L'autore sostiene che mentre la psicoanalisi è conosciuta
soprattutto come un modello della mente e come una pratica terapeutica, in realtà
essa è anche, nelle parole dell'autore, "l'attuale incarnazione dello sforzo gnostico per elaborare un
Sé ineffabile". Infatti la
psicoanalisi secondo Gordon genera una "esperienza
integrativa che unifica il sacro e il profano", è un tentativo di "autocorrezione
psicospirituale" in reazione
alla cultura "scientizzata"
in cui viviamo, basata sulla tecnologia diffusa, sulla disumanizzazione, sugli
impressionanti progressi della scienza che fanno pensare alla prossima nascita
di una "grande teoria
scientifica unificata" alle
spese di qualunque altra credenza alternativa. Per dimostrare la tesi secondo la
quale la psicoanalisi può rappresentare anche un tentativo di mantenere in vita
una sorta di spiritualità, di non appiattimento o massificazione, Gordon
presenta in dettaglio il contributo di tre autori che per certi versi si muovono
secondo questa prospettiva: Christopher Bollas, Jim Grotstein, e Michael Eigen
(di Grotstein si vedano qui anche le considerazioni – esposte in un articolo in due parti nei numeri 4/1994 e 3/1995 di Contemporary
Psychoanalysis e segnalato su Psicoterapia
e Scienze Umane, 1/1996, p. 162 – sul parallelismo
tra lavoro analitico e tematiche mitologiche e religiose quali in particolare la
confessione, l'esorcismo terapeutico, la Pietà e la crocifissione, cioè le
"passioni cataclismatiche" che sono strettamente connesse con la
problematica analitica del contenimento e dell'uso e sfruttamento da parte
dell'oggetto di cui ha parlato ad esempio Bion, che fu maestro di Grotstein).
Di Christopher Bollas Gordon dice che la "voce
del sacro" è cresciuta sempre
più intensamente nei suoi libri, da L'ombra dell'oggetto, del 1987, fino
al più recente The Mistery of Things, del 1999, e parla diffusamente dei
libri di Michael Eigen (si pensi a The Psychoanalytic Mystic, del 1998, o
a Ecstasy, del 2001). Molto spazio viene dedicato alle idee contenute nel
libro di M. Eliade del &&1959 The Sacred and the Profane. Nel
contesto di queste riflessioni Gordon commenta naturalmente anche i contributi
di Donald Winnicott e Wilfred Bion, che fanno da sfondo a questi discorsi (si
peni solo alla mistica o alla "fede
in O" di Bion), e anche alcuni
concetti di Jessica Benjamin e di Emmanuel Ghent. La prospettiva post-moderna
viene vista dall'autore come in sintonia con le sue posizioni, in quanto ad
esempio, secondo un'ottica post-moderna, viene criticata una concezione di
scienza come unitaria e potenzialmente totalizzante e globalizzante rispetto a
tutte le altre idee, realtà o visioni alternative, incluse quelle religiose.
Va segnalato che la posizione di Gordon però è molto
diversa da quella di quasi tutti gli altri autori psicoanalitici che si sono
dedicati allo studio della problematica mistica o religiosa, in quanto
concepisce la dimensione religiosa (nelle sue parole, il "numinoso")
come oggettivamente autonoma rispetto a quella psicoanalitica, mentre, come è
noto, l'atteggiamento analitico è tale per cui la religione è sottoponibile ad
analisi così come qualunque altro "oggetto"
esistente al mondo. Freud fu molto chiaro su questo punto, e fu proprio questo
che caratterizza la psicoanalisi: la sua visione critica (e, ovviamente,
autocritica) su qualunque aspetto dell'esistenza o dell'esperienza umane, mentre
la religione (intesa in qualunque modo, anche nel più allargato possibile) è
caratterizzata proprio dall'abdicare alla ragione, alla critica, all'intelligenza
quindi, almeno in determinate aree, quelle appunto in cui ci si abbandona alla
fede, con fiducia e senza alcuna possibilità di critica. In questo senso quindi
la Weltenschauung psicoanalitica è la stessa di quella scientifica, che
è appunto inconciliabile con quella religiosa, contrariamente al tentativo dell'autore.
Questo articolo quindi, e soprattutto il fatto che sia stato pubblicato come lead-article
(cioè come primo articolo) di un numero di questa rivista, è molto
interessante e fa riflettere sullo stato che sta attraversando la psicoanalisi
in questa fase della sua storia.
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