SCHEDA 34 Le famiglie ricostituite: Compiti di sviluppo e specificità relazionali
Con il termine famiglia ricostituita si intende far riferimento a tutta quella molteplicità di situazioni in cui una coppia decide di intraprendere un percorso di vita comune, dopo che uno o entrambi i suoi membri abbiano sperimentato precedenti esperienze di separazione da altri partner. La letteratura esistente in materia offre una serie di contributi che aiutano a riflettere sul carattere di sfida personale e sociale che questo peculiare assetto familiare comporta, anche se lo stato attuale della ricerca sembra ancora aver bisogno della raccolta di molti dati osservativi, in particolare per quanto attiene il contesto italiano (Cigoli, 1998). La specificità di questa tipologia familiare richiede definizioni specifiche e al tempo stesso complesse, proprio per la peculiarità delle caratteristiche che ne definiscono lassetto. Diversi sono i termini utilizzati per descriverne le qualità: ricombined (ricombinate), blended (fuse), binuclear (binucleari), polinuclear (polinucleari), postnuclear (postnucleari), extended (estese) (Furstenberg jr. - Cherli, 1991), ma le caratteristiche che le accomunano in termini più generali riguardano alcuni fondamentali aspetti. In primo luogo, i minori inseriti nella famiglia ricostituita appartengono a più abitazioni intese come luoghi relazionali, più che semplicemente logistici in cui risiedono gli ex-coniugi, o i parenti degli stessi. Inoltre, ognuno di questi spazi emozionali coinvolge persone diverse che hanno stili comportamentali, concezioni e percezioni della vita familiare molto differenti tra loro, rappresentativi di modelli acquisiti nelle precedenti esperienze familiari (Francescano, 1994). In questo senso i nuovi nuclei si confrontano costantemente con linee di confine che uniscono la storia dei legami del passato a quella dellesperienza attuale, dando vita a processi cognitivi ed emozionali centrati sul qui ed ora dellinterazione a partire dalle stimolazioni continue che i processi comunicativi intrafamiliari attivano ma al tempo stesso orientate dal legame che coinvolge i vari membri, e che rappresenta il principale nodo relazionale attorno al quale la famiglia ricostituita cresce e si sviluppa (Cigoli, 1998).(1) Diversi fattori influenzano la strutturazione di famiglie costituite in seguito ad una o più separazioni di tipo coniugale, quali la storia emozionale e sentimentale, nonché lo stato civile dei partner che costruiscono la nuova relazione, i figli avuti nellambito della precedente unione e i relativi affidamenti e residenze assegnate agli stessi figli in seguito alla separazione. In relazione alla combinazione di queste variabili, la famiglia ricostituita può essere composta da partner che non abbiano avuto figli, da situazioni in cui un solo membro della nuova coppia od entrambi siano diventati genitori una o più volte in singole o molteplici precedenti storie di tipo coniugale. La famiglia ricostituita può, quindi, ospitare minori provenienti da entrambi i nuclei familiari precedenti, andando a costituire un contesto relazionale in cui siano presenti fratellastri a cui possono aggiungersi anche nuovi nati allinterno della stessa famiglia ricostituita. Indipendentemente dalla complessità della strutturazione familiare non necessariamente così articolata la famiglia ricostituita è caratterizzata da un ricco sistema relazionale che combina necessariamente vecchi e nuovi modi di convivere e rapportarsi reciprocamente, mutuando contenuti precedentemente appresi in nuove forme di vita comune, e trasformando molti degli aspetti che appartengono alla tradizione familiare, per come questa ci viene rappresentata sul piano culturale e sociale. Le famiglie ricostituite assumono, infatti, una struttura allargata che le caratterizza quale nuova forma sociale profondamente diversa dal classico nucleo parentale che ha dominato il quadro storico del XX secolo. Più che discendere verticalmente nel passaggio da una generazione allaltra, questa tipologia familiare colloca orizzontalmente diversi nuclei preesistenti intrecciati reciprocamente. Questa peculiare organizzazione fa sì che, accanto ai tradizionali ruoli e funzioni coerenti con lappartenenza alle diverse generazioni, si creino automaticamente nuovi e diversi status interattivi tra più generazioni parallele, da cui possono scaturire problematiche che esigono la scelta di soluzioni complesse (Cigoli, 1998). La costruzione di una storia comune e condivisa impegnerà fortemente tutti i membri del sistema, che dovranno mettere in gioco