nuovamente adeguato alle esigenze dell'ambiente, così
l'anima del bambino nella sua malsicurezza cerca quel fondo (riserva) di
forze supplementari che devono creare una superstruttura sui suoi sentimenti
di malsicurezza.
4) L'indagine della vita psichica deve tenere in considerazione anzitutto
questi tentativi esitanti e questi sforzi che sorgono da elementi reali
dati costituzionalmente e gli sfruttamenti prima tentati, più tardi
provati, dell'ambiente.
5) Ogni fenomeno psichico può dunque essere inteso soltanto
come fenomeno parziale di un piano di vita unitario. Tutti i tentativi
di spiegazione che non fanno ciò e che tentano di penetrare nell'essenza
della vita psichica infantile con l'analisi del fenomeno e non del suo
nesso si devono considerare sbagliati. perchè i "dati di fatto"
della vita infantile non sono mai da vedersi come fatti finiti, bensì
vanno considerati come movimenti preparatori in funzione di una mèta.
6) Date queste premesse nulla avviene senza una tendenza. Vogliamo
tentare di rilevare qui le importanti linee direttive:
Attività reale.
a) sviluppo di capacità per giungere ad una superiorità;
b) misurarsi con l'ambiente,
c) raccogliere conoscenze ed abilità;
d) il sentimento di un carattere ostile del mondo;
e) uso di amore e di obbedienza, di odio e di testardaggine di senso
sociale ed aspirazione a potenza, per giungere alla superiorità.
Immaginazioni.
f) sviluppo del come se (fantasie, successi simbolici);
g) uso della debolezza;
h) rimandare decisioni. Tentativi di sottrarsi alle esigenze della
vita.
7) Come premessa assoluta di queste linee direttive si trova unicamente
una mèta posta in alto, di onnipotenza e di similitudine a Dio che
deve rimanere nell'inconscio per essere efficace. Non appena il senso ed
il significato di questa mèta, e la sua contraddizione nella vita,
sono completamente afferrate e comprese, l'uomo non è più
in sua balia e può abolire la sua influenza meccanizzante, schematizzante,
con un avvicinarsi comprensivo alle esigenze concrete della società.
A seconda della costituzione della esperienza, questa mèta può
avere veste varia e concreta e può in questa forma (regolarmente
nella psicosi) essere portata alla coscienza. Il fatto di che questa mèta
di potenza rimanga inconscia è imposto dalla sua insormontabile
contraddizione col reale sentimento sociale. Un ravvedersi da soli, senza
un intervento estraneo concretamente comprensivo è quasi impossibile,
per mancanza di una penetrazione comprensiva e per l'ossessione che agli
uomini generalmente deriva dall'aspirazione alla potenza.
8) la concretizzazione più regolare di questa aspirazione e
potenza (oltre la quale, a seconda dei bisogni, se ne trovano altre spesso
apparerentemente contraddittorie) è formata seguendo lo schema "uomo-donna"
e rivela tutta la potenza che un bambino spera di possedere. L'elemento
contrario che essa implica, in genere quello femminile, viene combattuto
come elemento nemico che deve essere assoggettato.
9) Tutti questi fenomeni si manifestano in modo spiccato presso il
nervoso perchè il paziente non ha provveduto, nella sua posizione
di lotta, ad un'ampia revisione dei suoi giudizi infantili errati, ed in
ciò gli viene in aiuto molto il suo punto di vista solipsistico
che si è rafforzato per questa ragione.
10) Così non ci possiamo meravigliare se ogni nervoso si comporta
come se dovesse continuamente offrire una dimostrazione della sua superiorità,
anche di fronte alle donne (85).
Nella specificità si può riscontrare come il clinico
non integrando i dati teorici e non avendo una visione comprendente complessiva,
può essere facilmente invogliato a ricercare in altri costrutti
teorici la risposta all'individuazione e alla spiegazione della problematica
del paziente, proponendo integrazioni non ampiamente compatibili con la
teoria di riferimento.
La visione teorica adleriana si presta a mantenere negli assunti di
base, la comprensione sistematica del paziente (ai nostri giorni diverso
dal paziente di un tempo), ed offre alle teorie del profondo un modulo
integrato. I postulati teorici offrono all'Individualpsicologo la possibilità
di analizzare e confrontare i dati in modo raffinato.
1. c) La sistematicità è data da tracce espositive
chiare da riferimenti teorici connessi tra loro, collegati e confrontati.
Gli enunciati - principi o leggi - sono confortati da regolarità
stabile nel corso del tempo, l'attendibilità e verificata attraverso
la casistica del modello irregolare.
" La nostra scienza esige un procedimento strettamente individualistico
e non è dunque incline a generalizzazioni. Ad usum delphini però
voglio porre qui la tesi seguente: una volta compresa la meta di un movimento
psichico o di un piano di vita, mi dovrò aspettare una concordanza
assoluta tra tutti i movimenti parziali da una parte, e la mèta
del piano di vita dall'altra".(86)
1. d) L'enunciato e l'impostazione teorica adleriana non abbraccia
l'impianto positivistico e meccanicistico ma vede la ricerca e la conoscenza
della persona, nella relazione con l'ambiente, nelle variazioni che propone,
nell'esperienza che compie, attraverso tutte le osservazioni fornite. La
psicologia adleriana ha un'indirizzo qualitativo e quantitativo, come definisce
Ansbacher "appartenente alla psicologia fenomenologica pesonalistica -
soggettiva -"(87)
C.1.b Nocività dei Fattori Aspecifici
Una "primitiva" applicazione della teoria della tecnica può
generare fattori nocivi per il paziente. Se ne elencheranno alcuni, corredati
da un breve commento.
