Il libro qui recensito è una biografia del famoso
psicologo dell'Io Erik H.
Erikson scritta dalla figlia Sue Erikson Boland, attraverso la modalità del
racconto della vita di una giovane donna, "Miss E.", che non è altro che l'autrice
stessa. Vengono rivelate in modo dettagliato informazioni che in parte già si
sapevano ma che qui ora vengono in un certo qual modo ufficializzate e rese note
al grande pubblico. Il quadro che emerge è estremamente triste, e mostra quali
e quanti problemi psicologici avesse Erik H. Erikson: era costantemente
assorbito dalla ricerca di fama e successo per cui trascurava la figlia, che
soffriva in vari modi (sintomi di conversione, pensieri ossessivi, ecc., in
buona parte ignorati dai genitori); in famiglia vi era la continua
preoccupazione di non fare brutta figura con gli altri, come se il valore
dominante fosse la esteriorità e vi fosse una forte insicurezza (ovviamente
trasmessa alla figlia); i figli degli amici venivano sempre trattati con calore
e affetto, sentimenti che non esistevano tra le mura domestiche; la madre
continuamente fraintendeva i bisogni e desideri della figlia, che a 13 anni,
quando incominciava a inserirsi a scuola e ad avere amici, venne sradicata e
mandata in collegio in una città lontana, e nel contempo informata che un
fratello minore, che le avevano detto che era nato morto 10 anni prima, era in
realtà rinchiuso in una istituzione poiché "vergognosamente" affetto da
Sindrome di Down, e nessuno dei genitori era mai andato a trovarlo; e così via
con racconti di questo genere.
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