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Psicobiologia e Neuroscienze
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Epigenetica, Psiconeuroimmunologia e Psicoterapia Integrante:
ai confini delle nuove frontiere della scienza
Sabrina Ulivi e Giovanni Cozzolino
“… La Psiconeuroimmunologia o, come la si definisce in acronimo, PNI rappresenta il futuro delle Neuroscienze. Essa ha un volto antico … ma quello che esprime è assolutamente rivoluzionario …! ”
Sabrina Ulivi
La psiconeuroimmunologia (PNI) ha spalancato, da qualche anno, l’universo nuovo e inesplorato del rapporto stretto tra Psiche e dimensione immunometabolica. Tale relazione, in passato tratteggiata, senza profondità, dalla medicina psicosomatica, ha sorprendentemente evidenziato una realtà e una dimensione dalla vastità sconvolgente e affascinate.
La disciplina svela o si appresta a farlo, i collegamenti reali di queste dinamiche psiconeuroimmunitarie utilizzando l’ Epigenetica, la Fisica quantistica e l’ immunologia come strumenti operativi per spiegare i meccanismi ed i possibili processi patologici che una asincronia tra queste dimensioni può di fatto produrre .
La intromissione tra l’universo psichico e quello normalmente definito “fisico” sono ipotesi o certezze che appartengono alla storia stessa della medicina e, più di recente, alla Psicologia.
Gli strumenti di indagine in relazione a questo sapere possono essere definiti come altrettanti fari che illuminano le parti più oscure dell’universo “uomo” nelle sue relazioni con l’ambiente che lo circonda.
Lo studio parte da presupposti antichi legati alla filosofia greca e a due dei suoi massimi pensatori : Socrate e Democrito.
Il primo autore apparteneva ad una scuola di pensiero che vedeva il “Nous”, cioè l’anima, come un qualcosa che, proveniente da dimensioni esterne all’uomo, ne determinava il cammino e, in qualche modo, il destino. Quella di Socrate venne identificata come la corrente spiritualista a cui fece poi riferimento il Cristianesimo.
Democrito, di convinzioni assolutamente opposte, affermava come la materia, unica realtà esistente, potesse essere divisa sino alla sua particella di materia possibile, l’Atomo ( dal greco atomos “l’indivisibile” e quindi invisibile ). L’esistenza era null’altro che l’infinito scontrarsi e muoversi degli atomi nello spazio.
Se nel caso di Socrate la vita era qualcosa che arrivava dell’esterno all’uomo, per Democrito essa proveniva dall’interno della materia. Questo dualismo ha dato vita, per secoli, ad opposte correnti che da filosofiche si sono tramutate in scientifiche.
Per tutto l’800, sino e metà del 900’ - epoca del positivismo e dello scientismo più spinto - si tendeva ad avvallare la visione democritea. Con l’ evoluzione tecnologica, però, tale tendenza ha modificato la sua rotta verso l’ idea di un pensiero che potesse coniugare le due filosofie, le quali, ormai 2500 anni prima, avevano gettato le basi per una comprensione antropologica dell’ esistenza.
La fisica quantistica e l’epigenetica, nella sommatoria delle loro conclusioni, hanno reso possibile definire e costruire, a partire da Eistein, un nuovo paradigma di riferimento. Nella teoria della relatività “ristretta” del 1905 e in quella generale del 1913 si ponevano le basi per la comprensione e la scoperta della c.d. “Energia di campo”. Tale energia permea l’universo conosciuto e interagisce con gli esseri viventi in modo concreto e basilare.
Lo stesso Einstein ebbe a dire come tale energia “ … è l’unica forza in grado di cambiare la materia..”. Su questo assunto, di immensa portata scientifica, l’ epigenetica basa il rapporto tra le realtà proteico/molecolari - costituenti il nostro corpo materico - e l’energia proveniente dall’ambiente/universo.
L’ energia proveniente dall’ambiente interagisce con il nostro corpo e con la sua struttura più intima (quella proteico-cellulare) alterandone intimamente il funzionamento, essa produce eventi sia a livello fisiologico che a livello definibile genericamente come “psichico”.
Qualsiasi variazione del “comportamento” di una proteina è dovuto all’alterazione qualitativa di carattere polare, quindi energetica, di un segnale di campo: il segnale energetico di campo (come lo definiva Einstein) incontra la materia (proteina), in questo contatto la polarità del segnale (positivo o negativo) e la sua potenzialità (in intensità e frequenza) interagiscono con la proteina stessa alterandone la composizione in modo dinamico. Questo origina, a cascata, un cambiamento di composizione di un numero crescente di proteine: si modificano tipo e caratteristica polare. L’insieme dinamico di questo nuovo comportamento altera la cellula, composta di proteine, variandone natura, e funzione. La cellula, altera, a sua volta, in un tempo “X”, le caratteristiche ed in funzionamento dell’organo composto dalle cellule interessate dal fenomeno .
