Maurizio Mottola Sabato 8 gennaio 2010 è stato presentato al Club del Benessere di Napoli il libro “Gruppi sanguigni e dieta” (Valeria Mangani, Adolfo Panfili, Tecniche Nuove, pagine 128). Il soprappeso e l’obesità rappresentano una profonda alterazione radicata nei sistemi biologici e nella vita di relazione. Dipendono da fattori genetici e da fattori ambientali. Il bilancio energetico positivo (da metabolismo che accumula calorie), l’assetto neuro-endocrino, la costituzione, l’aumentato consumo di cibo, la ridotta attività fisica, la reattività individuale all’ambiente determinano il soprappeso e l’obesità. A causa del soprappeso e dell’obesità aumentano sia il rischio di morbilità per determinate malattie, sia il rischio relativo di mortalità. Nel 30% dei casi l’obesità si accompagna a disturbi del comportamento alimentare. Il comportamento alimentare è complesso e dipendente da molti fattori: impulsi olfattivi; impulsi visivi; fattori emozionali; fattori cognitivi. La decisione se mangiare o no deriva da segnali neurochimici ed i centri integratori cerebrali bilanciano questi input. La dieta secondo i gruppi sanguigni (o Emodieta) si propone come fondata sulla linea preferenziale che evidenzia la sintonia tra sistema digerente ed apparato immunitario: quando un globulo rosso incontra un alimento, si verifica una reazione chimica antichissima, codificata nel corredo genetico individuale. Ogni gruppo sanguigno è caratterizzato dalla presenza di un antigene specifico (al quale, tra l’altro, deve anche il suo nome), una sorta di impronta digitale biologica, che come interagisce con l’antigene estraneo di un batterio, così interagisce con gli antigeni di specifici cibi (così ad esempio il gruppo 0 può mangiare carni bianche e rosse, ma ha da evitare latte e latticini, il gruppo A può mangiare verdure, ma ha da evitare la carne rossa, il gruppo B può mangiare legumi, ma ha da evitare carciofi e pomodori, il gruppo AB può mangiare pesce e frutti di mare, ma ha da evitare prodotti a base di farina di frumento -pasta compresa-). Comunque un approccio integrato al trattamento del soprappeso e dell’obesità non può fondarsi unicamente sulla dieta, ma deve tenere conto della multifattorialità delle cause che determinano l’eccesso di peso. L’attuale vita quotidiana ha stravolto certi equilibri alimentari, facendo perdere la capacità basilare di conciliare sforzo ed alimentazione. Per dimagrire e soprattutto per stabilizzare il minore peso raggiunto occorre: • coltivare lo stato di rilassamento, sottraendo l’organismo dallo squilibrio ormonale determinato dalla cronicizzazione dello stress; • sedersi a tavola con calma, trascorrervi un tempo adeguato, consapevoli del fatto che il pasto è il momento per riacquistare le energie; • riacquisire la capacità di gustare i cibi piuttosto che ingurgitarli frettolosamente o saltare il pasto e mangiare più del dovuto in quello successivo; • introdurre il movimento nella vita di tutti i giorni, attraverso il semplice andare a piedi con continuità e costanza; • evitare i cibi troppo raffinati, preferendo piatti semplici e vari, per incrementare il gusto del mangiare e superare la cattiva abitudine di cibarsi di alimenti pieni di calorie ma privi di sapore. Insomma la lotta al soprappeso ed all’obesità diviene l’impegno per stili di vita più rispettosi dei ritmi umani. Infatti senza riequilibrio non si dimagrisce stabilmente. Per dimagrire stabilmente è efficace un regime alimentare che tenga conto di quanto segue: • eliminazione degli alimenti incompatibili con il proprio gruppo sanguigno di appartenenza; • scelta di alimenti non alteranti l’equilibrio acido-basico; • scelta di carboidrati con basso indice glicemico. Infine l’indagine sul tema dell'alimentazione infantile stilata dal Ministero della Salute e dall'Istituto Superiore di Sanità, effettuata su oltre 45 mila alunni, evidenzia che la percentuale di obesità infantile è passata in meno di 10 anni dal 9 per cento al 12,5 per cento e -nell'età che va dai 6 ai 13 anni- i bambini in soprappeso sono addirittura il 24 per cento. In particolare la Campania è al primo posto con quota 49 per cento (dieci anni fa era il 36 per cento), di cui il 28 per cento è soltanto soprappeso, mentre il restante 21 per cento è obeso. Il fenomeno viene sottovalutato, in quanto manca la consapevolezza dei rischi che soprappeso ed obesità comportano per la salute. Inoltre non può essere trascurato l'aspetto economico: il costo delle cure mediche per contrastare l'obesità e tutte le sue conseguenze è di circa 23 miliardi di euro l'anno ed il 64 per cento di queste spese riguarda i ricoveri in ospedale. Tra le regioni ad incidere di più sulla spesa sanitaria c'è la Campania con il record in Italia di oltre 200 mila bambini tra i sei e gli undici anni soprappeso o obesi. |