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PSYCHOMEDIA
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SCIENZE E PENSIERO
Complessità, Non-linearità e Psiche
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L'approccio Sinergetico al problema della classificazione dei bisogni psichici
di S. V. Haritonov
Dr S.V. Haritonov - Research Center of Synergetics - Saint Petersburg Union of Scientists
5 Universitetskaya Nab., Room 16 - 199034, Saint Petersburg RUSSIA
Tel/Fax: (prefisso) - 812 - 218 41 24
Ringraziando il dott. Haritonov per averci concesso di pubblicare il suo lavoro, mi assumo tutta la responsabilità di eventuali errori di traduzione ed interpretazione del suo testo.
Mario Pigazzini
A mio padre, ai miei amici, ai miei professori, che con il loro continuo aiuto ed il sostegno affettuoso hanno reso possibile questo lavoro.
S.V. Haritonov
Abstract
The article applies basic principles of synergetic to theoretical psychology in order to determine fundamental laws of psychical activity and to build a natural-scientific classification of human psychical needs. The work may be interesting as an example of using the synergetic approach in the field of general psychology.
INTRODUZIONE
Quale è la natura, la fonte delle forze che stanno all'origine della psiche umana e ne costituiscono il fondamento?
Questo interrogativo è il filo conduttore degli argomenti affrontati in questo studio. Se da una parte la risposta a questa domanda è connessa alla scoperta di certe importanti leggi del funzionamento mentale, dall'altra è stato messo in evidenza che l'attività psichica umana necessita di una peculiare forma di fondamento scientifico.
La caratteristica della psiche umana è infatti quella di essere correlata con il concetto di bisogno psichico ossia la necessità di soddisfare, in una modo o in un altro, l'attività psichica specifica dell'essere umano. Diversi lavori sulla psicologia mettono in evidenza che un bisogno sta alla base dell'attività psichica. Questo bisogno viene definito "necessità dell'attività psichica". Conforme- mente a quanto detto, risulta che il mantenimento di uno stato generale variabile di attività psichica da parte dell'organismo umano è una caratteristica primordiale dei processi che stanno alla base della psiche. Pertanto, questo lavoro è dedicato allo studio del concetto di "bisogno dell'attività psichica".
Questo concetto, nato dall'unione di due scienze, la fisiologia e la psicologia, è stato affrontato, all'inizio, dando più peso all'aspetto fisiologico. Si è cercato di passare dal piano fisiologico al piano psicologico mediante il concetto di interazione sociale. Seguendo questo concetto il "bisogno dell'attività psichica" si divide in tre componenti, che possono essere viste come l'espressione di tre richieste fondamentali, correlate direttamente all'attività psichica, oppure come le tre caratteristiche generali dell'attività psichica
Sul piano della ricerca, l'analisi del concetto di "bisogno dell'attività psichica", dal punto di vista psicologico piuttosto che fisiologico, si realizza mediante l'introduzione di alcuni nuovi concetti mutuati dalla fisica e dalla biologia moderna.
1 ) IL BISOGNO DI ATTIVITA' SENSO-MOTORIA
... Perché nessuno, neanche per un momento solo, può esistere senza che ci sia un'azione. Perché tutte le azioni egli le produce senza il suo volere, in virtù degli attributi donati dalla natura .
Bhagavad - Gita
Si sa che quando ci si trova in stato di veglia è difficilissimo porre freno volontariamente ai fiumi di pensieri. Quando l'uomo si trova nello stato di veglia è difficile che prenda sonno se non lo desidera. L'uomo trova difficile vivere isolato, lontano dagli altri, se desidera stare insieme con i suoi simili. L'essere umano, se deprivato da stimoli esterni, ad es. durante un periodo di isolamento, va incontro ai noti effetti dovuti alla deprivazione sensoriale che si manifesta sotto forma di depressione psichica.
Una grave disfunzione dell'attività dell'organismo, in modo particolare del S.N.C., può essere osservata anche deprivando l'uomo del movimento fisico. Questi esperimenti ci permettono di presupporre che l'uomo ha una grande necessità di attività psichica, messa particolarmente in evidenza dai sentimenti e dal bisogno di muoversi; possiamo definire tale necessità come "bisogno dell'attività senso - motoria".
Il concetto di bisogno umano di azione, di attività o di azione psichica, è stato studiato da diversi punti di vista e in diversi lavori (1). Sc. N. Cihartiscvili (2) definisce la necessità dell'azione come il bisogno principale dell'organismo:
..."la caratteristica più importante dell'organismo vivente è il bisogno di azione, bisogno comparso contemporaneamente all'essere umano stesso, e questo bisogno rappresenta la caratteristica essenziale della stessa esistenza. Questo bisogno individualizza ciascuno attraverso una ereditarietà determinata quando la stessa struttura ereditaria comincia un'esistenza e un sviluppo reale",
mentre V. G. Aseev (3) evidenzia che l'attività psichica non solo agisce come mezzo di soddisfazione di alcuni bisogni, ma essa stessa stabilisce il contenuto delle richieste specifiche. G. S. Tarsov (4) fa notare che lo stato generale dell'attività è la parte essenziale dei bisogni dell'uomo .
V.I. Selivanov (5) definisce correttamente il problema degli impulsi dell'essere umano, che è quello di scegliersi una attività. Altri autori presuppongono che il bisogno di attività può anche non essere differenziato in una certa forma di azione (6) V. G. Aseev (7) conclude che il problema del bisogno generale di attività, e degli impulsi propriamente detti, si riduce al problema della correlazione dei due punti della motivazione: continuità numerica (dinamica) e discreto-qualitativa (che riguarda il contenuto).
Evidentemente, la ricerca del secondo lato della motivazione può essere legata al mettere in evidenza sia la base dinamica generale del bisogno sia la risoluzione del problema del modo in cui i bisogni sono inclusi nella interdipendenza dei fenomeni del mondo materiale, o con altre parole, allo stabilire delle "radici" scientifiche nel catalogare le richieste.
L'aspetto dinamico dei bisogni è importante per sé stesso, perché i bisogni si identificano con le forze che stanno alla base dell'attività psichica, cioè con i fattori che dinamizzano questa attività (8). In generale, il bisogno di attività psichica, come il bisogno di sentire e di muoversi, può essere descritto nel sistema delle nozioni fisiologiche sulla base del enorme volume di materiale accumulato dalla fisiologia .