competenze che facilitino la comunicazione, il sostegno e la negoziazione reciproca. In questo senso la famiglia ricostituita rappresenta un territorio di sfida al mondo della tradizione, anche e soprattutto per la spinta alla ricerca di nuovi modi che permettano di affrontare efficacemente le questioni man mano emergenti. Tra i nodi più significativi che il nucleo si trova a contattare vanno, dunque, inseriti il disinvestimento nella relazione affettiva con lex partner, il rafforzamento del legame di tipo coniugale su un piano strettamente genitoriale, nonché la costruzione del legame affettivo con il nuovo partner. Il rapporto con questa fase di transizione, che nucleo originario e nucleo acquisito stanno sperimentando, deve quindi confrontarsi con la relazione che unisce la fine di un processo allinizio di un altro. Il passaggio alla nuova relazione di tipo coniugale (2) si realizza attraverso un complesso percorso di sviluppo, che richiede la messa in gioco di risorse individuali e competenze relazionali mutuate dalle singole esperienze e storie di vita e combinate nel nuovo assetto di coppia (Walsh, 1993). La persona che abbia alle spalle una precedente unione a carattere coniugale può entrare nella fase di costruzione della nuova relazione in modo diverso, a seconda della misura in cui sia stata elaborata la perdita del precedente legame che indipendentemente dagli eventuali livelli di conflittualità sperimentati può assumere una valenza affettiva ed emozionale che va oltre la rottura agita. Di fronte alla nuova unione la persona deve, quindi, affrontare con tutto il proprio bagaglio esperienziale un fondamentale compito evolutivo: limpegno nella costruzione di una famiglia diversa da quella già esperita ed il confronto con la complessità connessa tanto al nuovo assetto relazionale, quanto alla necessaria ristrutturazione del precedente. Lentrata nella nuova relazione conduce, così, la persona ad immaginare e progettare la nuova famiglia, dovendo tener conto di tutta una serie di fattori, che hanno a che fare con la complessità di gestione di un cambiamento che coinvolge il proprio sé, il partner, i propri figli o quelli del partner stesso. Questa fase richiede la fondamentale capacità di comprendere ed accettare col tempo i nuovi ruoli in gioco, i confini che definiscono i diversi assetti familiari e le funzioni specifiche dei membri del nucleo originario e di quello ricostituito, ma anche tutte quelle componenti che hanno a che fare con la propria ed altrui affettività, come, ad esempio, sensi di colpa connessi alla precedente separazione, conflitti di lealtà (3) mantenimento del desiderio di reciprocità, nodi relazionali rimasti irrisolti. Il confronto emozionale con questi aspetti deve tradursi in termini di capacità di progettare la condivisione del ruolo genitoriale con lex partner; di offrire ai minori coinvolti un sostegno centrato sulla loro difficoltà almeno iniziale a rapportarsi con due ambienti familiari nuovi e diversi da quelli già conosciuti ed a gestire una doppia appartenenza emotiva; di organizzare e mantenere i legami tra i figli e la famiglia di origine dellex-partner. Tutti questi compiti di sviluppo vengono affrontati gradualmente nel percorso di costruzione e consolidamento della famiglia ricostituita, e durante la ridefinizione dei confini della precedente relazione parentale, attraverso laccettazione di nuovi modelli interattivi e gestionali. Di fondamentale importanza i nuovi assetti educativi che il nucleo ricostituito deve affrontare, coinvolgendo nella relazione parentale anche il nuovo partner, pur se allinterno di equilibri non sempre facili da raggiungere, per la delicatezza del rapporto che sta nascendo tra il figlio ed il nuovo compagno del genitore biologico. Questultimo dovrà porre particolare attenzione nel far sì che il minore continui a mantenere il legame con il genitore non affidatario, aiutandolo a coltivare tutti quegli aspetti più funzionali alla crescita del proprio sé. Il genitore che non vive più con il minore rimane, infatti, tale a tutti gli effetti, continuando ad esercitare il proprio ruolo, e venendo riconosciuto dal minore quale figura interlocutoria di primaria rilevanza, rispetto al genitore acquisito. Questa percezione emozionale può essere tale anche qualora esistano rapporti conflittuali con il genitore non affidatario, caso in cui il minore dovrà essere facilitato dallaltro adulto di riferimento a mantenere la migliore relazione possibile nonostante le problematiche in atto. La difficoltà di rispondere a questa specifica esigenza di sviluppo del