Firenze 1984 Firenze, Corso 2006/2007
La formazione psicosomatica
Con il patrocinio delle
Presentazione del Corso.
Da un patrimonio ventennale di esperienze formative, corsi, convegni, workshop, conferenze, seminari in tema di formazione psicosomatica, il Consiglio Direttivo dell'Istituto di Formazione Psicosomatica propone l'attivazione di un Corso su "La formazione psicosomatica nella clinica, nella prevenzione e nella promozione della salute" rivolto a medici e psicologi. * 1- TEORIA E RICERCA in PSICOSOMATICA, centrata sul ruolo dei fattori psicosociali nella determinazione dei disturbi e delle malattie.
La medicina psicosomatica moderna, nata verso la metà del '900 con basi teoriche fondate principalmente sulla psicoanalisi e con considerazioni abbastanza appropriate sui meccanismi etiopatogenetici (ruolo delle emozioni e dei conflitti intrapsichici nella formazione dei sintomi somatici) e perfino di quali fossero le cosiddette "malattie psicosomatiche", è nel tempo molto cambiata rispetto ai suoi esordi. Oggi si ritiene che le malattie in generale siano eterogenee e multideterminate, perciò si riconosce l'esistenza di fattori psicosociali responsabili dell'esordio, del decorso, dell'evoluzione e infine delle conseguenze delle malattie organiche, che possono avere un determinismo molto variabile da individuo ad individuo.
Ogni individuo rappresenta una totalità complessa e quindi la relazione tra il paziente e il curante costituisce il "luogo psicologico" nel quale si può sviluppare una corretta gestione del disagio e della malattia. E' necessario formare gli operatori ad una comunicazione e ad una relazione che sia fin dalle prime mosse una "presa in carico" capace di raccogliere dati e notizie non limitati alla mera descrizione dei sintomi organici ma che si estendano alla storia relazionale e sociale del paziente avviando un percorso terapeutico fortemente individualizzato. Nella globalità e complessità psicosomatica la relazione coinvolge l'uomo nel profondo della sua intimità corporea unitamente alla sua originalità psicologica.
Nonostante il moltiplicarsi di tecniche di formazione dedicate alle relazioni di aiuto, a partire da quelle fondate su base cognitiva o relazionale che hanno una consolidata validità e legittimità teorica, quella dei Gruppi Balint rimane ancora la metodica più idonea nella formazione alla relazione medico-paziente. Essa è centrata sull'analisi della relazione prendendo in considerazione la gestione del livello emozionale implicito nei due versanti del medico e del paziente, trasformandolo in un essenziale strumento terapeutico.
Il vissuto del corpo è sempre stato sottovalutato sia dalla medicina che dalla psicologia. Ambedue lavorano prevalentemente sul corpo oggetto, dimenticando e sottovalutando l'importanza della soggettività del corpo. Questo avviene spesso in modo diverso, la medicina tende sempre a considerare il corpo un oggetto interessante se ammalato quindi da curare, la psicologia un oggetto in stretta dipendenza dalla mente della quale rappresenta un campo di espressione. Ambedue perpetuano la non ancora sanata dicotomia tra mente e corpo di stampo cartesiano. E' necessario quindi basarsi sulla irriducibile unicità psico-somatica nell'uomo ridando un valore non riduttivo alla simbolica emozionale che è una delle più significative espressione dell'uomo.
Partendo dalla constatazione della molteplicità dei fattori di malattia e della complessità non lineare dei processi etiopatogenetici è necessario partire da una visione "ecologica" dei sistemi e dei contesti di cura, in modo che questi possano esplicare in pieno la loro naturale vocazione di essere anche sistemi di prevenzione e di riabilitazione. Tutto ciò perché curare significa sia prevenire, interrompendo le molteplici catene del disagio attraverso le quali si riproduce la sofferenza, sia riabilitare. Paradossalmente, parallelamente allo sviluppo vertiginoso della medicina scientifica curare non si identifica più solo con il guarire, ma in un complesso di fatti che include necessariamente prevenzione e riabilitazione.
La prevenzione si rivolge ai bisogni fisici, psicologici e sociali riconosciuti a livello collettivo dagli abitanti di una data comunità, con sui si confronta il sapere scientifico fondato sulle conoscenze epidemiologiche, e si basa sulle competenze e sulle risorse complessive della comunità di appartenenza dell'individuo. L'approccio della prevenzione dovrebbe essere preceduto da un approccio finalizzato alla promozione della salute, che ha come scopo l'armonia delle varie dimensioni umane. Promuovere la salute e prevenire la malattia è un processo comunitario che coinvolge l'interazione tra più soggetti e ove il ruolo del professionista viene definito come quello del facilitatore.
Il periodo dell'età evolutiva è particolarmente suscettibile ai disturbi di tipo psicosomatico a cominciare dalla nascita quando mente e corpo non si sono ancora sufficientemente differenziati.
Alla fine del Corso i partecipanti dovranno, all'interno del proprio specifico professionale:
Ogni Workshop svilupperà le aree tematiche proposte in sequenza, attraverso lezioni frontali, role playing, esperienze guidate a mediazione corporea, lavoro individuale e in piccoli gruppi di apprendimento.
Le domande devono essere presentate utilizzando il modulo presente sul sito dell'IFP: www.iformpsi.it , o richiedendo il modulo telefonando al n. 055 214753 (Lun-Ven. 15,00-19,00) o per e-mail: info@iformpsi.it
Inizio del Corso: settembre 2006 Date previste per gli workshop:
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Il Corso fa parte integrante delle offerte formative dell'IFP e dell'Università di Siena e Firenze
Docenti interni all'IFP La Direzione del Corso fa capo al prof. Massimo Rosselli. Il coordinatore ha la responsabilità del Corso e promuove, per la stipula le convenzioni con strutture Universitarie per lo svolgimento delle attività di formazione.
Sig. Laura Bianchi Comitato Scientifico:
* M. Rosselli Direttore del Corso
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