CONTEMPORARY PSYCHOANALYSIS
VOL. 37, N. 2 / 2001
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Sullivan's Contributions to Understanding Personality Development in Light of Attachment Theory and Contemporary Models of the Mind
Mauricio Cortina
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Mauricio Cortina, membro del Rapaport-Klein Study
Group, è uno psicoanalista di Washington molto colto e attento agli sviluppi storici della psicoanalisi, autore di studi su Erich Fromm e vicino alle posizioni della teoria dell'attaccamento di Bowlby. In questo articolo - per la cui stesura ringrazia lo psicoanalista italiano Marco Bacciagaluppi (che in passato collaborò al libro di Cortina del 1996 su Erich Fromm
A Prophetic Analyst) e Giovanni Liotti (un terapeuta cognitivista romano molto interessato alla teoria dell'attaccamento, di cui Cortina segue la originale teorizzazione sulla genesi dei disturbi dissociativi) - tenta un confronto tra Bowlby e Sullivan, mostrando vari punti di convergenza concettuale, seppure con linguaggi diversi dovuti sia ai differenti contesti culturali che alle differenti epoche storiche in cui i due autori hanno vissuto. Pochi autori (tra cui Mitchell nel suo ultimo libro, del 2000,
Relationality: From Attachment to Intersubjectivity) precedentemente avevano tentato un simile raffronto. Cortina sottolinea che entrambi Bowlby e Sullivan si erano allontanati dalla tradizione psicoanalitica ortodossa, rifiutando i concetti metapsicologici freudiani, e avevano proposto delle teorie psicologiche in cui l'ambiante "reale" gioca un ruolo importante (si veda ad esempio la reciproca regolazione affettiva tra madre e bambino - la "empatia" secondo Sullivan). Per entrambi le rappresentazioni mentali (chiamate "personificazioni" da Sullivan e "modelli operativi interni"
[internal working models] da Bowlby) sono dei ritratti abbastanza accurati delle prime relazioni col
caregiver, e le distorsioni difensive di questi schemi interni (quelle che la psicoanalisi tradizionale chiamava "fantasie" o "oggetti cattivi" interni) vengono comprese come meccanismi compensatori invece che come fenomeni primari. Sia Bowlby che Sullivan, inoltre, erano convinti che le loro teorie avevano una portata che andava ben la di là della situazione clinica, che cioè non erano utili solo a terapeuti e pazienti, ma che potevano avere un impatto anche a livello della prevenzione dei disturbi psicologici. Infatti, sia Sullivan che Bowlby ebbero contatti di consultazione con importanti organizzazioni nazionali e internazionali per promuovere la formazione ai principi della salute mentale (come è noto, Bowlby lavorò inizialmente al suo progetto di ricerca, negli anni '50, per conto della
Organizzazione Mondiale della Sanità).
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