Introduzione
L'esistenza di un comune denominatore tra fenomeni ossessivi e deliranti rappresenta un problema affascinante e controverso.Visioni dicotomiche e non ne hanno da sempre costellato la storia. L'evoluzione della psicopatologia sembra però voler superare la dicotomia effettuata nel registro descrittivo, considerando una semeiotica capace di aspetti transizionali tra disturbi e categorie di sintomi appartenenti tradizionalmente ad ambiti clinici diversi.
Si diceva che egli fosse giunto in Italia con una flotta e che si fosse stabilito nel Lazio, fondando la città di Gianicolo. Durante il suo regno accolse Saturno in fuga dalla reggia celeste. Quale segno di ringraziamento il dio gli concesse la facoltà della doppia scienza: quella del passato e quella del futuro. Per questa ragione i Romani hanno raffigurato Giano con due volti che guardano in senso opposto. Il dio della doppia faccia possedeva numerose attribuzioni, ma soprattutto era il protettore dei passaggi, in quanto ogni apertura guarda davanti e dietro. In particolare le porte del suo tempio venivano chiuse in tempo di guerra e aperte in tempo di pace (Schmidt 1989). Aspetti Nosografici Nel DSM IV (1994) il Disturbo ossessivo compulsivo (DOC) è incluso nella sezione dei disturbi d'ansia.Cinque i criteri essenziali:
a) definizione di ossessione e compulsione L'innovazione consiste nella possibilità di specificare la presenza di scarso insight "per la maggior parte del tempo durante l'episodio la persona non riconosce che le ossessioni e le compulsioni sono eccessive o irragionevoli".
Vari Autori hanno anche proposto uno spettro ossessivo, basato sulle somiglianze cliniche del DOC con altre patologie.
a) marcata preoccupazione per l'apparenza e le sensazioni corporee, Infatti una entità per essere considerata tale, deve presupporre l'esistenza di un insieme di sintomi più o meno simili, confini chiari e stabili con caratteristiche patogenetiche comuni a tutti gli elementi che vi fanno parte.
Il delirio nel DSM IV (1994) viene definito come falsa convinzione basata su erronee deduzioni riguardanti la realtà esterna, che viene fermamente sostenuta contrariamente a quanto tutti gli altri credono. La convinzione non è di quelle ordinariamente accettate da nuclei della cultura o subcultura delle persone.
- una prima sezione dove il delirio non è sintomo fondamentale per la diagnosi ma si inserisce in un quadro sintomatologico principale del quale può diventare l'aspetto dominante (in quest'ultimo caso deve essere segnalato; es. demenza); Aspetti Fenomenologici
Binswanger (1957) discute delle relazioni tra ossessione e delirio nel caso di Lola Voss,una schizofrenia simplex polimorfa con presenza di aspetti fobici ed ossessivi associati a fasi maniacali e depressive. Aspetti Psicodinamici
Verranno discussi i meccanismi peculiari che portano alla manifestazione ossessiva e delirante con particolare riferimento alle caratteristiche di contiguità-continuità.
