Lanalisi del comportamento dei pedofili: una griglia di analisi criminologicadi M. Strano, E. Perotti, V. Gotti, P. Germani, M. di Giannantonio
Introduzione Lesigenza di rendere maggiormente sistematica e profonda lanalisi del comportamento dei pedofili emerge da numerosi ambiti istituzionali e professionali, chiamati sovente a interpretare e valutare tale comportamento. Ci riferiamo sia ad ambienti clinici che ad ambienti giudiziari ed investigativi e a tutti quei contesti che "entrano in gioco" a seguito della scoperta di un reato attinente alla pedofilia. Proponiamo in questo saggio alcuni schemi interpretativi utili allanalisi del comportamento dei pedofili, soprattutto per quanto attiene al versante criminologico e psicologico-giuridico. Tale griglia di analisi risulta infatti applicabile sia nel corso di acquisizione di elementi attraverso colloqui e somministrazione di questionari e sia durante lo studio di testi autobiografici (al sé narrato) (1). Riteniamo infatti particolarmente utile, per meglio capire la personalità del reo e la dinamica del reato, guardare la pedofilia anche "dal punto di vista del pedofilo", con lintento di interpretare, spiegare e quindi comprendere le motivazioni, il significato, le dinamiche, i bisogni e i desideri che sottendono le azioni e le scelte antisociali dellautore del crimine. Il comportamento di un soggetto contiene infatti anche le spiegazioni della sua complessità che può così essere indagata, con apposita metodica, non solo rilevando le tipologie "esteriori" di condotta, ma anche cercando di rilevare il significato che tale comportamento ha per chi lo mette in pratica. Attraverso lanalisi dellazione pedofila, si possono infatti rintracciare funzioni espressive e comunicative, essendo essa un costrutto in cui è possibile cogliere significati e tracce rilevanti dellautore che, agendo, è impegnato ad elaborare lorganizzazione della propria identità (2). Il pedofilo, infatti, mette in atto comportamenti che producono effetti e conseguenze negative sia sociali che legali; attraverso strategie cognitive di razionalizzazione e ristrutturazione egli riesce ad annullare questi effetti che, così attenuati, retroagiscono sulle sue rappresentazioni e cognizioni facilitando il passaggio allatto. Ogni livello di questo sistema interattivo racchiude quindi una funzione comunicativa e attraverso lanalisi sistematica, losservazione del comportamento e lanalisi del contenuto di materiale autobiografico si può tentare di risalire al significato che lazione pedofila riveste per il suo autore rispetto alla sua identità, allorganizzazione del proprio Sé e dei propri valori. Analizzando lazione pedofila, si potranno rintracciare i principi che hanno guidato lautore e le modalità con cui egli si rapporta a sé stesso e agli altri rispetto al suo agire. Tale approccio consente in pratica di capire qual è limmagine che il pedofilo ha di se stesso e delle sue azioni e quali siano le modalità con cui spiega a se stesso le sue azioni; inoltre fornisce utili informazioni su come il pedofilo vede i bisogni, i desideri e la sessualità del bambino e sul tipo di relazione e interazione tra ladulto e il bambino che sottende latto di pedofilia. In altri termini, la pedofilia, oltre ad essere un reato, è anche un comportamento antisociale e in quanto tale ci impone di rilevare la personalità, lesperienza e le motivazioni del pedofilo per comprenderla fino in fondo, ma soprattutto "( ) le strategie cognitive-sociali messe in atto per svincolarsi dalle norme e dalla responsabilità " (De Leo, 1998; p.52). Nella progettazione di questa griglia di analisi è fatto riferimento in particolare alle "tecniche di neutralizzazione della norma" individuate da David Matza (Sykes, Matza, 1957; Taylor, Walton, Young, 1975) e alle modalità di "disimpegno morale" indicate da Albert Bandura (Bandura, 1986; Caprara, Pastorelli, Bandura, 1995). Entrambe consistono in forme di "razionalizzazione" del comportamento deviante da parte dellautore del crimine che utilizza dei sistemi di autogiustificazione e autolegittimazione della propria azione criminale.
Lo scopo di questo schema interpretativo è quello di indagare, al di là del comportamento delittuoso osservabile, quale sia la percezione che il pedofilo ha di sé stesso, della sua immagine e delle sue azioni, al fine di delineare il suo comportamento anche in termini di consapevolezza e responsabilità. Tale valutazione assume evidentemente notevole valenza criminologica evidenziando una dimensione più profonda dellazione che si rivela importantissima sia in ottica repressiva che in ottica preventiva e trattamentale. Lo schema interpretativo proposto consente ad esempio di capire come il pedofilo vede i bisogni, i desideri e la sessualità del bambino e di analizzare il tipo di relazione e interazione adulto-bambino che sottende al comportamento criminale oggetto di valutazione. La metodologia adottata è lanalisi qualitativa, applicabile mediante somministrazione di un apposito questionario (o di unintervista semistrutturata) al pedofilo o attraverso lo studio del contenuto di testi autobiografici (3). A tal proposito sono state preliminarmente individuate 4 categorie principali a cui far riferimento nellanalisi che, a loro volta, contengono delle sottocategorie ispirate dai meccanismi cognitivi proposti da Matza (1957) e Bandura (1986): azione, responsabilità, conseguenze e interazione adulto/bambino.
