Giovanni Gozzetti, Riflessioni
sulla presentazione del corpo nella depressione e nel
delirio
Nello spazio ovattato del transfert, irrompe pesantemente la
corporeità. Arriva col sapore salato di una lacrima, con I
'odore acre del sudore, con il lampo acceso di due occhi
dardeggianti, con lo schioccare delle dita e il cigolio del
lettino; è nella stretta di una mano forte ed energica o
vischiosa di sudore.
Arriva col singhiozzo e col dolore, è presente nel
limite del tempo e della morte nel confine dei nostri giorni.
E presente nelle fantasie dei transfert individuale o di
gruppo nei timori per un paziente agitato o aggressivo e nel
sorriso suadente di un transfert erotizzato, baluardo estremo di
resistenza, difesa e negazione dell'altro.
Il senso di questo convegno, l'undicesimo promosso da AION
(Associazione per la ricerca, la formazione e la diffusione della
gruppoanalisi e del lavoro analitico nelle istituzioni) in tre
anni, a cavallo tra psicoanalisi, gruppoanalisi e fenomenologia
è proprio quello di recuperare, oltre lo schermo delle
metafore, quella corporeità sempre presente nello spazio
del transfert e in ogni terapia; essa agisce sul campo e lo
influenza, lo modifica. a volte.
Salomon Resnik si interessa "di che materia sia fatto il
paziente", se di ferro, di legno, di vetro o di acqua; anche
questa corporeità è la carne che assume le sue
diverse forme.