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Lapproccio sinergetico alla classificazione dei bisogni psichici
di S. V. Haritanov
a cura di Mario Pigazzini
Le leggi universali applicate alla psiche umana
Introduzione
Voglio trattare oggi un problema che, dal mio punto di vista, è molto importante ed è il problema dei bisogni psichici delluomo. I bisogni psichici possono essere preliminarmente definiti come quei bisogni che sono direttamente collegati allattività psichica, alle sue leggi, alla sua realizzazione. Poiché i bisogni psichici sono oggetto di studio della psicologia, questi bisogni vengono normalmente chiamati psicologici.
Il concetto di bisogno, che è unidea di base della scienza psicologica, ha una grande importanza nella definizione dei modelli comporta-mentali e gli interrogativi sul concetto di bisogno sono tra quelli più difficili tra le problematiche della scienza psicologica moderna.
La complessità del problema dei bisogni è legata, da un lato, allassenza di struttura ed alla vaghezza del concetto di bisogno nella scienza psicologica, dallaltro lato ad uninsufficienza di basi scientifiche per la classificazione dei bisogni come regolarità obiettiva dellattività psichica. Infatti, in psicologia, il problema della classificazione dei bisogni è risultato strettamente collegato al problema della sistematiz-zazione dei bisogni psicologici e ad una prospettiva di futuri studi delle basi teoretiche della psicologia.
La classificazione dei bisogni e lapproccio omeostatico
La pratica della classificazione dei bisogni psichici delluomo ha una storia più che centenaria. Sono note le classificazioni elaborate da I. V. Vernadskij (1857), L. Brentano (1908), I. Mc Dougall (1929), Murray (1938), Maslow (1954), Fromm (1955), Guilford (1959), K. Obuchowski (1968) e da altri autori.
Il così detto approccio omeostatico al problema della motivazione è stato alla base di molte delle opinioni sulla dinamica dellattività psichica e del comportamento umano; questapproccio si fonda sul fatto che molti bisogni delluomo sono legati alla necessità di mantenimento o di ristabilimento della costanza dellambiente interno (la cosiddetta: omeostasi) dellorganismo. Questo approccio accentua di fatto latten-zione sulla priorità dei fattori esterni nella determinazione dei bisogni.
Tuttavia, con lo sviluppo nella scienza psicologica delle rappresenta-zioni dei fattori interni dellattività cerebrale delluomo (Hebb, 1965; Bernstein, 1966), per gli psicologi il centro dellattenzione, della descrizione dei processi psichici e della risoluzione del problema della classificazione dei bisogni si è spostato sullapproccio anti-omeostatico. Unimportante conseguenza dellapproccio anti-omeostatico al problema della classificazione dei bisogni è data dal fatto che i così detti bisogni sociali (o socialmente significativi) delluomo non si scostano dalle proprietà naturali dellorganismo, ma vengono studiati collegati alle loro premesse naturali (Florenskaja, 1974). Secondo lopinione di molti psicologi, la precisazione del significato del termine bisogno (need) è condizione essenziale dellanalisi del problema dei bisogni.
Definizione di bisogno
Nel campo della letteratura psicologica scientifica esistono più di cento differenti definizioni del concetto di bisogno. Esse possono essere suddivise secondo alcune tipologie; unanalisi di queste definizioni ci porta a concludere che il termine scientifico di bisogno può avere differenti significati. Tuttavia, non tutte le connessioni tra questi significati sono ben definite e, per ora, il termine bisogno non è legato ad una struttura di significato compatta e coerente.
La ricerca su alcune particolarità delle lingue parlate, contemporanee e antiche, in cui è contenuta una significativa esperienza intellettuale, ci permette di rendere più chiaro il significato di alcuni termini scientifici contemporanei. Borges (1974) scrive: Éluso di qualsiasi parola presuppone unesperienza vissuta, di cui essa è simbolo.