proprio figlio può combinarsi, anche, alla stessa riorganizzazione strutturale richiesta alla famiglia ricostituita, che si incontra e spesso scontra con la mancanza di regole sancite con precisione sia dalla legge che dalla norma tramandata dalle tradizioni e dal costume, ma anche con la necessità di prendere confidenza con una certa ambiguità di ruolo connessa, appunto, alla ridefinizione relazionale che adulti e minori stanno costruendo reciprocamente. Come afferma D. Francescato, «diversamente dalle famiglie nucleari, racchiuse in spazi fisici e psicologici ben delimitati, le famiglie aperte (ricostituite, ndr) sembrano avere confini variabili non soltanto obiettivamente con lentrata e luscita da casa di varie persone, ma anche soggettivamente a seconda dellevoluzione dei rapporti e del senso di appartenenza dei loro membri» (1994). La capacità di trasformare lambiguità dei confini in permeabilità è una delle competenze più importanti che la famiglia ricostituita acquisisce. Un modello organizzativo di questo tipo permette, infatti, ai figli di muoversi intorno e con le figure adulte di riferimento, senza per questo percepire alcuna minaccia nei confronti degli equilibri precostituiti, e spinge gli adulti ad assumere e/o mantenere le rispettive responsabilità in primis genitoriali senza delegare allex-partner compiti che sono propri. La fragilità dei confini ancora in costruzione può tradursi, in particolare, nella difficoltà di gestire la relazione educativa sperimentata dal genitore acquisito, che può avere bisogno di un tempo e di uno spazio riflessivo, che gli consenta di identificare le migliori strategie di rapporto sia con il minore che con il partner, in relazione alle modalità più adeguate di condivisione della sua particolare forma di genitorialità. In queste situazioni, la persona può avvertire il rischio di mettersi in competizione con il genitore naturale assente, o di porsi come sua figura sostitutiva agli occhi del minore. La capacità di gestire il difficile equilibrio relazionale della giusta distanza dalla relazione che ha coinvolto in precedenza il proprio partner e la prole, richiede una specifica, particolare attenzione e lattivazione di non poche energie psichiche ed emozionali. In particolare gli ex single che si uniscono a partner che hanno figli possono avvertire ancora di più il peso di un confronto a cui non sono abituati, data la peculiarità del mondo infantile od adolescenziale con il quale devono impattarsi. Il peculiare ruolo educativo del genitore acquisito può trovare, comunque, spazio di espressione attraverso la lenta costruzione di un solido rapporto di fiducia, procedendo per piccoli passi, evitando di interferire intrusivamente nelle questioni che coinvolgono il genitore biologico non presente nel nucleo ricostituito, e promuovendo la costruzione di un clima emotivo caratterizzato dallaffetto e dalla stima reciproca. Rapporti di questo tipo possono costituire per i figli presenti nel nucleo una seria alternativa allambivalenza spesso presente nei legami di sangue che uniscono genitori e figli, e possono offrire stimoli riflessivi che aiutano a ristrutturare precedenti modalità interattive adulto-minore non più funzionali allinterno del nuovo percorso intrapreso. Θ importante sottolineare che le caratteristiche sinora descritte, pur nella loro complessità, non sembrano ostacolare i processi evolutivi dei membri di questo variegato sistema, ma anzi ne facilitano gli aspetti di creatività e ricerca di soluzioni adattive, più libere di esprimersi proprio perché prive di cornici istituzionali e sociali fortemente orientanti. Le famiglie ricostituite offrono, in questo senso, lopportunità di sperimentarsi in ruoli e funzioni in precedenza non assunti, proprio per far fronte alla necessità di instaurare una relazione di mutuo soccorso funzionale alla costruzione ed allo stabilizzarsi del nuovo assetto relazionale. Esemplificativa è la situazione in cui persone che non abbiano avuto figli in una prima relazione di tipo coniugale hanno lopportunità di sperimentare le proprie capacità di assumere funzioni genitoriali quando il nuovo partner ha, invece, in affidamento figli provenienti da una precedente relazione. Ancora diversa è la situazione caratterizzata dalla nascita di figli allinterno del nuovo nucleo. Tendenzialmente, la possibilità di veder crescere allinterno del nucleo il nuovo arrivato, e le dimensioni cognitive ed emozionali legate alla convivenza ed allo scambio reciproco, facilitano unaccettazione che diventa sempre più incondizionata col procedere del percorso di