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on-line del n. 1/2020 di Contemporary Psychoanalysis
I primi tre articoli di questo n. 1/2020,
scritti da autrici donne, hanno un tema per certi versi comune, che riguarda il
femminile. Clare Harvey analizza la sensazione di "perturbante", di disagio o a
volte anche di orrore che si può provare di fronte alla disabilità, e quale può
essere il suo effetto sulla madre di un bambino disabile quando lo vede negli
occhi degli altri che guardano suo figlio, nel senso che la madre può
amplificare la propria ambivalenza con ripercussioni sul suo atteggiamento verso
il bambino stesso. Gillian Sheridan e Katherine Bain, basandosi su una
intervista a nove psicoterapeute che sono anche madri, studiano l'impatto della
maternità soprattutto sul loro atteggiamento verso la teoria. Esin Egit, una
antropologa e psicoanalista di origini turche, tramite interviste a donne turche
emigrate negli Stati Uniti analizza l'impatto della nuova cultura su quella di
origine, col risultato che a volte aspetti del Sé dissociati possono attivarsi
con un effetto disorganizzante sulla identità e sul sistema di valori. Segue poi
una sezione intitolata "Rifrazioni contemporanee sull'inconscio", introdotta da
Pascal Sauvayre e David Braucher e con due articoli. Nel primo Warren Wilner, in
un articolo complesso, intravede nell'inconscio aspetti per così dire mistici, e
afferma che è sempre "fuori luogo" ma anche presente ("no-where"/"now-here",
dice con un gioco di parole). Nel secondo articolo David Braucher parla del
"principio del potere", riferendosi - con collegamenti anche alla situazione
sociopolitica - alla "funzione paterna" di Freud, all'"oggetto-Sé idealizzante"
di Kohut e ai noms-du-père di Lacan, e sottolineandone gli aspetti
transferali che vanno al di là delle caratteristiche reali del padre.
Questa carrellata degli articoli pubblicati
negli ultimi tre numeri di Contemporary
Psychoanalysis (il n. 3/2019,
il n. 4/2019, e questo n. 2/2020) non
rende certo giustizia ai loro contenuti, serve solo a darne una idea.
Nel complesso,
si può dire che Contemporary Psychoanalysis
continui a interessarsi, come è nella sua tradizione, al rapporto tra psicoanalisi e società; tra i temi più trattati vi sono la
critica al patriarcato, la violenza alle donne e più in generale i problemi del
femminile (si vedano ad esempio le recensioni pubblicate nel n. 1/2020),
con una netta preponderanza di articoli clinici rispetto a quelli prettamente
teorici, aspetto questo che può essere considerato un limite di questa rivista
(ma oggi presente in molte riviste psicoanalitiche).
Contemporary Psychoanalysis
- che, non
dimentichiamolo, è espressione del William
Alanson White Institute di New York, culla della tradizione
interpersonale-relazionale di Harry Stack Sullivan, Erich Fromm e Steve
Mitchell, tra gli altri - mantiene quindi una sua coerenza negli anni. |