L'autrice, che è docente di Scienze Politiche alla Howard
University, riesamina i Tre saggi sulla teoria sessuale di Freud del
1905 e sostiene che sono tuttora radicalmente rivoluzionari. Infatti, nonostante
vi siano concezioni molto criticabili sullo sviluppo femminile, di fatto viene
presentata una visione radicale su temi quale il genere, la sessualità, e la
conoscenza. Freud ebbe una visione della mascolinità e della femminilità come
costrutti sociali non dati una volta per tutte ma come acquisiti in modo
ugualmente problematico e doloroso. I concetti di inconscio e di desiderio, ad
esempio, minano alla base le vedute tradizionali della sessualità e dei ruoli
sessuali in una determinata società. Freud sovverte le giustificazioni
tradizionali della supremazia dell'uomo sulla donna, e sostiene che non vi è
un rapporto intrinseco tra differenze anatomiche e desiderio sessuale, ma che la
identità sessuale e le convenzioni dei rapporti tra sessi sarebbero un riflesso
di condizionamenti sociali. Queste idee, sostiene l'autrice, possono essere
ancora "scandalose",
nonostante le apparenze, anche nella attuale cultura occidentale. D'altra
parte, l'autrice sottolinea che i Tre saggi sulla teoria sessuale di
Freud contengono anche molta ambivalenza, con profonde oscillazioni su posizioni
importanti, come si può vedere ad esempio dalle note aggiunte nelle edizioni
successive dei Tre saggi sulla teoria sessuale.
Alla fine dell'articolo vi è una aggiunta intitolata "Bibliographic
afterword" ("Post-fazione bibliografica"), divisa in due paragrafi ("Preludio" e "Fonti"), in cui spiega le motivazioni di questo suo scritto: esso
originò dal fatto che l'autrice fu invitata a tenere una conferenza al Freud
Museum di Vienna in occasione delle celebrazioni del centenario de L'interpretazione
dei sogni, e volle fare l'esperimento di scrivere un saggio non tanto "scientifico" quanto letterario, lasciandosi andare cioè a uno stile
suggestivo e libero, anche con poche citazioni bibliografiche. In questo modo
voleva anche ricordare lo stile dello stesso Freud, che come è noto è di alta
qualità letteraria tanto da fargli meritare il Premio Goethe. Mentre i referees
anonimi apprezzarono questo esperimento, esso incontrò un po' di
disapprovazione nell'uditorio. Tra le fonti utilizzate dall'autrice per il
suo scritto, viene citata la Storia della sessualità di Foucault, e poi
Lacan, Deleuze e Guattari, oltre ovviamente alle varie autrici della tradizione
femminista in psicoanalisi.
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