- Scarsa alleanza terapeutica e alleanza negativa; centratura del terapeuta
su sé anziché sul paziente.
- Interpretazione ristretta attraverso un'analisi di superficie della
personalità: può comportare che si tralascino importanti
dinamismi sottostanti, favorendo - solo - un intervento psicopedagogico
cristallizzante.
- Elisione di alcuni registri nell'individuazione e collegamento dei
fenomeni con debole comprensione delle operazioni psichiche.
- Insufficiente analisi degli agiti e delle operazioni difensive: può
condurre il clinico ad interpretazioni affrettate, improprie e dannose.
- Eccessiva esplicitazione e chiarificazione di modalità comportamentali
attraverso l'utilizzo di termini tecnici o spiegazione logico-razionale:
può produrre nel breve-medio-lungo periodo - in determinate patologie
come psicosi, disturbi di personalità, organizzazioni di personalità
narcisistica - fattori di copyng del paziente, che assume stili e modi
di parlare del terapeuta, oppure comunica lo stile difensivo del clinico.
In tal modo sfuggono al terapeuta la costituzione dei meccanismi sottostanti
difensivi, seduttivi, che operano a favore del rafforzamento patologico.
- Non analisi del transfert: comporta blocchi dei vissuti esperiti
senza la possibilità di individuazione del paziente degli "arresti",
dei passi successivamente compiuti e ripetuti con sofferenza. Si mantiene
una condizione di acting in-out. Terapeuta e paziente si muovono alla cieca
senza conoscenza e coscienza
- Assenza o insufficienza di analisi (del controtransfert) di emozioni
come paura, fastidio, ansia-angoscia, rabbia, lutto, abbandono, dolore
che il terapeuta prova e che indirizza sul paziente. Tale atto determina
nello spazio mentale dell'assistito l'impossibilità di potere ri-vivere
armonicamente gli impulsi e le emozioni esperite. L'immagine del terapeuta
instabile non favorisce nel paziente la capacità di modellare diversamente
il percepito, di fare proprio un modo di pensare e di essere pensato con
equilibrio degli impulsi-emozioni-affetti. Si riverbera un circuito psico-biologico
traumatico senza modifica. Altresì si sovrappongono reazioni transferali
indotte a volte sommative a quelle originarie, di diversa natura, con distorsioni
transferali.
- Asetticità impropria: può produrre e limitare il posizionamento
di vissuti, carenze affettive del paziente, determinando l'impossibilità
di ri-comprensione e di ri-costruzione del sentimento sociale.
- Eccessiva accoglienza del clinico nel maternage di sostegno: può
sviluppare fenomeni di regressione ed ancoramento maladattivo e-o vissuti
di seduttività nel paziente che producono messe in atto, nevrosi
di conflitto.
- Scarsa capacità empatica nel processo di comprensione ed individuazione
dei vissuti dell'assistito: può generare conflittualità ed
abbandoni inaspettati.
- Improprio utilizzo dell'interpretazione in fase precoce della terapia
riguardo a disturbi ossessivi-compulsivi - narcisistici gravi: può
mettere in luce sfondi paranoidei e ferite al sé grandioso, oppure
riguardo ad altre patologie, essere rifiutata - non validata - se il paziente
non ha ancora raggiunto un sufficiente grado di consapevolezza, conoscenza
e coscienza di sé.
- Scarsa capacità del clinico e inadeguato utilizzo della tecnica,
nel sapere essere di confronto nella realtà e alla realtà
del paziente: può determinare meccanismi di fuga, splitting, oscillazioni
regressive di difficile gestione.
- Assenza di Io ausiliario terapeutico nelle fasi iniziali della terapia:
può determinare rigidi stalli e scarso avanzamento nel trattamento.
- Eccessiva verbalizzazione del terapeuta: sottrae tempo e possibilità
di comunicare al paziente. Può manifestare lo stile difensivo del
clinico alle problematiche proposte e può contribuire al disadattivo
evolversi della cura.
La P.I. considera, in essere, lo psicoterapeuta un "essere umano" che
presenta il limite nelle sue capacità. Il significato di limite
rimanda, ad esempio, alla conoscenza di sé raggiunta nella propria
analisi individuale e a quegli aspetti della personalità che può
non avere sufficientemente approfondito o elaborato.
Si considera limite in Individualanalisi, il ricevere i sedimenti nevrotici
dei pazienti nel corso del trattamento, che sollecitano quelle parti personali,
giacenti, non sufficientemente individuate, chiarite, interpretate, comprese,
elaborate, trasformate - ricostruite.