crescita. Più difficile è, invece, per il minore che non vive allinterno della famiglia ricostituita, costruire un rapporto con un fratello acquisito, e mantenerlo nel tempo potenziandone gli aspetti di legame affettivo, senza sentirsi defraudato dello spazio di accudimento percepito da parte del genitore non affidatario. In questo caso lex partner convivente con il minore può svolgere un ruolo di sostegno fondamentale, qualora sia in grado di offrire al proprio figlio un appoggio ed una comprensione incondizionata, senza per questo parteggiare svalutando laltro genitore o il suo nuovo assetto di coppia. In un contesto di questo tipo, che pone in primo piano problematiche che richiedono soluzioni efficaci e mirate, che facilitino levoluzione del nuovo percorso intrapreso in comune, si creano condizioni favorenti un nuovo apprendimento, maggiormente centrato sullaltro da sé, visto nei suoi aspetti di difficoltà e fragilità emozionale, più che di interlocutore dal quale è lecito aspettarsi conferme rassicuranti. Questo processo è, ovviamente, molto complesso e non automatico, richiede tempi propri e risorse personali e sociali, ma è alla base del percorso di ristrutturazione osservabile ogni qualvolta un forte cambiamento personale si traduce in occasione di crescita ed evoluzione. Il pensiero di Giddens (1991) esplicita il carattere di crescita creativa potenzialmente insito nella famiglia ricostituita. Secondo questo autore, i rapporti che si instaurano tra persone che non hanno legami di consanguineità hanno le caratteristiche delle così dette relazioni pure tipiche delletà moderna, che ha messo fortemente in discussione i vecchi modelli relazionali orientati dalle convenienze sociali e dalla necessità di costruire rapporti corrispondenti ad esigenze normative o morali più che ai bisogni individuali per spostare il focus dellattenzione sulla scelta di relazioni orientate dalla qualità affettiva del legame, e dal desiderio di sperimentare autonomamente, e al di fuori di mediazioni culturali, forme spontanee di relazionalità. La ricerca della relazione pura nasce, cioè, dal bisogno di costruire un rapporto centrato sullo scambio reciproco, sulla possibilità di criticare costruttivamente le interazioni in atto, sulla base di un legame intimo centrato sulla fiducia nella possibilità di crescere insieme. In questottica, la scelta di costituire una nuova famiglia può essere letta quale possibilità di cercare una propria nuova identità personale e di coppia, attraverso lattribuzione al proprio percorso di vita di significati soggettivi del tutto peculiari, e non predefiniti da criteri esterni al sé, quali i legami di sangue o gli obblighi sociali ed istituzionali. Un percorso di questo tipo si sviluppa a partire da processi riflessivi e di messa in discussione delle proprie scelte e stili di vita, in particolare quando le relazioni affettive vissute non sono più emotivamente soddisfacenti. Questo implica che, nellepoca della modernità nel senso più evolutivo del termine le relazioni affettive di tipo coniugale possono essere particolarmente gratificanti nella misura in cui si fondano su una condivisione di obiettivi di crescita personale, più che interferire con la loro realizzazione. Questo nuovo e più consapevole modo di percepire se stessi e le proprie relazioni affettive si è espresso attraverso un orientamento comportamentale che è andato crescendo nel tempo, producendo veri e propri mutamenti culturali e sociali che hanno coinvolto il fenomeno della separazione coniugale e le strutture ed organizzazioni della famiglia, con ripercussioni sui modelli condivisi di regolazione delle relazioni familiari. I nuovi modelli di ristrutturazione parentale trovano il loro presupposto ideologico nella consapevolezza della molteplicità dei bisogni individuali e della necessità di nuove modalità organizzative e relazionali per soddisfare tali bisogni, evidenziando limpossibilità di far riferimento a contesti rigidi formalizzati ed obbligati, e la necessità di forme basate sulla libertà di scelta delle persone allinterno di percorsi flessibili, che tengono conto delle esigenze dei singoli (Canavelli - Lucardi, 2000). La famiglia ricostituita può rappresentare un tentativo di andare in questa direzione, attivando risorse precedentemente non utilizzate, e potenziando le capacità di interazione con interlocutori particolarmente significanti per sé, allinterno dellaccettazione di una potente sfida, quale è quella del cambiamento. Sfide evolutive, percorsi di supporto ed interventi psicologici mirati ai membri della famiglia ricostituita