Allinterno di questa relazione intendo presentare, brevemente, il risultato di uno studio dettagliato dei significati della parola bisogno e dei suoi equivalenti nelle lingue indoeuropee, sia contemporanee che antiche; sulla base di materiale proveniente da differenti dizionari, ho studiato i significati della parola bisogno e dei suoi equivalenti nelle lingue seguenti: russo, russo antico, inglese, francese, tedesco, latino, greco antico, sanscrito.
- Un primo concetto generale della parola bisogno, relativo ad alcuni linguaggi indoeuropei antichi e moderni, è connesso con la nozione di legge naturale, che si presenta nelluniverso, nella vita umana e nelle interazioni umane.
- Un secondo significato di bisogno, trovato nei testi più antichi, contenuto nei linguaggi indoeuropei, è connesso alla nozione di sacrificio.
Questi due concetti così diversi sono, in realtà, legati fra loro. Le persone che vivevano nei tempi antichi credevano, infatti, nellefficacia dei sacrifici per il mantenimento dellordine ed il rispetto delle leggi nelluniverso e con molta probabilità, molti tra i significati studiati della parola bisogno, e dei suoi equivalenti, rientrano in un campo semantico generale collegato, in particolare, allantica parola indiana r.tà, comune-mente diffusa negli antichi linguaggi indoeuropei.
[La parola sanscrita r.ta- deriva dalla radice verbale r., che denota in
generale il movimento, il muovere verso, il raggiungere, con il suffisso di
participio passato - ta -, per cui significa: ciò che è stato raggiunto,
quindi la divinità, la verità, lordine. Il concetto di sacrificio permea
tutte le culture nate dopo lultima glaciazione ed ha proprio il valore di
mantenimento di questordine, sia esso naturale che gerarchico. Nelle
culture nate precedentemente, lunico ordine gerarchico era quello
generazionale da cui dipendeva lorganizzazione del mankind. (Ndr.)
In questa relazione ho utilizzato anche le mie ricerche che puntano ad applicare i principali concetti della sinergetica alla psicologia teorica, al fine di poter costruire una classificazione di base dei bisogni psichici delluomo; lessenza dellapproccio sinergetico alla classificazione dei bisogni psichici verrà spiegata di seguito.
Il bisogno di attività psichica
Nella scienza psicologica è noto il concetto di bisogno dellattività psichica. Si tratta del medesimo bisogno generale che è alla base dellattività psichica delluomo. Lesistenza di questo bisogno di base nelluomo si collega, di regola, agli effetti, ben descritti nella letteratura scientifica, della deprivazione sensoriale e dellipodinamica. Esso può essere collegato sia al fenomeno del risveglio spontaneo (cioè il passag-gio dallo stato del sonno allo stato di veglia senza una diretta intrusione dallesterno) che allinfluenza dellattivazione della formazione reticolare del tronco cerebrale, che sta alla base di questo fenomeno.
In forma semplificata, il bisogno dellattività psichica può essere descritto sulla base di una grande quantità di materiale, accumulato in fisiologia come bisogno di attività senso-motoria e spiegato con la necessità di adattamento dellorganismo delluomo alle mutevoli condizioni dellambiente circostante per assicurarsi lomeostasi.
Questa semplice spiegazione fisiologica è però insufficiente per com-prendere la natura del bisogno dellattività psichica come un aspetto della psicologia. Probabilmente, per unanalisi del bisogno dellattività psichica come aspetto della psicologia, bisognerebbe indirizzarsi verso altri concetti, non meno ampi di quelli, altrettanto importanti, della fisiologia, come la costanza dellambiente interno e la capacità dellorganismo di garantire questa costanza.
Linterazione sociale
Esiste, però, anche la possibilità di una corretta definizione del concetto di bisogno di attività psichica legata al concetto di bisogno di interazione sociale, ed è mia intenzione esaminare la questione della legittimità psicologica di questa concezione, in modo particolare perché essa ha un significato chiave per lesposizione di questo tema.
