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CONTEMPORARY PSYCHOANALYSIS
VOL. 38, N. 2 / 2002

Introduction to the Special Issue on Interpersonal Psychoanalysis and Feminism 

Donnel B. Stern


In questa presentazione, il neo-direttore della rivista (Donnel B. Stern, che ha preso il posto di Jay Greenberg dal numero precedente) introduce e descrive brevemente tutti gli articoli del fascicolo, che è dedicato alla memoria di Ruth Moulton e a uno dei temi che le furono più cari, il rapporto tra psicoanalisi e femminismo. La Moulton fu una delle analiste più importanti e più coinvolte nella storia del William Alanson White Institute di New York, figura chiave anche a livello amministrativo. Nell'articolo successivo Marylou Lionells ne racconta la vita in modo avvincente, mostrando molto bene l'intreccio tra vicende teoriche, istituzionali e affettive, queste ultime indispensabili per comprendere appieno la storia di una disciplina. La Moulton iniziò la sua analisi personale nel 1941con Clara Thompson (che fu analizzata da Ferenczi), e visse in prima persona tutte le prime grandi fratture istituzionali della psicoanalisi americana, prima la scissione del gruppo di Karen Horney dal New York Psychoanalytic Institute (quando, dopo le dimissioni, la Horney, William Silverberg e altri a cui era stato negato il diritto di insegnamento uscirono in strada e marciarono lungo la Fifth Avenue di New York tenendosi per mano e cantando inni libertari), e poi quella tra la Horney e la Thompson a causa di Erich Fromm (per l'apparente e incredibile motivo, anche se vi erano motivi più profondi e affettivi, che non aveva la laurea in medicina, allora un requisito importante per gli analisti - vedi la storia del processo, a questo proposito al sito http://www.psychomedia.it/pm/modther/probpsiter/ruoloter/rt53-54.htm), e poi la fondazione del W.A. White Institute di New York, la collaborazione tra questo gruppo e il gruppo di Washington con Harry Stack Sullivan, Frida Fromm-Reichmann, l'importante ruolo dei coniugi Rioch così via. Si accenna anche ai rapporti informali che allora vi erano tra i pazienti e i loro analisti, anche nelle note vacanze estive che questa comunità psicoanalitica allargata era solita passare nella penisola di Cape Cod (nel Massachusetts), attorno alla casa sul mare dei coniugi Thompson (la cui casa, dopo la morte di Clara Thompson nel 1958, fu affittata proprio dalla Moulton che continuò la tradizione delle riunioni con i cocktail pomeridiani sotto al portico di fronte al mare). L'autrice di questo articolo (Marylou Lionells) fu paziente della Moulton, e racconta anche di un invito estivo alla sua casa dove fecero bagni in mare e passarono un pomeriggio insieme (e questo nonostante che dal 1960 al 1970 la Moulton fosse direttrice severa e temuta del Training Committee del W.A. White Institute - va segnalato anche che verso la fine degli anni '60 il clima culturale cambiò e divennero meno ben visti i rapporti informali tra pazienti e analisti).

Nell'articolo seguente, Stanley Cohen ci racconta che Ruth Moulton, assieme ad Alberta Szalita, ebbe un ruolo molto importante a cavallo degli anni '70 anche nel riuscire a mantenere un rapporto di collaborazione e mutuo rispetto tra il W.A. White Institute e il Columbia University Center for Psychoanalytic Training and Research, un altro istituto di New York, affiliato alla American Psychoanalytic Association (la Moulton e la Szalita erano affiliate ad entrambi gli istituti). Sue Shapiro narra approfonditamente la complessa affascinante storia del rapporto tra femminismo e psicoanalisi interpersonale. Jane Flax traccia un profilo di tre importanti prime donne della psicoanalisi interpersonale americana: Karen Horney, Clara Thompson, e Ruth Moulton (per dare una idea della importanza di Ruth Moulton, basti dire che una delle più prestigiose riviste culturali newyorkesi, il New York Time Magazine, dedicò un articolo a lei come "psicoanalista femminista") . Edgar Levenson ripercorre la storia della nascita della psicoanalisi interpersonale alla luce della storia del femminismo. Michelle Price Miletic analizza la eredità della Horney e le sue idee sulla psicologia femminile. Emily Kuriloff affronta il tema del rapporto tra Sullivan e il femminismo. E così via. Anche i libri recensiti i questo numero toccano temi che hanno a che fare con tematiche per certi versi connesse: a parte la biografia di Kohut scritta da Strozier (qui recensita), gli altri due saggi-recensione sono su libri di Jack Drescher (un autore noto ai lettori di Psicoterapia e scienze umane per alcuni suoi articoli pubblicati in italiano, vedi ad esempio http://www.psychomedia.it/pm-revs/journrev/psu/psu-2001-3-a.htm) su tematiche della omosessualità.


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