Maurizio Mottola Ripubblicato su Psychomedia da "Agenzia Radicale" Venerdì 29 agosto 2008 è stato presentato in anteprima alla V edizione del Festival della Mente di Sarzana (La Spezia) il libro "Fragile e spavaldo" di Gustavo Pietropolli Charmet (Laterza, pagine 156, da settembre 2008 in libreria). L'autore, psicoanalista, propone un interessante modello di lettura dei fenomeni dell'adolescenza. Sostiene che le precedenti generazioni sono state educate nell'ambito della figura di "Edipo" e quelle nuove vengono ad essere educate nell'ambito della figura di "Narciso".
Le caratteristiche del bambino-Edipo (quello prevalente in passato) sarebbero:
Invece le caratteristiche del bambino-Narciso (quello prevalente attualmente) sarebbero:
Dalla crisi dell'autorità del padre, innescata dalle contestazioni giovanili del '68, è scaturita una situazione per la quale i genitori trasmettono prevalentemente affetto ed in maniera molto residuale valori. Le società perdurano nella trasmissione dei valori preesistenti, che vengono in tutto o in parte messi in discussione dalla generazione successiva, che ne stabilizza a sua volta una certa sintesi tra vecchio e nuovo ed il tutto sarà ulteriormente messo in discussione dalla generazione successiva. Permane un filo conduttore che caratterizza ogni tipo di specifica società, facendola oscillare tra conservazione ed innovazione: quando tale delicato equilibrio si altera in maniera eccessiva la società imbocca un percorso di decadenza con perdita di identità e di radicamento nei propri specifici valori. Oggi i genitori sono "amici" dei figli e non più semplici genitori, a cui compete conferire protezione e sicurezza per il mero fatto di essere nati prima e quindi adulti che allevano i propri figli per farli diventare a loro volta adulti. Anche nella scuola si verifica lo stesso fenomeno di livellamento, per cui non solo spesso gli stessi insegnanti si pongono alla pari con gli allievi, ma si crea una competizione tra genitori ed insegnanti nell'interazione affettiva con il giovane. Non c'è più struttura che faccia da contenitore ed ognuno rischia di essere "fuori posto", assumendosi funzioni che non sono proprie e che tentano di surrogare quelle inadempiute da altri. Genitori-amici, insegnanti-compagnoni, figli che si pongono allo stesso livello dei genitori, allievi che trattano i propri insegnanti alla pari tolgono autorevolezza e funzionalità alle strutture, che diventano gusci vuoti e non sostengono le reali forze in campo. Famiglie indebolite e scuola svuotata non favoriscono il fattivo inserimento sociale dei giovani, che spesso circondati da un diffuso "familismo amorale" si comportano da battitori solitari, privi di condivisi punti di riferimento. Una società molecolare che per la sua "liquidità" rende difficile il radicamento e certamente non sostiene la "felicità" dei suoi componenti, soprattutto giovani. |