NARRAZIONE E COPING (ADATTAMENTO) IN PSICO-ONCOLOGIA
A cura di Corrado Villella
In questo numero di Strumenti in Psico-Oncologia segnaliamo un articolo che presenta i risultati di uno studio clinico controllato e randomizzato volto a valutare l'utilità di un intervento psicologico rivolto ai pazienti oncologici. L'intervento descritto è di particolare interesse in quanto poco impegnativo in termini di tempo e costi e quindi si presenta come efficace affiancamento ad altri interventi di supporto che dovrebbero essere offerti abitualmente ai pazienti oncologici dalle strutture curanti.
Virginia Lee(a,b), S.Robin Cohen(b,c,d), Linda Edgar(e), Andrea M. Laizner(b,f), Anita J. Gagnon(b,f,g).
Meaning-making intervention during breast or colorectal cancer treatment improves self-esteem, optimism and self-efficacy
Social Science and Medicine 62 (2006), 3133-3142
a) McGill University Health Centre, Montreal General Hospital, Montreal, Canada
b) School of Nursing, McGill University, Montreal, Canada
c) Department of Oncology and Medicine, McGill University, Montreal, Canada
d) Lady Davis Institute, SMBD Jewish General Hospital, Montreal, Canada
e) Department of epidemiology, and Hope and Cope, SMBD Jewish General Hospital, Montreal, Canada
f) McGill University Health Centre, Royal Victoria Hospital, Montreal, Canada
g) Department of Obstetrics and Gynaecology, McGill University, Montreal, Canada
Abstract
Existential issues often accompany a diagnosis of cancer and remain one aspect of psychosocial oncology care for which there is a need for focused , empirically tested interventions. This study examined the efficacy of a novel psychological intervention specifically designed to address existential issues through the use of meaning-making coping strategies on psychological adjustment to cancer. Eighty-two breast or colorectal cancer patients were randomly chosen to receive routine care (control group) or up to four sessions that explored the meaning of the emotional responses and cognitive appraisals of each individual's cancer experience within the context of past life events and future goals (experimental group). This paper reports the results from 74 patients who completed and returned pre- and post-test measures for self-esteem, optimism, and self efficacy. After controlling for baseline scores, the experimental group participants demonstrated significantly higher levels of self-esteem, optimism and self-efficacy compared to the control group. The results are discussed in light of the theoretical and clinical implications of meaning-making coping in the context of stress and illness.
Copyright 2005 Elsevier ltd. All rights reserved
Keywords: Canada; Randomized controlled trial; Meaning; Psychological adjustment; Cancer
Un intervento di costruzione di significati durante il trattamento per il cancro del seno o del colon-retto migliora l'autostima, l'ottimismo e la fiducia nelle proprie capacità.
Questioni esistenziali spesso accompagnano una diagnosi di cancro e restano un aspetto della cura psicosociale in oncologia per cui c'è bisogno di interventi focalizzati e testati empiricamente. Questo studio ha esaminato l'efficacia di un nuovo intervento psicologico progettato per rivolgersi a questioni esistenziali attraverso l'uso di strategie di coping che costruivano significati sull'adattamento psicologico al cancro. Ottantadue pazienti affetti da cancro del seno o del colon-retto sono stati scelti casualmente per ricevere le cure di routine (gruppo di controllo) oppure fino a quattro sedute che hanno esplorato il significato delle risposte emotive o delle valutazioni cognitive dell'esperienza del cancro di ciascun individuo nel contesto delle esperienze passate e degli obiettivi futuri (gruppo sperimentale). Quest'articolo riporta i risultati di settantaquattro pazienti che hanno completato e restituito delle misure pre- e post-test per l'autostima, l'ottimismo e la fiducia nelle proprie capacità. Dopo un confronto con i punteggi iniziali, i partecipanti al gruppo sperimentale hanno dimostrato livelli di autostima, ottimismo e fiducia nelle proprie capacità significativamente superiori rispetto al gruppo di controllo. I risultati sono discussi alla luce delle implicazioni teoriche e cliniche del coping attraverso la costruzione di significati nel contesto dello stress e della malattia.
Descrizione dello studio
In un articolo pubblicato recentemente su Social Science and Medicine un gruppo di autori canadesi ha indagato l'utilità di un intervento di costruzione di significati in pazienti affetti da cancro al seno o al colon-retto. Trentacinque pazienti (28 donne e 7 uomini) sono stati inseriti nel gruppo sperimentale e trentanove (32 donne e 7 uomini) nel gruppo di controllo; nel gruppo sperimentale 23 pazienti erano affette da cancro mammario e 12 da cancro colorettale, mentre nel gruppo di controllo 29 pazienti erano affette da cancro mammario e 10 da cancro colorettale. Il gruppo di controllo è stato sottoposto alle cure di routine, mentre al gruppo sperimentale si è offerto un ciclo di quattro sedute individuali dalla durata fino ad un massimo di 120' l'una, con un esercizio di narrazione in cui i pazienti dovevano inserire l'esperienza del cancro nel contesto storico di altri eventi importanti della loro vita. Tale procedura è volta a facilitare nei pazienti una presa di coscienza delle loro risposte emotive e cognitive alla diagnosi di cancro, un'esplorazione di eventi significativi della loro vita passata, una valutazione dell'influenza delle vecchie strategie di coping sull'esperienza attuale ed una discussione con l'operatore sanitario delle priorità della vita nel contesto di un riconoscimento della propria mortalità.
