Il volume, accogliendo contributi di esperti provenienti da diversi ambiti professionali, si pone come uno strumento completo
per la gestione delle risorse umane nella scuola.
Lo stress è ubiquitario e studi comparativi (Pellegrino F., La Sindrome del Burn-out, Centro Scientifico Editore, Torino 2000)
dimostrano come la strada da percorrere è quella di lavorare per una migliore gestione delle risorse umane, indipendentemente
dalla specificità della professione.
In questi ultimi anni la scuola è stata, ed è tuttora, protagonista di profondi e spesso incomprensibili cambiamenti. Tali
mutamenti sono più o meno naturali: riforme dettate dall'alto miranti il più delle volte al consenso politico che ad esigenze
sociali e culturali; mutamenti del mercato del lavoro che costringono la scuola ad avere come principale obiettivo la formazione
professionale e guardare meno all'educazione e alla crescita culturale; i rapidi cambiamenti sociali che costringono la scuola -
in quanto sede di crescita, educazione e istruzione di tutte le giovani menti - ad adattarsi alla realtà. Tali cambiamenti e
altro ancora hanno posto la scuola e i suoi protagonisti al centro di dibattiti ancora aperti.
Sappiamo, inoltre, che tali cambiamenti hanno sicuramente influito più o meno negativamente sulla figura dell'insegnante, sul suo
ruolo e sulla sua funzione. Egli è allo stesso tempo vittima e protagonista di questi mutamenti. E' su di lui che si riversano
tutte le aspettative e si esercitano forti pressioni - da parte delle famiglie, di varie istituzioni, del mondo del lavoro, dell'
opinione pubblica in generale e degli studenti -; è l'insegnante che deve trasformare in realtà quelle che sono riforme solo sulla
carta, che deve soddisfare le aspettative di tutti nella maniera più efficace ed efficiente possibile, senza mai perdere di vista
il proprio ruolo istituzionale.
Poste queste premesse, ciò che a noi ha interessato di più è sapere come i docenti vivono l'attuale trasformazione scolastica e
come "resistono" alle richieste sempre più pressanti e svariate di tutti gli altri soggetti legati al mondo scolastico. Detto in
parole semplici, quanto l'insegnante sia stressato dal proprio lavoro (burn-out) e in che misura e come riesce a controllare i
fattori di stress. Ebbene, da una ricerca da noi condotta su insegnanti di scuole elementari, medie inferiori e superiori,
pubblicata in Come logora insegnare, a cura di Luigi Acanfora, edizioni Magi, risulta che questi mantengono alta la considerazione
che hanno del proprio lavoro ma ne avvertono decisamente l'ansia e la tensione emotiva (55% circa degli intervistati) e la fatica
(32%) dovute all'eccessivo carico di lavoro. I docenti vorrebbero avere più tempo da dedicare ad allievi e studenti, anziché al
lavoro burocratico, fatto di scartoffie, riunioni e aggiornamenti. Non solo di lavoro da sbrigare ce n'è tanto ma, a quanto pare,
esso non è nemmeno gratificato: infatti i ben il 61% degli intervistati si sente scarsamente retribuito.
Diversi altri dati emersi dall'intervista si sono rivelati interessanti, come il senso di abbandono e di emarginazione degli
insegnanti di sostegno rispetto ai loro colleghi curricolari, nonché il loro disagio latente nei confronti dei propri alunni
portatori di handicap; la reticenza di una parte degli insegnanti ad ammettere che lo stress possa dipendere da fattori
strettamente legati alla personalità; il rifiuto ad accettare l'aiuto di esperti (medici, psicologi ecc.) nella risoluzioni dei
problemi professionali legati allo stress; le differenze tra insegnati con più anni di insegnamento, maggiormente irrigiditi su
tradizionali metodi di insegnamento, e quelli più giovani, più elastici e disposti a cambiamenti e riforme.
Il quadro generale che ci è apparso è che, se è vero che gli insegnanti sono soggetti a pressioni dovute all'attuale cambiamento
dei tempi, è vero anche che alcune forme di stress lavorativo trovano le loro cause in dinamiche interne al lavoro stesso:
rapporti insufficienti e mal posti con colleghi, superiori, allievi e famiglie; scarse o errate tecniche comunicative;
insufficiente capacità di elaborazione delle proprie problematiche che si trasformano in irrigidimento, chiusura e, quindi,
scarsa efficienza lavorativa.
Il libro è stato presentato a Roma presso la Libreria Montecitorio (Piazza di Montecitorio, 60) ed è stata l'occasione per focalizzare
l'attenzione su alcune problematiche inerenti il disagio lavorativo degli insegnanti: si è parlato della difficoltà a riflettere
su se stessi, sulla difficoltà a comunicare con gli altri e a gestire lo stress lavorativo e della necessità di cominciare a
lavorare sulla propria consapevolezza emotiva per riuscire a meglio gestire le emozioni legate all'attività professionale.
Hanno contribuito alla realizzazione del volume:
* Ferdinando Pellegrino, psichiatra e psicoterapeuta. Salerno
* Luigi Acanfora, neuropsichiatra infantile, psichiatra e neurologo. Napoli
* Lidia Concilio, Sociologa, Napoli
* Simona Abate, psicologa, Salerno
* Virginia Garda, Psicologa, Roma
* Franco Baldoni, medico, psicologo e psicoterapeuta, Bologna
* Gianfranco Buffardi, Psichiatra, Napoli
* Teresa Vitagliano, docente, Napoli
* Paolo Catanzaro, psichiatra, psicoterapeuta, Perugia
* Raffaella Ada Colombo, psichiatra, Milano
* Aldo Diavoletto, Neuropsichiatra infantile, Salerno
* Giovanni Donnarumma, Salerno
* Antonio Fresa, docente, Napoli
* Francesco Franza, Psichiatra, Avellino
* Rosa Gaimari, docente, Salerno
* Ignazio Senatore, Psichiatra, psicoterapeuta, Napoli
* Enrico Viggiano, Riccardo Mancusi, Marco Flavio Tosello, Istituto Campano di Psicoterapia della Gestalt, Napoli
* Lorenzo Messina, psichiatra, Mazara del Vallo
* Antonella Toscano, psicologa, Napoli
* Corrado Caso, Medico di Medicina Generale, Salerno
* Luigi Torino, docente, Salerno
(Recensione a cura di F. Pellegrino e L. Concilio)
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