Il clinico avverte i sentimenti e le emozioni, nel flusso psichico
sensibile, del fluire associativo-emotivo. La percezione di sé e
di ciò che sta trasmettendo avviene nel silenzio, nel comportamento,
nella parola e in quanto fluttua all'interno della relazione. Tali sensazioni
sono percetto colto dall'assistito, che si congiunge a quanto egli porta
e che plasticamente si unisce a livello conscio ed inconscio residente.
E' l'enactment come definisce O. Renik (88), la rappresentazione scenica,
l'accorgersi dell'azione comportamentale reciproca che terapeuta e paziente
mettono in atto. Ad esempio nel controtransfert, nel produrre feedback
che operano significativamente il processo di cura, nel trasmettere un
modello che viene ri-preso attraverso elaborazioni psichiche dal paziente.
L'uomo-terapeuta proprio perchè è limite, deve rivedere
nel corso del tempo, anche attraverso il confronto operativo-terapeutico,
la conoscenza di sé, attraverso la supervisione e la ripresa della
propria analisi individuale, imprescindibile per un corretto trattamento.
La delicata, specifica, quanto importante relazione che si costruisce
nel setting psicoterapeutico non è solo la somma matematica dei
fattori teorici e tecnologici ma è l'opera creativa, attenta e continua,
che clinico e paziente compiono nell'ampia rivisitazione psicodinamica
dello stile di vita. E' per l'Individualpsicologo la ricerca in divenire.
NOTE CONCLUSIVE
Lo studio, ha proposto una iniziale sistemazione dei principali
enunciati specifici riguardanti la teoria e la teoria della tecnica del
modello Individualpsicologico.
Il campo teorico e tecnico, attraverso la formulazione degli enunciati,
è stato compreso offrendo una spiegazione di validità e di
confronto, supportato sia nell'analisi degli assunti di base e di quelli
ausiliari, sia attraverso il confronto dell'assunto in fase operativa.
Si è ricercato un riscontro tra gli studi teorici adleriani
con quelli della Psicobiologia e della Neuroscienza, attraverso ipotesi
di comprensione che Adler non poteva sostenere attraverso la ricerca scientifica
del suo tempo.
L'analisi sui fattori nocivi in Individualanalisi, ha consentito di
evidenziare nel confronto tra terapeuta e paziente, quanto vengono agite
reciprocamente leve tecniche psico-emotive e responsabilità del
primo nella corretta applicazione.
Il limite, ha indicato le reali possibilità del clinico e del
paziente, nel traguardo dell'equilibrio terapeutico e della soddisfazione
della richiesta.
" Senza l'apporto di conoscenza offerto dalla Psicologia Individuale,
l'individuo non è in grado, se non raramente, di indicare con precisione
la direzione del suo percorso: sovente gli capita anzi di presentarne una
descrizione opposta. Per comprenderlo siamo guidati dalla conoscenza della
sua legge dinamica, che contribuisce a farci scoprire il suo scopo , il
significato delle sue forme espressive verbali o di pensiero, dei suoi
sentimenti e delle azioni" (89)
BIBLIOGRAFIA
Adler A. (1907), Die Theorie der Organminderwertigkeit und hire
Bedeutung für Philosophie und Psychologie, in Heilen und Bilden, op.
cit.
__ (1907 a), Entwicklungsfehler des Kindes, in Heilen und Bilden: €rztlich-pädagogische
Arbeiten des vereins für Individualpsychologie, ed A. Adler et C.
Furtmuller, Munich, Reinhardt.
__ (1907 b), Studie über Minderwertigkeit von Organen, Berlin
et Vienne, Urban und Schwarzenberg.
__ (1907 c), Zur €tiologie, Diagnostik und therapie der Nephrolithiasis,
Wiener Klinische Wochenschrift.
__ (1908), Über Vererbung von Krankheiten, in Heilen und Bilden,
op. cit.
__ (1908a), Der Aggressionstrieb im Leben und Neurose, Fortschritte
der Medizin, 26, ristampato in (1914), op. cit.
__ (1908b), Das Zartlichkeitsbedurfnis des Kindes, in Heilen und Bilden,
op. cit.
__ (1909), Über neurotische Disposition. Zugleich ein Beitrag
zur €tiologie und Frage der Neurosenwahl, Jahrbuch für Psychoanalytische
Forschungen.
__ (1910), Der Psychische Hermaphroditismus im leben in der Neurose,
in Heilen und Bilden, op. cit.
__ (1911 a), Die Rolle Sexualität in der Neurose; in Heilen und
Bilden, op. cit.
__ (1911 b),Verdrägung un männlicher Protest; in Heilen und
Bilden op. cit.
__ (1912), Über den Nervösen Charakter, Bergmann, Wien; Il
temperamento nervoso, (1971), Astrolabio, Roma.
__ (1913), Individualpsychologische Behandlung der Neurosen, D. Sarason,
a cura di, Jahreskurse für ärztliche Fortbildung, Lehmann, Monaco,
in Prassi e Toria della Psicologia Individuale op. cit.
__ (1914), Heilen un Bilden: ärztlich-pädagogische Arbeiten
des vereins für Individualpsychologische, Reinhardt, Monaco, art.
curato insieme a Furtmüller C..
__ (1923 a), Progress in Individual Psychology, Oxford 7o Congress
of Psychology August. (1995), trd. ita. Fondamenti e progressi della Psicologia
Individuale, no 37: 11-24, Rivista di Psicologia Individuale, S.I.P.I.