Le reazioni di orientamento e di regolazione cerebrale dello stato di veglia sono la base fisiologica dell'attività psichica; esse hanno una grossa parte nell'adattamento dell'uomo all'ambiente circo- stante e danno un apporto sostanziale al mantenimento della omeostasi, cioè dell'ambiente interno dell'organismo. Evidentemente la constatazione principale della descrizione fisiologica del bisogno di attività psichica sta nel fatto che un qualsiasi stato variabile dell'attività psichica è necessario per l'esistenza dell'organismo complesso, ed è un aspetto essenziale della sfera dei bisogni umani.
Nello stesso tempo, se seguiamo l'esempio dei ricercatori che hanno tentato di dare un significato omeostatico al problema dei bisogni psichici, possiamo constatare che il concetto di adattamento individuale - che appartiene alla fisiologia - come bisogno generale, non è sufficiente per la comprensione del fenomeno di bisogno di attività psichica. Anche se ammettiamo che la nozione di attività psichica non coincide perfettamente con la nozione di attività senso - motoria, per la comprensione della natura del bisogno di attività psichica dobbiamo avvicinarci a questo concetto, certamente in modo più largo di quanto hanno fatto i teorici del concetto di adattamento individuale dell'organismo.
2 ) LA DIREZIONE ANTIENTROPICA DELL'ATTIVITA' PSICHCA.
Le basi scientifiche generali della classificazione dei
bisogni psichici.
Noi sentiamo che sopra di noi passa l'onda, che non si è formata in noi stessi. Essa è arrivata verso di noi da lontano allo stesso momento con la luce delle prime stelle. Essa è arrivata fino a noi creando tutto il suo percorso.
P. Theillard de Chardin
Il lato più attraente della termodinamica è la sua universalità che
ci da la possibilità di ridurre l'enorme numero di fenomeni a
poche idee importanti.
P. Glandorf - I. Prigogine
L'accentuazione della determinazione sociale dei bisogni dello individuo e l'ampio sviluppo dato a questi bisogni, non vuol dire che essi non hanno un'impronta biologica o che essi si sviluppino
fuori delle qualità innate dell'uomo.
B. F. Larnov
Nello studio dei bisogni dell'attività psichica si possono porre i seguenti interrogativi: perché l'attività psichica è un bisogno? Perché l'attività di qualsiasi sistema vivente rappresenta per sé stessa un bisogno, cioè una caratteristica individuabile? Quali leggi delle scienze naturali stanno alla base dei bisogni?
Nello studio di una qualsiasi processo proprio dell'attività del sistema vivente possono essere evidenziate caratteristiche che si configurano di primaria importanza per l'attività del sistema vivente. Un significato specifico nella comprensione della direzione dell'attività dell'organismo, in modo particolare dell'attività psichica, è stato assunto dal concetto di antientropia (9). Alcune parti di questo lavoro sono rivolti proprio allo studio di questo argomento.
Voglio prima di tutto precisare che non si parla di tendenza antientropica dei sistemi viventi, in quanto i sistemi viventi non possiedono tale tendenza, come ha sottolineato Bliomenfeld (10), ma riguarda l'orientamento antientropico dell'attività biologica e psichica in generale che permette di compensare l'entropia nei sistemi viventi, entropia che è determinata dai processi irreversibili che si svolgono in questi sistemi. Si può parlare solamente del compenso antientropico nel processo dell'attività biologica-psichica e del mezzo (o dei mezzi) attraverso quale si ottiene il compenso.
Bisogna anche tenere presente che i processi antientropici che si trovano in attività in un sistema possono avere tanto un carattere generale quanto un carattere locale; ciò dipende dallo stato e dalla struttura del sistema in studio.
2.1 ) IL TERMINE ANTIENTROPIA
Il termine antientropia, o il suo equivalente neghentropia, definisce il concetto contrario all'entropia. Termini analoghi alla anti-entropia sono il concetto di ectropia, proposto da Auerbah (11), ed il concetto di entropia negativa introdotto da Schredinger (12; n.1).
L'entropia è la grandezza fisica che rappresenta la funzione dello stato termodinamico del sistema. Per trasformare l'entropia in un processo stabile, bisogna trasmettere una certa quantità di calore o sottrarre calore al sistema in rapporto alla temperatura termo- dinamica dello stesso sistema. Il concetto di entropia è stato introdotto da Klauzius mediante la formulazione matematica della seconda legge della termodinamica. In accordo con questa legge l'entropia di un sistema isolato non può diminuire .
Nella fisica statistica l'entropia esprime la probabilità dello stato termodinamico di un sistema. L. Boltzman ha stabilito che l'entropia è la probabilità dello stato di un sistema isolato dal punto di vista energetico. Si manifesta nello stesso modo: essa può sia crescere che rimanere uguale, ma non può diminuire. L'entropia esprime perciò il grado di disordine o disorganizzazione di un sistema. La crescita dell'entropia, nel processo di evoluzione, è determinata dalla seconda legge della termodinamica.
Per molto tempo si è continuato a pensare che l'entropia fosse in contrasto con i processi di auto-organizzazione osservati nel mondo vivente. Così scriveva, per es., V. I. Bernadski (13):
"L'entropia di Klauzius non ha una base reale. Questa non è un fatto che riguardi la vita, questa è un'espressione matematica, possibile e necessaria, quando essa ti da la possibilità di esprimere un fenomeno naturale in linguaggio matematico. Importante è il fatto che la vita nelle più brusche manifestazioni è strettamente e permanentemente legata (come la radioattività) al profilo microscopico del mondo in cui leggi simili, come quelle della termodinamica, non hanno applicazione.
Il concetto di antientropia è strettamente legato alle prove di analisi termodinamica dei fenomeni che avvengono nella vita, prove che hanno come fine la conoscenza di quelle leggi che guidano i processi di cambiamento e trasformazione dell'energia nei sistemi viventi. La storia di queste prove comincia con i lavori di Mayer che getta le basi della termodinamica e della nascita della termo-dinamica come scienza a sé stante. Uno dei risultati di queste prove è stata la comparsa, come ramo di questa scienza, della termodinamica biologica. Essa, una volta superato il legame stretto tra l'informazione e l'entropia negativa, ha unificato la rappre-sentazione biologica degli organismi, come sistemi lontani dall'equilibrio termodinamico, con i risultati della termodinamica classica e della teoria dell'informazione.
2.2 ) TERMODINAMICA CLASSICA E NON CLASSICA.
LA SINERGETICA.
