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Detenuti: una giornata particolare ricevo da Carlo Valitutti, coordinatore dell'area "Tragressione e Reclusione" (Psichiatria Penitenziaria) di Psychomedia, questa lettera e il relativo annuncio sotto riportato m@l
At 20:49 2-07-1999, Carlo Valitutti wrote:
>Caro Marco,
La Cooperativa sociale "Don Luigi Di Liegro il Samaritano", che ormai da quasi due anni opera per la rieducazione ed il reinserimento nella società civile, attraverso lo strumento del lavoro, dei detenuti e delle detenute, è attualmente impegnata nel "Progetto Ulisse" insieme ad un gruppo di detenuti ed al Circolo ACLI di Rebibbia "Incontro e Solidarietà".
Siamo lieti di invitarLa venerdì 9 luglio alle 18,30 alla "Terrazza" del Centro Diurno di Via di Monte Santo, 71 (ASL RME), in rione Prati, dove un gruppo di detenuti seminfermi mentali della Casa di Reclusione Penale di Rebibbia (Roma) presenteranno lo spettacolo teatrale "Nella testa ho un campanello". Questo spettacolo, che è già stato interpretato lo scorso anno all'interno dell'Istituto Penitenziario di Rebibbia, sia nella sezione femminile che in quella maschile, per la prima volta esce dalle mura del carcere. Il fatto che in questa rappresentazione sia ospitata da un Centro Diurno di una circoscrizione metropolitana romana é particolarmente interessante, perché permetterà l'incontro di malati e disagiati mentali detenuti e liberi. L'iniziativa di questo incontro è stata presa dai promotori del Progetto Ulisse. Tale progetto è nato tra i detenuti (malati e non) dell'Istituto Penale di Rebibbia ed è stato sostenuto fin dall'inizio dal circolo ACLI operante all'interno dell'Istituto. Inizialmente questo progetto era rivolto all'assistenza da parte dei detenuti "normali" ai "mattarelli". Questa assistenza si è sempre di più sviluppata fino all'organizzazione di una vera e propria struttura di intervento curativo e rieducativo dei malati all'interno del carcere. Tra gli strumenti usati vanno segnalati: per l'importanza finora assunta, il laboratorio di pittura ed il laboratorio sperimentale di teatro; l'attività di lettura (studio guidato) strutturata in gruppi di self-help psichiatrico; e quindi lo yoga ed altre attività ricreative e sportive. Il Progetto Ulisse si propone inoltre di sviluppare un'attività di formazione professionale dei detenuti, che volontariamente si dedicano all'assistenza ed all'organizzazione delle attività rieducative per i seminfermi, attraverso una serie di stages di psico-patologia e comunicazione organizzati da personale esterno al carcere e dalle strutture di intervento territoriale di igiene mentale. E' attualmente in fase di costituzione la Cooperativa "Progetto Ulisse" la quale si propone di agire per permettere ai malati mentali detenuti in carcere di essere curati, rieducati e risocializzati in opportune comunità esterne ai circuiti carcerari. E ciò per rispondere ad una duplice esigenza. La prima è quella di non aggravare la malattia mentale con la carcerazione, la seconda è quella di impedire che la progressiva chiusura dei manicomi criminali riempia le carcere di infelici.
E' in questa prospettiva che il "Progetto Ulisse" fa appello ad ogni persona ed istituzione di buona volontà per la creazione di case di accoglienza e cura, di rieducazione e risocializzazione per i malati psichici incarcerati.
L'esperienza del "Progetto Ulisse" mette in evidenza quanto importante sia l'aiuto che i detenuti normali possono e sanno dare ai disagiati psichici.
Le offerte per sostenere questa iniziativa possono essere inviate a:
Cordiali saluti, |
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