Milano.
__ (1923 b), Die Tragfähigkeit der menschlichen Seele,Int. Z.
Indiv. Psychol., 2, 2; in Ansbacher op. cit.
__ (1924), Praxis und Theorie der Individual-Psychologie; (1967), trad.
it., Prassi e Teoria della Psicologia Individuale, ed. Astrolabio, Roma.
__ (1926), Einfùhrung in die neuere Psychologie 4a e 5a ed.
W. Zickfeldt, Osterwieck-Harz; in Ansbacher H. op. cit.
__ (1926 a), Die Individualpsychologie Ihre debeutung für die
behandlung der nervositàt, für dei erziehung und für die
weltanschauung, Scientia, ed. Zanichelli, Bologna; (1996), trad. ita. La
Psicologia Individuale, sua importanza per il trattamento delle nevrosi,dell'educazione
e della concezione generale del mondo, Rivista di Psicologia Individuale
Anno XXIV luglio-Dicembre, no40, pp. 04-23, S.I.P.I., Milano.
__ (1926 b), Individualpsychologie. In: E. Saupe (a cura di ), Einfùhrung
in die neuerePsychologie 4a e 5a ed. W. Zickfeldt, Osterwieck-Harz; in
Ansbacher H. op. cit.
__ (1927), Menschekenntnis, Hirzel, Lipsia. (1994), trd. ita. La conoscenza
dell'uomo, Newton Compton, Roma.
__ (1928), K ürze Bemerkungen über Vernunft, Intelligenz
und Schwachsinn Internationale Zeitschrift Indiv. Psychol. 6. 267-272.
(1997), trad. ita in Ansbacher H.L., Rowena Ansbacher R., op. cit
__ (1929 a), Problems of Neurosis: a book of case-histories, Kegan
Paul, Trench, Truebner & Co., London.
__ (1929 b), The Science of Living, Greenberg, New York; in Ansbacher
op. cit.
__ (1929 c), Individualpsychologie in der Schule: Vorlesungen fùr
Lehrer und Erzieher, ed. Hirzel, Leipzig; (1979), trad. ita. La Psicologia
Individuale nella scuola, ed. Newton Compton, Roma.
__ (1930), Das Problem der Homosexualitat; erotiches Trainig und erotischer
Rùckzug, Hirzel, Lipsia. (1994), trd. ita. Psicologia dell'Omosessualità,
Newton compton, Roma.
__ (1930 a), Nochmals die Enheit der neurosen, Int. Z. Indiv. Psychol.,
8.
__ (1930 b), Verzätelte Kinder; Einleitung zum 5. Internat; Congresso
di Psicologia Individuale, Berlino, Manoscritto inedito appartenente a
E. Gordon, in Ansbacher op. cit.
__ (1930 c), Die Technik der Individualpsychologie: Die Seele der schwereziehbaren
Schulkinder, Bergman Monaco. (1976), trd. ita., Psicologia del bambino
difficile, ed. Newton Compton, Roma.
__ (1930d ), The education of children, Greenberg New York. (1975),
trad. ita., Psicologia dell'Educazione, ed. Newton Compton, Roma.
__ (1931), What life should mean to you, Little, Brown & Co, Boston.
(1994) trad. ita. Cosa la vita dovrebbe significare per voi, Newton Compton,
Roma.
__ (1931 a) Zwangsneurose, Int. Z. Indiv. Psychol. 9, pp. 1-16.
__ (1932), Der afbau der Neurose, int. Z. Indiv. Psychol., 10, trad.
ing. (1935) The structure of neurosis, int. J. Indiv. Psychol., 1. 2, 3-12,
__ (1933), Der sinn des lebens, Rolf Passer, Vienna, Lipsia. (1990)
trd. ita Il senso della vita, De Agostini, Novara. (1997), ed. Newton Compton,
Roma.
__ (1935), Prevention of Neurosis, Int. J. Individual Psychology 1,
4, 3-12; in Ansbacher op. cit.
__ (1935 a), The fundamental views of Individual Psychology, Int. J.
Individual Psychology, 1, 1, 5-8. (1993), trd. ita, I concetti fondamentali
della Psicologia Individuale, Rivista di Psicologia Individuale, no 33
__ (1936 a), Das Todesproblem in der neurose, Int. Z. Indivi. Psychol.,
14, 1-6.
__ (1936 b), The neurotic's picture of the world, Int, J. Individual
Psychology., 2, 3, 3-13; in Ansbacher, op. cit.
Adler K. (1993), Socialist influences on adlerian psychology, relazione
presentata al XIX International Congress of Individual Psychology, Budapest
1-5 Agosto. (1997), trd. ita. L'influenza esercitata dal pensiero socialista
sulla psicologia alderiana, Rivista di Psicologia Individuale, no 42, pp.
43-56, S.I.P.I., Milano.
Ansbacher H. L. (1990), Alfred Adler and The development of Freud's
Thought Revision of paper entitled: "Futher considerations of the Adler-Freud
relationship" 18th International Congress of Individual Psychology, Abano
Terme, July 29 August 2, Italy; (1993) trad. ita. Alfred Adler e lo sviluppo
del pensiero freudiano. In: Creatività e attualità del pensiero
adleriano op. cit.
