Promozione della salute e salute mentale Maurizia De Cesaris Psicologa, Specializzanda in Psicologia della Salute La Promozione della Salute, nata nellambito dellapproccio medico-epidemiologico alla salute pubblica, ha subito profonde evoluzioni durante la seconda metà del secolo appena trascorso: da unattenzione alle problematiche ambientali e sanitarie collegate alla salute si è passati, nel corso degli anni 50-60, ad unattenzione ai comportamenti individuali con interventi di tipo educativo che vedevano il singolo individuo come principale artefice della promozione della propria salute (Zani, Cicognani, 2000). A partire dagli anni 70, poi, lattenzione si è spostata da semplici modelli monocausali centrati sullo studio dei fattori comportamentali di rischio da contrastare per raggiungere obiettivi di salute, ad una visione più ampia e sempre più orientata anche sul versante sociale e di comunità Negli anni 80, infatti, la Carta di Ottawa (WHO, 1986) ha definito la Promozione della Salute come Éun processo finalizzato a rendere in grado le persone di controllare e migliorare la loro salute. Per raggiungere uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, un individuo, o un gruppo, deve essere in grado di identificare e realizzare le proprie aspirazioni, di soddisfare i propri bisogni e di modificare o far fronte allambiente che lo circonda. La salute è quindi vista come una risorsa della vita quotidiana, piuttosto che un obiettivo del vivere. La salute è un concetto positivo che mette in evidenza le risorse personali e sociali, così come le capacità fisiche. Quindi la promozione della salute non è solo responsabilità del settore della salute, ma va oltre gli stili di vita tesi al benessereÉ La Carta di Ottawa presenta quindi la promozione della salute sempre più come unazione multidisciplinare delineandone anche le implicazioni politiche e sociali e identificandone come attività essenziali: - mettere in grado le persone e le comunità di raggiungere appieno il loro potenziale di salute (to enable); - difendere e sostenere la causa della salute per modificare in senso favorevole i fattori politici, economici, sociali, culturali, ambientali, comportamentali e biologici che possono influenzare la salute (to advocate for health); - mediare tra gli interessi contrapposti nella società perché la salute sia sempre considerata da tutti i settori della società stessa (to mediate). La Carta ha anche identificato le cinque azioni fondamentali in promozione della salute: - creare ambienti favorevoli alla salute, - sviluppare le abilità personali; - rafforzare lazione della comunità; - riorientare i servizi sanitari, - costruire una politica pubblica per la salute. Come considerano De Pieri et al. (1998) con questo documento lOrganizzazione Mondiale della Sanità passa dalla definizione di una strategia basata su obiettivi di salute da raggiungere ad una strategia per setting di intervento, caratterizzando e distinguendo sempre più la promozione della salute da altre strategie quali leducazione alla salute e le strategie preventive. La promozione della salute si distingue dalla prevenzione, anche da quella primaria, poiché focalizza lattenzione sulle fonti di salute e non sulle cause di malattia; è quindi possibile metterla in atto anche parallelamente ad azioni preventive (sia primarie, sia secondarie, sia nel corso della riabilitazione). La promozione della salute è, a maggior ragione, diversa dalleducazione alla salute, che consiste, invece, nellinsieme delle azioni educative attivate in maniera consapevole, che possono modificare i comportamenti rilevanti per la salute delle persone (WHO, 1998). La promozione della salute è, oggi, un mondo complesso, che deve muoversi su più piani, quindi con interventi multidisciplinari come ben sottolineano De Pieri et al.,( ibid.).: ÉLa promozione della salute è una strategia complessa: data la complessità dei fattori in gioco nella salutogenesi, per assicurare alle persone i mezzi e le opportunità necessari al controllo della propria salute, cioè per promuovere la salute, è necessario combinare metodi e approcci diversi, e stimolare interventi che incidano nei diversi settori della vita comunitariaÉ Allinterno di questa vasta prospettiva, quale ruolo può avere la psicologia? A tal proposito Romano (1999) descrive unattualità in promozione della salute in cui la psicologia continua a svolgere un ruolo secondario e funzionale allinterno di una prospettiva ancora fortemente legata alle idee mediche di patologia e rischio; la psicologia viene spesso chiamata a dare il suo contributo in unaccezione educativa o manipolatoria finalizzata alla modifica di atteggiamenti e comportamenti, ma raramente le viene richiesto di partecipare alla costruzione dellorizzonte di senso in cui si muovono gli interventi. Le indicazioni della Carta di Ottawa (ancora troppo spesso disattese) sembrano poter guidare verso un superamento di questa impasse: la salute non è più vista come un fine, ma come ...una risorsa della vita quotidianaÉ per raggiungere una maggior pienezza di vita, per un benessere che è completamente bio-psico-sociale. In questottica lavorare psicologicamente per aumentare la consapevolezza relativa ad esperienze ed azioni in un soggetto, o un gruppo di individui, non è secondario ad altro, bensì è di per sé stesso un obiettivo. Cercare di lavorare in questo senso può non essere una necessità solo del mondo della psicologia: l esigenza di superare un uso riduzionistico e funzionale delle teorie, ed in particolare delle teorie psicologiche, viene comunque avvertita sempre più anche da certe parti del mondo medico e scientifico: si auspica un uso della teoria che accresca la comprensione delle situazioni complesse in un circolo virtuoso che colleghi continuamente la teoria alla pratica contemplando le complessità sociali e psicologico-individuali, piuttosto che fornendo spiegazioni e predizioni universali (Buchanan, 1994) (Green, 2000). La promozione della salute mentale è da considerarsi un ambito particolare della promozione della salute, più complesso di altri e di definizione ed individuazione meno immediata per numerosi motivi. Il costrutto salute mentale appare immediatamente complesso e controverso; numerose teorie psichiatriche e psicologiche tentano di definirlo, ma la maggior difficoltà di effettuare una precisa demarcazione fra normalità e patologia in salute mentale, rispetto allambito della salute fisica, appare evidente (Dalgard et al.,1991). Inoltre la dimensione fortemente soggettiva della salute mentale, la forte correlazione fra il contesto familiare e sociale ed economico e lo stato di salute (Desjarlais et al., 1995) (Lynch et al., 1997), pur nellimpossibilità di specificarne i rapporti con una relazione lineare (Thornicroft e Tansella, 2000), contribuiscono a creare questa complessità. In virtù di queste considerazioni sulla complessità della promozione della salute mentale, si evince come le indicazioni dellOMS verso la necessità di un approccio multidimensionale che superi la semplice strategia dellindividuazione e della lotta ai fattori di rischio, per situarsi ad un livello di intervento che contempli una lettura più ampia del fenomeno, sia assolutamente imprescindibile in questo ambito. Quando non è possibile discernere con chiarezza lorigine di un disturbo, quando leziologia rimane nascosta tra le pieghe dei rapporti fra la sfera psichica, la sfera biologica e quella sociale dellesistenza, anche le modalità messe in atto per prevenirne linsorgenza non possono agire ad uno solo di questi livelli. Si converrà però della difficoltà di pianificare e coordinare un intervento multidimensionale soprattutto se, come può succedere in promozione della salute, avviene allinterno di contesti sociali più o meno ampi. Si presenta allora la necessità di istituzionalizzare questo coordinamento, agendo cioè, molto spesso, anche sulle istituzioni e sulle loro politiche in materia perché possano, modificandole, favorire, quando non costruire direttamente lazione di promozione della salute mentale. Bibliografia
Buchanan, OR, (1994), Reflections on the relationship between theory and practice, Health Education Research, 9, 273-283
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