La termodinamica classica contiene un paradosso: tutte le deduzioni quantitative vengono applicate strettamente ai processi equilibrati (risultati come conseguenza degli stati equilibrati), ma ogni processo, ossia il passaggio di un sistema da uno stato all'altro, è strettamente legato alla distruzione dello stato di equilibrio del sistema (e del percorso successivo degli stati di ineguaglianza). Da ciò ne deriva che la nozione di processo equilibrato (n. 2) è un'idealizzazione, o, con altri termini, tutti i processi reali sono, chi più chi meno, non equilibrati ed irreversibili (14).
Da quando, negli ultimi decenni, in fisica si è cominciato ad usare il metodo statistico, si è via via sviluppata la teoria dello stato di non equilibrio. Questa teoria permette l'applicazione delle leggi della termodinamica nella descrizione dei processi irreversibili, ineguali in sistemi chiusi (n. 3) ed aperti, e permette, nel contempo, la descrizione delle forme ordinate non viventi: sono i cosiddetti processi dissipativi (15).
Assieme allo sviluppo della teoria che riguarda le fasi non uguali delle trasformazioni (nei processi irreversibili in un sistema aperto), si fanno però anche dei passi sicuri verso la scoperta delle leggi generali sui processi di autogoverno in un sistema di qualsivoglia natura; si costruisce la teoria dell'autogoverno - sinergetica (16).
Il termine "sinergetica" vuol dire che un'azione è compatibile oppure co-operante. Nella sinergetica si studiano gli effetti della co-operazione nell'ambito dei sistemi auto-organizzanti.
Scrive Klimotovici (17a):
"I processi di 'auto-organizzazione', vanno assieme con la partecipazione di un grande numero di oggetti (atomi, molecole, o altre forme più complesse) e di conseguenza sono possibili solamente mediante l'interazione co-operante del tutto, nel suo insieme.
2.3 ) L'UNIFORMIZZAZIONE DEL BILANCIO ENTROPICO .
L'interazione in natura e la strutturazione del mondo.
I PARAMETRI DELL'ORDINE .
La prima legge della termodinamica è la legge della conservazione dell'energia con la valorizzazione dei processi di riscaldamento termico, che resta valida anche per quanto riguarda la teoria dei processi lontani dall'equilibrio (far-from-equilibrium - n. 4).
La seconda legge della termodinamica è riuscita, anche se non da tanto tempo e senza l'implicazione della teoria statistica, a esprimere, sotto forma di una precisa ineguaglianza, la formulazione che conduce all'idea che, in un sistema chiuso, vale a dire isolato energicamente, l'entropia non può diminuire. Una tale formulazione non dice però niente riguardo a quello che avviene in un sistema non isolato, cioè aperto (17b) . Si sa che se un sistema non è isolato ed ha uno scambio energetico con l'ambiente, allora la sua entropia si può manifestare in diversi modi.
Attualmente, per quanto riguarda la teoria dei processi lontani dall'equilibrio, esiste un'espressione più generale della seconda legge della termodinamica. L'espressione matematica della seconda legge della termodinamica nell'ambito dei processi lontani dallo equilibrio è l'uniformazione del bilancio entropico che costituisce il fondamento della termodinamica non equilibrata (n. 5).
Per uniformare il bilancio entropico si prende in considerazione il concetto di flusso entropico, condizionato dallo scambio di energia e di lavoro con l'ambiente. Questo concetto si evidenzia sotto forma di un elemento di flusso che può essere di segno negativo o positivo (18). Se l'elemento di flusso si definisce come una grandezza negativa, allora in questo caso, l'elemento di flusso corrisponde con il concetto di flusso entropico negativo nel sistema (19). Accanto al concetto di flusso entropico si prende in considerazione il concetto di generazione dell'entropia, condizionata dai processi irreversibili che si svolgono all'interno del sistema.
Se, grazie all'interdipendenza del sistema con l'ambiente esterno, entra nel sistema un flusso abbastanza grande di entropia negativa, che prevale sulla produzione di entropia all'interno del sistema, allora, per principio, l'entropia del sistema può diminuire e dunque può crescere il grado di normalizzazione (20). E' evidente che il concetto di flusso entropico negativo è equivalente al concetto di entropia negativa, concetto già introdotto da Schredinger. Di conseguenza il termine "antientropico" acquista un contenuto fisico concreto.
L'interesse ad uniformare il bilancio entropico sta nel fatto che il flusso entropico negativo nel sistema può compensare la produzione di entropia all'interno del sistema condizionato da processi irreversibili. In questo modo l'influenza della seconda legge della termodinamica si mantiene nelle forme ordinate; l'essenziale è l'interazione del sistema con l'ambiente circostante, oppure, se ricorriamo ad un concetto con senso più ampio, l'interazione dei sistemi tra di loro. Scrive V. G. Kuznezov (21):
"La scienza non classica vede nell'interazione fra i sistemi il fondamento della loro stessa esistenza, in una forma ancora più evidente e generale di quello che vedeva la scienza classica, e relativizza il concetto di sistema isolato". 'L'anti-isolazionismo', la evidenza dell'interazione dei sistemi, l'evidenza della comparsa di una condizione iniziale, conduce alla conclusione che esistono due processi contrari:
- la crescita dell'entropia nei sistemi
- la neghentropia nella nascita e nell'evoluzione dei nuovi sistemi dovuti all'interazione dei sistemi.
Nell'insieme si produce il processo irreversibile della struttura-zione del mondo e della sua complessificazione".
Dunque, l'interazione dei sistemi con l'ambiente esterno, come pure l'interazione dei sistemi tra loro, rappresenta l'essenza di qualunque attività, sia essa fisica, chimica, biologica o psichica, e può essere vista come una condizione - o bisogno primordiale - per costruire il processo antientropico e l'auto-organizzazione mediante il rispetto delle leggi fondamentale della termodinamica.
Ci domandiamo ora in cosa consiste la particolare interazione dei sistemi, e dei sottosistemi, considerando il fatto che essi costituiscono un sistema generale auto-organizzato? Quali sono le caratteristiche, oltre al ben noto cambio di oggetto in biologia, oppure come dice Schredinger "l'alimentazione dell'energia negativa", proprie dell'interazione?
In base alla sinergetica, l'azione di co-operazione comune a molti sottosistemi, è il principio fondamentale del funzionamento dei sistemi con una strutttura ordinata. Il carattere co-operante del comportamento di un sistema è la causa dei processi che conducono alla formazione spontanea delle strutture lontane dallo stato di equilibrio (22). L'impostazione generale della sinergetica conduce all'autogoverno, che può essere descritto includendo anche le azioni di regolamentazione esterna in quanto parti integranti del sistema. Per via dell'autogoverno, le forze esterne si identificano con i cosiddetti "parametri dell'ordine", oppure - nel linguaggio fisico - con i tipi di movimento instabile collettivo, comparsi nel sistema e subordinati ad altri sistemi. La dinamica dei parametri dello ordine è descritta dalle equazioni di un solo tipo e sono differenti per ogni sistema (23; n. 6).
