Confrontidi E. C. GoriNellavviare lo studio del collegamento possibile tra ricerca delle neuroscienze e metapsicologia proporrei di tenere presente due punti. Il primo è verificare quali dati della metapsicologia possano essere confermati dalle neuroscienze e quali no. Il secondo punto riguarda la necessità che lo studio non sia puramente teorico ma che approfondisca il contatto e la cura dei fatti portati in analisi da pazienti fissati a livelli di sviluppi precoci, riguardanti la prima formazione del Sé (i così detti pazienti gravi). Nella prospettiva che il migliore accoglimento degli aspetti preistorici presentati dai nostri pazienti consenta di elaborarli e portarli al livello raggiunto dalle parti maturate. Nellavviare il confronto su come la mente si organizzi a partire dal cervello, su come la percezione organizzi le sensazioni sparse e frammentate, vengono alcune considerazioni. Anche quella se la percezione della realtà risulti dalla connessione mente-corpo . In particolare cè da verificare se esista una sequenza gerarchica nel processo mentale in virtù della quale ciò che è stato elaborato viene rappresentato al livello superiore. Si può quindi proporre che ad ogni livello del processo ci sia una presentazione che ripresenta nella mente le singole funzioni del cervello. Io mi chiedo e vi chiedo: parlare di presentazioni, ri-presentazioni, rappresentazioni significa usare un linguaggio vecchio, fuori moda? Oppure serve a paragonare il pensiero di Freud alle ricerche attuali? Di fatto ho citato il passo da Pribram: Brain and perception (1991). Passo che è stato utilizzato a New York nel 2001, ove presentazione e rappresentazione sono state riferite a W. James (Principi di psicologia). Ma continuiamo a seguire Pribram. Per lui le presentazioni e le rappresentazioni sono uguali e isomorfiche. Lorganismo sintona allambiente per complementazione (uso delle dita e dei suoni), ed in seguito procede per trasformazione delle presentazioni nelle rappresentazioni mediante lorganizzazione spaziale dei recettori e degli effettori neurali: ciò che è introdotto nel cervello e ciò che viene emesso. In sostanza gli eventi cerebrali modellano la sensorialità: il modello neuronale dà luogo alle rappresentazioni, che non sono immutabili. Cè una ricostruzione continua delle rappresentazioni che sono la memoria di eventi neurali. Gli engrammi sono la struttura profonda delle memorie. Il ricordare è un processo che risulta dalla trasformazione di una struttura profonda ma smembrata tra i microprocessori dendridici. Le funzioni di trasferimento portano le sensazioni nelle rappresentazioni: esse sono strutture che si automantengono. Il linguaggio del cervello concorre al trasferimento e deriva dalle connessioni dendritiche. Importante è la proporzione delleccitazione da imparare a contenere, attraverso la percezione di ciò che accade. La percezione differisce dalla memoria che è lorganizzazione nel cervello delle percezioni, negli interneuroni. La percezione procede tra eccitamento ed inibizione tra centro e periferia e deve superare la resistenza dendritica. Il corpo genicolato che assicura la costanza delloggetto è corticale. Anche la corda spinale, connessa al processo, è la via di scarica di tremori e del tono muscolare. In sostanza le immagini percepite sono composte da immagini visive e tattili. Le immagini del conseguimento di un fine si fondano sulla distinzione tra movimento (pura scarica) ed azione (volta ad un fine), esiste quindi una condizione geneticamente determinata che viene modificata dallapprendimento. Il lobo temporale sn accoglie limmagine corporea, codificata dal linguaggio verbale cerebrale. Il Sé corporeo funziona come quadro di riferimento delle percezioni oggettuali che sono veicolate dallo spazio oculo-centrico. Esso raduna due quadri somatici: il distale (mani e dita) ed il prossimale del corpo (tronco), la rappresentazione della faccia è intermedia tra i due. Le parti distali sono rappresentate nellarea Rolandica (la fessura), le parti prossimali nellarea corticale Rolandica. Il Sé corporeo rimane invariato in mezzo ai cambiamenti determinati dalle percezioni e dalle connessioni sinaptiche: esiste la centralità del Sé corporeo rispetto gli stimoli che vengono dagli organi visivi e somatosensori. Labilità è data dal movimento diretto a un obbiettivo: simpara con lesperienza. Il sistema cognitivo retro agisce sul sistema sensoriale e condetermina (con glimpulsi dei recettori) il processo percettivo (pre-processo). Il lobo temporale è la sede del processo cognitivo, una sua lesione dà il via a dissociazioni multiple. La memoria differisce dalla percezione, abbiamo detto. Il processo cognitivo è smembrato e distribuito al centro della processualità (localizzata nei sistemi senso-motori) e poi viene rimembrato. Motivi personali e memorie rinforzano la percezione che organizza la processualità sensoria edonica. I sistemi proto-critici sono localizzati nelle amigdale (sono glistinti per la psico-analisi, nota Pribram). Si tratta di spinte quali: combattere, scappare, mangiare e sesso. Sentimenti quali conforto-sconforto, (per il dolore e la fame). La sensibilità protocritica non è localizzata, quella epicritica invece localizza le sensazioni. La famigliarità risulta dalla attività viscero-automatica. La memoria deriva 1) Dalla ripetizione (movimenti, sensazioni ecc.). e fornisce impressioni di Deja v, Deja vec . 2) Da eventi rinforzati che producono una reazione viscero-automatica (sudore, palpitazioni, respiro) che stimola la memoria. Pribram parla della memoria come locchio della mente. Esiste una alternanza tra equilibrio e tensione viscero-motoria: gli squilibri servono come attrattori per lapprendimento. Lapprendimento è mediato dal protocritico che raccoglie la turbolenza emotiva e spinge verso ristabilizzazioni catastrofiche. Locchio della mente rielabora il passaggio con la sua visione sulla base della memoria. La memoria viene così radunata nella mappa cognitiva che avvia la procedura esecutiva e organizza il cervello sociale. Chi percepisce è spesso inconsapevole (inferenza inconscia), poi lesperienza del tempo (Kronos) e del movimento appropriato (Kairos) costruisce la a mappa cognitiva che porta alla consapevolezza. Come si può notare, quanto esposto può richiamare parecchi punti della metapsicologia. Mi ha colpito recentemente un fatto. Alla nostra ultima riunione Antonello Correale ci ha informati del lavoro da loro svolto sulla memoria implicita, procedurale e rappresentativa-dichiarativa con un lavoro molto completo ed articolato che qui non posso ricordare appieno. Dopo ho letto Schacter che in Searching for memory traccia un parallelo tra memoria implicita ed Inconscio, tra memoria esplicita e Conscio (pag. 9). In seguito egli pone una differenza: le memorie inconsce sono rigettate dalla coscienza (per motivi specifici secondo Freud). La memoria implicita dipende da attività pi semplici (mondane): dal cambiamento giornaliero delle attività del percepire, del capire, dellagire. (pag. 191) Prosegue proponendo che luso delle parole e delle regole grammaticali porti alla memoria semantica (i concetti) (pag. 17). La memoria procedurale è collegata con lesperienza e mette a punto sia labilità sia le abitudini. Da parte sua la memoria episodica registra fatti che ci riguardano. Il ricordare è un viaggio temporeale nella mente che riguarda il campo della mente ed ha un osservatore (lIo?) Egli ricorda pure Freud (pag. 21) quando parla della ricostruzione della memoria da fantasie primitive e dalle memorie schermo. Critica la repressione dei desideri che per lui non hanno a che fare con la percezione senza consapevolezza (pag. 165). Ma riferisce quello che Freud scrive sulle isteriche incapaci di ricordare consciamente tormentose memorie inconsce per collegarle alle memorie implicite che non possono essere ricordate in modo esplicito (pag. 232). Contesta pure la repressione della memoria (pag. 234) ma confonde il senso di repressione (pag. 255). Mi pare che M.F. Reiser (Memory in mind and brain. What dream imagery reveals) abbia i mezzi per avviare la verifica dei collegamenti possibili tra metapsicologia e neurobiologia. Egli nota che il sogno è il luogo pi adatto per lo studio delle relazioni tra memorie e percezioni, ma non trascura la relazione tra C e sentimenti al di fuori del sogno. La