Antonio Imbasciati, Carlo Cristini, Francesca Dabrassi, Chiara Buizza
Psicoterapie: orientamenti e scuole
A tale caos contribuisce la legislazione italiana: per esercitare una psicoterapia occorre un'apposita specializzazione con l'iscrizione a un elenco speciale tenuto dagli Ordini professionali. Ma la nostra legislazione è insufficiente e ambigua, del tutto formale per le scuole di specializzazioni universitarie e del tutto carente nel regolamentare le scuole private "riconosciute". La "patente" di psicoterapeuta, generosamente concessa dallo Stato italiano, non tutela l'utente e neppure chiarisce di quale psicoterapia di tratti. L'applicazione nei Servizi di tale già insufficiente legislazione è inoltre del tutto sommaria, più spesso inesistente. L'utente, già sprovveduto, è del tutto disorientato. In questo caos, dove pure esistono psicoterapeuti competenti, si è creato un continuum tra questi e i ciarlatani; entrambi parificati e qualificati dallo Stato italiano. Esistono allora, come evidenziato dal sottotitolo, buoni, e anche ottimi "artigiani", in un mare di velleitari che di psicoterapeuta hanno soltanto il facile diploma: sono questi, di solito, che più promettono, per tempi brevi, allettando e attirando lo sprovveduto utente; che poi contribuirà ad alimentare il corrente stereotipo che le psicoterapie sono tutte chiacchiere inutili e che gli "strizzacervelli" sono "acchiappacitrulli". In tale configurazione, l'utente che con sagacia cerchi lo psicoterapeuta competente, se riesce a trovarlo, si ritrova inoltre a ridimensionare uno stereotipo corrente: una psicoterapia effettivamente tale richiede anni di intenso impegno. D'altra parte, per "rifare" una personalità che in trenta o più anni così si è strutturata, non bastano certo pochi mesi; tanto meno poche magiche sedute. Accade allora che questa sgradevole sorpresa, confrontata con la carenza dei servizi e l'entità della spesa, faccia desistere chi aveva voluto accostarsi all'impresa. Restano allora i farmaci, anche se con il tempo le cose andranno peggiorando; oppure ci si affoga nel lavoro, fin che si può; per alcuni la soluzione è la droga, forse il divertimento. In sostanza, qualche rifugio del non-pensiero. Il presente testo descrive il confuso panorama, specifica le differenze tra le diverse psicoterapie e quelle tra le differenti scuole, mette in guardia contro le facili promesse, attenua le illusioni e per contro denuncia i pericoli di una rinuncia, per chi, con pazienza - effettivo paziente participio presente del verbo patire - si accinga alla ricerca del terapeuta e con costanza si impegni nella non breve impresa di ristrutturare se stesso. Il testo raccoglie contributi di diversi autori: Antonio Imbasciati, psicoanalista e psicoterapeuta (www.imbasciati.it), ne ha scritto la maggior parte e ha coordinato e connesso gli altri.
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