__ , Rowena Ansbacher R. (1956), The Individual Psychology of Alfred
Adler, Basic Books, New York. (1997), trad. ita. La Psicologia individuale
di Alfred Adler, Martinelli, Firenze.
Cargnello D. (1941), Introduzione allo studio delle nevrosi secondo
la Psicologia individuale di A.Adler, Rivista di Psicologia normale e patologica
anno XXXVIIo- no4 Ottobre - Dicembre, Zanichelli, Bologna.
Ciompi L. (1993), L'Ipotesi della Logica affetiva, da Spektrum der
Wissenschaft febbraio 1993, in no82 Quaderni Le Scienze Febbraio 1995,
Milano.
Conte M., Dazzi N. (1988), La verifica empirica in psicoanalisi, ed.
Il Mulino, Bologna.
Di Summa F. (1993), Creatività e attualità del pensiero
adleriano, a cura di, ed. PROING, Torino.
Edelson M. (1984), Hypothesi and evidence in Psychoanalysis, The University
of Chicago Press, Chicago. ( 1986), trd. ita. Ipotesi e Prova nella Psicoanalisi,
ed Astrolabio Roma.
Damasio A. R. (1994), Descartes' Error. (1995), trd. ita., L'Errore
di Cartesio, ed Adelphi, Milano.
Ellenberger H. F. (1970), The discovery of the Unconscious, ed. Basic
Books, New York. (1976), trad. ita., La scoperta dell'Inconscio, Vol. Io-IIo,
ed. Bollati Boringhieri, Torino.
Grandi L. G. (1982), Saggi di Psicologia, a cura di, Vol. Io, ed. PROING,Torino.
__ (1985), Epistemologia e formazione, a cura di, Collana di Psicologia
Applicata vol IIo, Centro Studi di Psicologia Applicata ed. PROING, Torino.
__ (1993), Costellazione familiare e transfert in situazioni di psicoterapia
di gruppo, in Di Summa F., a cura di, op. cit.
__ (1995), La Psicodiagnosi, a cura di, Libreria Cortina, Torino.
__ ,Vidotto B. (1980), La teoria Psicoanalitica delle pulsioni, saggio,
Centro Salesiano di Orientamento, Torino.
__ (1997), Dalla "Psicologia del Conflitto" alla "Psicologia del Benessere",
Il Sagittario, Rivista di Cultura dell'Istituto di Psicologia Individuale
"Alfred Adler", no1 Giugno 1997, pp. 4-12, ed. AGE GraficoEditoriale, Reggio
Emilia.
__ (1997), Psicoterapia e Stili di Vita. La Visione "Classica" e la
Visione "Romantica", Il Sagittario, Rivista di Cultura dell'Istituto di
Psicologia Individuale "Alfred Adler", no 2 Dicembre 1997, pp. 9-40, ed.
AGE Grafico Editoriale, Reggio Emilia.
__ (1998), Il "linguaggio della tenerezza ed "il linguaggio della passione"
nel percorso analitico, Il Sagittario, Rivista di Cultura dell'Istituto
di Psicologia Individuale "Alfred Adler", no 3 Giugno 1998, pp. 25-41,
ed. AGE Grafico Editoriale, Reggio Emilia.
Grobstein C. (1988), Science and the Unborn, ed. Basic Books, New York.
(1998) Quando si costituisce l'individuo, ed. Le Scienze, Quaderni no 100,
Febbraio 1998, Milano.
Grunbaum A. (1984), The Foundations of Psychoanalysis: A Philosophical
Critique, ed. University of California Press. (1988), trd. ita. I Fondamenti
della Psicoanalisi, ed. Il Saggiatore, Milano
__ (1986) Reflections on the foundation of Psychoanalysis, Behavioral
and Brain Sciences, no 2, vol. 9.
__ (1988), Psicoanalisi obiezioni e risposte, Armando Editore.
__ (1998) Domande e risposte su Psicoanalisi e Filosofia, registrazione
in cd Io- IIo del Seminario svolto a Milano il 21 Maggio organizzato da:
Il Ruolo Terapeutico, trad. Migone P..
Janet P. (1903), Obséssion et psycasténie, ed. Alcan,
Paris.
__ (1909), Les névroses, ed. Flammarion , Paris.
__ (1937), Les dégrès d'activation des tendences, Nouveau
Traitè de Psychologie, ed. Alcan, Paris.
Jaspers K. (1913), Allgemeine Psychopatologie. trad. ita (1964), Psicopatologia
generale, III^ ris. Il Pensiero Scientifico ed. Roma.
Kaus O. (1914), trad. ita. L'individuo e il suo "piano di vita"secondo
Alfred Adler, ed. Psiche.
Kretschmer E. (1930), Köperbau und Charakter, trad. franc. La
structure du corps et le caractère ed. 6^ Payot Paris.
Ledoux J. E. (1994), Emozioni, Memoria e Cervello, ed. Le Scienze,
no312, Agosto, Milano
Longford S. (1995), La rivoluzione copernicana di Alfred Adler, in
Rivista di Psicologia Individuale, anno XXIII, Luglio-Dicembre 1995, No.38,
S.I.P.I., Milano.