In quest'ottica secondo Abraham (1921) esiste una frontiera (divided - line) fra le fissazioni e regressioni psicotiche e quelle nevrotiche.Tale linea si situa tra il primo sottostadio anale di evacuazione ed il secondo sottostadio di ritenzione; così tutte le regressioni o fissazioni collocate a monte di questa linea corrispondono a strutture psicotiche, mentre ciò che si trova a valle corrisponde a strutturazioni nevrotiche. Sempre in quest'ottica la categoria nevrotica è caratterizzata da modeste fissazioni pregenitali; infatti il secondo sottostadio anale viene superato senza troppe difficoltà, così come lo stadio fallico, mentre l'Edipo (prima del quale non è corretto parlare di livello strutturale nevrotico) comincia a preorganizzare la futura struttura sotto il primato dell'economia genitale. L'Io intero può funzionare, la minaccia che avverte è legata all'angoscia di castrazione (conflitto intrapsichico Io, Es, SuperIo), le difese sono evolute e su tutte domina la rimozione con o senza meccanismi ausiliari. Freud (1929) ha considerato l'isolamento, inteso come sterilizzazione dell'affettività, dove il pensiero si sostituisce agli atti, come il sintomo principale nell'economia di una nevrosi ossessiva. Il pensiero contrariamente all'isterico, serve all'ossessivo per ritirarsi e prendere le distanze. In altri termini viene a prevalere, proprio in virtù dell'isolamento ,un atteggiamento caratterizzato da freddezza ed assenza di emotività associate a prolissità di linguaggio e logica inesauribile. Il secondo aspetto della sintomatologia dell'ossessivo è rappresentato dal controllo: dopo il ritiro è necessaria la verifica di tutte le vie di uscita. La rappresentazione isolata, in funzione della riduzione dell'atto al pensiero, è pur sempre un aspetto particolare del meccanismo della rimozione. Una tale rappresentazione, priva di desiderio, è ora considerata accettabile dal SuperIo e le tematiche sessuali sono perciò accessibili in quanto il desiderio non le segue. Per quanto riguarda gli affetti, essi subiscono una regressione verso la fase anale, dove la scialba fecale diventa merce di scambio in funzione dei bisogni libidici di fronte al problema edipico non risolvibile. L'oggetto deve essere così mantenuto a mezza distanza in modo da interessare sul piano intellettuale ma mai sedurre sul piano affettivo. La struttura ossessiva quindi corrisponde ad una regressione dell'Io, dall'atto verso il pensiero, ad una defusione delle pulsioni sessuali e aggressive e ad una regressione parziale della libido verso le fissazioni stabilite dal secondo sotto-stadio anale. In altri termini l'ossessivo mantiene l'altro in una situazione di dominio e di sterilizzazione con il pericolo di essere dominato se troppo vicino e di essere abbandonato se troppo lontano. Pertanto la rimozione, le formazioni satelliti e l'isolamento non essendo più sufficienti per controllare il registro di angoscia esteso , possono venire supportate anche dallo sdoppiamento delle imago. A questo assetto, che corrispondente più ad una organizzazione di personalità con funzioni adattive e di difesa, che ad una struttura, è stato dato il nome di "tronco comune organizzato" (Bergeret 1984). In questa situazione l'Io, come sottolineato da Kernberg (1987), si caratterizza per la coesistenza di due settori operativi:
a) da un lato c'è adattamento a tutto l'ambito relazionale dove non esiste minaccia per l'individuo né sul piano narcisistico né genitale . E' così che un secondo trauma, nel corso degli anni, può dar luogo ad una crisi di angoscia acuta: il trauma risveglia la frustrazione narcisistica del primo evento disorganizzatore precoce. Le difese impegnate fino a quel momento diventano del tutto inefficaci ed il soggetto è costretto ad indirizzarsi verso una delle vie psicopatologiche più stabili. La scelta può dipendere anche dalla organizzazione del SuperIo; infatti se il SuperIo è sufficientemente formato per autorizzare un'alleanza con la parte sana dell'Io contro le pulsioni dell'Es allora si può realizzare un quadro simil-nevrotico; ma se l'irruzione delle forze pulsionali è tale da spazzare via non solo la parte dell'Io che era fino a quel momento ben adattata alla realtà, ma anche il SuperIo perchè troppo debole, allora si produce una disorganizzazione con caratteri psicotici (scissione dell'Io). A questo proposito Bergeret (1984), considerando il carattere come aspetto espressivo più superficiale e relazionale della sottostante struttura della personalità, individua per la patologia ossessiva tre diversi livelli di funzionamento:
a) livello in cui l'Ideale dell'Io negativo determina la prevalenza di elementi aggressivi ed erotici permettendo alla pulsione di esprimersi in maniera diretta senza alcuna mediazione difensiva (funzionamento psicotico e perverso). Diversamente da Bergeret (1984), Kernberg (1987) considera personalità e carattere come sinonimi, configurazioni stabili che intervengono lentamente e determinano lo svolgersi dei processi psichici. In un'ottica di patologia del carattere, Kernberg (1987) colloca la forma ossessiva-coatta nel livello più alto dello spettro borderline, individuando una sola modalità di espressione, diversamente dalle tre descritte da Bergeret (1984). Conclusioni A completamento di quanto fin qui detto in riferimento alla diade ossessione-delirio, ci sembra importante puntualizzare che il superamento dell'aspetto dicotomico descrittivo verso una dimensione di continumm psicodinamico può rappresentare nella pratica clinica un utile strumento di integrazione dei disturbi di personalità menzionati nell'asse II del DSM IV (1994) con criteri psicostrutturali.A tal proposito il colloquio strutturale di Kernberg (1987) sembra un utile procedimento in quanto attraverso momenti successivi di chiarificazione, messa a confronto e quando necessario interpretazione, mette a fuoco il senso di realtà, l'integrazione di identità e le operazioni difensive adottate dal paziente con la finalità di: a) differenziare le strutture psicotiche da quelle neurotiche e dagli stati al limite. b) definire nell'ambito dello spettro delle organizzazioni al limite i differenti disturbi di personalità.
