Maurizio Mottola Venerdì 15 maggio 2009 si è svolta a Napoli, all'Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, la giornata di studio Nuove frontiere della mediazione familiare per la famiglia di oggi, organizzata dall'Associazione italiana per lo sviluppo della ricerca sulla mediazione familiare (A.RI.S.ME.F.) e dall'Università degli Studi di Napoli Federico II. Tra le tematiche trattate: -Prospettive della mediazione familiare e nuovi padri; -La mediazione e la figura del padre; -Mediazione e rapporti interistituzionali: problematiche e prospettive future; -La filosofia dell'ICF (Classificazione internazionale del funzionamento della salute e disabilità, ndr) nell'ambito della mediazione familiare. Per favorire una più efficace protezione dell'infanzia attraverso il miglioramento e la qualificazione degli interventi, anche in Europa si sta applicando lo strumento della mediazione familiare (già noto alla realtà statunitense e canadese) per la risoluzione dei conflitti. La conflittualità di coppia ed una combattiva separazione non favoriscono né la crescita armonica della personalità dei figli, né un sereno esercizio del ruolo genitoriale. La verifica sul campo di questa duplice difficoltà ha evidenziato un grande bisogno, che esige una risposta adeguata e nuova e tale risposta è stata individuata nel riunire le forze di più figure di esperti in campo. Non è realistico infatti immaginare che un giudice sappia e possa da solo far fronte a tutti i problemi che presenta una coppia in fase di separazione. Parimenti nessun psicologo o psichiatra può -attraverso la sola metodologia clinica- aiutare la coppia a recuperare ruoli e funzioni della propria genitorialità. Dunque la mediazione è un percorso attraverso cui si mira alla riorganizzazione delle relazioni familiari prima o nel corso di un processo di separazione da parte di un terzo neutrale e con formazione specifica, che sollecitato dalle parti -nella garanzia del segreto professionale ed in condizione di autonomia dall'ambito giudiziario- si adopera affinché i genitori elaborino in prima persona un programma di separazione adeguato per sé e per i figli, in cui possano esercitare in maniera valida la comune responsabilità genitoriale. L'obiettivo finale della mediazione familiare può intendersi realizzato quando padre e madre, nell'interesse dei figli e loro , si riappropriano -pur separati- della comune responsabilità genitoriale. E' dunque importante che si diffonda sia in Italia che in Europa una cultura della mediazione, attribuendo una specifica identità professionale alla figura del mediatore familiare che -con una professionalità autonoma- si affianchi e si integri con le altre professionalità, per una gestione meno onerosa e parcellizzata delle situazioni familiari conflittuali. Inoltre, tenendo conto delle specificità e differenze socio-ambientali e di costume nei vari paesi europei, diviene complesso regolamentare normativamente in modo proficuo questa nuova figura professionale, che ha da coniugare conoscenze teoriche con abilità comunicative e relazionali, per facilitare la creazione di un clima relazionale favorevole ad instaurare e mantenere un dialogo tra le parti, contribuendo così alla gestione del conflitto. Da ciò scaturisce l'utilità di linee guida comuni e condivise. Nel nostro Paese, stiamo assistendo poi ad una grande evoluzione, in quanto la struttura delle famiglie è molto cambiata e così si ritrova cambiato anche l'assetto delle coppie di oggi. Spesso la famiglia è frequentemente mono-parentale e non esistono quasi più le famiglie allargate. Di conseguenza i conflitti della coppia sono più evidenti, emergono prima rispetto al passato e sono forse anche più violenti. Però oggi, a differenza del passato, la coppia in vista della separazione -o durante la stessa- può rivolgersi sia ad un avvocato per il percorso legale sia ad un mediatore familiare per seguire un percorso volto ad individuare le soluzioni più appropriate alla propria situazione problematica. Mentre comunque in Paesi quali la Francia ed il Belgio, la mediazione familiare riveste un ruolo ben preciso e concretamente determinato a livello normativo, in Italia invece ha ancora un ruolo subordinato alle scelte dei soggetti coinvolti nel conflitto ed ha assunto una dimensione più precisa dopo l'approvazione della legge sull'Affido Condiviso (legge n. 54 dell'8 febbraio 2006). Di certo la mediazione familiare può sicuramente aiutare i genitori separati ad implementare la loro capacità genitoriale, a fornire loro modalità di incontro reciprocamente condiviso ed a preservare il diritto dei figli di avere due genitori che si occupino entrambi di loro. Va sottolineato -a proposito dei ruoli genitoriali- che un genitore che non viva con i figli (molto spesso il padre) può sperimentare, in seguito alla separazione dal coniuge, comunque un rapporto adeguato con i figli, soprattutto se viene aiutato a riconoscere le proprie difficoltà di partenza ed a contenere le proprie ansie collegate alla situazione problematica che vive. Poiché la mediazione familiare si colloca all'interno del più vasto campo della mediazione in area civile, quando viene applicata all'ambito delle separazioni e dei divorzi deve di conseguenza tener conto dell'ordinamento di regole del diritto di famiglia in Italia, cosicché i diritti/doveri dei coniugi separandi vengono soggetti sia a norme che a garanzie. Pur essendo praticata da molti anni, la mediazione familiare in Italia non è regolamentata normativamente, viceversa in altri Paesi essa rappresenta una pratica possibile relativamente alle dispute tra ex-coniugi, come per esempio soprattutto in Belgio. La pratica della mediazione familiare -nonché i corsi di formazione per acquisire i requisiti professionali- in Italia e negli altri Paesi dell'Unione Europea è aperta ai laureati in Medicina, Psicologia, Scienze dell'Educazione, Sociologia, Servizio Sociale e Giurisprudenza. Le scuole autorizzate dal Forum Europeo di Mediazione Familiare, come a Napoli l'Associazione italiana per lo sviluppo della ricerca sulla mediazione familiare (A.RI.S.ME.F.), seguono un percorso ben preciso: corso biennale con frequenza obbligatoria, lezioni teoriche e pratiche, esame finale con discussione di una tesi originale.
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