In questo articolo Blechner discute l'importante contributo teorico
e clinico di Alberta Szalita nel lavoro coi pazienti psicotici, e introduce
i due articoli seguenti della stessa Szalita, due classici, pubblicati
sulla rivista Psychiatry (fondata da Sullivan) rispettivamente nel 1958
e nel 1976. L'autore conobbe Szalita (che lavorò al Chestnut
Lodge con Frieda Fromm-Reichmann) durante il suo training alla Columbia
University di New York, e qui racconta il modo con cui insegnava a
lavorare coi pazienti schizofrenici, la sua tecnica della intervista psichiatrica
(molto diretta e attenta al livello di ansia del paziente), il suo carattere
da alcuni considerato duro ma in realtà aperto e diretto, e così
via. Ripercorre anche brevemente la storia della terapia psicoanalitica
della schizofrenia, e le oscillazioni del pendolo tra approcci psicologici
e farmacologici. Alberta Szalita, tuttora vivente, godeva di una grande
reputazione come analista, e soprattutto veniva considerata molto brava
nelle seconde analisi, ad esempio per le cosiddette "vere analisi" ("real
analysis"), cioè per quei colleghi che volevano ritentare una analisi
dopo una analisi didattica non riuscita (come Szalita descrisse bene nel
suo classico articolo del 1968 intitolato "Reanalysis"). |