in tale categoria rientrano i comportamenti e le azioni illegali che il pedofilo ha compiuto. Le sottocategorie individuate fanno riferimento ai principi e alle modalità con cui vengono spiegati e raccontati:
in questa categoria rientrano gli atteggiamenti e le espressioni che si riferiscono alla consapevolezza e alla coscienza che il pedofilo ha delle sue azioni. Le sottocategorie comprese in tale categoria si riferiscono alle modalità espressive con cui egli rende conto agli altri e a se stesso delle sue azioni:
rientrano in questa categoria tutti i costrutti che riguardano gli esiti e le conseguenze delle azioni compiute dal pedofilo. Le varie sottocategorie si riferiscono alle diverse tipologie di spiegazioni e racconti da lui fornite:
lultima categoria è quella in cui rientrano le modalità con cui il pedofilo si rapporta e si confronta con i bambini, rispetto alle sue azioni. Le sottocategorie si riferiscono alle espressioni maggiormente utilizzate per cercare di spiegare il tipo di relazione tra il bambino e il pedofilo:
Questa griglia interpretativa è applicabile sia mediante un apposito questionario che attraverso un colloquio strutturato con il pedofilo. E possibile anche utilizzarla per analizzare un testo autobiografico, inserendo i costrutti individuati durante la lettura nelle rispettive sottocategorie che li comprendono. Riportiamo integralmente un possibile questionario (4), attualmente in corso di validazione (5), somministrabile a pedofili in diversi contesti (clinici, investigativi, peritali, trattamentali) che si riferisce direttamente alle categorie sopraesposte e che potrebbe rappresentare, a nostro avviso, un agile strumento operativo nellambito della ricerca offrendo possibilità di evidenziare alcune ricorrenze comportamentali dei pedofili su cui costruire più efficaci strategie di intervento e prevenzione.
La costruzione del questionario scaturisce da un accurato lavoro di ricerca volto ad indagare quale sia la percezione che il pedofilo ha di sé stesso, della sua immagine, delle sue azioni e la sua visione dei bisogni, dei desideri e della sessualità del bambino. Tramite i riferimenti alla letteratura esistente sulla responsabilità, sullanalisi dellazione, sul disimpegno morale e sui processi cognitivi messi in atto per svincolarsi dalla responsabilità, è stata individuata una serie di costrutti che potevano essere rivelatori rispetto alle modalità di percezione, di relazione e di comportamento del pedofilo. In questa ottica di comprensione del criminale "pedofilo", il questionario rappresenta un continuum coerente che può contribuire alla conoscenza di quello che in termini "criminologici" possiamo definire "modus operandi" del pedofilo attraverso lindagine, losservazione e lanalisi del comportamento e del vissuto psicologico del pedofilo. Per la costruzione del questionario si è preso spunto dallintervista di Jon R. Conte, Steven Wolf e Tim Smith (1989) e dal questionario semi-strutturato di Michele Elliott, Kevin Browne e Jennifer Kilcoyne (1995), entrambi somministrati a due gruppi di pedofili, rispettivamente di 20 e 91 soggetti. Il presente questionario semi-strutturato è composto di 36 items con domande aperte (6), chiuse e, per alcune di esse, a scelta multipla. È sembrato estremamente importante garantire lanonimato, al fine di favorire una più libera espressione del pensiero e delle opinioni. La prima parte è costituita da items che permettono di delineare la figura del pedofilo, se ne ricavano infatti dati anagrafici, informazioni relative alla posizione giudiziaria e allatteggiamento nei confronti della pedofilia; la parte centrale comprende domande relative alla conoscenza dei bambini, alla tipologia di bambini scelti, alla selezione e reclutamento delle vittime, alle strategie usate e al tipo di contatto sessuale. La restante parte indaga sullo stato danimo del pedofilo, sui suoi eventuali timori, sulle sue idee e opinioni personali. Tale strumento è rivolto agli operatori del settore ed ha lo scopo di raccogliere più informazioni possibili che permettano di poter avviare un lavoro di standardizzazione sull autore del crimine, in questo caso il pedofilo, che comprenda unanalisi comportamentale, cognitiva ed emotiva dellautore e della vittima, lo stato mentale dellautore al momento del crimine, il profilo della sua personalità e il suo stile di vita.