percezione (sistema P-C) per essere libera deposita ci che percepisce nella memoria (deposito nellIo conscio, preconscio ed inconscio, ma non dimenticherei il Sé): linsorgenza di pensieri e di rappresentazioni ideative attiva lattenzione. Io non considererei il C solo schermo passivo ma anche attivo: il movimento che attiva lattenzione mettendo in moto la percezione oggettuale pu essere determinato sia da fatti esterni sia dal comparire di rappresentazioni ideative o di pensieri. Io non dimenticherei la percezione sensoriale primaria anche perché questa rientra nel dubbio che Reiser esprime: è possibile che lattività REM degli animali abbia lo stesso livello di coscienza che ha nelluomo? Si pone in seguito la domanda se la conscietà nel sogno sia uguale a quella nella veglia. Egli propone osservazioni sul fare musica, film ecc. Nel rimarcare la relazione tra emozione e memorie egli nota che anche se le memorie (locchio della mente) riguardano le sensazioni, le immagini perdono la loro qualità sensoria quando sono consciamente ricordate nella veglia. Nel sogno invece le qualità sensorie sono presenti. Egli ricorda Freud quando si domanda se conoscendo meglio quello che succede nelleccitamento neuronale possano essere confermate sia la memoria nel sistema y sia le qualità che caratterizzano la conscietà e che si escludono lun laltra. In ogni caso le emozioni sono da Reiser considerate la colla che lega gli elementi mnesici tenendoli assieme in entrambi i campi. In seguito egli considera come i residui percettivi vengano ricordati in quanto messi a punto nella fase REM che si manifesta 4-5 volte per notte. Daltra parte i sogni sono dimenticati nel giorno, salvo casi particolari. Sia il ricordo che loblio si verificano nel sogno e questi due aspetti paradossi sono importantissimi per la memoria. Crick e Mitchinson chiariscono che i circuiti neuronali non possono registrare ricordi se non sono stati ripuliti. La mente tratta con significati C (Conscio) e motivi senza proprietà fisiche, mentre il dominio biologico tratta materia ed energia con proprietà fisiche. Le illusioni (o allucinazioni) oniriche sono suscitate dalleccitazione della corteccia sensoriale: rappresentano la riattivazione del sistema percettivo e cambiano con il mutare della percezione. Qual è il significato evolutivo del sogno? Freud considera il passaggio dalla fase latente alla fase manifesta, per Hobson esiste solo la parte manifesta del sogno. Reiser pensa di verificare alla luce della neurobiologia se limmagineria mnesica (memoria) pu essere usata nel sogno per generare significati: le funzioni del sogno come memoria putativa. Per la psicoanalisi il sogno viene da esperienze emozionali significative, dice Reiser, ma i cambiamenti fisici nel corpo cosa sono? Le memorie sono intessute nella materia del sogno, Reiser ricorda. Egli esamina il sogno della Monografia botanica e prosegue: gli affetti potenziali caricano immagini nodali e pensieri che sono in grado di collegarsi con residui percettivi dellesperienza attuale. Gli affetti consistono in tre componenti: motoria (cambiamento del corpo da attivazione neuroendocrina cuore e respiro), sensoria (consapevolezza dei cambiamenti nel corpo per via viscero-percettiva sensoriale), soggettiva (la sensazione del tono affettivo per un senso interno primario: apprensione, tristezza, morte o disastro incombente). Egli considera pure le emozioni represse (pag. 48) rappresentate da immagini nodali attraverso la condensazione. Emozioni che possono risvegliare altre immagini in altri sistemi nodali, dalle memorie nodali. Esiste una grande differenza tra i sogni portati in analisi e quelli registrati in laboratorio. In analisi i sogni compaiono in un rapporto a due e lanalista deve ricostruire in sé il sogno, compresi i fenomeni motori non verbali e posturali. (Cè da considerare la controresistenza dellanalista, io direi, coinvolto negli affetti del paziente). Reiser considera se è possibile stabilire una relazione tra le attività mentali in seduta e la neurobiologia. Riporta il caso clinico C per indicare le relazioni con il passato del paziente e dellanalista e arriva a proporre ipotesi sullimmagazzinamento e lorganizzazione delle memorie nella mente. 