Il valore determinante nella teoria dell'auto-organizzazione è che ritorna agli impulsi casuali - alle fluttuazioni - comparse nel sistema. Le fluttuazioni sono necessarie per la comparsa dell'auto-organizzazione. Dopo che l'auto-organizzazione è avvenuta, anche il sistema si trova in uno stato definito, cioè le fluttuazioni entrano a far parte del sistema. Tra i nuovi stati ve ne possono essere alcuni nei quali il sistema si adatta meglio all'ambiente circostante. Se si ha un insieme di sistemi e questi concorrono tra loro, allora la fluttuazione e la selezione portano all'evoluzione dei sistemi (n. 7).
In questo modo, basandosi sulle rappresentazioni sinergetiche generali enunciate, si può concludere che l'interazione dei sottosistemi, nel processo di auto-organizzazione, è costituito da due componenti tipo: i movimenti collettivi instabili e fluttuazioni.
Come si vedrà in seguito, in base a quanto esposto, cioè, dalle posizioni ottenute attraverso la sinergetica nella descrizione del processo di auto-organizzazione dei sistemi di diversa natura, si può aprire la via verso la classificazione di alcuni tratti della mente umana e degli animali superiori .
2.4 ) I MECCANISMI di auto-organizzazione dei sistemi biologici
I bisogni dei sistemi biologici.
Le possibilità di perfezionamento dei meccanismi di auto-
organizzazione dei sistemi viventi.
E' evidente che i bisogni dei sistemi viventi sono legati in un modo o l'altro all'esistenza di codici biologici, responsabili della strutturazione e auto-organizzazione di questi sistemi. Comunque, l'auto-organizzazione nei sistemi biologici si svolge in stretta con-cordanza con le leggi generali alle quali si sottomettono tanto la natura vivente quanto quella non vivente (24). Si sa che nel mondo vivente le strutture dissipative cedono il posto alle strutture funzionali (25). In conseguenza di ciò si evidenzia la somiglianza dei concetti principali che si riferiscono alla formazione delle strutture spazio-temporali e funzionali (26 - 27).
Le fluttuazioni dei sistemi viventi cedono il posto, in misura coxpicua, all'interazione in una determinata direzione, essendo quest'ultima una manifestazione "ben organizzata" della funzione del sistema, nel quale i cambiamenti casuali della funzione si sottomettono alle sue manifestazioni logiche (28). Come risultato i principi generali dell'auto-organizzazione si completano con i principi generali dell'auto-regolamentazione; il tutto prende corpo sotto forma di reazioni dirette di adattamento del sistema .
Così, nelle strutture viventi informative (funzionali) che fanno nascere richieste più o meno stabili, si realizzano dei processi auto-organizzati; in essi inoltre si manifesta l'azione dei meccanismi sinergetici, grazie ai quali, i processi di auto-organizzazione diventano possibili. Nello stesso tempo, per quanto riguarda il bisogno dei sistemi viventi - evidentemente si può parlare solamente del caso delle caratteristiche studiate delle attività dei sistemi viventi - non solo corrispondono ai principi generali dell'auto-organizzazione della natura, ma sono anche determinate dall'in- formazione biologica accumulata nel corso dell'evoluzione dei sistemi viventi. I bisogni dell'uomo sono inoltre determinati dall'in-formazione culturale accumulata durante lo sviluppo della storia. L'informazione raccolta determina le interazioni umane .
I meccanismi dell'interazione biologica si possono perfezionare. Questo avviene in virtù del fatto che le azioni dei meccanismi di auto-organizzazione sono determinate dalle proprietà interne di strutturazione del sistema (29), cioè l'auto-organizzazione è determinata dall'attività interna dei processi e non unilateralmente dall'ambiente sfavorevole a sé stante (30). Questa circostanza ha certamente favorito gli esseri viventi nel corso dell'evoluzione, che si sono adattati alla varietà infinita degli avvenimenti casuali del mondo esterno, sulla via del perfezionamento dei propri meccanismi di auto-organizzazione (31).
2.5 ) L'INTERAZIONE nei macrosistemi biologici e nella mente.
I sistemi viventi sono capaci di unirsi uno all'altro per formare un insieme che a sua volta è un sistema vivente. Questo è uno dei principi generali della costruzione dei sistemi viventi formulato da Iu. M. Vasiliev, I. M. Gelfand, Sc. A. Guberman, M. L. Scick (32). Gli autori scrivono che:
Le cellule viventi si raggruppano in tessuti e organi. I tessuti viventi e gli organi formano un organismo vivente. Gli organismi viventi formano delle colonie oppure altre forme di collettività. La possibilità di formare delle collettività, di aggregarsi uno all'altro in base alla somiglianza, è una caratteristica specifica dei sistemi viventi.
In questo modo ogni sistema vivente può essere visto come se fosse costituito da più sottosistemi che interagiscono tra loro.
Per marcare i sistemi biologici, correlati con l'alto livello super- organizzato della natura vivente, N. P. Naumov ha propposto il termine di "macrosistema biologico". Conformemente con la definizione data da Naumov, i macrosistemi biologici rappresenta-no quegli insiemi biologici composti da particelle che costituiscono gli individui (organismi, esemplari) che a loro volta interagiscono con altri individui (33).
Lo studio delle qualità dei fenomeni nuovi che compaiono nei gruppi di individui che vengono a crearsi, come famiglie, stormi, mandrie, greggi, colonie, popolazioni, ecc., si può basare sullo studio delle interazioni inter-individuali. Non ci si può però fermare qui; lo studio, come menziona M. V. Volkeinstein, di un sistema complesso non può non basarsi sullo studio delle varie parti che lo compongono, prese in modo isolato, perché le interazioni stesse sono condizionate dalla natura di questi elementi (34). Solo partendo da questa parte definita, peculiare della struttura, delle funzioni, del comportamento dell'individuo, si assicurano i legami necessari per l'unione degli individui in un sistema (35). In altre parole, la capacità e la propensione per la formazione di macrosistemi biologici è la caratteristica degli individui stessi, cioè la caratteristica della loro attività. P. V. Lernionov (36) scrive:
"Anche se le leggi del comportamento all'interno di un gruppo non devono essere stabilite mediante lo studio dell'attività cerebrale individuale, queste leggi si realizzano sulla base del comportamento degli individui che compongono il gruppo, e di conseguenza, sono rappresentate nei meccanismi cerebrali del comportamento individuale".