Gli obiettivi dello studio erano di dimostrare l'efficacia di questa procedura per migliorare l'autostima, l'ottimismo e la fiducia in sé stessi nei pazienti sottoposti a cure oncologiche. L'autostima è stata valutata con la Rosenberg Self-Esteem Scale; il Life Orientation Test-Revised è stato lo strumento scelto per valutare l'ottimismo, mentre la Generalized Self Efficacy Scale è stata impiegata per misurare la forza della fiducia nella propria capacità di affrontare situazioni nuove e difficili. Tutte le variabili oggetto di studio sono migliorate in modo statisticamente significativo nei pazienti appartenenti al gruppo sperimentale rispetto al gruppo di controllo. L'autostima viene migliorata, grazie alla possibilità di discutere l'impatto presente e futuro della malattia; così l'ottimismo, per il fatto che gli aspetti spaventosi della malattia vengono considerati dopo una disamina delle proprie forze e capacità. E' da notarsi come una maggiore proporzione degli individui nel gruppo sperimentale rispetto al gruppo di controllo abbia cercato un supporto psicologico aggiuntivo; può darsi che i risultati siano dovuti in parte a questi interventi psicologici, ma è anche probabile che l'intervento di costruzione di significati abbia stimolato i pazienti ad accedere a questi strumenti in virtù della loro maggiore capacità di valutare i propri bisogni e di rispondervi, oltre che della loro fiducia nell'affrontare le difficoltà
Commento
Tali risultati sono inquadrabili nella cornice generale di una serie di ricerche condotte negli ultimi venti anni che hanno evidenziato gli effetti benefici sulla salute fisica e mentale da parte della narrazione focalizzata su eventi significativi della propria vita..
I primi studi furono condotti da Pennebaker su gruppi di studenti a cui, dopo essere stati condotti in laboratorio, veniva richiesto di scrivere per 15 minuti per quattro giorni consecutivi, esplorando le proprie emozioni ed i propri pensieri riguardo alle esperienze più traumatiche della propria vita e collegarle alle proprie relazioni con gli altri e al proprio passato, presente, futuro. Il gruppo sperimentale venne confrontato con un gruppo di controllo a cui si era richiesto, nelle stesse condizioni, di scrivere a proposito di argomenti privi di valenza emotiva, come ad esempio descrizioni del laboratorio in cui si trovavano. Il focus primario dello studio era di valutare gli effetti dell'esperimento sulla salute fisica; si evidenziò come risultato che gli studenti del gruppo sperimentale a fine anno avevano avuto bisogno di molte meno visite mediche rispetto ai loro colleghi del gruppo di controllo. Nel corso degli anni altri studi hanno dimostrato effetti positivi della scrittura riguardo a svariati obiettivi in campioni di soggetti provenienti da diverse popolazioni, come: carcerati, studenti di medicina, vittime di reati, lavoratori appena licenziati...
Gli effetti positivi della scrittura potrebbero dipendere da fattori emotivi e cognitivi. Scrivere delle emozioni collegate ad eventi stressanti aumenta nel breve periodo le emozioni negative e riduce quelle positive e potrebbe risultare doloroso, ma nel lungo periodo favorisce il benessere mentale. L'ipotesi formulata a riguardo da Pennebaker, uno degli autori che più si sono occupati del tema, è che l'atto di costruire storie aiuta gli individui a comprendere le proprie esperienze e sé stessi. La scrittura è associata ad un aumento dell'insight, dell'ottimismo e dell'autostima; inoltre promuove lo sviluppo di strategie attive di coping; un'ulteriore spiegazione è che la riesposizione allo stesso stimolo traumatico permetta lo sviluppo di un migliore controllo della risposta emotiva all'evento (Esterling et al. 1999, Pennebaker and Seagal 1999).
Sulla scia di questi lavori alcuni autori hanno focalizzato la loro attenzione sull'utilità della narrazione delle proprie esperienze vissute da parte dei malati di cancro, per promuovere strategie di coping con la malattia. La narrazione della propria esperienza permette di considerare i problemi, ricercare informazioni e prendere decisioni, oltre che di ridurre lo stress emotivo associato alla malattia. La scrittura permette di oggettivare i pensieri senza preoccuparsi dei loro effetti sugli altri. La narrazione permette di organizzare i pensieri e le esperienze, identificare i problemi, trasmettere informazioni, esplorare le possibili scelte,distanziarsi dalle situazioni, ristabilire la temporalità degli eventi, considerare i propri valori (Carlick & Biley 2004).
Bibliografia
-Carlick A. & Biley F.C.(2004): Thoughts on the Therapeutic Use of Narrative in the Promotion of Coping in Cancer Care, 13, 308-317
-Esterling B.A., L'Abate L., Murray E.J., Pennebaker J.W. (1999): Empirical Foundations for Writing in Prevention and Psychotherapy: Mental and Physical Health Outcomes. Clinical Psychology Review; 19(1), 79-96.
-Pennebaker J.W. and Seagal J.D. (1999): Forming a Story: The Health Benefits of Narrative. Journal of Clinical Psychology; 55(10), 1243-1254
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