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PSYCHOMEDIA
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Psicoterapia - Documenti e Comunicati



Psicomagia di Alejandro Jodorowsky

Maurizio Mottola



Sabato 27 e domenica 28 giugno 2009 si è svolto a Napoli il workshop Psicomagia, tenuto da Alejandro Jodorowsky -eclettico artista e regista, direttore di teatro, autore di pièce e pantomime, di romanzi e sceneggiatore di fumetti, nonché curatore dell'animo umano-, e organizzato dall'Istituto di Psicoterapia della Gestalt e Analisi Transazionale (IGAT) in collaborazione con Polo Museale Napoletano. E' stata l'occasione per esprimere ancora una volta le sue radicate qualità di sciamano occidentale che, nel percorso di una vita vissuta intensamente e spesso in una dimensione colma di sofferenza, ha tratto la forza e la determinazione per una pratica artistica che restituisce all'arte e all'immaginazione la loro primitiva funzione curativa dell'animo umano. Provvisto di profonda capacità di contatto, sostenitore della pienezza del cuore e del vuoto della mente, ha elaborato un approccio di guarigione originale ed efficace fondato sulla psicogenealogia e psicomagia. Accedere ai problemi significa entrare nella famiglia del soggetto, penetrare l'atmosfera psicologica del suo ambiente, in quanto tutti siamo segnati, se non addirittura contaminati, dall'universo psicomentale dei nostri antenati (psicogenealogia). Così molti individui fanno propria una personalità che non è la loro ma che proviene da uno o più componenti del loro ambito affettivo parentale. Nascere in una famiglia è secondo Alejandro Jodorowsky essere posseduto e questo possesso si trasmette di generazione in generazione, proiettando sui propri figli ciò che prima era stato proiettato su di noi. Per acquisire la libertà di azione occorre interrompere tale circolo vizioso. Affinché la presa di coscienza divenga efficace, Alejandro Jodorowsky ha elaborato la psicomagia, basata sull'induzione a far compiere un'azione precisa -a forte connotazione emotiva e simbolica-, senza per questo assumere la tutela o diventare la guida del soggetto per lunghi periodi (come avviene in psicoterapia). Gli atti psicomagici sono dunque atti paradossali che possono scuotere l'immobilità patologica e compulsiva di cui siamo prigionieri a causa delle nostre fobie e dei nostri malesseri, per l'appunto in buona parte trasmessici o comunque sostenuti dalla nostra storia familiare. La progressiva consapevolezza dell'influenza interiore, che esercitano su ognuno di noi convinzioni, credenze, simboli, miti consolidatisi nella storia familiare, ci consente di passare da una fase di inattuale reazione (ad antichi eventi familiari) ad una fase di azione radicata nel qui ed ora e pertanto attuale. Cinque tappe -atto poetico, atto teatrale, atto onirico, atto magico, atto psicomagico- l'hanno portato a codificare la psicomagia come una vera e propria forma artistica di psicoterapia: - l'atto poetico crea "un'altra realtà in seno alla realtà ordinaria", però non deve mai arrecare danno alle persone, anzi "deve provocare un'impressione sempre positiva". Esempi recenti di atto poetico in Italia sono stati colorare di rosso l'acqua della fontana di Trevi (19 ottobre 2007) o ricoprire Trinità dei Monti di migliaia di palline colorate (16 gennaio 2008); - l'atto teatrale è un atto poetico rappresentato in maniera strutturata, per rivolgersi ad un pubblico; visti i presupposti eversivi di un atto poetico nel senso inteso da Jodorowsky, questo nuovo atto non può che dar vita ad un teatro d'avanguardia, messo in scena più facilmente su un autobus che sopra un palco, ed a film totalmente sui generis e surreali quali El Topo (1971) o Sangue santo (1989); - l'atto onirico (in cui in un certo senso Jodorowsky mette insieme il pensiero di Jung e Castaneda) non significa spiegare il sogno ma "continuare a viverlo in uno stato di veglia per capire dove ci porta. La fase successiva, che supera ogni tipo di interpretazione, consiste nell'entrare nel sogno lucido, in cui si è coscienti del fatto che si sta sognando e questa consapevolezza ci dà la possibilità di lavorare sul contenuto del sogno. Arrivando ad un tale controllo dello stato onirico si scopre che "... nella vita come nel sogno, per rimanere lucidi bisogna prendere le distanze, agire senza identificarsi con l'azione" e che allora "Ciò che ci intimorisce perde qualsiasi potere nel momento in cui smettiamo di combatterlo"; - l'atto magico: a questo punto Jodorowsky si è chiesto chi "fosse l'artista benefico, il mago buono, capace di creare opere d'arte dotate di forze così positive da indurre l'osservatore all'estasi"; "Nella psicomagia spetta all'inconscio decifrare l'informazione trasmessa dal cosciente"; "E se ti rivolgi all'inconscio con il suo linguaggio, ti risponderà subito" in quanto "in ogni adulto, perfino in quello più sicuro di sé, dorme un bambino desideroso d'amore, e che il contatto fisico è più efficace di qualsiasi parola per stabilire una relazione di fiducia e rendere il soggetto disponibile a ricevere". Le basi psicologiche su cui si fonda l'efficacia della magia (e quindi il segreto degli sciamani) è quello di sapere "come rivolgersi direttamente all'inconscio tramite il suo linguaggio, (...) attraverso le parole, gli oggetti o le azioni" ed "... in tutte le culture si ritrova il concetto della forza della parola, la convinzione che l'espressione di un desiderio in una determinata forma possa provocarne la realizzazione"; - l'atto psicomagico: "Che tu abbia o non abbia fede (nell'atto magico da compiere per ottenere un risultato psicoterapeutico, ndr), devi avere la volontà di seguire alla lettera le istruzioni (prescritte dallo psicomago, ndr)"; "Per risolvere un problema non basta identificarlo. Non serve a niente essere consapevoli se non si passa all'azione"; "La gente desidera smettere di soffrire, è vero, ma non è disposta a pagarne il prezzo, a cambiare, a cessare di definirsi in funzione delle sue adorate sofferenze". Per vincere questa sorta di inerzia, serve assumersi la responsabilità di realizzare un'azione concreta, in grado di scardinare abitudini, automatismi e coazioni a ripetere: l'atto psicomagico diventa il mezzo per trasformare la consapevolezza conscia in un comando dato all'inconscio, perché solo la "collaborazione" dell'inconscio può guarire i nostri "blocchi" psichici. Jodorowsky illustra molti esempi di atto psicomagico, ad esempio il seguente: "Un ragazzo si lamenta di 'vivere tra le nuvole', di non riuscire a 'tenere i piedi per terra' nè ad 'avanzare' verso un'indipendenza economica. Prendo le sue parole alla lettera e gli propongo di trovare due monete d'oro e di incollarle alle suole delle scarpe, perché calpesti oro tutto il giorno. A partire da quel momento, scende dalle nuvole, mette i piedi per terra e comincia a camminare ... In questo atto mi sono servito addirittura delle parole usate dal mio paziente". In conclusione, la psicomagia parte dall'assunto che nessuna presa di coscienza di noi stessi vale a cambiarci a meno che non si sostanzi in un'agire concreto. Si tratta di un concetto implicito nel pensiero magico dello sciamanesimo, che opera proprio tramite riti che parlano direttamente "ai nostri dei". Al pari dello sciamano uno psicomago prescrive un rito, che usa il linguaggio simbolico dell'inconscio per comunicare direttamente con esso, superando e vincendo le censure e le resistenze della nostra parte conscia. La versatilità di Alejandro Jodorowsky ha elaborato -con l'analisi psicogenealogica e gli atti psicomagici- ulteriori strumenti disponibili per favorire il processo di guarigione e di riequilibrio esistenziale dell'individuo.


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