In questo modo, si pone il problema dei fattori interni dell'interazione tra individui nei macrosistemi biologici. Applicati all'uomo ed agli animali superiori si presuppone che i fattori interni condizionati geneticamente e rappresentativi nei meccanismi cerebrali dei fattori dell'interazione individuale possono costituire il fondamento naturale dei bisogni psichici .
Basandoci sulle rappresentazioni del primato filogenetico dei movimenti socialmente organizzati degli esseri umani, in relazione con la psiche che serve al compimento di questi movimenti e al loro perfezionamento, si può formulare la seguente definizione dei bisogni psichici. I bisogni psichici (ossia la qualità dell'attività psichica) sono fattori dell'interazione sociale che si sviluppano nel processo di crescita biologica e poi si amplificano, nel corso dello sviluppo storico, sulla base dell'azione delle leggi propri dell'attività psichica.
Si sa che il risultato dell'interazione sociale può essere la formazione della struttura sociale, oppure la disfatta della stessa, in funzione del ruolo della comunicazione - costruttivo o distruttivo (37). Certamente, l'interazione più normale tra individui è la formazione ed il sostentamento della struttura sociale. In altri termini, se gli individui si trovano in condizioni normali per sé stessi, a prescindere dall'aggressività, allora la loro interazione può avere un carattere costruttivo (n. 8).
Se ammettiamo che in seguito al modo normale di realizzare l'interazione, nasce e si sostiene una nuova struttura sociale determinata nel tempo e nello spazio, allora alcuni bisogni psichici, tra quelli generali, devono corrispondere ai principi dell'auto-organizzazione sopra esposti .
Basandoci sulla rappresentazione dei due principi generali dell'auto-organizzazione, vale a dire:
- il principio delle azioni cumulate,
- il principio delle fluttuazioni (o principio degli effetti determinati nei sistemi funzionali),
possiamo separare due qualità necessarie dell'attività psichica, presenti nel comportamento degli individui.
- La prima è la caratteristica del comportamento amichevole, basata sull'esistenza nell'uomo o nell'animale superiore, dei meccanismi imitativi che contribuiscono alla standardizzazione dell'attività nella collettività.
- La seconda è la caratteristica di compiere azioni non determinate verso altri individui, capace di modificare l'attività di alcuni membri della collettività oppure dell'attività collettiva nel insieme.
Si può concludere che i due principi dell'auto-organizzazione della natura che sono la base di queste due caratteristiche dell'attività psichica, sono principi comuni dei sistemi auto-organizzati, sia viventi che non viventi. Comunque, nei sistemi viventi i processi auto-organizzativi non si limitano solamente a questi due principi. Per formulare il principio successivo che può guidare il comportamento degli individui nel macrosistema biologico, dobbiamo riferirci alla nozione ricordata sopra, riguardante la capacità di adattamento del sistema auto-organizzato. Il processo di adattamento è il principio legato al processo di auto-organizzazione (38) e si può perfezionare nel processo di evoluzione biologico, similmente ai meccanismi dei sistemi auto-organizzati.
2. 6 ) L'ADATTAMENTO come principio generale di auto-
organizzazione del biosistema.
FORME PARTICOLARI di adattamento nei macrosistemi
biologici.
Un tratto importante del sistema che si auto-organizza è la adattabilità. Il concetto di adattabilità (nel senso lato della parola, cioè come possibilità di adattamento alle condizioni mutevoli dell'esistenza) è implicato nello studio dei processi, sia dal punto di vista biologico, sia dal punto di vista tecnico. Lo studio dei principi di organizzazione dei sistemi adattivi ha mostrato che, come scrive Kogan (39):
"l'adattabilità, come possibilità di cambiamento del comporta-mento, mantenendo l'ottimizzazione nelle diverse situazioni, si definisce come una possibilità del sistema umano di rifarsi la struttura, in tal modo di soddisfare le nuove richieste di funzionamento, ossia la capacità di auto-organizzazione. L'auto-organizzazione e l'adattabilità sono tanto più legate tra loro, quanto più il sistema di adattamento, di regola, si dimostra capace di riorganizzazione ed il sistema che si auto-organizza dimostra capacità di adattamento".
Di conseguenza, le nozioni di auto-organizzazione e di adattamento sono strettamente legate tra di loro. Si può dire che l'auto-organizzazione si realizza attraverso l'adattamento.
Nei macrosistemi biologici, nel caso in cui gli individui accumulano una capacità abbastanza grande di memorizzazione dell'esperienza individuale ed un comportamento individuale abbastanza elevato, l'adattamento può assumere forme variabili, forme manifestate nel comportamento degli individui. Queste particolari forme di comportamento adattivo si esprimono attraverso le reazioni di aiuto reciproco tra le persone della collettività, nel sostentamento dell'altro, potendo in alcuni casi trasformarsi in sacrificio. Un tale adattamento può essere definito, nelle collettività di esseri umani ed animali, sovraorganizzativo oppure sovraindividuale.
L'idea che l'aiuto reciproco tra gli animali e l'altruismo umano potrebbe avere delle basi biologiche (determinate dalla selezione naturale) è stata sviluppata nel lavoro iniziato da C. Darwin e portato vanti da altri (40). In questi lavori si mette in evidenza che l'aiuto reciproco, come il sostegno o la difesa, rappresenta fra gli animali un fattore importante dell'evoluzione progressiva delle specie e dello sviluppo dell'umanità .
C. F. Kester e P. A. Kropotkin sviluppando le idee dell'aiuto reciproco, espresse anche da Darwin, hanno presupposto che l'aiuto reciproco, può avere un significato più importante della legge del contrasto reciproco nell'evoluzione di specie diverse, perché favorisce lo sviluppo delle caratteristiche che facilitano poi il sostegno e lo sviluppo della specie (41). Nell'uomo i pensieri ed il linguaggio, conformemente a quanto detto da Darwin e P. A. Kropotkin, svolgono la stessa funzione delle qualità e alle abilità.
In generale, come menzionato da P. A. Kropotkin, la nozione di co-operazione e dell'azione collettiva nel mondo animale è estrema-mente legata alla nozione di aiuto reciproco tra gli animali (42).