Una siffatta modalità diagnostica ha il pregio di impostare anche il successivo momento terapeutico-prognostico. Infatti al momento attuale, il trattamento non può esulare da un approccio multimodale che propone di integrare la psicoterapia, il trattamento farmacologico mirato, le attività riabilitative e gli interventi sulla famiglia (Feinsilver 1986).
Modulando queste caratteristiche fondamentali, è possibile identificare uno spettro di psicoterapie che va dalla psicoanalisi alle psicoterapie di sostegno,con superamento di quella convinzione dicotomica che dipingeva la terapia analitica e quella di supporto come modalità antitetiche. Riassunto Gli Autori affrontano gli aspetti nosografici di idea ossessiva e delirio in un'ottica di "continuum". Dopo aver brevemente discusso l'approccio fenomenologico delle due entità psicopatologiche, ne considerano le matrici psicodinamiche. Concludono affermando l'utilità di un trattamento multimodale personalizzato alle caratteristiche psicopatologiche dell'utente e capace di integrare l'approccio farmacologico con quello psicoterapeutico. Summary
Key words: Obsession- Delusion BIBLIOGRAFIA Abraham K.(1921): Contribution to the Theory of Anal Character. In Selected Papers Hogarth Press London 1942. Aragona M.,Vella G.(1998): Lo Spettro in Psicopatologia. No'os. Aggiornamenti in Psichiatria. Vol.4, n(inf)1, 3. Bergeret J.(1978): La Personalità Normale e Patologica. Ed. Ital. Cortina 1984. Binswanger L.(1957): Der Fall Lola Voss. In: Studien zum Schizophrenie Problem. Verlag Neske. Pfullingen. Cargnello D.(1981): Binswanger ed il Problema della Schizofrenia. Riv. Sper. Fren. Vol. 107, 7. American Psychiatric Association (1994): Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Washington. Feinsilver D.B.(1986): Towards a Comprehensive Model for Schizophrenic Disorders. The Analytic Press. New York. Freud S.(1929): La Predisposizione alla Nevrosi Ossessiva. In Opere vol. 7 Boringhieri Ed. Torino 1975. Freud S.(1932): Introduzione alla Psicoanalisi. In Opere vol. 11 Boringhieri Ed. Torino 1979. Kernberg O.(1987): Disturbi Gravi della Personalità. Boringhieri Ed. Torino. Klerman G.L.(1990): Approaches to the Phenomena of Comorbidity. In Maser J.D., Cloninger C.R. Eds. Comorbidity of Mood and Anxiety Disorders. Washington. American Psychiatric Press. Schmidt J.(1989): Dizionario della Mitologia Greca e Romana. Gremese Ed. Roma. *Roberto Quartesan,**Sandro Elisei,**Patrizia Moretti
* Cattedra di Psichiatria R. Terni, Università Perugia
|