Maurizio Mottola Sabato 19 e domenica 20 marzo 2011 si è svolto a Taranto il corso base Disturbi della Personalità: Diagnosi e Terapia, svolto tra gli altri dallo psichiatra e psicoterapeuta Piero Petrini, referente del Centro Disturbi della Personalità ASL Roma D - Ospedale San Camillo/Forlanini, al quale abbiamo posto alcune domande. Qual è il percorso didattico del corso base Disturbi della Personalità: Diagnosi e Terapia? Il corso di base Disturbi della Personalità: Diagnosi e Terapia nasce dalla richiesta e dalla necessita di formazione in questo campo. Il nostro obiettivo sarebbe quello di mettere in condizione coloro che vi partecipano o vi hanno partecipato, di cominciare a fare "diagnosi di funzionamento di personalità", seguendo dei criteri clinici psicodinamici; la formazione inizia "riabilitando" nei professionisti della psiche (Medici e Psicologi) la conoscenza di metodi di confronto diagnostico con il paziente e facendo leva sulle conoscenze universitarie (emozioni, meccanismi di difesa, resistenze, diagnostica DSM) e cliniche (analisi dei primi colloqui, analisi del transfert, analisi del controtransfert, analisi del funzionamento del paziente "sotto stress" ed analisi della motivazione e della comprensione, nonché della previsione della crisi). Il corso propone la comprensione del significato di "segno, sintomo e sintomo di base" -da un lato- e di "carattere, nucleo, tratto e funzionamento ed organizzazione" -dall'altro-. Consente di comprendere le modalità per arrivare ad una "diagnosi di funzionamento", che saranno ben espressi in un libro che uscirà per il congresso del 22, 23 e 24 settembre 2011 della SIPSIC (Società Italiana di Psicoterapia) a Roma (www.sipsic.it), congresso che attualmente conta 2600 iscritti; il libro è stato scritto dal gruppo di psicologi, psichiatri e psicoterapeuti psicoanalitici del "Centro di Psichiatria e Psicoterapia - Centro Disturbi della Personalità di Roma ed Ancona" (www.paginegialle.it/centropsichiatriaepsicoterapia)e dal CDP (Centro Disturbi di Personalità) San Camillo - Forlanini della ASL Roma D. Vengono poi illustrati, nel corso, i "disturbi della personalità" secondo criteri psicoanalitici in confronto con il DSM IV TR e con quello che viene proposto al momento nel DSM 5. Vengono svelati dei "prolegomeni" del trattamento clinico e farmacologico secondo modelli clinici diversi da quelli classici "Cloningeriani", molto più utili e funzionali per un intervento di terapia combinato tra due (o più) figure cliniche ("Trattamento poliedrico dei disturbi della personalità"). Quali sono incidenza e prevalenza dei disturbi della personalità (DP) ed i relativi inquadramenti diagnostici e terapeutici? I disturbi di personalità incidono attualmente in un range che varia dal 12 al 18% nel complesso delle patologie psichiatriche e psicopatologiche; tali valori sono comunque inferiori al numero reale dei pazienti. Infatti, un paziente affetto da tali disturbi arriva dal medico o dallo psicologo solo quando ha una crisi. Inoltre, secondo noi, i dati sono sottostimati dalla difficoltà della diagnosi, dalla abitudine di fare diagnosi sull'asse 1 (Psicosi e Disturbi Bipolari), dalla cultura degli attuali operatori a non considerare i disturbi di personalità una "diagnosi di prima scelta", dalla difficoltà a prescrivere in regime di SSN i farmaci antipsicotici per un qualsiasi disturbo di personalità e dal pericolo di prescrivere dei farmaci che non portano l'indicazione per il disturbo; infine dal fatto che molti dei pazienti affetti da DP non giungono allo studio del medico o dello psicologo, come già detto. Si preferisce parlare di disturbi dell'umore, di schizofrenie, e di disturbi paranoici. Rispetto alle storiche psicosi (schizofrenia e disturbi maniaco-depressivi) che ruolo stanno assumendo i disturbi della personalità (DP) nell'attuale società definita liquida? Stiamo assistendo ad un cambiamento delle patologie legato proprio ai cambiamenti della società. Si pensi alle patologie del web o a quelle legate alle tossicodipendenze. Si pensi al cambiamento degli ideali, che una volta vedevano il conflitto tra l'essere o l'avere, ed oggi vedono la sintesi dell'"essere e dell'apparire". Si pensi al tentativo di togliere il "disturbo narcisistico" dall'elenco dei disturbi di personalità e delle patologie nel DSM 5, perché un funzionamento narcisistico aiuta a vivere meglio. Si pensi al cambiamento della famiglia, oggi allargata, ed alla assenza o alla impossibilità del controllo dei limiti che conduce inevitabilmente, in persone che hanno una maggiore fragilità psichica, alla perdita dei confini dell'io ed alla follia. Si pensi alla "liquidità" dei valori ed agli esempi proposti dai mass media (politici, attori, personaggi dello spettacolo) ed alla confusione dei ruoli e dei valori. Si pensi al grosso problema dell'integrazione culturale, religiosa e sociale. Si pensi alla solitudine interiore, in un contesto sempre più alienato ed alienante, povero di contatti veri, tipico di questa società tecnologica. Per questi motivi, con Anita Casadei, Annamaria Mandese e Nicoletta Visconti ed altri colleghi medici e psicologi psicoterapeuti, abbiamo aperto a Roma ed Ancona un centro (due sedi) di clinica, studi, ricerca e formazione per i "disturbi della personalità", che oltre a curare le persone sofferenti di queste patologie della psiche vorrebbe formare i colleghi ed informare le persone sui rischi di una mancata diagnosi di tali disturbi (e-mail:centropsichiatriaepsicoterapia@fastwebnet.it). |