L'autrice è una nota esponente del William Alanson White
Institute,
e, tra le altre cose, assieme a J. Fiscalini, C.H. Mann e D.B. Stern è
la prima curatrice dell'Handbook of Interpersonal Psychoanalysis (Hillsdale,
NJ: Analytic Press, 1995), recensito sul n. 4/1996 della rivista.
Qui essa
presenta alcune considerazioni su un tema oggi molto sentito: il ruolo
dell'approccio interpersonale sullivaniano nello sviluppo della tendenza
post-moderna in psicoanalisi.
Come è noto la "svolta post-moderna" può essere considerata come derivata dalla prospettiva relazionale
e soprattutto costruzionista della psicoanalisi nordamericana, secondo
la quale ad esempio viene proposta una relativizzazione della verità,
una sottolineatura del "qui ed ora" a scapito del passato, una enfasi sulla
natura narrativa della costruzione analitica e così via (su questo
tema è recentemente intervenuto Morris Eagle sul n. 4/2000 di Psicoterapia e
Scienze Umane, con un articolo dal titolo "La
svolta post-moderna in psicoanalisi", tratto da due seminari da lui
tenuti rispettivamente a Milano
il 13-5-2000 e a Firenze
il 20-5-2000).
Il tema viene affrontato attraverso vari apparenti paradossi:
ad esempio l'autrice nota che Sullivan sottolineava con molto vigore la
"realtà" delle esperienze passate del paziente, e sono stati proprio
alcuni dei suoi seguaci quelli che hanno abbracciato e reso popolare la
tendenza post-moderna in cui questa "realtà" viene considerata del
tutto costruita; un altro paradosso consiste nel fatto che la svolta post-moderna,
in cui viene rivalutato il ruolo del presente e della costruzione del passato
invece che della sua ricostruzione, avviene in un periodo storico in cui
a tutti i livelli - scientifico, sociale, ecc. - viene data grandissima
enfasi alle tematiche dell'abuso infantile e dei "falsi ricordi", e rifioriscono
gli studi sul "Disturbo Post-Traumatico da Stress" (PTSD); e così
via.
Questo articolo è costruito come un dialogo immaginario con
la anziana madre dell'autrice, la quale, col tipico buon senso di chi non
è molto istruito ed è estraneo a questo campo, pone domande
che solo apparentemente sono ingenue ma che in realtà nascondano
verità fondamentali e permettono per certi versi di dipanare diatribe
in cui sono coinvolti autorevoli esponenti della disciplina.
L'autrice
ci dice che l'inizio di un dialogo con la madre avvenne realmente, quando
condivise con lei alcune riflessioni mentre stava scrivendo un lavoro,
dal titolo "What happened matters, and what really happened really matters"
["Quello che è accaduto è importante, e quello che è
accaduto davvero è davvero importante"], per un convegno organizzato
il 28-2-97 dalle sei riviste (The International Journal of Psychoanalysis,
The Journal of the American Psychoanalytic Association, The Psychoanalytic
Quarterly, The Psychoanalytic Study of the Child, The International Review
of Psychoanalysis, e Contemporary Psychoanalysis) contenute nel CD-ROM
del PEP (Psychoanalytic Electronic
Publishing).
Questo lavoro di Marylou Lionells è molto ambizioso,
perché affronta questioni nodali della psicoanalisi contemporanea,
pur essendo scritto in un tono discorsivo e colloquiale. Nelle conclusioni
ribadisce la correttezza del punto di vista interpersonale, ricordando
più volte quanto Sullivan avesse anticipato i temi dibattuti oggi
nella psicoanalisi, e suggerisce che i diversi approcci teorici possono
in un qualche convergere perché tutti sottolineano aspetti da valorizzare.
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