1 -Le memorie sono immagazzinate e organizzate nella mente seguendo le percezioni sensorie (codificate da) registrate durante le esperienze memorizzate. 2 -Le percezioni sensoriali registrate durante stati deccitamento emozionale sono immagazzinate nelle reti della memoria nodale organizzate secondo il principio che le percezioni capaci di evocare gli stessi affetti (percezioni che condividono potenziali affettivi) sono legate associativamente. 3 -Il potenziale affettivo della percezione è generato dallesperienza nella quale la percezione era registrata inizialmente 4 -Una singola percezione con potenziale affettivo è legata associativamente con altre percezioni (appartenenti a differenti esperienze) che hanno lo stesso potenziale affettivo. Tale percezione costituisce un nodo nella rete (condensazione) 5 -Come le esperienze di vita accumulate, la rete nodale, si esprime, congloba e diviene pi complessa. Le percezioni delle prime esperienze traumatiche costituiscono nodi altam sente condensati, le esperienze successive sono codificate da nodi percettivi meno densi, a maggior distanza dalle percezioni nodali registrate in precedenza. In che modo stiamo trattando delle presentazioni pi o meno investite dagli affetti?
Neuroscienze e cognitivismo
Lamigdala, lippocampo
I principi funzionali neurofisiologici.
Alcuni problemi concettuali. Livello di funzionamento mente - cervello
In ogni caso se si può pensare lAplysia mostri stati mentali rudimentali , come passare dalle connessioni neurobiologiche che causano il sogno REM (cervello) alla formazione del sogno (mente)? Ruolo organizzato dagli affetti Memoria mentale Tutto ciò viene elaborato nel sogno sui due livelli: mente e cervello. Lisomorfismo si trova nellattività svolta dagli affetti che pongono legami sia nella mente sia nel cervello. Per la psicoanalisi i sentimenti connessi ai fatti attuali entrano in risonanza con i sentimenti da esperienze precedenti: reclutano ed organizzano le immagini durante la fase R.E.M. Il residuo diurno verrebbe da percezioni neutre del giorno (per Freud) che divengono significative nella notte perché associate ad altre percezioni. Si paragoni ciò con il principio funzionale del cervello sottostante lorganizzazione di percezioni immagazzinate nei neuroni delle reti neurali con legami sinaptici, sono residui biologici di precedenti percezioni collegate con i sentimenti (Kandel). I due processi sembrano isomorfici, procedono in parallelo per quanto riguarda gli affetti. Il sogno REM è la manifestazione di uno stato cerebrale unico (mentale e fisiologico), che viene utilizzato dalla mente, come si vede quando studiamo lo sviluppo dei mammiferi. In questo processo Reiser accenna anche alluso della parola ma si ferma lì. Freud considerò che il sogno fosse lesaudimento di un desiderio: esso non stimola il sonno REM che ha origini biologiche. La mente usa il REM per i suoi propositi: il desiderio (attività fisica per Freud) genera lidentità percettiva (soddisfazione delle necessità del corpo) che porta alle allucinazioni (noto). Le necessità derivano dagli istinti (frontiera soma-psiche) ed i desideri sono derivati mentali deglistinti, per Freud. Hobson sostiene che Freud sbaglia quando afferma che gli istinti sono lenergia del cervello perché ha sue fonti di energie. Questo è vero, ma il cervello è influenzato da quello che succede nel corpo: il corpo ed il cervello sono attivati nella fase REM (per questo si sogna, direi, per dormire). Freud dice che i derivati del conflitto istintuale si presentano nella mente come manifestazioni mentali degli istinti che vengono gratificate dai desideri perché la mente, connessa con il corpo, è obbligata a farlo. Le percezioni visive e sonore si muovono verso zone della memoria composte da immagini mnesiche e suscitano immagini le ottiche virtuali usate nel sogno. La scarica motoria (nel sogno o fuori) segue il principio del piacere-non-piacere e quello di costanza. Il blocco motorio nel sonno scarica la tensione verso la percezione visiva (è il REM?) che vede la figura qua fuori. Freud scrisse che le necessità del corpo turbano lapparato mentale sia