In qualità di conduttrice del workshop "Curare via Internet: risorsa o illusione?" ho constatato una "alta tensione" partecipativa e una discussione animata e intensa tra i partecipanti. I terapeuti presenti, a qualsiasi orientamento teorico facessero riferimento, hanno tutti concordato sul fatto che "curare" via Internet rende necessario riflettere su cosa sia sostanziale nella psicoterapia (la parola, la voce, il testo scritto, la persona reale o virtuale). Inoltre Internet significa: e-mail, chat line, videoconferenza, quindi la riflessione deve estendersi a cosa sia sostanziale nella psicoterapia nei diversi mezzi offerti da Internet.
Molti terapeuti presenti hanno riferito di esperienze di psicoterapia fatte con e-mail. Alcuni terapeuti hanno fatto uso di posta elettronica con i propri pazienti rendendosi disponibili a ricevere messaggi in periodi di assenza del paziente dalla psicoterapia (malattia, viaggi di lavoro, ecc.). Altri, in momenti di particolare intensità "emotiva" del trattamento, hanno ricevuto i messaggi che permettevano al paziente di esprimere emozioni ancora indicibili in presenza del terapeuta.
Spesso ciò avveniva senza aver concordato un setting telematico in modo chiaro (tempi, modi, pagamenti, ecc.). Un'esperienza di una psicoterapia interamente condotta via e-mail con un setting ben definito e concordato (scansioni temporali, modalità di comunicazione, pagamento) è stata riportata da un collega. Tutti hanno concordato che il mezzo telematico aveva offerto possibilità terapeutiche altrimenti impossibili e (a differenza della comunicazione postale) una possibilità di dialogo terapeuta-paziente. Il terapeuta può infatti rispondere ai messaggi o addirittura scomporre il discorso del paziente inserendo le proprie riflessioni-interpretazioni. Comunque molti dei partecipanti avevano sperimentato perplessità, timori, timidezze verso l'uso del mezzo telematico nella terapia. Il workshop si è concluso con un tempo da tutti vissuto come troppo breve.
Ritengo di poter interpretare il clima del gruppo dicendo che tutti hanno condiviso la convinzione che il Convegno avesse veramente colto il tempo, il momento e il bisogno condiviso da tutti di riflettere e di mettere in luce possibilità e pericoli del mezzo telematico nella psicoterapia.
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Giovanna Cantarella
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