Maurizio Mottola Ripubblicato su Psychomedia da "Agenzia Radicale" Venerdì 27 e sabato 28 marzo 2009 si è svolto a Milano il workshop Applicazione dell'EMDR nei casi di lutto, organizzato dal Centro Ricerca e Studi in Psicotraumatologia (C.R.S.P.) e tenuto dallo psicologo americano Roger M. Solomon. Il lutto si riferisce al processo dell'esperienza delle risposte fisiche, psicologiche, comportamentali, relazionali e sociali alla percezione di una perdita, le quali si esprimono in uno o più aspetti seguenti: - sensazioni del soggetto relative alla perdita ed alla privazione da essa provocata (tristezza, depressione, colpa); - protesta del soggetto per la perdita, desiderio di tornare indietro e che non sia accaduta (rabbia, esami di coscienza, preoccupazione per il defunto); - effetti causati dall'attacco al soggetto conseguente alla perdita (stress traumatico, paura, ansia, disorganizzazione, confusione, sintomi fisici); - azioni del soggetto stimolate da uno dei tre aspetti precedenti (pianto, isolamento sociale, aumento dell'uso di farmaci o sostanze). Di conseguenza l'elaborazione del lutto si riferisce agli sforzi di nuovo adattamento attraverso fasi del fisiologico processo favorente il riequilibrio personale ed attività di riorientamento necessarie per prendere atto della perdita di una persona amata. Il processo comporta lo scioglimento dei legami psicologici - che hanno legato il soggetto al defunto quando era in vita - e lo sviluppo di nuovi legami adeguati al fatto che la persona è morta. Gli attaccamenti precedenti si modificano per consentire la trasformazione del precedente rapporto, basato sulla presenza fisica, in uno nuovo caratterizzato dall'assenza fisica. Inoltre il soggetto ha da adattarsi alla perdita mediante il riesame delle sue ipotesi sul mondo e della sua identità, nella misura in cui sono cambiate in seguito alla perdita della persona amata. Il soggetto ha anche da apprendere modalità di vita efficaci nel nuovo mondo -senza la persona amata- attraverso l'adozione di nuovi modi di vivere ed il reinvestimento nel mondo per compensare ed adattarsi all'assenza della persona amata. Pertanto il decesso improvviso ed inaspettato (soprattutto se traumatico, violento o accompagnato da mutilazioni) accresce e complica l'elaborazione del lutto, in quanto può determinare varie problematiche: sconvolge la capacità di adattamento; infrange traumaticamente le proprie convinzioni sul mondo; connota la perdita come priva di senso; determina una perdita profonda di sicurezza e di fiducia nel mondo che inerisce tutte le aree dell'esistenza; provoca uno shock emotivo e fisico per un periodo prolungato; produce sensazioni di dissociazione; altera le funzioni cognitive, sviluppando condizioni in base alle quali si prendono decisioni, si accettano cose e si intraprendono percorsi, che potrebbero essere successivamente profondamente rimpianti e smentiti; determina l'insorgenza di maggiori problemi familiari, relazionali e lavorativi per l'aumento di rabbia ed irritabilità in aggiunta ad una minore pazienza; delude -a causa della notevole afflizione- le aspettative della società relative alle risposte alla perdita di una persona cara, che tendono ad essere basate su morti prevedibili, con conseguente possibile patologizzazione del soggetto. Possibili ostacoli nell'elaborazione del lutto possono dunque determinarsi in relazione a morte improvvisa ed inaspettata di una persona cara: si potrebbe non avere avuto tempo - o non averne avuto a sufficienza - per risolvere le questioni in sospeso con la persona cara al momento del decesso e non essere riusciti a dirle addio; si può - a causa della brusca interruzione del rapporto con la persona cara - provare desiderio di contatto fisico con la persona amata, che si traduce in un concreto dolore fisico; può compromettere nel soggetto le capacità di comprensione, spiegazione ed accettazione per la rottura - determinata dal decesso improvviso- con tutto quanto lo precedeva; può interferire con le capacità del soggetto di razionalizzare la realtà della morte e le sue implicazioni a causa dell'incredulità per la perdita improvvisa ed inaspettata; può confondere le esperienze del rapporto con la persona amata, con il porre l'accento su quanto stava accadendo al momento del decesso e con il ricostruire ossessivamente gli eventi relativi alla morte con il senno di poi; può stimolare un'intensa ricerca di significati e la necessità di determinare responsabilità, attribuire colpe ed assegnare punizioni per la perdita; può determinarsi la mancanza di opportunità -presenti nel caso di un decesso previsto- di pianificare, provare ad inserirsi nella società in assenza della persona amata, la cui morte improvvisa ed inaspettata produce perdite secondarie relative al tenore di vita ed alla rappresentazione sociale; infine può lasciare il soggetto all'oscuro dei desideri della persona amata a causa dell'imprevedibilità e subitaneità del decesso improvviso ed inaspettato. L'EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing, in italiano Desensibilizzazione e Rialaborazione attraverso Movimenti Oculari) è un trattamento per la rielaborazione dei traumi e per le emozioni ad esso correlate ed è anche efficacemente utilizzata per: - completare quanto è necessario all'elaborazione del lutto non complicato; - evitare gli ostacoli suscettibili di complicare l'elaborazione del lutto; - elaborare gli ostacoli che nel lutto complicato impediscono il completamento efficace, sostenendo e potenziando le fasi del fisiologico processo favorente il riequilibrio personale e le attività di riorentamento necessarie per prendere atto della perdita di una persona amata. E' auspicabile che il lutto complicato, che equivale ad un processo traumatico, possa essere trattato nel servizio sanitario nazionale mediante interventi psicoterapeutici e psicoeducazionali, tra i quali tenere in debito conto l'EMDR.
|