Quale che sia il segnale di campo, esso interessa, in modo assoluto, la percezione dell’ambiente circostante producendo situazioni che possono condurre ad uno stato patologico o ad una evoluzione fisiologica.
Il segnale patogeno è un segnale che viene prodotto in situazioni ed eventi particolari che possono perdurare anche a lungo. L’ ambiente può avere, nei confronti della nostra realtà materica, un effetto danneggiante nel tempo.
Questo effetto si definisce generalmente stressante o stressogeno. Lo “stress”, di cui molto si parla in questi tempi, risulta essere la causa primaria di patologie fortemente invalidanti e spesso ad esito infausto.
La motivazione centrale della forte influenza negativa del fenomeno “Stress” è dovuta alla sua caratteristica energetica e alla conseguente capacita di interagire con una particolare popolazione cellulare che nel nostro organismo determinano la capacità di difesa interna dello stesso.
Questo insieme sistemico di cellule (normalmente definito Sistema Immunitario) rappresenta la prima reazione disarmonica, e quindi patologica, da segnale di campo “stressante”.
Le cellule del S. I. vengono investite dal segnale energetico, esse alterano, così, il loro comportante e la loro funzione: tale alterazione proteica produce una serie di sostanze (ormoni) che agendo sia all’interno che all’esterno della cellula ne inibiscono le funzioni primarie.
Nella fattispecie la classe degli ormoni conosciuta è quella delle catecolamine. In questa famiglia la citochina è l’ormone che detiene la caratteristica di inibire la percezione delle cellule macrofaghe. I macrofagi riconoscono le cellule in “sovrannumero” indifferenziate e le “divorano” (da qui il loro nome, in greco “grandi divoratori”). Quando ciò non accade, è possibile l’esordio dei fenomeni cancerogeni. In questo processo,quindi, le citochine alterano il sistema immunitario rendendo “mimetiche” o irriconoscibili le cellule “malate” o in sovrannumero .
L’aspetto psichico dell’ asse sin qui sintetizzato rappresenta l’altra parte dell’universo fenomenico in questione. La parola ambiente deve essere intesa nel suo concetto assoluto. Con questo termine di deve significare qualsiasi forza agente su di noi: la nostra dimensione psichica rappresenta la stragrande maggioranza della composizione del nostro essere ed è, per questo, parte integrante del processo.
La radice del nostro psichismo ha origine dallo stato di “consapevolezza”, è qui che l’universo fisico-neurologico sposa la realtà fisico-quantistica in una dimensione binaria nella quale, la cellula e l’energia danno origine alla realtà psicologica .
Lo studio della cellula, da un punto di vista epigenetico, ha dato la possibilità di mettere in luce una parte della stessa che era stata assolutamente trascurata dalla biologia classica e dalla genetica : la membrana . Questo sottile “velo” che determina e avvolge il corpo stesso della cellula ha uno spessore di meno di 2 milionesimi di millimetro ed è formato da una stretta rete di “recettori” detti “recettori di membrana”, essi sono preposti a reagire a certe frequenze energetiche provenienti dal campo.
Esistono circa 100.000 recettori sulla superficie delle cellule, ognuno di questi reagisce ad una singole frequenza. La ricezione di questa energia e di questa frequenza - attraverso le vie interne alla cellula - raggiunge le reti neuronali che afferiscono al cervello.
A seguire, la percezione, iniziata dai recettori di membrana, viene memorizzata dalle reti di neuroni appartenenti al Sistema Limbico del cervello. Il passo seguente genera un effetto in reazione alla percezione dello stimolo da parte dei recettori di membrana attraverso una rete di proteine / “effettori” che producono la risposta alla ricezione. Questo sistema, che in epigenetica prende il nome di : “complesso di proteine di membrana in qualità di recettori/effettori” , determina quello che in psicologia si chiama semplicemente “consapevolezza” .
La consapevolezza è qualcosa di energetico , la consapevolezza è energia. Come tale è in grado di cambiare la materia: il modo in cui essa viene memorizzata, cioè conservata nei registri di memoria (reti neuronali che fungono da “accumulatori” di energia e quindi di frequenze), determina il nostro potenziale stato fisiologico e, di conseguenza, quello patologico.
Questo sistema determina anche la memorizzazione di stati stressanti che porrebbero in essere, in tempi medio-lunghi, una significativa alterazione del sistema immunitario con conseguente insorgenza di patologie invalidanti come il Parkinson o l’Alzheimer, nonché numerosissime differenziazioni dei fenomeni tumorali.
Al di là di questo vi sono le alterazioni di carattere genetico dovuto ad intromissioni, definite appunto epigenetiche, che determinano alterazioni profonde del sistema immunologico oltre che neurologico.