La constatazione della grande complessità ed eterogeneità che caratterizza la famiglia ricostituita porta a concettualizzare lesigenza di strategie di intervento psicologico mirate ed individualizzate, rispetto alle difficoltà che possono manifestarsi nei diversi stadi che caratterizzano il passaggio dalla separazione alla costituzione della nuova coppia. Sembra, inoltre, utile sottolineare come, in alcuni casi, le problematiche siano strettamente connesse alla situazione di separazione e di ricomposizione della famiglia, mentre, in altre, elementi già presenti vengono acuiti dal processo di separazione stesso. La possibilità di uscire dalla crisi legata alla rottura di un precedente legame di tipo affettivo è connessa allelaborazione cognitiva ed emozionale dellevento sperimentato, ed allintegrazione dellesperienza nella propria storia di vita, accettandone le dimensioni di problematicità, ma al tempo stesso superandole per accogliere nuovi percorsi di sviluppo. In questa direzione è fondamentale che gli adulti ed i minori coinvolti nel processo si confrontino con le dimensioni emotive dolorose connesse allinterruzione del legame tra i partner ed alluscita di uno dei genitori dal nucleo originario. In questo modo sarà possibile, nel tempo, per i protagonisti di separazioni e ricostruzioni familiari, rileggere la propria storia in termini di esperienza rilevante, che ha permesso di apprendere nuove dimensioni personali e sociali, e di procedere nel proprio percorso di sviluppo. Le diverse modalità interpretative degli eventi in cui si è coinvolti influenzano, infatti, larea dei vissuti e dei modi di percepire ed elaborare quegli stessi eventi.
Sentirsi capaci di costruire una nuova storia di vita, affettiva e sociale, mette in contatto con le risorse e competenze del proprio sé, e facilita la riappropriazione di tutte quelle dimensioni che si connettono alla gestione efficace della propria esistenza. La separazione può rappresentare, in questo senso, un evento particolarmente significativo per le opportunità di crescita e sviluppo insite nel suo potenziale evolutivo. La realizzazione di questo percorso è, del resto, spesso legata a difficili processi interattivi ed emozionali, che possono esprimersi attraverso tutta una serie di problematiche di non sempre facile soluzione. In questo senso può essere opportuno e funzionale offrire alla persona ed al suo sistema relazionale significativo interventi mirati che facilitino il confronto costruttivo con quanto sta avvenendo e lelaborazione progressiva dei vissuti connessi alle esperienze in atto.
(1) Nel contributo Psicologia della separazione e del divorzio offerto da V. Cigoli si legge che: «Nel nostro paese solo il 4% delle spose e il 5,6% degli sposi celebrano seconde o successive nozze, mentre in Gran Bretagna, Danimarca o Germania le percentuali oscillano, per entrambi i sessi, tra il 20% e il 25%. Negli Stati Uniti, poi, la percentuale è ancora maggiore, arrivando addirittura al 40% circa dei matrimoni in cui, quasi sempre, uno o entrambi i coniugi provengono da precedenti nozze disciolte» (1998, p. 127). A questi dati va aggiunta la riflessione sulla probabile natura sommersa del fenomeno. Accanto alla scarsità delle ricerche realizzate sul territorio italiano si colloca, infatti, la mancata considerazione dei nuclei costituenti famiglie di fatto, o conviventi, alle quali è più difficile accedere attraverso documenti ufficiali. Aggiunge lautore: «In Italia ( ), dove il tasso di divorzio è inferiore a quello di separazione, non è dato conoscere quante famiglie di fatto, senza cioè il legame coniugale, provengono da un precedente matrimonio. Si ripresenta quindi anche sul piano demografico il lato sfuggente delle famiglie di seconde nozze, così come ( ) per quanto riguarda il campo linguistico, culturale, psicosociale e organizzativo» (1998). (2) Con laccezione relazione di tipo coniugale si intende far riferimento a tutte quelle situazioni in cui la coppia scelga di intraprendere un percorso di vita comune, sancita dal matrimonio o dalla convivenza. (3) Per legami di lealtà si intende quellinsieme di regole non scritte, che sanciscono la specificità dei singoli nuclei familiari, e che sostanziano il legame che unisce i membri sul piano generazionale ed intergenerazionale. Queste regole vanno a costituire il così detto mandato familiare trasmesso ai membri, e finalizzato alla sopravvivenza del nucleo, ed al soddisfacimento dei suoi bisogni di crescita e relazione (Boszormenyi - Nagy - Spark 1988).
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