Attraverso questo questionario, siamo interessati a conoscere le vostre opinioni e convinzioni circa i rapporti sessuali tra adulti e bambini. Tale studio si basa sulla vostra completa volontarietà, non influenzerà in nessun modo i progressi fatti in eventuali programmi di trattamento nè la vostra posizione processuale e istituzionale. Le informazioni raccolte sono strettamente confidenziali e non verranno per nessun motivo divulgati particolari riguardanti voi o la vostra famiglia. Per garantirvi la massima riservatezza vi preghiamo di non scrivere il vostro nome e cognome e di non fare nomi di persone o riferimenti specifici che potrebbero far risalire alla vostra e altrui identità (laddove fosse necessario usate dei nomi inventati). Vi preghiamo di rispondere segnando con una crocetta le vostre scelte; in caso vogliate correggere le vostre risposte cerchiate la crocetta sbagliata e poi segnate quella desiderata. Alla fine rimettete il questionario nella stessa busta in cui vi è stato consegnato e richiudete, in questo modo la vostra riservatezza sarà ulteriormente garantita. Grazie per la collaborazione e per il tempo a noi dedicato.
5) se sposato/a: 6) numero di figli 7) reato commesso 10) atteggiamento verso la pedofilia: 11) numero di bambini/e con cui si sono avuti contatti sessuali: n°_ 12) grado di conoscenza con i bambini/e: 13) luoghi dincontro con i bambini/e: 14) scelta dei bambini/e basata su: 15) la scelta dei bambini/e e influenzata da un loro atteggiamento: 16) strategie usate per ottenere la fiducia dei bambini/e: 17) strategie influenzate da: 18) luogo preferito per i contatti sessauli con i bambini/e: 19) primo gesto fatto durante il contatto sessuale: 20) strategie usate durante il primo contatto sessuale: 21) se il bambino/a mostra paura o resistenza: 22) tipo di contatto sessuale: 23) controllo dei bambini/e attraverso: 24) situazioni che spingono a ricercare il contatto sessuale con i bambini/e: 25) disinibizione facilitata da: 26)timori: 27) stato danimo dopo il contatto sessuale con il bambino/a: 28) motivazioni che spingono ad avere attenzioni sessuali verso i bambini/e: 29) stato danimo che si ritiene provino i bambini/e durante i contatti sessuali: 30) riguardo me stesso/a penso: 31) esperienze sessuali personali: 32) a che età e stato attratto/a per la prima volta da un bambino/a 33) a che età ha avuto il primo contatto sessuale con un bambino/a: 34) cosa direbbe ai bambini/e per convincerli ad avere contatti sessuali con adulti 35) cosa direbbe di fare ai genitori e agli insegnanti per impedire che i bambini abbiano contatti sessuali con adulti 36) se dovesse scrivere un manuale su come avere contatti sessuali con bambini/e quali punti essenziali non tralascerebbe
(1) attraverso lo studio della narrazione si può analizzare il Sé narrativo che traduce in espressione linguistica lesperienza personale rimasta nel mondo rappresentativo fino al momento della sua espressione; le narrazioni autobiografiche hanno una stabilità nellorganizzazione e nei contenuti, per cui rimandano ad una struttura psichica e ad un Sé stabile (Ammanniti, Stern, 1991) (2) Il pedofilo, attraverso lazione, sperimenta se stesso e attraverso linterazione invia messaggi e riceve segnali retroattivi che contribuiscono costantemente al processo di sviluppo ed elaborazione della sua identità e di attribuzione di significati. (3) Questo tipo di analisi permette di comprendere il legame esistente tra la personalità, il ruolo sociale e le intenzioni di chi comunica ed il tipo di simboli, rappresentazioni o modelli ricorrenti nelle sue comunicazioni. Lanalisi del contenuto di tipo qualitativo consiste infatti " ( ) nella scomposizione del messaggio in parti, tali che ciascuna di esse costituisca, da sola, una comunicazione fatta ai destinatari del messaggio stesso, ( ) cioè in unità che contengano ciascuna una sola notizia" (De Lillo, 1971; p.123). Una volta trovate le unità di informazione, queste si possono classificare in categorie ed eventualmente sottocategorie costruite in modo che contengano tutte le unità simili ed omogenee e che siano facilmente utilizzabili ed esaurienti. Lanalisi del messaggio procede con la registrazione e il confronto delle varie unità presenti in una o più categorie. (4) Realizzato dalla D.ssa Elisabetta Perotti dello I.U.R.C. di Roma e in corso di sperimentazione in vari contesti di ricerca. (5) Università Cattolica del Sacro Cuore, Istituto di Psichiatria e Psicologia (Prof. Sergio De Risio), Gruppo di Ricerca sulle forme criminali emergenti (Prof. Massimo di Giannantonio, Dr. Marco Strano) (6) Lutilizzo delle domande aperte consente di ottenere informazioni più ampie su di un certo argomento e di approfondire unarea particolare lasciando libero il soggetto di esprimersi in modo a lui congeniale.
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