Da tempo esistono studi sulla incidenza di processi cognitivi (ricordi o pensieri di varia natura) che agiscono, a livello placentare, sul feto. Tutto questo comproverebbe come le reti neuronali in formazione siano anche, di fatto, accumulatori di energia e di frequenze che si esprimeranno con i loro effetti dopo la nascita.
Un ambiente stressante, sia prima che dopo la nascita, produce emissioni di frequenze con il potere di “spengere” alcuni recettori a livello di membrana cellulare lasciandone attivi altri. Questo genera, in ricezione, il passaggio solo di alcuni segnali scatenando un esito “particolare” a livello di effettori.
Lo stesso “effetto” di replicazione di alcune proteine contenute nel DNA è legato a questo processo.
In molti hanno lungamente pensato che una malattia genetica fosse una “condanna da espiare” in quanto inscritta nel nostro bagaglio ereditario. Sappiamo ad oggi che questo non è sempre assolutamente vero. Il bagaglio ereditario non ha nulla a che vedere con lo scatenamento di una patologia il cui “progetto” è presente nel nostro genoma. È il segnale di campo proveniente dall’esterno che “rompe”, in un dato punto, l’involucro proteico che racchiude il DNA.
Nel caso di patologie degenerative e/o mortali, come il cancro, l’interrogativo che oggi la PNI si pone è il seguente: come può un segnale attivare, inibire, passare oltre un recettore, od un insieme di recettori, per poter produrre un processo costruttivo o degenerativo? Come possiamo definire le modalità con le quali una frequenza energetica agisce scatenando, nel sistema mente-cervello-corpo, sanità o malattia? Cosa avviene?
Una cellula media ha nella sua superficie 50.000 recettori di un tipo, 10.000 di un altro, 100.000 di un terzo e così via. I biologi sono in grado di isolare questi recettori, determinarne il peso molecolare e ricostruirne la struttura chimica con la sequenza esatta degli amminoacidi. Così come nell'organismo gli occhi, le orecchie, la lingua, le dita e la pelle agiscono da organi di senso, a livello cellulare anche i recettori si comportano in modo analogo. Si librano sulle membrane delle cellule “danzando”, in attesa di captare messaggi inviati da altre piccole realtà vibranti, composte anch'esse da sistemi energetici - chiamate scientificamente "ligandi" - che “vagano” nel fluido intorno ad ogni cellula finché penetrano, come una chiave chimica, nel recettore che gli è affine.
Quello che definisce l’inizio di questo ciclo è l’aspetto psichico. In parole povere, si potrebbe dire che siamo noi che “decidiamo”. In realtà il fenomeno è molto complesso, anche se, in effetti, è cosi che avviene.
Sostanzialmente è la memorizzazione ed il nostro modo di “vivere” questo segnale a determinare il ligande.
Il bivio antropologico a cui ognuno di noi è soggetto riguarda la “decisione” – guidata dall’ esperienza di vita – di come “assorbire” una certa frequenza relativa ad un determinato segnale energetico o di come produrre una frequenza alternativa che possa contrastare il segnale stesso.
La vita della cellula è regolata dai recettori che si trovano sulla sua superficie e dal fatto che siano occupati o meno da ligandi. Su scala globale questi infinitesimali fenomeni fisiologici che avvengono a livello cellulare, possono essere tradotti in vistose modificazioni nel comportamento, nell'attività fisica e perfino nell’umore. Essi agiscono spesso con alterazioni cromosomiche dando origine alla proliferazione anarchica cellulare. Un esempio, per fortuna raro, è dato da una delle più temibili e aggressive neoplasie che si conoscano : Il Coriocarcinoma (o teratoma funesto). Si tratta di un tumore abbastanza raro nelle nostre regioni (è più frequente in popolazioni asiatiche, come per es. presso i Cinesi), nella maggior parte dei casi si forma nell’utero, a distanza variabile nel tempo (da qualche settimana a diversi anni dalla fine della gravidanza stessa), in seguito, spesso, ad una gravidanza pregressa o ad un aborto. In molti casi esso rappresenta la trasformazione maligna di una mola vescicolare (processo patologico a carico dei villi coriali) in conseguenza di una anomalia placentare. Secondo una visione psicologica tutto questo potrebbe essere legato a difficoltà di replicazione del proprio Se. Appartenendo alla sfera materno sessuale si ipotozza svilupparsi a seguito di una gravidanza non desiderata o di un desiderio di maternità irrisolto. Vi sono stati casi in cui nei tessuti tumorali del coriocarcinoma, asportati chirurgicamente, sono stati rinvenuti piccoli denti, abbozzi di arti e altre parti anatomiche. Sembrerebbe una “volontà replicativa” distorta, sfociata in una disordinata anarchia cellulare mai divenuta gravidanza, che contiene la parte peggiore del processo di replicazione. Volendo meglio rappresentarla, da un punto di vista epigenetico di meccanismi energetici di funzionamento, possiamo parlare di una deriva di banda di frequenze in cui nessuna di esse ha la prevalenza sulle altre se non a sprazzi. Rivelando solo brandelli di segnale, l’evoluzione si confonde in un rumore caotico di fondo che non produce nulla fuorché il “grande fastidio”.