Secondo P. Janet, un comportamento realmente umano si forma come risultato del trasferimento da parte dellindividuo su di sé di quelle azioni che originariamente venivano realizzate in rapporto ad altre persone (Janet, 1928; 1938). Le opinioni di P. Janet ebbero una considerevole influenza sulla formazione della teoria cultural-storica del comportamento, creata poi da L. I. Vjgotskij.
Secondo linsegnamento di L. I. Vjgotskij lo sviluppo delle funzioni psichiche superiori nelluomo si realizza con lassimilazione (interiorizzazione) di forme esteriori di comportamento sociale, e di una loro trasformazione in forme interiori(-zzate) di comportamento (Vjgotskij, 1960). Secondo questo autore, la funzione che precedente-mente era divisa tra due persone diventa il modo di organizzare lattività del singolo individuo. A. R. Lurjia (1970) espresse questo rapporto con le seguenti parole: lazione inter-psicologica si trasforma in sistema intra-psicologico che si autoregola.
Limportanza delle idee di P. Janet e della teoria di L. I Vjgotskij sullo sviluppo delle funzioni psichiche superiori, che si realizzano con lassimilazione (interiorizzazione) delle forme esterne di comportamento sociale, è stata confermata dai risultati delle osservazioni di O. N. Kuznecova e V. I. Lebedeva sul comportamento di persone che hanno accettato volontariamente di prender parte a lunghi test svolti in camere disolamento.
Nel corso di questi esperimenti, riguardanti persone che si trovavano in isolamento sociale o in condizioni di parziale deprivazione sensoriale, sono stati osservati singolari stati psichici che erano la manifestazione, in primo luogo, di fenomeni di doppia personalità e di dialogo spontaneo. Le persone sottoposte a questi test in camera disolamento incominciarono a condurre una conversazione come in presenza di un partner separatosi da sé stessi.
Questo fenomeno è stato denominato reazione di esternalizzazione, e lo stesso partner, separato, immagine esteriorizzata. E da notare anche che, come hanno mostrato questi studi, limmagine esteriorizzata può relazionarsi col nucleo della personalità sia in rapporti sinergetici che antagonistici (Kuznecov, Lebedev, 1971).
Pertanto, lo studio dello sviluppo delle funzioni psichiche superiori tramite lassimilazione di forme esteriori di comportamento sociale permette di formulare argomentazioni in favore dellesistenza della possibilità di una corretta definizione del concetto di bisogno di attività psichica attraverso il concetto di bisogno di interazione sociale.
Il risultato di tali interazioni sociali può essere la formazione di una struttura sociale o il suo disgregarsi a secondo del ruolo che gioca la comunicazione, ossia se è costruttiva o distruttiva. Ad esempio, se gli individui si trovano in condizioni che escludono o limitano il manifestarsi della loro aggressività, linterazione fra di essi può avere un carattere costruttivo.
Infine, resta un ultimo concetto da analizzare: lauto-organizzazone dal momento che alla base della formazione di molte strutture sociali possono esserci processi di auto-organizzazione. Questa si trova allinterno di sistemi sociali in conformità con le stesse leggi generali che dominano sia la natura animata che quella inanimata.
Definizione di bisogno psichico
Intendo definire i bisogni psichici come caratteristiche dellattività psichica che rappresentano fattori interni dellinterazione sociale, rappresentate nei meccanismi cerebrali del comportamento individuale. Nella definizione dei bisogno psichico cui faccio riferimento, è presa in considerazione la posizione che la psiche si è potuta originare sia attraverso un processo di evoluzione biologica per limplementazione che attraverso il perfezionamento dei comportamenti e dei movimenti social-mente organizzati degli animali.
