Maurizio Mottola A Riccione dal 4 al 8 maggio 2011 si è svolto il convegno Nuova Coscienza e Guarigione I Cinque Giorni della Ricerca Psichica 19° edizione, promosso dalle Edizioni Mediterranee, nell’ambito del quale si sono svolti vari seminari e relazioni. Abbiamo posto alcune domande a Faisal Muqaddam, fondatore del Diamond Logos Teachings, il quale ha insegnato nel Medio Oriente e negli Stati Uniti negli ultimi 25 anni; formatosi come terapista reichiano con Philip Curcurruto, ha anche studiato diversi sistemi di crescita con insegnanti come Tarthang Tulku Rinpoche, Claudio Naranjo ed insegnanti Sufi del Medio Oriente. Di che cosa ha trattato nel seminario La Guida di Diamante: la nostra identità essenziale e la guida per ritrovarla dentro di noi? Tante volte nella vita abbiamo la sensazione che ci manchi una direzione precisa, sentiamo che qualcosa ci limita, ci sentiamo un po’ persi. La "Guida di diamante" è la capacità innata in ciascuno di noi di vedere la realtà per quello che è, senza cadere nelle illusioni dei filtri mentali. È uno strumento affilato, puro e tagliente come, appunto, un diamante, che ci permette di riconoscere le illusioni, i giochi e le chimere dell’ego per ritrovare la squisita fragranza dei vari stati essenziali. Ce l’abbiamo tutti; basta solo imparare a riconoscerlo e usarlo. E allora scopriamo la differenza tra vivere e sopravvivere e la vita prende colore, sapore, armonia. Il “Punto di Luce” è l’essenza della nostra unicità, la nostra identità essenziale, il nostro Sé superiore, la stella interiore. E’ il veicolo che unisce il mondo spirituale a quello terreno. Quando il Punto di luce si manifesta nella nostra consapevolezza abbiamo la sensazione di essere tornati a casa, di aver ritrovato il volto originario della nostra individualità: essa è diversa dalla personalità, che è invece la maschera che indossiamo per rapportarci con gli altri. In questo seminario, ho cercato di mostrare la strada per riuscire sempre di più a riconoscere e neutralizzare tutti quei comportamenti e quelle convinzioni che ci impediscono di fare piena esperienza delle qualità che ci sono potenzialmente in ciascun essere umano e che possono arrivare alla piena fioritura; per citarne solo qualcuna: l’amore, la pace, la gioia, la forza, la serenità, la compassione. Come mai lei sostiene che l'ego, che nei percorsi sapienziali viene considerato un ostacolo al risveglio ed all'illuminazione, può invece essere utilizzato per individuarsi nel proprio sé profondo? Molti ricercatori spirituali in occidente, interpretando male le indicazioni soprattutto dei maestri orientali, cadono nella trappola del “pregiudizio dell’Illuminazione”, secondo il quale esiste solo l’Assoluto, o il divino, mentre tutti i fenomeni sono liquidati come illusioni. In questa visione limitante l’ego viene visto solo come un ostacolo al ricongiungimento con l’Assoluto, qualcosa da rimuovere integralmente per poter vivere in uno stato “spirituale”. Ma come è possibile trascendere un ego che non si è evoluto, a volte non si è nemmeno completamente formato? Anche l'ego è alla ricerca del proprio Sé superiore individualizzato, perché è venuto da lì, conservando il ricordo del magico essere di luce che eravamo da neonati e non si darà pace finché non ci avrà ricondotti da lui. Se lo sappiamo indirizzare, anche il nostro ego si arrenderà alla fine all’Essere. In realtà c’è una prospettiva più efficace per chi vuole progredire in un cammino spirituale: la teoria dei “tre sé”. Il primo è il sé mondano, o ego, o personalità. Può essere più o meno sano. Il secondo è il sé celestiale. Alcuni lo chiamano anima, altri Sé Individuale, o Sé Superiore. Noi lo chiamiamo la Stella Interiore, o il Punto di Luce. E’ unico per ciascuno di noi. E’ la nostra vera identità. Senza di esso il nostro viaggio sarebbe incompleto. Tutta l’umanità lo ricerca, lo ha sempre cercato; ciascuno aspira a raggiungere il proprio Sé. Il terzo sé è il Sé Cosmico, la nostra natura di Buddha. Possiamo vedere quest’ultimo come Dio o Presenza Assoluta e rappresentarlo come un oceano, mentre il Punto di Luce è come un pesce che nuota in quell’oceano. Ogni pesce quindi è fatto della stessa sostanza, della stessa acqua che compone l’oceano, ma è anche unico: non se ne possono trovare due uguali. Possiamo affermare infine che esiste solo un unico grande sé cosmico, un immenso campo elettromagnetico, che si differenzia anche nell’essere umano in varie forme. L’ego è solo una di queste forme. Non è qualcosa di sbagliato, non si può eliminare, nemmeno volendo, si può solo trascendere, usandolo come strumento per la nostra crescita interiore. Una volta che l’ego si è ricongiunto col Sé, si arrende e si lascia andare e troveremo finalmente la pace che cercavamo. Di che cosa ha trattato nella relazione Essenza: il profumo dell'essere, alla scoperta di te stesso? Attraverso l’esplorazione di noi stessi, un po’ alla volta si allenta la corazza difensiva, sciogliendo problematiche e liberando l’esperienza di stati essenziali. Anche in questo caso dobbiamo vedere il limite e il pericolo di una spiritualità che neghi il corpo, perché è proprio grazie e attraverso di esso che possiamo arrivare a fare esperienza dell’Assoluto, fino a fonderci con l’Infinito. Con esempi semplici presi dalla vita quotidiana, ho cercato di far vedere quali sono i limiti e gli ostacoli che incontriamo in un percorso di crescita, verso la piena fioritura del nostro essere. Gli strumenti che usiamo sono degli insegnamenti per dare una mappa d’insieme che ci guidi, il metodo della “Self Inquiry” o l’esplorazione di noi stessi che considera corpo, mente, emozioni e spirito come un'unica realtà inscindibile, e infine l'esperienza diretta della qualità dell'essenza così come la percepiscono i nostri sensi, attraverso delle meditazioni guidate. Il lavoro del Diamond Logos ha come scopo quello di raggiungere il livello più profondo di quella sostanza che nelle antiche tradizioni viene chiamata Essenza. Più coltiviamo il nostro stato essenziale, più questo sostituirà una gran parte della vecchia struttura della personalità, della mente, dei modelli di comportamento consueti, portandoci più in profondità e dandoci più vitalità, più senso reale di ciò che siamo veramente. Più si va in profondità nell’essenza, più, alla fine, essa ci condurrà alla Sorgente. Da dove proviene questa essenza? Quello a cui miriamo è raggiungere la sorgente di tutto ciò che esiste: la dimensione spirituale e quella fisica, tutto proviene dalla stessa fonte e quella fonte viene chiamata l’Essenza dell’Essenza, o la sorgente dell’Essenza, o la natura di Buddha, o la natura illuminata o l’Assoluto. E’ il campo della pura potenzialità. |