Per meglio comprendere gli effetti negativi delle frequenze sul corpo umano e' necessario sapere che - secondo gli studi della Dott.sa Hulda Clark1 - ogni cellula emette un campo elettromagnetico su una frequenza fissa che viene modulata; essa lavora in una sua gamma d’onda. Piu’ la “cellula” e’ evoluta, piu’ la frequenza si alza e piu’ la larghezza di banda occupata aumenta.
Da qui e’ possibile prevedere come un meccanismo di replicazione può evolversi, lo stesso vale per un virus rispetto a se stesso. Circa l’evoluzione del carcinoma, il processo ipotizzabile sarebbe legato ad una inferenza energetica con qualità di frequenza pari a quella che caratterizza la prima scissione di un ovulo fecondato. Qual' è questa frequenza ? Perche è solo permanendo questa densità di sistema cellulare che il fenomeno può riprodursi in modo distorto.
Come diceva Rupert Sheldrake2 “… i nostri corpi sono da considerare come gerarchie annidate di frequenze vibratorie che si manifestano come sistemi discreti all’interno di sistemi più grandi e più complicati. Un universo di strutture vibratorie da quelle elementari a quelle sempre più grandi e sempre più complesse. Infatti, l’intero universo, dalle particelle sub-atomiche, alle forme di vita più complicate, alle nebulose ed alle galassie, può considerarsi come un gigantesco insieme di campi di risonanza di energia, tutti sempre in costante interazione tra loro.”
La pulsione e le emozioni legate al desiderio della gravidanza, allorquando la stessa è ostacolata o resa impossibile per i più vari motivi, scatena, a livello psicologico, una alterazione energetica che coinvolge le strutture fisiche interessate come l’ippocampo, la Amigdala, l’utero e le ovaie. Questi organi sono composti da sistemi energetici che, se attivati in stato di “consonanza”, esprimono frequenze assonanti prossime ad una risonanza costruttiva.
Una forte e prolungata alterazione vibrazionale caotica può dare origine all’incontrollato processo di replicazione cellulare in situ. Praticamente un tumore, nella fattispecie invasivo, differenziato e potenzialmente letale.
La scommessa del tentativo di integrazione sinergica tra epigenetica, psiconeuroimmunologia e psicoterapia integrante, è legata alla possibilità di immaginare, sperimentare ed agire tipologie di ricerca-azione costruendo modelli e assi terapeutici di carattere nuovo attraverso la conoscenza approfondita e puntuale, a partire dalla cellula, dei processi di vita, della loro genesi e della loro evoluzione.
Sull’orizzonte futuro affascinante e sconfinato della P.N.I. è appena sorta l’alba.
Bibliografia
H. W. Conrad, C. H. Waddington: “An introduction to modern genetics” George Alien & Unwin Ldt, London, 1939
H. W. Conrad: “Principles of Embryology”, George Allen & Unwind Ltd, London, 1956
H. W. Conrad: “The Strategy of Genes”, George Allen & Unwind Ltd, London, 1957.
H. W. Conrad: “Biological organization cellular and subcellular: proceedings of a Symposium ”, Pergamon Press, London, 1959
H. W. Conrad: “The Nature of Life”, George Allen & Unwind Ltd, London, 1961
H. W. Conrad: “Principles of development and differentiation”, Macmillan Company, New York, 1966
G. Cozzolino e Sabrina Ulivi: “Le frequenze di Dio: epigenetica, psiconeuroimmunologia e Psicoterapia Integrante”, NewIdeas Ed. Arezzo, 2014.
C. Dawson: “Medicina epigenetica”, Mediterranee ed., Roma, 2008.
E. Menoni, K. Iannelli, E. Egiziano: “Neuroscienze ed integrazione teorica in Psicoterapia: il modello EIAE”, Alpes Ed., Vol. 5, Gennaio-dicembre 2012.
E. J. Nestler: “Il codice epigenetico della mente”,Le Scienze Ed., 2012
B. Lipton : “Evoluzione spontanea”, Macro Ed., Cesena, 2010.
Note:
2 Rupert Sheldrake (Newark-on-Trent, 28 giugno 1942) è un biologo e saggista britannico, noto soprattutto per la sua discussa teoria della "causalità formativa", che implica un universo non meccanicistico, governato da leggi che sono esse stesse soggette a cambiamenti.
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