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PSYCHOMEDIA
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GRUPPALITÀ E CICLO VITALE
Adolescenza
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Giovani, identità, appartenenze
Cosa emerge dal Sesto Rapporto di Istituto IARD sulla condizione giovanile in Italia
di Riccardo Grassi
Relazione presentata il 28 maggio 2007 a Roma al Convegno I.P.R.S.
L'adolescenza "liquida":
Nuove identità e nuove forme di cura
I percorsi di transizione ai ruoli adulti nella seconda modernità
La progressiva frammentazione del corso di vita individuale legata alle trasformazioni del mondo del lavoro, della formazione e delle relazioni sociali che sta caratterizzando il passaggio dalla prima alla seconda modernità, ha comportato degli effetti particolarmente rilevanti tra gli adolescenti e i giovani.
Tra coloro che devono ancora costruire una propria identità, vivere in un contesto così fluido come quello attuale in cui è estremamente difficile prefigurare i confini e le traiettorie dei propri percorsi di vita, porta a considerare l'imprevedibilità come un fattore costitutivo della propria identità. Per questo motivo, il cambiamento costante dei contesti e la difficoltà di pianificare il proprio futuro più che rappresentare un ostacolo al proprio progetto di vita, ne vanno a costituire le fondamenta rendendolo altrettanto fluido ed indeterminato.
Gli attraversamenti costanti tra i diversi contesti, ruoli e posizioni sociali, rendono il periodo giovanile un lungo processo di transizione e richiedono innanzitutto una altissima capacità di negoziazione e di rielaborazione di un sé molteplice in continua evoluzione.
Per questo motivo la giovinezza può oggi essere interpretata come un susseguirsi progressivo di stadi di identità che accompagnano il passaggio dalla dipendenza infantile alla piena autonomia adulta, lungo percorsi connotati da significative sfasature temporali all'interno dei percorsi di maturazione biologica, psicologica e sociale.
Le molteplici identità giovanili, si connotano a partire da tre fattori fondamentali:
1. lo stadio di transizione
2. la collocazione sociale di partenza
3. le possibilità di accesso alle risorse
1. Lo stadio di transizione
La posizione del singolo rispetto al sistema formativo e al mondo del lavoro e la sua situazione coabitativa definiscono uno degli aspetti fondamentali dell'identità individuale: che cosa fai nella vita? Con chi abiti? Sono due delle domande più importanti attraverso le quali viene definita la collocazione di un individuo nella società adulta.
Nel nostro Paese la sequenza delle tappe di transizione si è mantenuta piuttosto costante negli ultimi venti anni, pur all'interno di una generale dilatazione del tempo della giovinezza. Tuttavia, oggi si registrano una serie di processi di alternanza (soprattutto tra l'ambito formativo e quello lavorativo) e di reversibilità (in particolare con riferimento alle convivenze) che, per quanto non cambino sostanzialmente l'ordine sequenziale delle tappe di transizione, creano situazioni di ambiguità che non consentono di dare per acquisiti una volta per tutti alcuni passaggi di status fondamentali per la definizione della propria identità. Sempre più spesso rispetto al passato si può iniziare ad essere lavoratori e continuare ad essere studenti; si comincia una vita di coppia, e dopo un po' si ritorna a vivere con i genitori, etc...
2. La collocazione sociale di partenza
Se è vero che i nuovi strumenti di comunicazione possono favorire una crescita dei livelli generali di democrazia e di accesso alle risorse, in questa particolare fase storica sembrano riemergere forti elementi di disuguaglianza legati alle appartenenze sociali familiari, al genere e all'età, al luogo di residenza, alla nazionalità. Comportamenti, atteggiamenti e opportunità risentono ancora pesantemente della condizioni sociali ascritte che determinano in maniera forte le chance di accesso a risorse e credenziali sociali.
Un esempio eclatante riguarda la collocazione dei giovani all'interno del sistema scolastico: al momento della rilevazione, tra coloro che hanno genitori con un basso livello culturale, il 37% non aveva proseguito gli studi dopo le scuole medie inferiori, il 6% era iscritto all'università e il 7% aveva raggiunto una laurea; al contrario, tra coloro che provengono da famiglie con un livello culturale elevato, meno dell'1% non ha proseguito dopo le scuole medie inferiori, il 33% frequentava un corso universitario e il 27% era laureato.
