I primi due capitoli del libro di Emmanuel Berman (che
fa parte dell'Istituto Psicoanalitico Israeliano) ripercorrono la storia del
training psicoanalitico, sottolineando la differenza tra il noto
"modello di Eitingon" (cioè il modello di Berlino,
abbastanza rigido,
esportato dagli analisti emigrati soprattutto negli Stati Uniti e in Israele) e
un modello "relazionale", più flessibile, che appartiene alla
tradizione di
Ferenczi e Winnicott. Secondo Emmanuel Berman, il training psicoanalitico
rischia di favorire la "fantasia utopistica della persona nuova",
cioè di far
credere che si possa veramente creare persone nuove o migliori, fantasia
presente anche nel cristianesimo, nella rivoluzione francese, nel fascismo, nel
comunismo e nel movimento dei kibbutz israeliani. Negli altri
capitoli del libro
vengono discussi vari aspetti della formazione psicoanalitica, sottolineando
alcuni difetti e suggerendo miglioramenti, soprattutto in riferimento ai
cambiamenti nel training dell'Istituto Psicoanalitico Israeliano avvenuti dai
primi anni 1990.
|