Marasco E. E., Parisotto L. (1995 a), La Psicologia Individuale in
Italia dal 1913 al 1915: ricerca bibliografica preliminare, a cura di;
dispensa ad uso interno dell'Istituto A. Adler Milano.
McAbee H. V. (1993), A typology of goals for the adlerian therapist.
(1993), trad. ita. Una tipologia di mete comportamentali per il terapeuta
adleriano, in Di Summa, op. cit.
Migone P. (1996) La ricerca in psicoterapia: storia, principali gruppi
di lavoro, stato attuale degli studi sul risultato e sul processo, vol.
CXX, no2 - Rivista Sperimentale di Freniatria, Reggio Emila.
__ (1998), Terapia Psicoanalitica, ed Franco Angeli, Milano.
Numberg H., Federn E. (1906 - 1915), Protokolle der Wiener Psychoanalytischen
Vereinigung, a cura di Numberg H., Fisher E., ed. Fisher, Frankfurt. (1962
- 1975), trd. igl. Minutes of the Vienna Psychoanalytic Society, vol. Io,
IIo, IIIo, IVo, International Universities Press, New York. (1973), trd.
ita. Dibattiti della Società Psicoanalitica di Vienna 1906 - 1908,
vol. Io, ed. Boringhieri Paolo, Torino.
__ (1962 - 1967), (1974 - 1975), (a cura di) Numberg H., Fisher E.,
International Universities Press, New York. (1998), trd. ita. Palinsesti
Freudiani, (a cura di) Lavagetto M., ed. Bollati Boringhieri, Torino.
Oliverio A. (1994), Ricordi Individuali e memorie collettive, Einaudi,
Torino.
__ (1995), Biologia e fisiologia della mente, ed. Laterza Bari.
__ , Castellano C. (1996), La Modulazione della memoria, Le Scienze,
no 333 Magggio '96, Milano.
Orgler H. (1956), Alfred Adler der mann und sein werk. (1970) trad.
ita., Alfred Adler e la sua opera, ed. Astrolabio, Roma.
Parenti F. (1970), Manuale di Psicoterapia, ed. Hoepli, Milano.
__ , & Coll. (1975), Dizionario ragionato di Psicologia Individuale,
ed. Cortina, Milano.
__ (1983), La Psicologia Individuale dopo Adler, Astrolabio, Roma.
__ (1987), Alfred Adler, ed. Laterza, Bari.
__ , & Coll. (1989), Antologia Ragionata, Istituto A. Adler., ed.
Raffaello Cortina, Milano.
__ , Rovera G.G., Pagani P.L., Castello F. (1975), Dizionario ragionato
di Psicologia Individuale, ed. Libreria Cortina Milano.
__ , Pagani P. L. (1984), Dizionario alternativo di psicoanalisi, Quaderni
della rivista di Psicologia Individuale, S.I.P.I., Milano.
Parloff M.B. (1985), Psychoterapy outcome research. In: Michels R.
& Cavenar J. O. Jr., editors, Psychiatry, Lippincott,Philadelphia 139
vol. Io. (1988), trd. ita. Stato attuale della ricerca sui risultati della
Psicoterapia, XXII, 3, Psicoterapia e Scienze Umane.
Popper K. (1957), Conjectures and refutations, Harper's Torch Books.
(1972) trd. ita., Congetture e Confutazione, ed. Il Mulino, Bologna.
Renik O. L'enactment nel controtransfert ed il processo analico. In:
Horowitz M. J., Kernberg O. F., Weinshel E. M. (1998), Psychic structure
and psychic change, International University Press. Trd. ita. Struttura
e cambiamento psichico, ed. Franco Angeli, Milano.
Roth A., Fonagy P. (1996), What Works for Whom? A critical Review of
Psychoterapy Research. The Guilford Press. (1997), trd. ita, Psicoterapie
e prove di efficacia, ed. Il Pensiero Scientifico Editore, Roma.
Spranger E. (1928), Types of Men, Niemeyer, Halle.
Stepansky P. E. (1983), In Freud's shadow. Adler in context, The analytic
press, Hillsdale, N.Y. (1992), trad. fran., Adler dans l'ombre de Freud,
Presses Universitaires de France, Paris.
Vaihinger H. (1911), Die Philosophie Des Als Ob; (1967), trad. ita.
La Filosofia del "COME SE", ed.Ubaldini,Roma.
Way L. (1956), Alfred Adler: an introduction to His psychology, Penguin
Books, Harmondsworth, Middlesex. (1969), trad. ita. Introduzione ad Alfred
Adler, ed. Giunti, Firenze.
L. Wittgenstein, (1982), Last Writtings on the Pfìhilosophy
of Psychology, vol. Io. Preliminary Studies for part II of "Philosophical
Investigations" ed. Basil Blacwell Publisher Limited Oxford. (1998), trd.
ita. Ultimi Scritti 1948-51, La Filosofia della Psicologia, ed Laterza,
Roma-Bari.
Zingarelli N. (1984), Il nuovo Zingarelli, vocabolario della lingua
italiana, X^ edizione, ed. Zanichelli, Bologna.