In origine questi comportamenti/movimenti si svilupparono grazie a, e sulla base di, un coordinamento istintuale. Infatti, i meccanismi di auto-organizzazione dei sistemi biologici possono perfezionarsi in virtù del fatto che le azioni dei meccanismi dellauto-organizzazione sono condizionati dalle caratteristiche strutturali interne degli elementi del sistema. Se si ammette che, come risultato delle interazioni sociali, si forma e si mantiene una struttura sociale spaziale e temporale, si può presupporre che alcuni bisogni psichici più generali, essendo caratteristiche dellattività psichica, devono adattarsi a principi generali dellauto-organizzazione che stanno alla base dei meccanismi della attività sinergetica, o sinergizzazione. Secondo la sinergetica lazione cooperativa, o di collegamento, è un principio fondamentale del funzionamento dei sistemi con struttura ordinata.
Aspetti sinergetici
Voglio ricordare che le posizioni generali della sinergetica, secondo le teorie di uno dei fondatori di questa scienza, Haken, portano a quanto detto; si può infatti descrivere lauto-organizzazione, avendo esaminato le fonti delle azioni ordinanti esterne, come parti di un sistema globale. In esso le forze esterne si identificano con i cosidetti parametri dellordine o, nel linguaggio della fisica, con le modalità, ossia movimenti collettivi instabili che sorgono nel sistema, originariamente in uno dei sottosistemi, ma che in seguito sottomettono a sé altri sottosistemi. E da notare che la dinamica dei parametri dellordine viene descritta da equazioni matematiche dello stesso tipo per i differenti sistemi. Un significato particolare, nella teoria dellauto-organizzazione, viene dato alle spinte non prevedibili, alle cosiddette fluttuazioni che sorgono dentro il sistema.
Le fluttuazioni sono necessarie per la nascita dellauto-organizzazione, ma, dopo che si è verificata lauto-organizzazione, quando il sistema si trova in uno stato definito sono proprio le fluttuazioni che conducono il sistema verso nuovi stati. Tra questi nuovi stati vi sono quelli che hanno permesso al sistema di meglio adattarsi allambiente circostante. Se abbiamo un insieme di sistemi ed essi sono in concorrenza tra di loro, le fluttuazioni e la selezione portano allevoluzione dei sistemi (Haken, 1978; Haken, 1980).
Partendo dalle rappresentazioni generali sinergetiche appena esposte, che seguono le teorie di Haken, si può ammettere che linterazione dei sottosistemi nel processo di auto-organizzazione si configura con un minimo di due dei suoi componenti: le modalità, ossia i movimenti collettivi instabili, e le fluttuazioni.
E noto che i metodi della sinergetica sono utilizzati per la ricerca della formazione delle strutture viventi. In essa si nota la somiglianza di concetti basilari che si riferiscono alla formazione di strutture spaziali, temporali e funzionali. Le modalità fisiche, nei sistemi biologici del tipo popolazione, possono manifestarsi sotto forma di:
- duplicazioni delle forme comportamentali per mezzo dellimitazione e dellapprendimento;
- fluttuazioni largamente sostituite da specifiche e determinate influenze, che rappresentano le funzioni ben organizzate in quei sistemi dove improvvisi cambiamenti della funzione sono dipendenti dalla sua rappresentazione regolare.
In natura i principi regolari dauto-organizzazione sono integrati dai principi dauto-regolazione, realizzata sotto forma di reazioni direttamente orientate verso ladattamento di un sistema vivente alle condizioni dellesistenza.
Ladattabilità è unaltra importante caratteristica del sistema auto-organizzato (Haken, 1978; Haken, 1980). In alcuni sistemi biologici ladattamento può assumere particolari forme e manifestarsi come adattamento superindividuale o super-organismico. Poiché il processo di adattamento è legato al processo di auto-organizzazione, il principio di adattamento super-organismico può essere caratterizzato quale terzo componente dellinterazione degli individui nei sistemi biologici.
