Uno dei maggiori problemi da affrontare nel post-operatorio in seguito
ad anestesia generale è in genere il dolore. Come si sa, il fenomeno
del dolore coinvolge un complesso meccanismo di fattori interagenti, sia
biologici che psicologici. Fra questi ultimi, lâansia preoperatoria è
ritenuta fra i fattori più importanti nel predire il dolore post-operatorio.
Numerosi studi di coorte hanno esaminato questo aspetto, ma i risultati
sono molto contrastanti: alcuni studi riportano che lâansia preoperatoria
è correlata con il dolore post-operatorio e con lâaumento della
richiesta di analgesici mentre altri studi non trovano alcuna correlazione
fra i due eventi.
Poiché gli studi in letteratura risentono dellâinfluenza di
molti fattori confondenti, gli autori di questo lavoro hanno voluto esaminare
il rapporto fra ansia preoperatoria e dolore post-operatorio controllando
una serie di fattori di confusione riscontrati negli studi precedenti,
come il campione di soggetti esaminati, il tipo di intervento chirurgico,
la tecnica anestesiologica, la perdita di sangue, lâanestesico intraoperatorio
utilizzato, le complicanze chirurgiche e la gestione del dolore post-operatorio.
Essi hanno reclutato solo donne sane (N=53) nella fascia di età
compresa fra 26 e 56 anni sottoposte a isterectomia in anestesia generale
per fibroma benigno allâutero presso lo Yale University Hospital di New
Haven, Connecticut. Le pazienti hanno eseguito lo stesso tipo di intervento,
sono state sottoposte alla stessa tecnica anestesiologica ed hanno seguito
un programma standard di controllo farmacologico del dolore nel post-operatorio.
Nel pre-operatorio, hanno completato una batteria di questionari comprendenti
informazioni sociodemografiche, lo STAI per lâansia di tratto, il Monitor-Blunting
Style Scale (che valuta lo stile di coping distinguendo uno stile che ricerca
attivamente le informazioni da uno che le evita sistematicamente) e la
Perceived Stress Scale (che valuta gli eventi stressanti nellâultimo mese).
Nella mattinata del giorno dellâintervento hanno anche completato la STAI
per lâansia di stato. Gli outcomes sono stati definiti come segue: a) dolore
post-operatorio immediato: è stato ottenuto valutando la media di
due misurazioni effettuate ad 1 e 2 ore dopo lâintervento con la forma
breve del McGill Pain Questionnaire ed una scala analogico-visiva.; b)
ansia e dolore durante la degenza post-operatioria valutati a 12, 24 e
48 ore dopo lâintervento durante la degenza in reparto con le due misure
del dolore e la STAI-Tratto; c) ansia e dolore a casa valutati a 1, 2 e
7 giorni dopo il ritorno a casa con le stesse misure.
Gli autori hanno effettuato, oltre ad una serie di correlazioni lineari,
anche una path analysis, un procedimento statistico di regressione multivariata
che consente di ãseguireä le correlazioni fra le diverse misure nel tempo
ed osservare gli effetti dellâuna sullâaltra.
Eâ stato così ottenuto un complesso pattern di relazioni fra
ansia preoperatoria e dolore post-operatorio. Confermando una parte dei
risultati in letteratura, è stato trovato che lâansia di tratto
(ossia lâansia nel pre-operatorio) da sola non ha alcun effetto diretto
sul dolore postoperatorio. Al contrario, lâansia di stato immediatamente
prima dellâintervento chirurgico è risultata un predittore diretto
del dolore postoperatorio immediato (ad 1-2 ore dopo lâintervento) e questâultimo
un predittore diretto del dolore a casa. Inoltre lo stile di coping di
tipo ãevitativoä è risultato anchâesso predittore diretto del dolore
post-operatorio immediato. Lâansia di stato nel pre-operatorio è
predittiva anche dellâansia di stato durante la degenza ospedaliera nei
primi 2 giorni dopo lâintervento e questâultima dellâansia di stato a casa
nella prima settimana dopo lâintervento. In poche parole, lâansia come
tratto stabile del soggetto non predice direttamente il dolore post-operatorio
ma innesca un complesso meccanismo di predisposizione a provare dolore
e ansia subito dopo lâintervento e quindi a casa.
Una conclusione possibile di questo studio potrebbe indirizzare verso
la necessità di ridurre la quota di ansia pre-operatoria nei soggetti
che dovranno essere sottoposti a intervento chirurgico (almeno per quanto
riguarda donne sane sottoposte a isterectomia per un problema non grave).
Tale conclusione si scontra però con la politica sanitaria seguita
tanto negli Stati Uniti dalle compagnie di assicurazione quanto in Italia
dallâassistenza sanitaria pubblica. Infatti interventi di riduzione dellâansia
(tanto con farmaci quanto, soprattutto, con tecniche psicoterapeutiche)
comporterebbero costi molto elevati non coperti dagli attuali sistemi di
rimborso dei ricoveri ospedalieri. Tali interventi, tuttavia, aiuterebbero
moltissimo le persone nel riadattamento dopo sia lâintervento chirurgico
che lâanestesia generale. Potrebbe essere questa una ragione per cui un
lavoro come questo non trova spazio nelle riviste di chirurgia ma in una
rivista di psicosomatica. Ed essere anche questa una ragione per cui la
psicosomatica non attrae grandi interessi nellâattuale tendenza della politica
sanitaria dei paesi industrializzati.
Zeev N. Kain
Department of Anesthesiology
Yale University School of Medicine
PO Box 208051
333 Cedar Street
New Haven, CT 06521 (USA)
Phone: +1 203 785 2802
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