NOTE
(1 Psicologo - Psicoterapeuta Ordine degli Psicologi Consiglio
Regionale Piemontese no 1169; Istituto per la Ricerca in Psicologia Clinica
"F. Parenti" , V. San Domenico 1 - 10122 Torino.
(2 Intervento presentato al 7o Congresso Nazionale della Società
di Psicologia individuale "Il complesso di inferiorità della psicoterapia"
23 - 24 Ottobre 1998, Torino.
(3 Pubblicato in allegato sulla rivista di Cultura dell'Istituto di
Psicologia Individuale "Alfred Adler" Il Sagittario, no5 Giugno 1999.
(4 Parloff (1988).
(5 Migone P., (1996).
(6 Orgler H. (1956).
(7Modèllo dal latino modellum cioè uno schema teorico
elaborato in varie scienze e discipline per rappresentare gli elementi
fondamentali di uno o più fenomeni o enti. Zingarelli (1984), Il
Nuovo Zingarelli, ed Zanichelli Bologna.
(8Grobstein C. (1988), Science and the Unborn, ed. Basic Books, New
York; (1998) Quando si costituisce l'individuo, ed. Le Scienze, Quaderni
no 100 febbraio 1998.
(9 L. Wittgenstein, (1982), Last Writtings on the Pfìhilosophy
of Psychology, vol. Io. Preliminary Studies for part II of "Philosophical
Investigations" ed. Basil Blacwell Publisher Limited Oxford; (1998) Ultimi
Scritti 1948-51, La Filosofia della Psicologia, ed Laterza Roma-Bari.
(10 Adler A. (1907), Die Theorie der Organminderwertigkeit und hire
Bedeutung für Philosophie und Psychologie, in Heilen und Bilden, op.
cit.
(11 Adler A. (1907 a), Entwicklungsfehler des Kindes, in Heilen und
Bilden: €rztlich-pädagogische Arbeiten des vereins für Individualpsychologie,
ed A. Adler et C. Furtmuller, Munich, Reinhardt, (1914), p. 11-22.
(12 Adler A. (1907 b), Studie uber Minderwertigkeit von Organen, Berlin
et Vienne, Urban und Schwarzenberg.
(13 Adler A. (1907 c), Zur Atiologie, Diagnostik und therapie der Nephrolithiasis,
Wiener Klinische Wochenschrift, 20, 1534-1539.
(14 Stepansky P. E. ( 1983). (1992), trd. fr. p. 83.
(15 Cargnello D. (1941), p. 41.
(16 La teoria dell'inferiorità organica nel suo significato
per la Filosofia e la Psicologia 1907; Ansbacher H.L., Rowena R. Ansbacher
(1956); trad. ita (1997), p.. 9.
(17 ibidem
(18 Cargnello D. (1941).
(19 Adler A. (1908), Uber Vererbung von Krankheiten, in Heilen und
Bilden, op. cit., pp. 41-49.
(20 Adler A. (1908 a).in Heilen und Bilden pp. 23-32.
(21 Adler A. (1909), Über neurotische Disposition. Zugleich ein
Beitrag zur €tiologie und Frage der Neurosenwahl, Jahrbuch für Psychoanalytische
Forschungen.
(22 Stepansky P. E. (1992), trd. fr..
(23 Adler A. (1908 a), Der Aggressionstrieb im Leben in der Neurose;
(1914) in Heilen und Bilden..
(24 Adler A. (1931a), p. 4; Ansbacher H.L., Rowena R. Ansbacher (1956);
trad. ita (1997), p. 25. op. cit.
(25 Adler A. (1908 a), , op. cit.
(26 Adler A. (1908 b), Das Zartlichkeitsbedurfnis des Kindes in Heilen
und Bilden, op. cit., pp. 50-53.
(27 Adler A. (1910), Der Psychische Hermaphroditismus im leben in der
Neurose, in Heilen und Bilden, op. cit. pp. 74-83
(28 Adler A. (1930). (1994).
(29 La definizione etimologica di teoria tratta dal vocabolario permette
una prima spiegazione - "teoria - dal greco theòria, da theòros,
colui che da uno sguardo; spettatore; formulazione e sistemazione dei principi
generali di una scienza o una sua parte, una dottrina filosofica, un'arte
o una altra forma del sapere" (1984), Zingarelli .
(30 Ellemberger H. F. (1970), trd. it. (1976), pp. 699, 700, 701.
(31 ibidem p. 699.
(32 ibidem p. 699.
(33 Adler A. (1933), (1990), p. 23.
(34 Adler A. (1926 b) p. 400; Ansbacher H., Ansbacher R (1956); (1997)
trad. ita. p. 212.
(35 Ellemberger H. F. (1976), , trd. ita. vol.IIo, p. 700.
(36 ibidem p. 700.
(37 Adler A. (1933); (1990), p. 201.
(38 Adler A. (1927); (1994), trd. ita. p. 36.
(39 Ellemberger H. F. (1976), , trd. ita. vol.IIo, p. 701.
(40 Adler A. (1927), (1994), trd. ita. p 36.
(41 Adler A. (1931); (1994) trd.ita. p. 39.
(42 Ellemberger H. F. (1976), , trd. ita. vol.IIo, p. 701.