Lapplicazione dellapproccio sinergetico alla classificazione dei bisogni psichici permette, così, di dividere il concetto di bisogno globale dellattività psichica nelle tre seguenti componenti:
1) il concetto di bisogno per limplementazione di azioni di
collegamento (sinergie) con altri individui;
2) il concetto di bisogno per portare a termine determinate
influenze su altri individui per portarli ad eseguire determinate azioni;
3) il concetto di bisogno per compiere specifiche attività
dadattamento dirette verso ladattamento daltri individui alle condizioni desistenza.
Esaminiamo ora i 3 punti in dettaglio
1) La caratteristica dellazione di collegamento (la prima componente) è connessa allesistenza di meccanismi naturali imitativi, inerenti sia alle persone che agli animali. Limitazione è alla base dellapprendimento e necessaria al perfezionamento dellazione di collegamento. Questa proprietà dellattività psichica favorisce la standardizzazione dellattività individuale in un collettivo. Esempi dellazione dei meccanismi dimitazione, alla base dellazione di collegamento, possono essere quelli dellecolalia e dellecoprassia studiati in neurologia, mentre nella vita quotidiana delle persone essa si manifesta nel- ladeguamento alle norme di comportamento accettate, agli standard verbali, alle mode nellabbigliamento. Grazie a questa caratteristica dellattività psichica sono possibili gli effetti cooperativi nei sistemi sociali.
2) La caratteristica di compiere determinate influenze è connessa allespressione delle emozioni da parte degli animali e delle persone ed anche agli atti verbali delle persone. Questa caratteristica promuove la modificazione dellattività per i singoli membri di un collettivo o la modificazione dellattività collettiva nel suo insieme. Come esempi del manifestarsi dei meccanismi delle influenze di alcuni individui su altri possono servire i comportamenti espressivi di molti tipi di animali e di persone, ma anche i numerosi sforzi delle persone di mostrare qualcosa ad altre persone, di raccontare loro qualcosa.
3) La caratteristica di implementare determinate attività dadattamento, detta per gli altri, é connessa con forme osservabili di comportamento altruistico (noti in biologia come adattamenti a beneficio del gruppo) ed alla così detta risonanza emotiva (o reazioni daiuto); questultima è stata studiata sperimentalmente dai fisiologi. Questa caratteristica può considerevolmente aumentare ladattabilità di sistemi auto-organizzativi viventi e promuovere la connessione delle parti del sistema nella loro associazione globale. Possiamo considerare come esempi di azione dei meccanismi di comportamento altruistico i fenomeni di risonanza emotiva, di compassione e aiuto reciproco, sia negli animali superiori che negli uomini. P. Janet già negli anni venti del secolo scorso aveva scritto: Le persone provano lesperienza di lavorare assieme, di collaborare, di darsi lun laltro reciproco aiuto. Ciò significa che essi vogliono che lazione proposta dalle circostanze si compia congiuntamente e, nei limiti del possibile, vogliono richiamarvi ad agire insieme a loro (Janet, 1928).
Ricollegandomi ora alla classificazione proposta, dei bisogni psichici, ritengo importante riportare le seguenti precisazioni.
Le attività socialmente orientate
Conviene studiare il fatto che, probabilmente, molti aspetti dellattività degli animali socialmente organizzati sono attività socialmente orientate; è anche noto, ed universalmente accettato, che luomo è un essere sociale. Il suo comportamento poi, in quanto espressione della sua personalità, è determinato socialmente. Secondo gli studi della psicologia contemporanea e della psichiatria, nelluomo capace di controllare le proprie azioni non esiste un comportamento asociale.
E possibile osservare un comportamento deviante (che si discosta dalla norma), ma si ritiene che anchesso abbia un fondamento sociale. Tutti gli aspetti dellattività delluomo che si trovano in stato di coscienza, includendo quelli aspetti dellattività dellorganismo che sono regolati dalle parti prefrontali dei lobi frontali del cervello, assicurano la funzione di controllo sociale del comportamento. Da ciò si può dedurre lopportunità di esaminare le manifestazioni dellattività psichica delluomo come lattività di un singolo organismo integrato ad un livello di organizzazione superindividuale, cioè nellinterazione che avviene direttamente tra le persone, o, in diversa misura, che viene mediato nello spazio e nel tempo.