I fattori ascritti, non solo continuano ad esercitare un influsso importante rispetto ai destini finali individuali, ma contribuiscono fortemente a definire il quadro identitario, sia in quanto orientano le appartenenze della vita quotidiana, sia in quanto vanno a definire in maniera differenziata i traguardi, gli obiettivi e le speranze individuali.
3. Le possibilità di accesso alle risorse
Se l'analisi dei fattori ascritti evidenzia una grossa disparità tra i giovani italiani per quanto riguarda l'accesso alle risorse, le società della seconda modernità porta con sé anche nuove linee di frattura e di disuguaglianza che si intrecciano con le precedenti. Le più significative riguardano le competenze culturali e le possibilità di consumo, la centralità relazionale e la capacità di controllo psico-emotivo.
Questa ultime due meritano un breve riflessione aggiuntiva.
La capacità di accedere a reti relazionali differenziate rappresenta un elemento di fondamentale importanza per gestire gli attraversamenti dei diversi contesti della quotidianità. Sapersi muovere in più contesti contemporaneamente è garanzia di flessibilità e della possibilità di avere sostegni e trovare opportunità.
Allo stesso tempo, le tensioni a cui è sottoposto l'adolescente e il giovane che deve saper adattare e modificare costantemente la definizione della propria identità, richiedono una buona stabilità psico-emotiva, senza la quale si rischia di non riuscire a mantenere il controllo delle situazioni e delle scelte
4. L'affacciarsi di una nuova elitè?
In un quadro così complesso come quello delineato fino ad ora, appare poco realisitico e poco utile parlare di giovani come di una categoria sociale omogenea. Certo, è possibile ritrovare una molteplicità di elementi culturali che indicano percorsi di omologazione, ma, allo stesso tempo, appaiono particolarmente significative le possibilità di differenziazione e l'instabilità delle traiettorie di vita. Ciononostante i giovani italiani si dichiarano sostanzialmente soddisfatti della propria vita, in una tensione per cui la stabilità e la qualità della vita del piccolo intorno individuale contano più delle difficoltà e delle complessità di un contesto poco controllabile. Soprattutto per i giovanissimi, la sfida del crescere appare un evento lontano, che li riguarderà quando avranno finito le scuole superiori o addirittura l'università. Il benessere del quotidiano riempie, salvo trasformarsi poi in malessere diffuso quando le scelte non sono più demandabili e quando esplode la consapevolezza che l'universo del possibile si restringe in percorsi obbligati, che non sempre coincidono con ciò che si è sognato.
Cresce in maniera generalizzata la difficoltà a gestire le proprie sensazioni e i propri impulsi: in adolescenza a causa della pressione sociale prodotta dai contesti della vita quotidiana che spinge ad essere sempre al massimo di sé, costantemente sotto il giudizio di modelli stereotipati; in età più adulta per quel senso di inefficacia che sembra cogliere coloro per i quali il tempo delle scelte mostra che il percorso intrapreso ha portato lontano dagli sbocchi sognati, soprattutto per chi (come la generazione degli attuali trentenni) ha visto cambiare le regole del gioco a metà della partita e ha scoperto di non essere capace di gestire le nuove richieste della società contemporanea.
In questo clima sembra affacciarsi una generazione, quella dei ventenni, che per prima mostra una elevata capacità di adattamento alla flessibilità. Anticipa le scelte cruciali, nonostante il clima di incertezza, si muove tra le opportunità riuscendo a piegare a sè gli eventi della quotidianità.
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La Sesta indagine di Istituto IARD sulla condizione giovanile in Italia. Aspetti metodologici
Indagine campionaria realizzata attraverso interviste face to face con questionario strutturato.
Campione di 3.000 soggetti in età 15-34 anni rappresentativo a livello nazionale. Campionamento proporzionale stratificato per luogo di residenza, classi d'età e genere.
Tasso di sostituzione: circa il 50%
Le rilevazioni sono state compiute da intervistatori specializzati della rete nazionale dell'Istituto IARD, nel periodo marzo-settembre 2004.
Le interviste hanno avuto una durata media di circa 90 minuti.
Documentazione completa: www.agcom.it
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