nella veglia sia nel sonno. Se i desideri sono conflittuali lIo mette in moto le difese e modifica le immagini per coprirli. Se il lavoro fallisce e le cose proibite rischiano di comparire ci si sveglia in una condizione disforica. Per altro, la mente usa meccanismi del processo primario (condensazione, spostamento) per sostituire e cambiare immagini, nascondendo il reale significato, allo scopo di contrabbandarle rispetto il Censore. Freud considerò che il sogno usasse immagini visive perché ha la capacità di rappresentare immagini senza riconoscerle. La corrente allindietro delleccitazione viaggia verso lestremità percettiva (conscia) ma incontra e recluta memorie associate (spesso frammentale) dalle precedenti esperienze, e le ricompone in modo bizzarro ed irreale. Freud parla della via regressiva nel sonno, sotto il P.G.O si può vedere la regressione dallarea TE verso larea ed i neuroni visivi. Le zone mnesiche (reti nodali) sono organizzate lungo la via storica regressiva. Lattivazione della corteccia sensoria ed associativa da parte del REM pontino fornisce lenergia per il sogno. Questo sostiene Freud quando segnala la via regressiva del sonno che produce allucinazioni. I principi funzionali del suo modello mentale paiono sostenuti dalle ricerche neurobiologiche attuali. Freud considerò il rebus delle immagini oniriche che raffigura pensieri intermedi del sogno, generati per tentare di trattare i conflitti attuali provenienti da esperienze del giorno. I pensieri intermedi sono connessi con i conflitti repressi del passato che rimangono irrisolti. Il lavoro onirico camuffa il contenuto latente con quello manifesto per capire il significato latente rimane solo la possibilità offerta dalle libere associazioni. Laspetto finale del camuffamento e fatto, con la revisione secondaria del sogno della notte nel giorno. Hobson e altri considerano questo lavoro di pubblicazione e razionalizzazione essere il più grande e più importante lavoro mentale nel sogno. Gli stimoli del cervello anteriore e delle parti più basse attivano immagini bizzarre, ma lunico contributo mentale è loperazione cognitiva di tentare una narrazione assennata. Come possono spiegare i sogni ripetitivi? Sogni ripetitivi e incubi provengono tra traumi e disastri passati: sono pre-programmati. Cè una stretta relazione tra sogni e problemi della vita di tutti i giorni. Daltronde la stimolazione delle strutture del lobo medio-temporale inducono ricordi trasognati di precedenti complesse situazioni spesso vitali, allucinatorie (Ferguson, Penfield). Dement e Coll. hanno visto che il REM dei neonati, pur non avendo controparti in visioni, è molto simile a quello degli adulti. Pensano che lo sviluppo dellimmagine onirica possa coinvolgere un processo che consente alla corteccia di accordare le immagini sensorie a modi di scarica del tronco cerebrale, accumulate prima dellesperienza sensoriale. La corteccia può sviluppare il controllo . La Corteccia modula le scariche pontine. Il sogno sembra nato nel tronco cerebrale ma sembra vestito nella corteccia. Altri sostengono che lo stato REM allerta il sistema nervoso centrale nel sonno, preparandolo a reagire di fronte alle esigenze del mondo reale. Cè più sogno REM nellinfanzia che nelletà adulta: esso stimola e riordina le attività più alte del cervello e sviluppa il sistema nervoso nella vita neonatale. Quindi il sogno ha funzioni di sopravvivenza. Inoltre il REM organizza la memoria, sempre per la sopravvivenza: prende informazioni attuali e le connette con le memorie del passato in modo di formulare piani che organizzino il comportamento adattativo nella veglia. Winson colloca il meccanismo fondamentale nellippocampo (struttura centrale del sistema limbico per la memoria) I ritmi teta sembrano attivare i centri neurologici (corteccia frontale) che sostengono la memoria a lungo termine e lo sviluppo della percezione doggetto. Le connessioni affettive esplicano notevoli influenze su queste funzioni neurali e di mnesiche. Limmagine del sogno rappresenta la stampa nella consapevolezza nella coscienza onirica delle attività neurali soggiacenti.
CONCLUSIONI
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