La classificazione dei bisogni psichici presentata non è né completa o lunica possibile. Tuttavia, seguendo il principio di classificazione collegata alle nozioni fondamentali della sinergetica, chiamerei questa classificazione: classificazione basilare, in quanto potrebbe servire da fondamento a più complesse classificazioni dei bisogni psichici.
Classificazione a gradini
Unaltra e pi complessa classificazione dei bisogni psichici è quella che chiamerei a gradini e può essere costruita, secondo il mio punto di vista, seguendo un sistema di concetti estratti dalla sinergetica partendo dalle seguenti considerazioni.
I tre bisogni psichici generali sopra descritti potrebbero manifestarsi nelluomo autonomamente, al di fuori dei legami con altre sue proprietà psichiche, solo in un ambiente sociale primitivo omogeneo, cioè non strutturato, che, nel mondo reale, con molta probabilità non esiste. Se lauto-organizzazione di un ambiente sociale è già compiuta e la struttura sociale si è formata, in questambiente possono sorgere le così dette strutture binarie (collegate, ad esempio, ad una situazione di esogamia) in modelli comportamentali che possono essere utilizzati per limitazione e lapprendimento. Combinandosi in unioni (modalità) diverse, le strutture binarie (che talvolta si presentano con qualità di opposizione) possono manifestarsi in diverse forme di ereditarietà sociale e culturale.
Le strutture binarie definiscono le possibilità delle varianti alternative del comportamento e possono generare la libertà di scelta ed anche la combinazione, la coordinazione e lindividualizzazione dei modelli di comportamento.
E possibile inoltre ammettere che questi processi psicologici, la cui complessità e conflittualità dipende dal grado di complessità dellambiente sociale, determinino il manifestarsi di bisogni psichici propri solo delluomo.
Questi particolari bisogni umani possono essere collegati:
- alle proprietà biologiche fondamentali dellattività psichica dellattività umana;
- alla possibilità di realizzazione dellattività psichica in un ambiente sociale reale, talvolta molto complesso, grazie ai processi che garantiscono il consolidamento della sua personalità.
Conclusione
A conclusione della mia relazione voglio affermare che lidea dellunità delle leggi strutturali presenti nella natura nel suo insieme e nella vita umana sulla terra, unisce il materiale qui esposto. Questidea, che ha entusiasmato indubbiamente non solo me, ha trovato riscontro in un sistema di concetti della scienza contemporanea Ð la sinergetica.
Questidea, comunque, non è di per se nuova. V. M. Bechterev, (1921) allinizio del XX secolo nel suo libro La riflessologia collettiva scrisse: Éil mondo è retto dalle medesime leggi basilari, proprie a tutti i fenomeni sia non organici che organici, superorganici o socialiÉ.
Nel medesimo libro lautore ha esposto le proprie opinioni sulla possibilità di corrispondenza di alcune leggi dellattività psichica alle leggi generali della natura, in particolare alle leggi della termodinamica, avendole chiamate leggi cosmiche generali. In un altro suo lavoro V. M. Bechterev ha scritto della cosmogonia come della scienza del futuro che potrebbe riunire, nelle sue generalizzazioni, tutti i fenomeni del mondo conosciuto, comprendendo i fenomeni della vita sociale, e rappresentare lo studio delle leggi universali (Bechterev, 1920).
Nota su r.ta a cura della prof.ssa Tiziana Pontillo
Riassumo dal M. Monier-Williams, A Sanskrit-English Dictionary, Oxford-New York 1990 [Oxford 1899] = MW e da G. Bonazzoli, Contributi al corso di Storia della Filosofia, (Guida ai Veda e alle Upanisad. Alle origini della sapienza indiana, vol. II), [Milano, I.S.U., 1989] = B.