Il fatto che l'aiuto reciproco tra gli animali non sia stato preso in considerazione da sociologi e da etologi come fenomeno, non vuol dire che non esista; esso si verifica ed è stato sperimentato e riportato in vari lavori sotto il nome di risonanza emotiva (43
Esperimenti simili sono stati effettuati anche sugli esseri umani. I risultati degli esperimenti sull'applicazione dei metodi delle cosiddette "reazioni di aiuto condizionato" nell'analisi sperimen-tale dei meccanismi neurofisiologici delle forme complesse, che motivano l'uomo, sono state descritte nelle pubblicazioni di M. N. Valuevoi (44).
L'aiuto reciproco tra gli animali ed esseri umani ha una grande importanza nell'adattamento. Si sa che l'adattamento "superindivi-duale" è la capacità di aiutare l'individuo a raggiungere un più alto grado di adattamento nella collettività attraverso il processo di mutazione, durante il quale ogni individuo, di solito, "si interessa" solamente del proprio guadagno.
L'importanza ottimistica di questa caratteristica è stata chiarita mediante l'esempio del "sistema modello" che consiste in un grande numero di automatismi che realizza le forme più semplici di comportamento collettivo (45).
Nei sistemi non viventi che si auto-organizzano, l'adattamento può essere realizzato solo passivamente. Nei sistemi viventi che si auto-organizzano, l'adattamento è un processo attivo ed agisce sotto forma di certe regole .
Le azioni che regolano, si possono presentare sotto forma di bisogni fisiologici dell'organismo studiato singolarmente, così come la manifestazione dei bisogni psichici in base alle motivazioni altruistiche degli individui in quanto membri della comunità .
Il principio dell'adattamento sovraorganizzato (sovraindividuale) richiede il principio di auto-organizzazione dei macrosistemi biologici. Tale principio viene a trovarsi come base della terza caratteristica dell'attività psichica - la qualità di adattamento agli altri - qualità che si esprime attraverso l'altruismo, la compassione, la compartecipazione degli stessi sentimenti ed evidentemente, mediante una vasta gamma di impulsi determinati da questo sentimento negli animali superiori e nell'uomo .
2.7 ) TRE Componenti dei bisogni dell'attività psichica.
LA CLASSIFICAZIONE DI BASE DEI BISOGNI PSICHICI .
Da quanto presentato sopra, si può dedurre che i bisogni generali dell'attività psichica facilitano la formazione ed il sostegno della struttura sociale e sono strettamente legati ai principi dell'orga-nizzazione propri della natura. Essi sono:
1 ) il bisogno di realizzare un comportamento amichevole, o la
necessità di azioni collettive assieme ad altri simili.
2 ) il bisogno di effettuare un'azione determinante contro gli altri,
cioè la necessità di dare una "spinta" che indurrebbe gli altri
individui ad agire in un certo senso.
3 ) il bisogno di attività rivolta verso l'adattamento di altri
individui, oppure la necessità di attività rivolta verso altri
individui. (30 < 12 >).
Cosi il concetto di bisogno di attività psichica si divide in tre componenti, cosa che può servire al fondamento generale logico per la classificazione dei bisogni dell'uomo nell'ambito della psicologia .
Questa classificazione delle caratteristiche dell'attività psichica non è completa, nemmeno singolarmente possibile. Comunque, partendo dal principio di classificazione che deriva dalle nozioni generali di termodinamica legate alle rappresentazioni sinergetiche, questa classificazione può essere definita di base, e può costituire la base di una classificazione più complessa, ad esempio, di una classificazione "a gradini" dei bisogni psichici dell'uomo.
3 ) OSSERVAZIONI GENERALI E CONCLUSIONI
Gli uomini sentono la necessità di lavorare in gruppo, di collaborare, di aiutarsi a vicenda.
Questo vale a dire che essi desiderano che l'attività determinata dalle circostanze la realizzano insieme, e misura delle possibilità, e gli chiama ad agire assieme ad essi .
P. Jane
Devi attraversare un deserto ed arrivare come ospite non atteso in una casa per apprezzare tanto più quell'amore verso il prossimo dell'uomo, per apprezzare se la sua capacità nei contatti sociali non è stata sottoposta ad un sovraccarico.
C. Lorentz
L'interrogativo principale che unifica il materiale esposto può essere formulato in questo modo. Qual' é la natura e quali sono le sorgenti di queste forze che stanno alla base dell'attività psichica umana?
La ricerca della risposta a questo interrogativo si è mostrata legata allo svelamento delle leggi primordiali dell'attività psichica e nello stesso momento allo stabilirsi del fondamento scientifico per la classificazione delle qualità dell'attività psichica specifica dell'uomo .
In una serie di lavori di psicologia esiste la definizione della nozione di qualsiasi bisogno generale che sta alla base dell'attività psichica dell'uomo e che ha ricevuto il nome di " bisogno dell'attività psichica". Dalle definizioni del concetto di questo bisogno, risulta che il mantenimento da parte dell'organismo umano, di una situazione generalmente variabile di attività psichica, è la caratteristica essenziale dei processi psichici. E' evidente che la possibilità di mantenere un certo livello di attività psichica ha una grande importanza nell'adattamento dell'organismo umano alle condizioni dell'ambiente circostante.
In una semplice forma, il bisogno dell'attività psichica può essere descritto sulla base dell'enorme quantità di materiale svolto come bisogno dell'attività sensitivo-motoria ossia della necessità di avere degli stimoli e di muoversi. Tale descrizione può rappresentare in sé l'aspetto fisiologico dei fattori interni dell'attività psichica. Ma la descrizione fisiologica basata sulla nozione di adattamento individuale, abituale in fisiologia, può essere insufficiente per la comprensione della natura dell'attività, sotto l'aspetto proprio della psicologia, cioè lo scopo della descrizione psicologica.
Per la descrizione dei bisogni dell'attività psichica, nel sistema delle nozioni psicologiche, bisogna effettuare il passaggio della nozione studiata da un sistema ad un altro sistema. Questo si può realizzare mediante la trasformazione della nozione di bisogno dell'attività psichica, sulla base delle rappresentazioni generali, piuttosto che rappresentando l'adattamento individuale. Nel lavoro menzionato si opera sul concetto di "bisogno dell'attività psichica" con lo scopo di precisare ed allargarne il senso, concordemente con la realizzazione di alcuni campi della fisica e biologia contemporanea. Lo scopo di questo lavoro consiste nella trasformazione del contenuto della nozione studiata in concordanza con le realizzazioni delle scienze fisiche e biologiche, dandole così una base scientifica abbastanza ampia e generale, che serva nella classificazione dei bisogni umani nella psicologia.
