La storia delle immigrazioni dei popoli è composta di molti capitoli. Uno di questi riguarda l’influenza di fattori socio-culturali legati all’immigrazione sul decorso di molte malattie e sullo stato di salute. Ad esempio, è stato trovato che l’esito del dolore cronico è peggiore negli immigrati che nei cittadini autoctoni in Svizzera. E si ritiene che fattori socio-culturali (tipo di lavoro, stato sociale, carenza di supporto sociale) influenzino il decorso del disturbo algico.
In questo studio, gli autori svizzeri hanno indagato l’esito di pazienti diagnosticati con disturbo algico associato a fattori psicologici (DSM-IV 307.80) trattati nel 1992-1993 presso il dipartimento di medicina interna di un ospedale universitario di Berna specializzato in medicina psicosomatica. I 57 pazienti reclutati sono stati divisi in 3 gruppi di svizzeri, non svizzeri (spagnoli e italiani) con elevata integrazione sociale e non svizzeri con bassa integrazione sociale e sono stati intervistati telefonicamente. L’intervista telefonica è stata indirizzata verso alcuni punti rilevanti come l’integrazione sociale (tipo di permesso di lavoro, età all’immigrazione, padronanza della lingua ospite) e la valutazione soggettiva sul decorso del disturbo (benessere soggettivo generale, handicap nel vita quotidiana, capacità lavorativa, tono dell’umore, intensità del dolore, cambiamento del disturbo prima e dopo il trattamento presso l’ospedale svizzero).
Questi due punti sono stati trovati essere maggiormente favorevoli ai pazienti svizzeri rispetto agli immigrati, comparati per età, genere, tipo di disturbo e trattamento ricevuto. Inoltre i pazienti spagnoli e italiani con elevato livello di integrazione sociale sono risultati in migliori condizioni di salute rispetto agli stessi immigranti ma con bassa integrazione sociale, senza differenza significative con i pazienti svizzeri. Ciò significa che non è l’immigrazione in sé a sfavorire il decorso del disturbo algico o lo stato di benessere ma i fattori sociali legati all’immigrazione, come il tipo di lavoro o la padronanza della lingua ospite. Questo studio aggiunge un ulteriore tassello alla conoscenza dei fattori culturali dei disturbi somatoformi ed ha ripercussioni sanitarie rilevanti, considerando l’elevata spesa sanitaria che comporta un disturbo da dolore cronico. Tenendo conto della realtà italiana di società progressivamente sempre più multietnica, sarebbe interessante replicare questo lavoro sulla popolazione italiana e sugli stranieri immigrati in Italia.
Marzio E.E. Sabbioni
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