(43 Adler A. (1927). (1994) trd. ita. p. 42.
(44 Ellemberger H. F. (1976), , trd. ita. vol.IIo, p. 701.
(45 Adler A. (1927). (1994), trd. ita. p. 42.
(46 definizione completa: "Una struttura della coscienza individuale
progettata ideativamente, che si manifesta quando un valore è posto
come dominante nella vita" Schmidt H. (1934) in Ansbacher H.L., Rowena
R. Ansbacher (1956); trad. ita (1997), p. 142.
(47 Spranger E. (1928).
(48 Adler A. (1928) p.267; Ansbacher H.L., Rowena R. Ansbacher (1956);
trad. ita (1997), pp. 141-142.
(49 Adler A. (1926 a), (1996) trd. ita. p. 11.
(50 Stepansky P. E. (1983): (1992), trd. fr. p. 318.
(51 Ansbacher H.L., Rowena R. Ansbacher (1956); trad. ita (1997), p.
315.
(52 Adler A. (1924). (1967), trad. ita. p.44.Ansbacher H.L., Rowena
R. Ansbacher (1956); trad. ita (1997), p. 314.
(53 Ansbacher H.L., Rowena R. Ansbacher (1956); trad. ita (1997), pp.
314-315.
(54 leggere "psicologia del profondo".
(55 Grunbaum A.(1984).
(56 Stepansky ( 1983). (1992), trd. fr. pp. 57-58.
(57 A. Adler (1908); Ansbacher H., Ansbacher R (1956); (1997) trad.
ita. pp. 20-26.
(58 Nunberg H. (1959), voll. Io; (1973) trad. ita.
(59 Lavagetto M. (1998).
(60 Ciompi L. (1993), L'Ipotesi della Logica affetiva, da Spektrum
der Wissenschaft febbraio 1993, in no82 Quaderni Le Scienze Febbraio 1995.
(61 Ciompi L. (1993), op. cit.
(62 Ledoux J. E. (1994).
(63 Ledoux J. E. (1994).
(64 Damasio A. R. (1994). (1995), trd. ita. pp. 138-139.
(65 Adler A. (1931) p. 42; Ansbacher H.L., Rowena R. Ansbacher (1956);
trad. ita (1997), p. 244-245.
(66 Adler A. (1933). (1990), p. 59.
(67 Damasio A. R. (1994). (1995), trd. ita., pp.140 - 141.
(68 Adler A. (1933) Der Sinn des Lebens; (1990) p. 75-77.
(69 Adler A. (1931). Ansbacher H.L., Rowena R. Ansbacher (1956); trad.
ita (1997), p. 282.
(70 Adler A. (1933); (1990), p. 89.
(71 Adler A. (1935), Prevention of neurosis, pp. 8-10. Ansbacher H.L.,
Rowena R. Ansbacher (1956); trad. ita (1997), pp. 262-263.
(72 Adler A. ( 1933); (1990) Il Senso della Vita, p.23.
(73 Adler A. (1912) Uber den Nervosen Charakter; (1971) Il temperamento
nervoso; Ansbacher H.L., Rowena R. Ansbacher (1956). trad. ita (1997),
p. 271.
(74 Damasio A. R. (1994). (1995), trd. ita., p.142.
(75 Adler A. (1935 a), The fundamental views of Individual Psychology,
Int. Journal Individual Psychology 1, 1, 5-8; (1993), trad. ita. I concetti
fondamentali della Psicologia Individuale, Rivista Psicologia Individuale,
no33, 5-9.
(76 Damasio A. R. (1994). (1995), trd. ita.,pp. 187-234.
(77Adler A. (1931), pp.29-30. Ansbacher H.L., Rowena R. Ansbacher (1956).
trad. ita (1997), trd. ita. p. 247.
(78 Tecnica è secondo la definizione: "la serie di norme che
regolano il concreto svolgimento di una attività manuale o intellettuale
- qualsiasi forma di attività umana volta, sfruttando le conoscenze
e le acquisizioni della scienza, alla creazione di nuovi mezzi, strumenti,
congegni, apparati che migliorino le condizioni di vita dell'uomo stesso",
Zingarelli (1984).
(79 Adler A. (1920). (1967), trd. ita, pp. 30-36.
(80 Cargnello D. (1941), p. 288.
(81 ibidem
(82 ibidem
(83 ibidem
(84 consultare Adler A. (1912); (1971) trad. ita. da pp. 50-93.
(85 Adler A. (1924), Praxis und Theorie der Individulpsychologie, ed
Bergmann Monaco; (1947) - (1967) Prassi e teoria della Psicologia Individuale,
in Psicologia Infantile - Scienza delle Nevrosi p. 74, ed Astrolabio Roma.
(86 Adler A. (1924), Praxis und Theorie der Individulpsychologie, ed
Bergmann Monaco; (1947) - (1967) Prassi e teoria della Psicologia Individuale,
in La Psicologia Individuale sue premesse e suoi risultati p. 14 ed Astrolabio
Roma.
(87 Ansbacher H.L., Rowena R. Ansbacher (1956); trad. ita (1997), p.
315.
(88 Renik O. (1998) p. 119.
(89 Adler a. (1933), (1990) trad. ita. p.60; (1997), p. 50.
|