Nella ricerca del mezzo di trasformazione della nozione "bisogno dell'attività psichica" in questo lavoro si è introdotta la nozione di "direzione antientropica dell'attività psichica", sulla base di concetti appartenenti ad un nuovo ramo della fisica "termodinamica non ritmica". Il risultato di questa prova è che la conoscenza dei bisogni dell'attività psichica dell'uomo, la comprensione della necessità dell'interazione tra le persone e la necessità di interazioni sociali o di co-lavoro, è fondata su informazioni comuni al mondo fisico. Assieme a questo, lo studio del concetto di direzione antientropica dell'attività psichica ha portato alla comprensione dell'importanza di alcuni bisogni psichici ed alla necessità di risolvere in termini sinergetici il problema della classificazione logica, naturale, dei bisogni dell'uomo nell'ambito della psicologia.
La base scientifica generale della classificazione dei bisogni psichici dell'uomo, in questo lavoro è offerta da una nuova branca della scienza - la sinergetica.
All'inizio la sinergetica era un ramo della fisica teorica; adesso è una scienza intredisciplinare. Essa studia il comportamento auto-organizzato dei sistemi che portano alla formazione delle diverse strutture spaziali e temporali in questo sistema: strutture con tipi di impulsi diversi, spirale complesse, cellule, onde. Esempio di strutture di questo tipo sono le spirali galattiche, osservate in astrofisica, le radiazioni coerenti del laser, le cellule convecte di Bener, i moti vorticosi di Teilor nei liquidi, le reazioni chimiche Belonsov-Jabotiski, reazioni che avvengono periodicamente, le macromolecole biologiche, le cellule viventi, gli organismi pluri-cellulari, i sistemi ecologici, ecc..
La sinergetica ci permette di guardare da un solo punto le leggi generali di formazione e sviluppo delle strutture auto-organizzanti, totalmente diverso dal punto di vista della sua natura. I processi che avvengono nella formazione delle strutture, si osservano anche in altri campi delle scienze - sociologia, economia, linguistica, dove la formazione delle strutture complesse si produce nel processo dello sviluppo sociale. Unita a questa, la sinergetica prova a mettere in risalto le somiglianze profonde nel comportamento dei sistemi, che sono studiati tanto scientificamente quanto umanisticamente. (Kadomtzev, Riazanov, 1978).
L'uso in questo lavoro dei principi della termodinamica nello studio dei bisogni psichici, permette di determinare il bisogno generale dell'attività psichica umana, come bisogno di interazione tra persone, cioè nei limiti dell'abbordo scelto il trasferimento della nozione di bisogno dell'attività psichica verso la nozione di bisogno di interazione sociale, direttamente oppure per quanto consente l'intermediazione complessa.
Abbordando sinergeticamente i problemi dei bisogni psichici, possiamo separare la nozione di bisogno generale dell'attività psichica umana in tre componenti con lo stesso valore ed inscindibili l'una dall'altra . Questi componenti sono:
1) la nozione di bisogno dell'uomo di collaborare con i suoi simili;
2) la nozione di bisogno dell'uomo di far sì che gli altri lavorino;
3) il concetto di bisogno dell'uomo di svolgere un'attività particolare
nella quale il soggetto dell'adattamento si trovi in un'altra
persona o in un altro gruppo di persone.
Attraverso questo si presuppone che la comparsa del bisogno psichico come caratteristica dell'attività psichica è legata alla comparsa ed alla sussistenza di una struttura sociale determinata. Questa struttura sociale, ad un primo sguardo può sembrare superiormente adattato al sistema composto da persone unite mediante legami di amicizia e parentela e mediante principi generali di etica.
Nella descrizione dei meccanismi sinergetici che operano nelle comunità viventi sono stati citati alcuni concetti di biologia:
1) il concetto della possibilità di perfezionmento delle caratteristiche dei sistemi viventi che si auto-organizzano nel processo evolutivo;
2) il concetto che riguarda i macrosistemi biologici e le loro rappresentazioni legati ad essi;
3) il concetto di adattamento sovraindividuale nella collettività di uomini e animali .
In cosa consiste l'importanza dei concetti sopracitati per quanto riguarda la psicologia? Si sa che l'uomo - questo essere sociale, con il suo comportamento, come comportamento della personalità è socialmente diretto verso un senso o nell'altro. Da questa rappresentazione si può dedurre l'importanza della ricerca sulla manifestazione dell'attività psichica a livello sovraindividuale, cioè nell'interazione tra esseri umani. Nel lavoro si dimostra che grazie alla scoperta di alcuni tratti caratteristici , specifici dell'interazione tra uomini ci si può avvicinare alla conoscenza delle qualità psichiche generali oppure delle manifestazioni dinamiche
Il bisogno generale dell'attività psichica può essere studiato, certamente, come se fosse a sé stante. Questo bisogno può dinamicizzare diverse forme dell'attività psichica e può essere studiato ad un alto livello della qualità dell'organizzazione dell'at-tività psichica umana. L'evidenziazione di queste circostanze potrebbe aiutare alla creazione di alcuni aspetti, oppure di alcuni gradini per la classificazione dei bisogni psichici, ossia permette di descrivere la sfera dei bisogni dell'uomo mediante alcuni mezzi non autogonici che si completano reciprocamente.
Per finire, bisogna ricordare che le caratteristiche innate della psiche non determinano da sole le qualità della personalità psichica. Comunque , esse costituiscono una parte importante del fondamento nativo verso quale è rivolta l'azione delle forze sociali che formano la personalità dell'individuo. Nel lavoro si cerca di limitare le nozioni principali della psicologia dalle nozioni proprie della fisiologia, ramo limitato della biologia, e di fondare un posto per la psicologia tra la biologia generale e la sociologia, che certamente corrisponde ai presupposti di V. M. Behterev (46) riguardanti il posto della psicologia nel sistema delle scienze.
NOTE
1 - P. E. Scredinger per quanto riguarda questo problema scriveva: l'attività della materia vivente , anche se si basa sulle leggi della fisica stabilite fino ad ora , si suppone a delle leggi sconosciute che dovremo scoprire, che costituiscono una parte inalienabile di queste scienze come le prime .
2 - Il concetto di equilibrio dei processi fisici è legato al principio della reversibilità del tempo nella meccanica di Newton; comunque si sa che anche il moto dei pianeti è legato al processo di rallentamento dell'attrito, che cambia irreversibilmente l'aspetto del sistema solare.
N. Vinsr scriveva: non è nemmeno una scienza che si sottometta completamente al concetto di Newton. Nelle scienze biologiche hanno sempre la padronanza i fenomeni unidirezionali. 1983, p.89). In altre parole, ogni sistema costituito da elementi in movimento non ritornerà mai allo stato iniziale.
