Nella
presentazione di questo numero speciale dedicato al tema degli sport, Irwin
Hirsch parla del proprio coinvolgimento come tifoso di certi sport e della loro
capacità di modificargli lo stato dell'umore, a volte anche per un'intera
giornata. Si chiede come ciò sia possibile, e spiega che assieme a Phillip
Blumberg ha avuto l'idea di curare questo numero speciale appunto per
investigare psicoanaliticamente questa problematica poco trattata e spesso
ingiustamente svalutata. Agli otto autori invitati a intervenire erano state
poste alcune domande sui significati consci e inconsci del coinvolgimento negli
sport, del fenomeno del tifo, ecc., e si cimentano in un vero e proprio studio
di psicoanalisi applicata. Il posto che lo sport occupa nella vita di tante
persone, sia in forma attiva (ad esempio come pratica quotidiana - a volte quasi
fino a forme di "dipendenza" - del tennis, del jogging, ecc.) sia in
forma per così dire passiva (ad esempio manifestando un forte bisogno di seguire
la squadra del cuore e di essere coinvolti nel fenomeno del tifo, o viraggi di
umore a seconda delle sorti della squadra amata, ecc.), viene analizzato da vari
punti vista e utilizzando diversi modelli teorici (nei suoi aspetti "religiosi"
o affettivi, come proiezione di aspetti idealizzati e degradati del Sè, e così
via): nell'ordine, Adrienne Harris analizza gli aspetti mascolini che lei
identifica nel gioco del baseball, W.B. Carnochan esplora la natura religiosa
del tifo sportivo, Steven Cooper vede lo sport come depositario di aspetti
idealizzati e degradati del Sè,
Howard M. Katz analizza i sogni degli sportivi, James Hansell utilizza
teorie diverse per mostrare come lo studio degli sport sia un tipico esempio di
psicoanalisi applicata,
Don Greif lamenta che spesso lo studio psicoanalitico
degli sport è stato svalutato e mostra invece che andrebbe rivalutato dalla
psicoanalisi, Stephen Seligman analizza il gioco del baseball elogiandone
certe caratteristiche peculiari, e Jean Petrucelli parla del tennis come
"esperienza mente/corpo" ricordando anche le partite che faceva con Steve
Mitchell (che amava molto il tennis, oltre che il jogging) quando era suo
supervisore. |