R\TA - (MW) agg. da base verbale r\- "andare, muoversi, dirigersi verso"cfr. lat. oriori = "adatto, proprio"; (B) aggiunge per la base verbale anche il significato di "fissare in un posto, legare" da cui fa derivare il significato di r\ta come "ciò che mette in moto, ciò che agisce, l'azione". L'aggettivo sostantivato al neutro, appunto come sostantivo neutro R\tam = "ordine fissato, legge, regola (religiosa); azione o tradizione sacra; legge divina, verità divina, verità, giustizia"
J. Gonda, Le religioni dell'India Milano, Jaca Book, 1981, vol. I, pp. 122 nota 27 segue questa seconda etimologia e intende il R\ta come concetto complementare di satya- "verità" (in quanto ciò che è, lo stato reale delle cose - dalla base verbale s- / as- "essere").
Un'altra etimologia pure ricordata da B lega R\ta- alla base verbale ar- "tenere insieme" (cfr. lat. artus), per attribuire al sostantivo il significato di "ciò che tiene insieme, legame cosmico, ordine cosmico".
Questi significati sono attestati già negli Inni vedici (R\g-Veda) e nella letteratura vedica successiva.
Cito da B p. 237: "nel Veda pi antico il r\ta è una potenza estremamente importante...è la struttura del divenire cosmico, mondano, umano e rituale basata sulla legalità e sulla regolarità, struttura normale e quindi giusta, naturale e quindi vera. La sua esistenza e il suo dominio vengono sentiti contemporaneamente come norma di tutto ciò che nel mondo è giusto e retto e come ordine retto e realtà giusta e vera."
Un passo interessante per il legame con "i bisogni dell'uomo" è R\gVeda I, 90, 6 secondo il quale "la conoscenza dei R\ta- distrugge il male e purifica il mondo dalla menzogna; l'uomo che gli è fedele vede appagati i propri desideri...".
I Lessici antichi attestano anche il significato di "Sacrificio".
Nei testi rituali e in particolare quelli inerenti i riti domestici (Gr\hyasutra) si ricava, in effetti, uno speciale legame di R\ta- con il sacrificio (yajna-): il primo non sussiste senza il secondo. Il sacrificio garantisce l'ordine cosmico. Per questo i due termini, in particolari contesti, diventano sinonimi.
Sia i Veda sia i Brahman\a anticipano tale visione del rapporto tra i due e provvedono anche a distinguere R\ta- diversi, degli uomini, degli antenati, degli dei...quale obiettivo (quasi una sede) da raggiungere mediante il sacrificio. R\ta- è infatti talvolta identificato come la destinazione ultramondana dell'uomo, una destinazione diversa però da quella definitiva (perfetta, senza ritorno...) del Brahman.
L'aspetto del R\ta, quale ordine etico oltre che cosmico, è affidato infine alla divinità di Varun\a (secondo i testi vedici il dio è comunemente legato al dominio dell'oceano e dei suoi abissi oltre che appunto al controllo della morale). Il sole è descritto come l'occhio del dio Varun\a e come volto del R\ta- Come è prevedibile, allontanarsi dal R\ta- significa macchiarsi del peccato, divenire preda di malattie e infelicità.
Per un approfondimento del concetto di R.ta- si veda G. Bonazzoli,
Contributi al corso di Storia della Filosofia, (Guida ai Veda e alle
Upanisad. Alle origini della sapienza indiana, vol. II), [Milano, I.S.U.,
1989], pp. 235-43 e, per un breve panorama mitologico ed etimologico
relativo a R.ta-, J. Gonda, Le religioni dell'India Milano, Jaca Book, 1981,
vol. I, pp. 122-4".
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Nuovi Modelli per la Mente
Lecco, 19 settembre 2001
Sala Conferenze dell'Unione Industriali di Lecco
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