3 - Mediante l'accettazione nella termodinamica della terminologia il "sistema chiuso" può essere scambiato con l'ambiente sia come energia che come oggetto; il "sistema chiuso"
isolato non può scambiare energia ed oggetti con l'ambiente .
4 - La termodinamica riequilibrata è stata studiata nei lavori di Denbing (1954) e Groot (1956), di Groot - Mazura (1964), Haaz (1967), Zubarev (1971), Nicolis - Prigogine (1979), Ebeling (1979), Klimontovici (1982), Rubin (1984) ed altri ancora.
5 - L'uniformazione del bilancio entropico esprime il cambiamento dell'entropia:
D S = DcS + DiS ,
nell'intervallo di tempo D S può essere scritto sotto forma di una somma due componenti dove Dc è il flusso entropico condizionato dallo scambio ( di energia e oggetto ) con l'ambiente circostante; Di - la produzione di entropia all'interno del sistema, condizionata dai processi irreversibili. L'elemento di flusso Dc può essere positivo o negativo a seconda del tipo dell'interazione del sistema con l'ambiente circostante. L'applicazione generale di questa formula è valida sia per i sistemi chiusi che aperti.
6 - Le cosiddette equazioni generali di Ginzburg - Landau. Queste equazioni sono state introdotte da G. Hakenov e definite equazioni generali di Ginzburg - Landau in quanto mediante alcuni cambiamenti queste equazioni portano ad altre equazioni, ottenute per la prima volta da Ginzburg - Landau nella teoria della trasformazione fisica instabile (non equilibrata), specialmente per quanto riguarda la superconduttività (Haken, 1980, a; 1980, b).
7 - Alla base della teoria di Haken sta la spiegazione della selezione dei modi nel laser. La descrizione del principio generale di selezione ed evoluzione, legati ai processi che avvengono a livello delle motivazioni la troviamo nei lavori di M. Eigsn (1973); Eigsn -
R. Vinkler (1979); Eigsn - P. Scuster (1982).
8 - Qui si parla innanzitutto di quella struttura sociale la cui comparsa è strettamente legata all'attività delle leggi che governano la psiche e che esiste parallelamente e contemporaneamente con le strutture condizionate da altri fattori, per esempio, da fattori di relazioni economiche .
Le strutture nelle collettività animali oppure superiori, osservate in etologia, ma anche nell'ambito della collettività umana - strutture costituite da uomini uniti da legami di parentela, di amicizia oppure da relazioni personali determinate da ragioni sociali - possono costituire l'esempio di strutture sociale legate dalla comparsa delle leggi psichiche.
L'idea di una struttura sociale si è dimostrata importante nelle ricerche di antropologia attuale. Si sa che le tribù con basso sviluppo culturale e materiale possono essere caratterizzate da una complessa struttura sociale.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
I riferimenti qui riportati sono senza indicazioni editoriali in quanto la ricerca dei corrispettivi testi in italiano o inglese si è rivelata più fonte di errori e dubbi che certezze. L'anno e la pagina sono quindi relative al testo russo. Ho aggiunto i quattro testi in inglese riportati dallo stesso Haritonov.
1) Miasiscev, 1957, p.16-17; 1960, p.207; Iakobson, 1958, p.245.
2) Cihartiscvili, 1971, p.72.
3) V. G. Aseev, 1976, p.83.
4) G. S. Tarsov, 1979, p.51.
5) V.I. Selivanov, 1957, p.106.
6) Cihartiscvili, idem; Lomov, 1993, p.132.
7) V. G. Aseev, idem, p. 84.
8) Obihovski, 19.., p.60-63.
9) Berisctein, 1962, p. 81-82; 1966, p.27 e 327-329; Garai, 1966, p.70; Vein, 1974, p.8; ed altri.
10) Bliomenfeld, 1977, p.19.
11) Kuznetzov, 1965, p.109.
12) Schredinger, 1947, p.101-106.
13) Bernadski, 1983, p.254
14) Landai - Lifscitz, 1976, p.45-46, 49; Klimontovici, 1982, p. 45.
15) Prigogine, 1960; Glensdorf - Prigogine, 1973.
16) H. Haken, 1980 a, 1980 b, 1985, 1988, 1991.
17) Klimontovici, a- 1982, p.553; b - 1982, p.300.
18) Glensdorf - Prigogine, 1973, p.12, 28; Nicolis - Prigogine, 1979,
p. 33-34,45.
19) Nicolis - Prigogine, 1979, p.34.
20) Nicolis - Prigogine, 1979, p.34; Klimontovici, 1982, p.307.
21) Kuznetzov ,1982, p.41.
22) Haken, 1980, a, p.14-15; Ebeling, 1979, p.34, 40.
23) Haken, 1980, a, p.230-231, 237-238, 245-255, 379-380; 1980,
b, p.85-87, 89-95.
24) Berisctein, 1966, p, 319.
25) Haken, 1980, b, p.99.
26) Haken, 1985, p.16.
27) Pusckin, 1983, p. 39-45.
28) Gelfand - Tzetlin, 1962, p. 3-25; Berstein, 1962, p. 83-85;
1966; p.315-317.
29) Fester, 1964, p.134.
30) Panovikin, 1986, p. 63.
31) Kogan, 1979, p.9.
32) Vasiliev e collab., 1969, p.14-15.
33) Naumov,1963, p. 23. ).
34) Volkenstein, 1978, p.463.
35) Naumov, 1963, p.24.
36) Lernionov, 1976, p.23.
37) Brudni, 1975.
38) Haken, 1980, a; 1980, b.
39) Kogan, 1979, p.7.
40) C. Darwin, 1853, K. F. Kessler, 1880, P. A. Kropotkein, 1904,
1907, 1922, J. B. G. Holdein, 1935, V. P. Efraimson, 1968,
1971, V. L. Astaurov, 1971, L. V. Kruscinsky, 1977.
41) Kropotkin, 1904, p.7.
42) Kropotkin, 1904, p. 9-10.
43) Krijiv, 1995; Rice - Gainer, 1962; Evans - Braud, 1969; Greene,
1969; Simonov, 1969, 1971, 1974, 1976; Preobrajeiskaia -
Simonov, 1970; Preobrajeiskaia, 1973; Burov - Speranskaia,
1973, ed altri.
44) Valuevoi,1969, 1970, 1973, ecc.
45) Tzelin, 1963, p.3-28; Vasiliev e collab., 1969, p.14-15.
46) V. M. Behterev,1921, p. 6-10.
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